L'Unità - anno VIII - n.19 - 10 maggio 1919

., 1' problemi della vita italiana L'U~lTA' -(,,,,1,1 ,n w,, I ~•Il \Ido \n1lr,•,1li \'1;a Hdl1• \n ,.._ Direi/or,: GAETANO SALVEM/Nl .JI. Dirtziont t Amministrazione: Firenze, Via S. Zanobi, 11. 64 .,. Abbonamento ordinario aunuo l. 10, semestrale L. 5.25 per il RegnQ; Annuo per l'estero L. •15 .JI. Sostenitore annuo L. 30, semestrale l. 15 .,,_ Un numuo separato ceni. 20 .JI. Si pubblica il Sabato • ROJ.1A e a FIRENZE"' C. C. con la posi•. Anno V/Il ~ N. 19 ~ 10 Maggio 1919 SOMMARIO: 11-slltnzio, A. SACHERI.- // prob/tma burocraJico, L'UNITA. Il ritorno dalla guerra. -Bisoglla decidersi, G. L. -la corsa degli asini.-la radice del male, G. FORTUNATO. - Una spltgazio e, g. s. - Dalla Lega al Partito, F. SEVERI. - Ptr il Partito, U. FORMENTINI. - Tullo e subilo!, .A.. M. - Desiderio e realtà, L'UNITA. - lt adesioni alla lega. - letture raccomandate. Il silenzio (},uwclo u II gruve pe,·i,;olo .:1ot 1 1·osta ;i paese, è {Jiovei:ole lo menzogua,? L<, polilicc, coutemporcrneo <I ice cli si: auzi n.011 soltmito clice, mc, opera in ,nodo cou,{orme e, queste, 8tu, llffe,-mati·vci. Tu.tti gli orgoni della pubblica OJJinioue sono ,nobUitati pe,· la cliSJJeratc, impresa, e poichè la, me11zounci dive11t<i universale, ucquistc,, carlltte,-e di ve,·ità. L'errore {Jf? •uen1lizzllt.o costitu.i8ce JJCrciasc,mo il fatto certo, indiscutib-ile, JJl"Ol'ato. Orci noi ci t.roviamo precismuente i11, questo c<1so: anche colo,-o che intim<nnente ttono convinti che le, ve,·ilù sia un'altra, a11zi t,,tt'nltn, dc, quella, che corre le strmh cou 9rcmder11llodi f,·asi.eche sal11tù i ·nostri ple11ipolet1zim·I reduci eia Pa,·i9i alle sfo .• zioui furoviarie e in pcu·lamento, n0tt possono mettersi co;,t,-o cor,·e11te 1 nou. tanto perchA la ce11sur<1 fr11stenibbe OfJHi loro tet1tc1tivo di siuceritci,, mc, sopndlHlto pe1· il seuso patriottico che -uon consente i11, quest'ora di suscitare 1111ove<liss13nsion.i 1tegli cmi,ni. Pcrchè è cerio che /r, verità, sempre etncn·a, 1·i11scfrebbe q1testa 1:olta amarissi• ma e gilte,·ebbefole delusione nella coscienza pubbl,'.cct, che di/lici/e sc,,·ebbe p,·evede,·ne le C0HBC!JU.Cllze. Il popolo italiatto c,vet·<, credu.to fer– •crn1et1l.e che si co,ubattesse per un fine d1: gitudizio, 1ion di bolli110 - e qui sta ,;1. {0tulcm,euto ,pi,ì. saldo del suo contrastato dfritto. - E )IQt,. c"è t•olulll che r ittabiUtcì dell'alto per 11otet· radicare all'estero ù, cot1vit1zio11e del 11oslt-o imperiaUsmo ·in.e• sisleute - ed~ qui la nie11z0Ji=' ·11elvolere 1i ou sollimto crhemG, i,! nel volere glorificare tale i11abilil<ì. Si è tnoutoto lei opiniot1e pu.bblica i11 modo che essa ha JJerdnta ogui direttiva seria ed 01,csta, siccJ,è ct·cde sincenrntettle di essere ucl t'et'O e 1iel fJiusto e dcì nobiluieute la sic.a soli<larictà e, chi hci dctt 1 vero dimostrato cU di. 11011 mei"itcu-la. nun, 1ucassilà 1..•uole elle, di fronte lll pericolo yrat•e oude siamo 11111wccial.i, con• liu"i la fit1zioue e si sorl'C{JfJ<tcon tutte le forze il goven10 ,-cspousabile di questo stato di cose. Ci lrovillmo 11ella identica c0Hdiaio11e di 10,a f<rnti[Jlia. che si stri11ge i11torno al suo capo, 1uu· sapendolo colpe• t·ole. e lcula. oyui mezzo per safra.-lo. Se lei 11olitica nou. fosse quello che i!, ben o/Ira cn.,-ebbedon,lo essere la coudolta del popolo italiauo; mli poich~ 11011 è cerio che sepanrndo la uostra res1Jo11sabilità da quelle, di coloro che souo i 11oslri rappre– se11ta11ti1·icouosci11ti, llt:remmo couseguitQ quello che ci è dovuto, è giocofo,-za sac,·i• fica,-e lu rerilcì 1·e,·a olla rerità ufliciale. U1t iuleresse, che sorrnsla O{Jlli altro, ce lo comml(I0. Pie9l1iomo il co110:ll11[J111·iamo che, ~ia pure coi 'lllezzi obliqui dello politica e della diplomazia, si ,·a{J[Jilotgauo le 1,oslre 1·it-et1dic<1zio11i;e ,·i11u111clian10 a dopo la fi,·ma clell<iJJ«ce la c,-itica llperta. dnc11- me11tola e serena dei falli. 