L'Unità - anno VIII - n.25 - 21 giugno 1919

• 6. li riconoscimento ciel diritto della oonroronza della pace cli stal.Jiliro In fiorto dei territori romcn i della Bessa– rabia. « 7. Costituzione di un governo demo– erntico in Russia e cooperazione coi mem– bri della. Socioli\ dollc nazioni per la limitazione degli nrnu1imcnti e della. orga.– nizznziono militare. • 8. Gli nllcnti 1irendono atto della dichiarazione di Kolcin.k circn. i debiti nnziorrnli della, H.ussin. ». A quost-0 domande l'ammirn.glio J(ol– oiak si affrettò, naturnlmeute, a. rispon– dere. « constatando il perfetto accordo» tra lui che si propone di rendere felice la. nussin. e il Supremo Con-.iglio. cho lita rendendo felici noi in c1uel modo che tutto l'universo nmmirn.; promise di ~ assicurare al popolo russo il diritto di • decidere liberamente delle proprie sorti ._mediante la.costituente:t: prese· impegno • tli rimeltero i suoi potc,ri a. una costi– « tuente elcttn dopo 11\ fine rlella guerra « l'ivilc e dopo l'a,rnic11tamcnto del bolscc– « t1i&rrw 1 facendo os~cn•arc c:hc la maggio– +: l'l\nz1i dei membri elci In. eostit uentc eletta • net 1917 si lrovn, nelle file so,~ictti• , ate •; c<l actottò tutto lo altro condi• ,;ioni, cominciundo, nu.luralmcote, da quel• In tlcl pagamento dei debiti. 11 Consiglio Supremo, naturalmente, ru 11iù che socldisfntto di questi. risposta, e dichiarò nll' nmrnirn~lio Kolcink che lo Potenze .Allentc e A.s.c,ocintc sono e liete del tono di tale risposta che scm,• • bra loro sia nella sostanza in armonia « con le proposte, che esse gli fecero, o « contenga tutlc lo assicurazioni soci· « disfacenti per li\ libert:\, pet self go– « vernoment e per la pnce del popolo +: russo e dei suoi ,·icioi ». E' questo un documento cli ignobile tal'tuflsmo diplomatico, il quale ricorda. i trattati, con cui durn.nte il secolo XIX le Potenze Ctll'Opee hu.uno periodicamente imposto al Sultano Pobbligo òi governare bene le popolazioni cristiane, rimanendo bene intese che snrobùo libero di mnssa– crnrle ti modo suo, flneliè non nmisse un momento. in cui le .Potenze medesime l"O· lessero prendere pretesto dai massacri da e~se consentiti per intervenire nelle cose turchè o farsi paguro le nuove acqaie• scem~e con nuovo roncessioni capitalisti– che e territoriali. Prendere sul scrio Je promesse dell'am– miraglio Koleiak - un ferro vecchio del re:gime czarista, la cui azione è tliretta sfacciatamente allo. restaurazione dell'an– tico regime, o perciò tutte le classi e tutti i partiti non reazionari del popolo russo si sono associati contro di lui, tuntor·hè e~di stesso ò costretto a. rico– noscere che « la mnggioranzu dei membri • cieli!\ costituente eletta nel 1917 si trorn « nello sole soviettisto ~ ; - prendere sul serio la. buona fede doli' am.miraglio Kolciak, che promettendo di annien– tare c·omo soviettisti anche i membri dello costituente del l!H7, rifiuta il primo degli obl>icttivi indicatigli dai Cinque, nell'atto stesso che dichiara di arcctturli tutti ; - 0 prendore sul scrio la democrazia dell'amrniraglio Kolciak, che promette di rispettare la volontà del popolo roRSO solamente fiopo av·ere « an• nientato il bolscc,·ismo ,., qaasichè i bol– scevichi non siooo una r>arte del popolo rus~o: - è una lugubre, una sconcia commcclin, che disonorerebbe da sè sola i Cinque del Consiglio Su1)remo, se que– sti sciagurati nou ai fossero già. piena• mouto disonora.ti con t.ultc le loro altre imprcae precedcuti. J•'inchè la Gerrnnuia 1100 fo.c,so stata vinta, si comprendeva, Pinter,.,.ento del• l'Intcsu, in ltussia per ricostitufre un fronte di guerra in oriente. anche pas– sando sopra ai Lol11:<'('\·ic•lii: p,-imum.-r;irere. B anche oggi un intervento ~arcbbe una gronde opera. di bonl:\.e di sapienza. politi– ca, 1w fosse compiuto indipendentemente da ogni complicitit.roi ve<·clti partiti reazio• nari della nus!iiu, col solo proposito cli sai– varo ,lnlla fomoodalla morto la massa della L'UNITA popoluzlonc russ:~ e garcntirc la libertà di tutti contro il terrore militare dei bol· sce\'ichi o cli qualunque altro partito. 