L'Unità - anno VIII - n.3 - 18 gennaio 1919

.... problemi della vita italiana Direttore: GAETANO SAL VEMINI .:,,.Direzione e Ammin.: Firenze, 1/,a S. Zanobi, n. 64 .,. Abbon. ordinario annuo L. IO, semestrale L. 5.25 per il Regno; Annuo per /"estero L. 15 -" Sostenitore annuo L. 30 .• Un numero separalo ceni. 20 .,. Si pubblica il Sabato a ROMA e a FIRENZE .• C. C. co,. la posta. Anno VII[ ..Jt N. 3 .,ic /8 Gennaio 1919 SOAji~MARI.O ~ IlLdiscorÉ.odi Milano, ,L•u~1:,-A- Il. mini5lro assoluto - C'tra la guerra - Fiumt e l'on. Sa/miro - L'Alto Adigf, L'UNITÀ- Il padre Semtria - Per la Società dtlle Nttlioni: Il probltm• /nanztao o, 8 ~Or INAUOI; S!a!t Untt!,e lnghtlle!ra, A:..10~0 CRESPI; li meto<fo~I .Wllson; Dtlle divers.- maniere d'intendere la Società delle Nazioni, AGRICOLA; \Vi/son e Borsarelli - la Costl– uentt, • • LEIN - Quantt sono gl 1lalianl dt Datmaz,a?, .'\·\..S. - Gl'ltallant dt Fi11me - Un grave errore - la • Serbie • - Al Sig. 1V. Setun Watson. Il discorso di Milàno Ci ';Ono molte maniere di intendere e v0- lcrc la Società <lclle Nazioni. :\la per le di– ~us:..ioni, -.;hc :..i incrociano. oggi, intorno all;L azione di Lt.°'\inic.laBissolati, (! necessario ren– der~i conto chiaro di due :;ole maniere. Wilson-Bissolati. Secon<lo la maniera. che chiameremo quella di "t\~il',()ne t.li His.-.lll,tti. e t:he i Go,·crni di Fmncia, d' lnghiltcrra, d' ltalia fecero credere di accettare finrhè durò la guerra, la guerra, che :..1 t! e, nd1iusa cv11 la n~--ira ,•ittoria, deve essere guerra di giustizia e di libertà per tutti i popoli, grandi e piccoli. guerra per la pace. « Vi ~icte voi trovati d0m,mda Bis~lati in « quel di,corso di :\lilano. che rimarr:'L pagina « gloriosa <lella storia d'lta.liJ, anche ;rn:ti • sopratutto, pcrchè la brutalit;Ì dei prussiani « d 1 Italia non ha permesso t.·hefosse pronun– « ciato - \'Ì siete \'Oi trQ\•ati nella trincea e ~ nei t.amminamenti bauuti dal fuoco nemico, « fr;l i wl<lati che attendevano l'ora dcli' at– « tacco? Qu.tli furono le parole che vi par– ,(< veni allora Jc uniche da potcr:iaiadoperare. « le pa[Olc che ruppero spontanee dal ,•o:rtro « cuoR"? Quale conforto , i sembrò di iX>lcr • porgere a coloro che a,-e,·ano avanti gli oc– « chi la ,·isionc della morte forse imminente? « non fu forse il conforto di una speran.ta che « il loro sacrificio avrebbe liberato i ~upcnitit.i, « avrebbe liberato i loro figli dalla necessit.c'l. « di un altrettalc sacrifìdo? che i supcrstiti 1 (< che ì loro figli e i figli dei loro figli avreb– « bero potuto vivere ~rcnamcnte la vita, vi– « vere liberi nella loro libera Patria, :;cnza « più trovarsi costretti a difenderla collo ~pa– « simo <li anni di uim:ca e di combattimento:' « E i soldati asscntivano 1 lanciando~i fu01i « dalL"l trinc-ea "'· Domandate oggi a quegli uomini ciò che ,ogliono .. E vi risponccrauno: vogliamo che manteniate le v<btre promesse ; - vogliamo che non bariate al giuoco; - vogliamo t:he i Governi vincitori noa creino cause di nuove o,ruerrc; - vogliamo che le contro,·er~e che nasceranno in av,·euire, siano decise fra i Go\'crni come si decidono quelle fra gli indi– ,·idui; - e vogliamo che con gli stCMt cri– teri :,Jano .definite anch.:: le controversie at– tuali; - oggi e domani e sempre, ,·oghamo una sicura pace; - :,e non ci date questa, ~e almeno non dimostrate cli a,·er :,inccramcnte tutto ciò che potete per darci una l:iicura pace, noi saremo i nemici ,·ostri. c:ome d faremmo convincere da \'Oi ad avere nemici dei tedeschi; - e poichè abbiamo fede che \Vilson ,·oglia quel che vogliamo noi, noi ,·ogliamo che vi mettiate d'accordo con Wil– ~on; \Vilson è il nostro plcnipotenriario; Wil– son è iJ nostro ministro degli esteri: - se no, l'avrete a fare con noi! A questa l-Orreote di sentimento, che è in• distinta, ma fon!!idabile nelle moltitudini, Leo– nida Bissolati ha dato w1a forma logica. Se si vuole siJ\ceramente - egli ha detto - la giustizia e la pace, ùgnj nazione de,·e co– minciare a fare giustizia per conto proprio. • Se nello spirito <li questa o di quella Naa « z.ione r.