L'Unità - anno IX - n.40 - 30 settembre 1920

i64 L'UNITA' I piccoli dell'elefantiasi segreti burocratica Potrà sec1.;brnre strano che l'Unilll, cosl tenna della nostra burocrazia, si accinga. n studiare, con jntenti rirormo.tori, l'orga– nizzazione tecnica di quel famoso protocol– lo, consiclcrnto ormai - e non,, tortò - come il simbolo della_ pedanteria e della lentnzn burocrntlcn. Eppure chi abbia Jn pazienza di seguirci nelle nostre osservazioni, necessariamente nssni modeste e 1>edestri, finirà per convin– cersi che esse non sono del tutto inutili al fini che si 1>ropone questo giornale ~ che vi è una strcttissiron relazione di causa ad crrctto rrn J'ordinnmcnto del protocol1o ed li continuo ingrossarsi ed appesantirsi del no· stro sis~mn' nmmints~raU\'o. Il protocollo Il prOtocollo della corrispondenza in arri• locollo pos~a perciò ogni più minuta pra• tica: nulla sfugge alla sua registrnzione,.e quando il materiale serio manca, nllorn !i registra h1tto quello che arriva: pubblica· zioni, bolleltini, ordini di servizio, perfino la Ga::ett<r {,'fflciale. Cosi si ha*clirlllo allo aumento del personnlc d'ordine, dell'asse– gno mensile per Je spese di ufftcio e poi, chi lo sn? nnche ad oltenere qunlcho, 1 l'iformn di organico!. .. La questione della molteplicità del proto• colli sorge per le amministrazioni centrali. Quale dcv(' essere l'unità amminlstrnli\'n che obbin. diritto nll'ossegnazion'e del proto– collo? Dal ).Linistt!ro, troppo vasto, alla Se– zione, lroppo piccola, passano i due gradi inlermceli di Direzione Generale e Oh·isione. Il protocoJlo deve essere per Divisione o per Oire1.ione Generate? F.ra prevatsn prima la vo e In Pf rtenza serve anzitutto per lasciare seconda soluzione e l'Abignenle, giustamen- una traccia della data di arrivo deUe lotte. te, sj schiera far I suoi soste~itori; ma poi• re ricevute, e poi per dare il fllo condutlore chè <1ursta era la soluzione \ogica, la buro- nelle ricerche di 1>ratiche di anni precedenti crnzin, Logicamente, si è schierala per la i.li cui sia necessaria la riesumazione. Nei prima ed hn vinto. Si bndi che la q.-estione primi tempi dcll"nmministr&zic"e pubblica ha importanza mnggiore di quello che oon italiana, quando to Stato nvevn compiti mol- sembri, o che non per nulla la burocra"Zin to •più limitati, ìl protocollo era natural• , chiede li prot~collo per Oivjsione. Se il ~ro– mrnte di' piccole J>roporzioni; poi, mano tocollo, lnfntt1, fosse assegnato alla Otre- mr,no che C1'('5C C-YA.no le attdbuzioni e si 1Hotti1>Iicava il carteggio, ma.ntenend~i in \'L!:orc il principio che tutte le lettere lo arrivo o in pnt:lenzn dovessero essere, pro– torollate, il 1>0vcro protocollo si è gonflnt-o smlsnratnmente. Ora il 1>rotocollare tutte I<' pratiche. qualunque sjn In loro portata, hn nvutO qneqto effetto: che per trovare una pratièn imporlnnte ci \'noie In mano di Ilio... oltre l'opera di 11n paio di nrchh'lsti. Xou solo dunque si perde li tempo per pro– tocollflre ed ar('hiYiare tutta questa roba inutlle 1 ma In tol modo Il protocollo perde molta pnrte ùe-1\n i:.un runzione, perchè cln struinenlo atto n faciJitare te l'icerche, di– \'rnfo. un meno idoneo 5loltnnto n compii: cnrl(', n renderle più lunghe e dtrflcili. La stessa b)1rocrazin si è accorta dell'im– pnrrio che alle l'icorche da~·a u~ protocol– lo,cosl numeroso. ed a fianco dj quella che potrebbe chiamarsi In registrazione crono– logica dei fattl nmmioislrntivi, ha creato lo pnrnllela registrazione sistcmnticn nelle cosldotte ruhriche alfabetiche 1,er vrotocoL• to. Le rubriche nttunlmentc abbandonate al criterio non sempre logico dei numerosi im1>ie~nti d'ordine che si alternano con ro– pidttà impr('-.slonnnle, specie 11~li uffici prodncinli - rappresentano, è vero, un la– voro notevole, !Jpecinlmente se folto con ve. rn rura, ma hanno una importanza prati• •ca non indiffercntC' perchè limitano la zona dello ricerche e quelln sola parte dcHa cor: ri<:;pondenzn che abbia uno certa importan• za attuale o si presume possa O\·erne nello anenire. Ecco dunque come nella burocra• zia .:-tessa esistano elci criteri - più o mano larghi, bcnintrso - in base ai quali la cll– \'isiouc della oo'rrlspondenza nelle due ca• tegorie di utile o no, è acoessibile olla stes– '-U. mentalità burocratica. f'erchè questo criterio di registrai.ione non vien~ npplicnto inizinlmenle nl prolo• collo? Si aggiunga che mentre la rubrko. è compilutn dall'nrchidsta, e perciò potrà nb• bondnre in qualche registrazione superflua, In cemila della corrispondenza i.la non pro– tooolla1·c dovrebbe essere rotta aal funzio· nario di <'oncetto, accrescendo cosl la quan– tità delle carte non prolocollate. Fra le prn• tiche di qualunque ufficio più della metà ha solo un ,·alore che si esaurisce all'atto stes• so con cui la prntica si svolge, e qualche \'Olla pur\-roppo non ha nemmeno quello; perciò più della metà del tempo attualmen– te nssorbito dal lavoro di protocollo e nr– chi~io potrebbe essere più utilmente impie• gato. Tutto ciò è noto negli uffici, 'è conosciuto da ognj burocratico, ma nessuno osa rom– pere il !:listema pcrchè il J>rotocoUo è dive. nuto uno degli innumerevoli mezzi con cui • si ottengono aumenti di organico. f.'impor– tnnzn di 11n ufficio è purtroppo misurato. spl'~Se ,olte dal numero di protocollo che v1 si raggiunge alla fine dell'anno. Dal pro- zione f.cnerale, Id Divisioni fra loro .non potrebbero più corrispondere e tutto i'f, ~ar• leggio rrn unn Divisione e raltrn nnd'rebbe in (umo. lmngininmo inrnttl una pratica nella qua. le sinno interessate le Divisioni A e 8 di una Direzione Generalf' Con il protocollo, diciamo così, Dit•i.rion.ole, ·" scrl\·e o 8 per a\'ere unn. notizia; B risponde ad A, poj A scrh·o di n110\'0 o B e cosl vin <fìnon quan• • do In prntlcn finisce. In tal modo si sono scnmbiote, due, qQnltro, più lettere che rap– presentano nrnggior lavoro e dànno perciò diritto nll'nsscgnnzione di maggiore perso• nnl('. ~C' invece il protocollo divenla Dire– :ionale, In DiYjsione A non può più corri– spondC'rC'con B perchè, non avendo proio– collo proprio, non potrcbbeda1't alln letter'h, un numero di partenza. Ln qrati<'a quindi si dovrcbbC' svolgere con uno scambio \'erbnle di idee e perciò, si sbrigher'ebbe prestissi• mo: scandalo, questo, che ogni buon buro– cratico elevo fare il possibile di e\'itore. )la in ltt.l modo verrebbe nd essere frustrato uno dei desideri più rorti, se non l'unico del Capo divisione, quello cioè di vedere la sua òi\ 1 isione gonfiarsi tanlo di pratiche e..