1\[a gli scopi delPazionc di Kolciak sono bcu diversi. Per lui si tratta cli ri– stabilire il ,·occhio regime nttrnverso una ropressiono feroce. che farebbe impalli– dire il terrore bolsccvi,•0 1 o di costringere i contadini russi a restituire lo terre n.gli n,ntichi gn~udi propricturi; in com– J)0HSOdell'aiuto, che oUicno dn,i go\·crni dclPl"ntcsa nella sua opera, di reazione, prometto che la Hussin pu!(l1eri\ ni ban– chieri clell'Intcsa gl'intcrcssi dei det,iti rifiutati dai bolscevirlii. Porci() ,·cdiamo lu mnggioruuzn. dei rn.pproscnlanti legittimamente eletti dal popolo rnsso per In costituente del 1917 mettersi coi bolscO\·icbi contro .Kolciak. Perciò i contadini russi fanno mas.c,u coi bol,;;e,·iebi dolln, <"itt;\ per opporsi al ri• torno delP1111tico regime. Perciò Kolciak, nonost.nnto gli uiut,i dcll'[ntcsu, ò clnmo– rosflmcnte scontitto. B pcrcit, noi <lobl>inmo uuiro lo uostra voce di protosln a, quclln. di lulli coloro, che csig-ono da.i governi doll'Jntcsa la tlne del blocco economico e la 11C'11lrulih\ asso• Iuta 1wllo <1ncslioni interne della nussin. IJUNITÀ. Per l' istruzione agraria I. -· V. Vez1.ani nell'articolo sulla « Questione agraria », ( U11ilà. 7 giugno), ha ben delineato le caratteristiche del! 'agricoltura in [talia. Del problema agrario e della necessità di aiutare con tutti i mezzi lo sviluppo dell'agri– c..,ltura si è s,·mprc parlato, ma specialmente in questi ultimi tempi !!ii è accresciuto il mo• vimcnto a favore della agricoltura. t un fatto però cl e finora, malgrado il molto parlare, poco si è fatto di realmente utile. L'agricoltura è la ba.;e della e onomia na• zionale: I er l'entità della produzione, per i capitali e per il numero d'uomini in essa im• piegati, supera di gran lunga tutte le industrie italiane. Parebbc che una industria cosi im• portante godesse, a confronto delle altre mi• nori fonti na1.ionai di ricchezza, di un tratta• mento di fa\'ore: fosse cioè incoraggiàta di– rettamente e indirettamente dalle istituzioni <.hc ci governano. Ma così non è. Forse per– chè i maggiori istituti bancari nostri, i grandi capitalisti che hanno una influenza prepon• clerante nell'indirizzo economh.:o dello Stato, non si occupano di agricoltura. .·. Uno dei mezzi più potenti per lo sviluppo e l'incremento dcli' agricolll1r.t è la sperimen• tar.ìonc agraria. L'agricoltura più di qualunque altra indu– stria è legata ali' ambiente. Col ,•ariarc delle conJi1.ioni di clima e di terreno, \·ariano quelle dell'agricoltura. Una pianta adatta ad un dato terreno non lo è por uno un pò diverso. Di qui la necessità di colth-arc nel diversi luoghi nelle diverse condizioni, le piante e le varietà pili adatte, di usare pratiche agrarie dh'erse. Senr.a ricordare le grandi Stazioni agrarie degli Stati Uniti e della Germania, fomitissi• mc cli mezzi di ogni genere, che tanta parte hanno avuto nel progresso agrario di quelle nazioni, anche le minori Repubbliche del Sud America (Cuba per esempio) hanno le loro Sta• zioni ~\grarie Sperimentali. In Italia, invece, la Spcrimenta1.ione agra– ria manca. Le nostre Stazioni Agrarie ~ono più che altro dei Laboratori di chimica per le analisi delle sostanze di uso agrario. Hanno un ufficio importante in quanto assicurano l'agricoltore dalle frodi dei commercianti, ma è un ufficio che qualsiasi laboratorio privato potrebbe adempiere, pcrchè le analisi non sono gratuite, e un agricoltore che compra delle migliaia di lire, ad esempio, di t>erfosfato non guarda a spendere 10 lire piuttosto che sci per a~:curarsi da una frode. Oggi poi di questi Laboratori il Ministero ne ~u~id1:i un numero !-lragrande. dando, ben inteso, dei sussidi irrisori. Così in Toscana !M'>no qnattrf') i V1bnrntnrt ,-he J'.'