0[J!JÌ 1110/110/; o lradsali,percht per slrauo rolgere di casi c,nchc rc,·rore ~ ogyi ,ma fo,·zo. I Ed '-\ pe,· questo che il silet1zio. che potrebbe sembrare colperolc. è O!J!JÌauche f'S86 IUl(I- l"Ìrli',. (dal i,aro,·o di lienorn). A. Il pro;t>I.ema burocratico lH-izi.affio la 11;1bblicazio1tedelle più im– portattli relazioni preaentate al conveyuo di .Ffret1ze s"i problemi im:mediati della, noslt-a. vita pubblica. Qtiesto, relaziOft.e sul/ci r-iform,ci <1-mministrnti-va uou porla [. Fu■zioni statali, attività private ed enti locali. Nessuna seria riforma della pubblica anuni– nistrazione è possibile. se non si dà risoluta– mente macchina indietro sulla via dell'inter• vento statale, e conseguente burocratizzazione, nella vita economica del paese. Si deve cioè: a) impedire alla burocrazia Ci\•ile e mi• J;tare di conservare i poteri da essa assunti durante la guerra, a danno delle libere inizia. th e private; b) re.:,tituire alle attività private tutte quelle aziende aventi carattere di impresa indu~ str,alc, che la confusione fra il concetto di socializzasione e quello di statizza.zione ha fatto avocare all'amministrazione dello Stato: ferro– vie1 telefoni, trasporti marittimi, monopi in~u– striali, ccc. E ciò mediante la creazione di enti azionari, la cui amministrazione e dire• zione tecnica sia affidata a privati interessati al buon andamento dcli' a1.ienda, e, q;rnuclo sia possibile, ad associazioni cooperative, - salvo a garantfre gl'jnteressi pubblici, sia con la rappres:entania dello Stato e degli enti locali negli organi direttivi e ,11nministrativi delle aziende, sia con particolari forme di cointercs• sen7.a e partecipazione agli utili. La lotta contro I' intcr,,ei{to burocratico nella vita ci onoh1ica del paese cle,·e essere fatta, ~piegando come la burocratizzazione di rami !tempre pili "asti della economia nazionale no• produce ~l::tmente mo.:,truosi sperperi di ricchezze e lentene funeste aello svilup1>0economico del paese; ma sottoponendo una ma§-Sasempre pila vasta cli interessi al con– trollo della burocruia, d;\ ai partiti di governo i me1.1.iper c.-;crcitare una pressione sempre più intensa sui cittadini, con la speranza dei van– taggi e con la paura dei danni, che la loro obbedienza o disubbidienza politica può pro– ,·ocare: cioè ad ogni estensione dcli' attività burocratica corrisponde una limitazione della libertà politica e della dignità morale dei cit– tadini. Altra condizione pregiudiiiale per la rifor– ma della pubblica ammmistnuione, è una ra– dicale limitazione delle attribuzioni del Parla– mento e delle Ammmistrazioni centrali di fronte agli Enti elettivi loca.li . Cioè è nece.:,.:,ad.:>: o) trasferire agli enti locali moltissio:e delle funzioni istituzionali e ammin~trative, che nel passato cinquantennio sono ~tate accen• trate nel Parlamento o nei ~ltnh.teri. .Non c'è, per ~-, nessuna ragione di incoJnmodare il Parlanicnto centrale per la creazione di un nuovo Comune o per l' as-.egnazione di una frazione a un Comune piuttosto che· a un altro; non c'è bisogno di affidare al 11ini1tero dei lavori pubblici la manuten• iione delle strade co... ì dette nazionali, mentre le pro,·incie mantengono accanto a quelle le loro strade: non c'è bisogno di far dipendere dal Pro, ,editorato anzi c:he dai comuni o dalle provincie la determinazione degli orari e dei ca– lendari scol.stici delle ~<.