• .di numeri cli protocpllo fino n meritar.e la promozione a Direzione Generale. L'Archivio li danno però non finisce qui; si ripercuo– . te inevllabilmcnte çd in modo deplorevole negli archi\·i sotto un du1>lice nspc\to: ren– dendo prima possibile l'archiviàmento di una doppia pratica, pcrchè ogni lettera vie. ne consen·ata in quattro copie: due minute 'e due originali, cd numcntando perciò la quantità di carta inutile da mettere n posto e da mancogiare od ogni momento; secon– do, aggravando le già clilficili condizioni di ricerche negli nrchh·i del :\lilt,.stero, per~ chè se quo.lchc volta non è facile trovare la competenza delle varie Direzioni Generali anche ni funzionari pro\·in..::1ati \!he dipen· dono dallo slesso :\tinistero, è O\'\'io pensa.– re quali difficoltà si rrnppongono alla cogni– iionc dello competenza delle varie dlYisioni. Abbinmo Yisto che negli urflci si 1>rotocot– la tutto, ma c·e cli peggio perchè" purtrop– po si archiYia tutto. Le lettere urftciali e cli privati (c1unJchevolta perfino le rolalive bu– ~te}; qualunque sia In loro importanza, il toro valore amministrotiYo, sOno gelosa– mente custodite nelle copertine delle svaria• le specialità in cui si dividono te cntogorie dell'archivio, ed annualmente ccr: \tinn.ia di quintali di cnrla, per tre quarti degna sol– tanto del fuoco, In spendere un monte di danaro per-copertine, cartelle, scaffali, lo• cnli e personale occorrenti per archi\·iare, e trnmandnre così al nostri nepoti, il più colossale monumento cHnullità amministra. ti,·n che sia stata mai elevato nella Patria nostra. Alimento del torlo, insurficienle pe– rò a consùmare In pro\'vista che annua!- 8 no niente tl'li si prepara, rlconro piétoso di tuHi i microbi ciel locale, tultn questa carta vìenf' toc<'ata solo quando sin necessario rintracciare pratiche di turni precedenti, non se,1za mettere n dura prO\'B il senso di ri– pli .;nam:a dt'gli archivisti eél appli<'ati che \"j sono onllnnriamente addetti. ~~u,,si :n~– no mni revisioni per alleggerire 1·archlvio di tutto ciò <'he è inutile; a fianco delle prn. tielle di un anno si allineano quelle dell'an– no i;;ucces<siYo con una 111oltiplicazi<"1rie cli co- 1,ntine :tddii·itturn impressionante; ogni anno le proji<'he sono ormai tanto \'Olumi. no"e da ,upnare quelle cli parecchi anni p1 •cedenti nlesse insit!me, e nulla accenna a diminuire la portata di <plesta monto di ronserrn.zione che sta mutando i nostri uffl. e-i in :tltrettnnti scaffali di <'arte vecchie ed foutili, ei.l i funzionari in tonti automi OJ>· pressi dal peso delle poco sante mcmode, da quello degli scattali stessi e da. quello delle torture t>conomichc. ,Pulire gti archiYi .si donebbo sl, ma perchè roperailone rie– sca efficace sarebbe necessaria una preven– tlva pulitura del cervelli: il resto, poi, Yer"' rcbbe da sè. I rimedi Ad eliminare questi inconvenienti potreb– bero \·alere due provvedimenti: r~no di ca– rattere generale, che stabilisca che non Cut– tn In corrispondenza debbo essere protocol– lata, l'altro - limitato agli uffici centrali - che assegni U protocollo alla sola Direzione GenernJc. Alln adozione del protocollo unico per Di. rczione Generale potrebbe opporsi rin con• \'Cniente relali\'O alla separazione del1e pra– tiche, nel caso in cui una Oh·isione debbo pnssnre eia 1111n Direzione Generalo ad un·ot– lrn pnchè, se è facile trasportare l'archi• , io ripartilo In cntegoriP, non sarebbe pos– sibile portare \'la il protocollo per <1uella parte che si rHcribce all'nrchìvio traspor• tnto. S)!