<\rlnnonr. ~uc;. sidio dal rninbtero di Agricoltura, per il loro suvizio analitico. li L.1borat rio di chimica agraria della u'niversit,\ di Pisa, quello della Scuola di Pomologia di Firenze, quello del· 11 Istituto tecnico di Are1,zo e quello Munici– pale di Siena. In questi Lnboratori, privi di mezzi, il personak, scarso e mal retribuito vede, a~rbita la sua atth·itù dal ,ervizio di analisi. Pcrchè le Sta1.ioni agrarie abbiano una in• fluenza \"era sullo sviluppo agrario na1.ionale, si deve impiantarne una per ogni regione; ma dcvon•> es-;ere dotate di terreni e di tulto l'oc– corrente per eseguire studi e ricerche in tutti e divcri;i svariati problemi agrari. La Stazione Ae"raria dovrebbe es-;ere la guida dell 1 agricol• tura regioll'. le. Ade~ ,;i hanno in Italia delle Stazioni Agrarie senza un metro quadrato di terreno, e il 1>ersonale è costretto a fare le sue espe• rienze in vasi. . . . Un'a tra istituzione, che convenientemente modificata, potrebbe a\'erc na grande influcn• za sullo sviluppo dell'agricoltura, è quella delle Cattedre Ambulanti. Se le Cattedre non hanno d.ttO in certe ·regioni i resultati che era lecito aspettarci, questo dipende più che altro dnlla loro organizza;:ione. Per i nostri agricoltori i discorsi hanno un valore molto relativo. Dite un pò ad un ag1i– coltore che la tale varietà di grano rende più di quelle che egli coltiva, e che quindi sareb– be con\'eniente per lui acquistare del seme di quella varietà. Quasi sempre mostrerà di cre– dervi, ma state sicuri che non spenderà una lira per seguire il vostro consiglio. ì\ta se in– vece egli vede coi suoi occhi che quella va• rietà di grano rende cli più, che quel concime realmente accresce la produzione, che quella macchina è utile, è tM altra co... a. Allora invo• gliato, ras::,icurato, si provvederà quel seme, quel concime, quella macchina. li difetto delle Cattedre Ambulanti è pro– prio quello di mancare di campi dimostrativi. Se ogni Cattedra avesse il suo podere, do\"e si coltivasserc, le varietà, le piante più adatte al clima e al terreno di quella località, e si usas• sero le più ra1.ionali pratiche agrarie: podere, che dovrebbe non solo mostrare la co1wenienza di usare le pratiche:agrarie eiettate dalla scicn:r.a, ma anche fornire coi suoi prodotti agli agri– coltori i semi e le piante:riconosciuti più adatti all'ambiente, allora la influenza delle Cattedre sarebbe ben diversa. E la spesa sarebbe mi– nima pcrchè il podere col suo reddito soppe· rirebbc in parte alle spese. Inoltre quasi tutte le cattedre hanno un • esperto ,; o f: pratico» che potrebbe occuparsi dcli' ammini:strazione dcll':tzicnda. • • * Infine il denaro speso dal Ministero di Agri• coltura per incoraggiare le diverse produzioni agrarie, se meglio distribuito, potrebbe assai più cooperare al progresso agrario. 11 Prof. E. Avanzi della Università di Pisa, in una sua im1x•rtant<"comunicazione sul problema gra• nario. fatta nell'aprile scorso al X Progresso della Società Italiana per il Congresso delle St.:ienzc, nota\·a giustamente che ~ la somma spc-.a dal Mini1;tero di agricoltura per inco• raggiare la granicoltura, distribuendo ai colti• vatori premi per ogni quintale di grano pro– dotto, fosse data anzichè in danaro, in ·on• cimi e in macchine, i rcsultati sarcbl>cro ben diversi. I colth•atori invece di inta.scar-.i sen– s' altro la somma, sarebbero costretti a con• cimare e lavorare i loro terreni. E siccome il problema granario, problema d1 c.ipitale im– portanza per noi, si risolve oltre che colle buone regole culturali, coi tOndm1 ed i lavori, il contributo governativo si avvi<.:increbbeassai mc lio allo scopo prefì-.so. B. BRASCIU. Il. Sonovi Scuole d'.\g-ar1 t in ltalia superiore media e merld1onale, !)i i e sfornano ogni anno dozzine di laureati in Scienr.e agrarie, è \'Cro. l\la so pure da un vero maestro d'Agri• coltura 1.:hetali dottori non sono pratici: cd egli che copre un'alta carica, paternamente ammonisce quelli t he gli toccan sotto: badi di non compromettersi coli' arrischiare l'appli– cazione dell'appreso a scuola I Il contadino già ist10tivamentc tlifiidd del « signore • che parla di « cultura moderna » Tanto più è diffidente di fronte a un ti•• guaggio che non capisce. In un villaggio, una domenica, raccolti un centinaio cli allievi, cd ex, della scuola, l~si il primo periodo del Bollettino del ComiEio agrario (fatto