-uoleelementari, ccc. b) riconoscere agli enti eletth·i locali la piena capacità a deliberare .:,ulle materie di uessuna firme, persouole. percJ,~ 6,;11·es1d– tato cU un lot•oro ... cooperali-co, acni hcmno partecipoto, con le, 1·ecfozio1u: cieli' Unilù.' alc11,11,i funziona,·i 9oveniotiv-i, i cu; nomi noti ~ pt·mlente per 0t·a 1~i velcwe. loro competenza, senza che i loro atti dcb-– bano essere integrati eia enti tutelari superiori, che nel caso dell'attuale Giunta Provinciale Amministrativa, anzichè magi.straturc indipen• dcnti 1 costituiscono sostanzialmente organi bu– rocratici ; - e perciò ricondurre la tutela amministrntiva sugli enti autonomi al puro controllo per l'osservanza delle lcga:i ; svi• luppare m . pari tempo, mediante il ,-1/t· rtndum largamente e razionalmente applicato, i controlli politici degli interessati: affidnre la garanzia. di una retta e onesta amministra• zione, non già ad una ingerenza oppressiva, il pili delle volte essa stcs,a inquinatrice e corruttrice, ma a un prcdso sbte;ua cli respon– sa.b11itàdegli amministratori, stabilito chiara– mente e rigorosamente dalle leggi; creare un sistema, per cui l'aziol\e contro i respon– sabili possa essere esercitata non solo dal pri– vato avente interesse o danneggiato c.fall' atto ingiusto, ma con la <1iio,u pope/11rt, da qual!òìiasi c~tadino, nell'interesse collettivo. e) riconoscere alle amministrazioni elet– tiTe provinciali la facolt;\ di consorziarsi per iuiziative di intere:,se comunC, o di fondersi in organiz1... 1zioni regionali, assumendo cosi tulle quelle funzioni, che non possono eS!erc :ffice• mente esercitate dalle amministra1.ioni comu• nali: e ciò senza bisogno di leggi speciali del P;1rlamento o cli autorizzazioni preventive dei Ministeri. Quena riorganizzazione degli enti locali col ,-etodo delle autonomie, o come si diceva una volta del federalismo, implica un trasferimento agli enti locali cli tutti quei reclditi 1 che 1Jono necess.fi per l'adempimento delle nuove fun• zioni c-edute loro dall'amministrazione dello Stato. li federalismo non nega una continua azione del Go•emo centrale sugli enti locali, ma la circoséri"c al dovere: t1) di so,tituirsi alle amministrazioni lo– <.:ali,ca.:,o per ca,o, e a loro spese, quando queste !ii rivelino incapaci od ostili alla ese– cuzione di provvedimenti richiesti dall' inte– re-.sc nazionale: per es., prcv,·edimenti igienici in caso di epidemie. h) d'intervenire con una pArtec1pazione alla spesa, in aiuto di quegli enti locali, le cui entrate sieno insufficienti alla esecuzione di obblighi imposti dalle Leggi o dai Regolamenti. nell'interesse o pcl decoro dcli' :ntera nazione: per es., spese per la scuola popolare obbliga~ toria, lavori rcrro•lari, ccc. e) di vigihre all'e~cuzione, da parte degli enti I)Cali, cli quelle funzioni di carat• terc statale, che bOnoloro delegate per esigenze pratiche, per es. stato civile, le"a militare, ordine pubblico, ecc. La lotta per la libertà degh enti I cali deve essere con~iderata oggi come uno dei doveri più urgenti di una ,e ria democrazia: perchè le pressioni sugli enti locali sono il me1.w più effic1ce, di cui disponga l'alta burocrazia ro– mana, alleata della oligarchia parlamentare, per soffocare nei gruppi locali ogni vc.leltà di op– po.:,irione contro il deputato e contro il governo. Si deve alla pos-... ibilità, che hanno le prefet– ture di paralizzare 9 lasciar libere a benepla- cito le