-lisl'n•oanzitutto che rap1>licnzione di qnesta proJ)osla dovrebbe aver luogo quan. do ~ni Divisione fosse stata aggregata al• In nir('zionr Cen('rlllf cln cui logicamente dovrebl>E•dipenclt•re: diminuirebbero cosi le rr-,babilit:\ <Il 'lJ>ostnmenti. :\la anche nel rh~o in cui In nivi'lione debba essere aggre– ~n.ta ad una Direzione Generale di,·ersn clnll'anticn o debba ess('ré· elevata al grado !li Dire-zione Cìf"nrralc, si• potrebbe ben fare 1111 estratto del prot·,collo o della rubrica pt"r la pnrte minor& dell'nrchi\;o che \·engo. Jporlato Yin o che resti: ll'lvoro noioso cer– to, ratl indubbiamente mjnore di quello ri· chiesto dall'asscgnni'l-ione del protocoUo od 02n: Dh·i~iont•. Conviene infatti tener pre– sente che a dirfiinuirne la gravità serYirà molto il secondo provvedi1ncnto che tende n ridurre l'cstrnsione del protocollo. Dovrebbe infatti prescriversi - cd è que– sto il set'ondo pron·edimento proposto - che della corrispondenzn in arrivo o in pnr– tcnla debba essere protocollata solo quella pnrtc che si ritiene essere di una cerln Im– portanza e <'hCpo,;:,sador luÒgo a ricerche negli anni 5lt1<'cessid. JI resto non dovrebbe pn ~so.re per il protocollo ma ricevere solo una classifica temporanea dal funzionarlo competente- eliminando CO\I il doppio pns– snggio in arri\'O e in parten·zo. Contro questa proposta si pbò osser\'ore: I. ~on sempre si so a priori se una pra– tica abbia rtmportanza richiesta per farla protocollare. Ciò è \'ero sol9 in minima parte; io credo fermamente che- non c'è runziònario che CO· noscn discretamente il servizio, che non snp~ pia vnlutnrc dalla prirnn lettera l'im1>or• tanzn cli una pratica. Del resto nulla vie– terebbe chf> in luogo della primo rosse J)ro• tocollnta quella lettera che dà alla pratica quel Yoluto carattere di importanza. 2. Della lettera. e dei suoi passaggi non resta alcuna tra<'cia ;ove perciò vada smar• J·itn non si sa più come fare le ricerche. Ciò Yale solo per le pratiche ehe abbiano imporlonzn e che appunt? per questo sono·• Jlrotocollate; nel caso contrarfo è perflCttn– mente illutile In traccia ed è fortuna che sl sia perduta anche la lettera: una carta dl meno da nrchi\'iare. 3. In cnSo di smarl'imonio non si può sapere se la lettera sia arrivata o no e, al• l\3.rrivo della risgosta mancando il npmero di riferimento, sarà difficile tro\·are In prn• ticn che l'ha provocata. Se la lettera arrivi o no lo si arguisce 'lemplici;mente dall'arrivo o meno dello ri. sposta. Se rufflcio A scrive all'ufficio B, chiedt>ndo una notizia e dopo un tempo ra• gionC\·ole non ha risposta, è chiaro che de\'e essersi perùutn o In lettera di A o la rispo– stfi di B; si ripete allora la lettera e non se ne parla più. ~on si \·ede del resto come rnttuale pn';S;_\g"'ioper il protocoUo elimini quE"StOinco1wenie11te. E in qunnto 'all'arri• ve, ch'lle dspo~K', le ricerche del J>recedenti potrebbero e 'lere ngeYolate dall'uso di le– nen~ le 1n.:1ticht1in attesa di ri'lposta, di\'i– se per categorie o per specialità: in lai mo– do non <'i snrebbe alcun bisogno del nume– ro di riferimento. Con <lllfSto sistema più della metà del Ja. voro di protocollo Yerrebbe soppresso e sa– rebbe consentita perciò, con uno migliore utillzznzlone