bene, redazione in stile piano, accessibile a menti M:mplici): « Prima bisogna dissodare il terreno». E domandai: « Che vuol dire dissociare ? Ecco una lira a chi mi spiega la parola, » l\la nessuno la prese. Si spiega come il contadino alla scuola e poi alle conferen e agrarie si distrae; fa come al latino in chiesa. Mentre ascolta la me.5'a, pensa : sarà andata a pascolar le per.ore la Nina? Gianni :\\'rà dato eia mangiare ai buoi? E all'orem,u la donna s'incanta sul calcolo di quel che varrà l'uovo o la gallina al mercato. Per le scuole rurali logico creare un corpo di maestri sui gme,-is, tratti dagli ~tessi contadini. In ogni villaggio emerge tra gli scolari qualcuno dotato di mente I iù aperta, con aspirazione ad clevar~i fra i conterranei. Sono i candidati al sacerdozio: poichè è facilitato il tirocinio da la:.cili, da suggerimenti e da mancanza d'altra via. Sadn poi curati e par• roci di. vocazione dubbia. Sarebbero maestri eccellenti nelle loro proprie terre. Pensi.11110: il contadino è fedele al natio loco, per eredità e tradizione, spesso anche per misticismo. Egli, empiricamente, dopo la pioggia giudica se il suolo è adauo all'aratura; conosce il proùlema che varia colla natura del terreno, la sua compattezza, l'ejposizlonc, l'c• · poca dell'annata, la cultura anteriore. Con questi requisiti, aiutato poi dalla scienza che precisa i termin:, egli potrà meglio d'adesso col solo empirismo, dare soluzione al co,nplesso problema; ma prima è questione d'abitudine, d'osservazione in sito, di colpo d'occhio, di speciale maestria. Faccia.si quindi per quei ragazzi d'intclli– gen1.a pili promelt<.:ntc una scuola magistrale in ogni circondario, presso i Comizi agrari, dove l'istituzione avrà la sua naturale sede. In tale istituto si abbiano e si creino i campi sperime11tali per I:\ formazione degli istitutori, che _aloro volta istruiranno i ragazzi chiamati a formare la maestran;:a per la massima indu• tria it:iliana. I maestri u:;ccnti dalle scuole dei Comi,;i agrari avran Vissuto bempre a contatto diretto colla terra e COi:li attrczz.i, gli stmment.i, gli apparecchi; saranno atti a fare per davvero del lavoro pratico e persuasivo, in grazia della praticità stes,a. E~i torneranno ne \·illaggio che ben conoscono e dove sono ben noti, affiatati e nelle migliori condizioni per essere intesi. Il mae~tro potrà esportare in dialetto le no– zioni sulle coltivationi, così alla buona. Prati• cherà il più po!11slbilc,;, l«o quel che avrà esposto a parole, semplice tanto che lo scolaro non senta transi1.ione nel passare dalla scuola a casa sua, dove lavora la terra appena cer mincia a poter camminare, come divertimento. E. dovrebbesi lasciare a ciascuno ampia facoltà di fissare orari e calendari, purchè svolga una opera consòna alle condizioni locali. Avviando l'insegnamento in modo da rica– varne evidente profitto, si generali;zerà lo stimolo d'apprendere; il contadino vorrà pure avvantaggiarsi clcll'avere concimi idone.i e al grado pattuito, purchè p05!)3 controlla.re ed evitare I truffe; fornirsi degli antigrittogamici d'effetto positivo; avere sementi di maggior rendimento: attrezzi di U"'O più facile e rc'>a cospicua: innesti per frutta a rendimento ac– cre-;ciuto. In-.omma si fomenterà davvero ·1 pro• grcdirc e dell'agncoltura e della coltura, quando gli agricoltori tocchcran con mano come la · scuola non ~ia perditempo di mbtcrio~o Inti,. ,w,w111 bensì fonte di ricchezza e di godimento che deva il livello del bifolco a dignità di gentiluomo. CA~IILI.O FERRUA, Nelle università. Riduzioni, senza soppressioni. Sal\'O cmire, le 17 nostre univcnsità si coru• pongono di: 17 facol ;\ di giurispruden1.a 16 » ,.. rnedidna J2 » '.'.Cicnzefisiche 13 » » hlosofia 16 sc-uole di farm:1cia 74 facoltà e scuole, in totale. Riducendo quc-,to numeru complc~sivo, con riguardo a I una con\'cnicntc distribu1.ione dei singoli in,egnamr nti nel Regno, e.i raggiungerà un benefico efit tto, senza ùis,1gno di ooppri• mere alcuna uuivcrsltà. E. Vi ,c..CJATO.

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