amministrazioni locali, la necc~ità, in cui si trovano tutti i partiti, di considerare i deputati come i necessari protetton degli enti locali presso il prefotto: e di questa necessift abusa il Go\'erno pei- costringere alla fedelt~ anche qu..a! 1 deputat1. che ,·orrebbero ci.sere indipendenti, eccitando contro di essi coi favori e colle rappresaglie le amministrazioni locali, mentre ì deputati meno scmpolosi ottengono dal Governo questi favori e queste rappresaglie i1) compenso dei voti di fiducia nella Camera. Rompere i legami di sudditaaza, che asservi• scoao le :unminbtrarioni lecali al prefetto, ·significa togliere ai ministri l'a,ma pnl -inmHr raie di ricatto coatro i deputati, e ai depurati l'arma più immorale di ricatto contro i partiti comunali., che sono costretti o a degenerare in clientele a.:,,effite al deputato e protette dal governo am he se compiono opera delittuosa, o a rinunziare ad ogni azione efficace nella vita amministrativa, sotto la spielata persecuzione, a cui le prefetture sottomet•ono le amministra– zioni non fa1>orevoli ai deputati governativi. Il parlamentarismo, degenerazione della fun:1ione legislativa del deputati, non sarà mai debellato, finchè sussista la presente configura– zione dello Stato, che esige un mostruoso ac– c~ntramento di tuttoi i potc-ri e quindi crea la tirannic.1 sovianità della burocrazia. Finchè a .ftoma si dovranno ollenere, in linea cli Li– vore, pel tramite di insistenti sollecitazioni e di lente avare concessioni, tutte quelle opere di pubblica utilità., che pili speditamente e più onestamente si potrebbero deliberare ed ese~ guirc \cn2'altro nelle lontane province sotto l'occhio vigile degli interessati, il parlamen– tarismo sarà sempre un regime di mediazione, di transazione e di scrvizie\'ole accattonaggio. li più stolido dei deputati, !-.ordomuto nell'aula ma solerte frequentatore di uffi1.:Iministeriali, avrà modo di giustificare la sua funzione, quando potrà dimostrare di aver lavorato per gli interessi del suo collegio. Potrà csi.crc un uomo senza partito, senza convinzioni, senza carattere: non sarà però sprov"lsto cli bene• merenzc nel giudizio dei i,,uoi elettori. Per vincere il parlamentarismo blsogn,, di• sfare lo stampo na1>0lconico e prefcttiiio, in cui si è foggiata la mostruos.l centralità del– l'amministrazione unitaria dello Staio. Bisogna strappare di mano alla burc,cra1ia della c..api• tale le armi, di cui si berve 1>erdominare i ministri e i ministeri, i d<:putatt e le Camere, i municipi, le pro,•incie e tutto 11paC!,C. Sono democratici solo gli Stati, che cono– scono e apprc1.zano i b1ncftci' del governo lo• cale, e che sanno distinguere le fun1ioni tecni– che dell'amministra1ione dalla trattazione degli affari politici riservata. alle assemblee legisJa. tive. Quei parlamenti nat.ionali, ln cui si di• scute di tutto, anche dclJl istituzione dì un ufficio postale in campagna o dl un piano re• golatore dcli' edilizia in città, non pos• sono non condurre alla corruzione di ogi1i sano concetto della vita pul>blic.J, trasfonnan• dosi in anticamere dcli' arbitrio e d<:lprivilegio. ln Jnghilterra, negli Stati Uniti, nella Svi7• zera, le istituzioni rapprc~ntativc fun1ion..1no assai me:-lio che in Francia e in Jtalia, ap• punto perchè non \'i c:;iste l'asservimento degli enti locali al governo centrale, ma l'ammini• nistrazione è a tipo federale: cioè non :sola• mente la co~titutionc politica, ma anche l'im• palcatura amminbtrativa sono 11upron1ate a1 principi democtaticl. L'Italia e la Francia,

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