del personate addettovi, una ~ronde economia di tempo. J.P c<'onomle che consentirebbe una picco– In riforma non sono esattamente volutnbill nnchC' perche il mnteriole statistico relativo nlln burocrazia è, 1 nnturnlmente, assai scar– so. ~tn da calcoU ~mmari da me fatti, risul. tn che Il \'antoggio finohziario si aggirereb– be intorno ai 50 milioni {dico cinquanta mi– lioni) all'anno. E' poi incalcolabile il van– taggio che deri\'erebbe ai privati da un più sollecito disbrig'o delle pratiche d'urtl:cio. EPICARMO CORDINO. Una statistica significativa li nostro amko prof. Giuseppe Petra– g-lion~ pubiJlic.:.1 ntll'Bduc-azi011e NaziOtla-– le del 31 a~o~t.o i risultati di nn'inchie– ~w "!u UJ stu,tio del tcdl·sro iw. Italia d1oy111tefa guerra, che met'itR, di essere scgnalntn come un indicé dclla. mcntali– t,1 di molt,1 pnrte de11a nostrn borghesi.a, int<•llt•ttuale. · Limitando h1 ric·crca a quei tipi di istituti jj:rolastiri in rui rige\·a il diritto di op~ioue tra, il tedesco e l'inglese \~e– dh1rno che... « nel ·1913.14 ~l'is,rcr'ltti aJ C'Or~"\) di tede~;·o, preitSO i ginnasi-licei mo– derni 1·i1~rgiuuge\'ano il 49.10 % <foll:1 po-– polnzione ~colastic:1 che a\·eva fl1eoltà di scf>ltn, e che non rimase punto inl'bata dall'inizio delle ostili ti\: difatti nel 1914- 1!)1~ ~l'iseritti ~11 te-desco toccarono il .J9.89 %- )fa l'iuterrento dell'Italia nel conflitto determinò imruedia.tnmente un r<'gres:--o,t·he s.i \'euue fortemente accen– tu.lnclo negli anni succcss.iri, e che, a dif– fcr-enzn di quanto si è verificato nelle .seuole di nitro tipo, non s'è -ancora ar– rest,-ito. quantunque i ginn:\si-lirci mo– derni raccolgano giovani nppurtenenti c1ua~i escJtT$inuuente a famiµ-lie colte. che ct~"ffl'f'hlwro sar)Cr ~un rda.re, scn1.a pregiu– dizi '-eutirnentali. rii su11e.riori iuteres:::i dei priese. Il numero ùe~li studenti di tedt•sto nei ginnl1si-1iC('i si l'idu~c.;e per– tanto al H.48 % nel 1915-JG. nl 41.58% nel 191(;.J,. al ~2.19 % uel 1917-18. al 22.R:; % nel tnlS-10. ed(· dis<:N'<)nl 17.23 per eento nel 1919-20. Negl'istituti t.ecnici, .lo scoppio della, guerra produsSC" immediat..1rncnte. una di– minuzione d'ir,.C'ritti al COl"i-!O di lingua. · tcth,~r-a, ehe cl:114.2,72• %, quanti erano stati n,•1 '1913-14, di,;eese1-o al 37,94 % nel 1911-15, e poi al. 31,01 % nel 1915-16. al 24.19 % nel 1916-17. al 20.75 % nel 1917- 1918. al lG. .1.6 % nel 1918-19. 1>er risalire, dopo l':1rmi~tizio, al 20, O %· Ancon1 piò rapido fu il tracollo ne.gli istituti c.-ommercinli: dal 49,6-1 % d'iscrit– ti al cedeS<:onel 1013-1.1.. si pa!!Bò al .1.2.9-1 per cento nel 19H-15. al 3l.69 % nel 1915-16. nl 2:'i.28 % nel 1916-17, ai 20.28 pcrceuto nel 191.7-1°, al 15,33 % ncl 1918- 1919: ma. ton la cessazione delle osti– litù, anche qui s·è m :1.nifesta.ta la tenden- 1,,aal rialzo, e nel C"orrente anno scola– r,;tico si è ri~.aliti al 17.r>3 %, Qua~i tutte le rc~ioni del \'crsaute ap– Jx>nniniC'o occidentale davano e clùnno al– lo, studio clella lingua, tedes-.ca i contin– genti più scarsi. La L•iguria arc\·a nel 1913-14 il 32,63 % di alunni opta-oti per il tede~o, eh<', c·on qualche oscillazione, si son \'Cnuli a mano a mano, riducendo al t~.T0 %. qu,\llli ne conta quest'anno. IA1 Toscana dal 36,15% è discesa al 17.10

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