\ppre:,entata alla Conferenza, perdu– • rasse il proposito di esigere e non dare quel « che si dovrebbe non esigere e s.i dovrebbe e dare per isterilire i germi dei conflitti che « minaccerebbero la pace, chi può illudersi che e tali propositi sarebbero per dileguare solo in " virtù dcWatto di generica pre,·cnti\a ade'-io- • ne ai principi della Societ~l delle :-faiioni? "' Meglio è, o duadini, guardare in faccia la e rea.lt :'t. Pcrchè la Societù delle Nazioni ~i– ., sta, hbogna f'hc in tutti e in t·iascuno dei ocpopoli !ia la fcnna volontà che essa esista. « Questa è la pregiudiziille delle pregiudiziali. ~ 1 Bisogna che cia~un popolo - parlo natu– « ralmente dei popoli \'illori~i, di quelli che « appuntb in quanto tali, sono gli :.uhitri della f( pace - porti al Cong-re~Svper proprio conto f( quelle disposizfonj alla moderazione e all'e– "' quità t.lelle.proprie C!,igenze, al rispetto per « le giuste esigenze degli altri, che siano co– "' me l'offerta sacia che cìnscun popolo Jepo– « ne sull'altare della Pace duratura. Jlisogna <f( che ognuna delle Nazioni antitede~chc si "' guardi eia rntto l he può csstrvi cli incon~ « sapcvolmente tedesco nell'anima propria, an– « che per avere il diritto di tombatterc quanto ,..; _negli atteggiamenti ah mi si rivelasse come • un residuo di queU' imperialismo, <.:he non • a"eva ,wvelcnato -..oltanto la psiche del po– « polo tedesco. Bisogna tener preSCJJteche la « virulenza di queitO veleno, che pareva altea +e nuata se non eliminata nf'gli anni dcl!a tre– • n:dazil)n,o ,. del doll)r('., .,j t' a un tratto rrya « vivata e:: aumenl•tta s.>tto lo stimolo della ~ inebriante gioia per la improvvi:,..1. smisurata « vittoria: onde viene un più preciso dovere « in chi sinceramente intenda ;t dare opera ,t « gettare le fondamenta della Società deUe ('(Nazioni, di vigiL1.rc severamente lo ~pirito « altrui e lo spirito proprio, JWrchè si manten– • gano <le~ni del grande ufficio,che le Nazioni « vittorio;)e sono chiamate in questa ora per e Pumanità decisiva -.. E siccome chi fa la predica, deve dare ~u– bito il buon esempio, se vuole acquistare il diritto di cos1ringcre gli altri a fare come lui, ecco Bissolati ad applicare ai problemi italiani quei ,((criteri, che l'ltalia deve applica.re non « soltanto a St: ste~sa. ma anche agli altri, (< ma a tutti». E allora, bacc:rno del diavolo! Clémenceau-lloyd George-Sonnino. Perchi· c'è un altro modo di ,·olerc la So– cict.'i delle Kazioni: c<l ~ di volerla al rove– scio di come la vcsliono Wilsou e Bis.1,0lati. )foi - dicono Clé:menceau, Lloyd Gcorge, Sonnjno - abbiamo vinto ; la vittoria d dà « diritti sui ,·inti »; possiamo fare tutto quel 1 he vogliamo; dunque prendiamoci tutto quel che possiamo prendere, a spese dei vinti ; di questo bottino co1utme, cerchiamo di strap– p.-1rcil 1 uno all'altro, anche noi, quanto più possiamo; quando l'arraffa-arraffa :,ar.\ finito, costituiamo, noi vincitori, un'alleanza per man– tenere il nuo\'O statti qu4 territoriale cd eco– nomico; dichiariamo che chi non ~rù con– tento, da ora in poi, di quel che noi avremo 1.."0mbinato. e oscrl turbare la pace, l'avr.ì. da fare con noi, c.:hcsiamo i più forti; doi:>0di che offriamo a tutti gli Stati, vinti e neutrali, di accettare anch'essi quel che noi avremo de– liberato, entrando anch'essi nell'alleanza: e questa ..:hiamamola Società delle Nazioni. Insomma, Wi!son e Bissolati dicono: - facciamo la Società delle Naz.ioni, e per fula rinunziamo ciascuno di noi ad ogni esigenza, che possa creare germi di nuove guerre. - Clt!Dlence:iu, IJoyd Gcorgc e Sena -.ino dicono: - badiamo a soddisfare i desideri nos1ri. noi, i ,·incitori, i fon.i, e poi cerchiamo ,;, ~~. _ ,w.upre fvrti .:ifrinr:n,j U-.-,tl.., .i;..nti disputati i frutti della vittoria. Così parlava il Governo tedesco quando l)Jterava t.li ,•incere la g:uerra : co~i i nostri Go-, ,erni non avevano mai parlato, ciu,rndo avevano l'aet1ua alla gola, e a-;pett:\\'ano co10e la manna nel deserto i miliardi e i Lannoni e g:liuomini di Wilson. Cioè alla guerra per la pace ~mccede la p.1.1..c per la guerra. Penhè una pace corni:~ ,,ucsta non può e!!)ere che una prcpara:i.ionc di nuove guerre. I..'lunerica, non ;wendo ne~suna n1gione ~peciale per garantire alla Francia la riva ~ini– stra del Reno, ali' Italia la Dalmazia e all'ln– ,;hilterra le colonie tedesche, dichiara che :,i trarril in disparte e c0stmir;\ anch' CS:,a pili potenti flotte. - :"-foi italiani, se siamo democra– tici, dichiariamo nettamente ;i.i nostri amici francesi che ci ritiu1crl!mo ~emprcdi mandare :e morire i nostri uomini per il I'alatinato, CO:,Ì com<: d rifiutammo nell'agosto del 1914 di mandarli a morire per t;Onscrvare l'Alsazia– Lorena ai tede~hi. $e siamo aazionali– sti, ccdtiamo la Francia a fare lo sproposito, per ottenere in compeMo mano libera nel- 1'.Adriaticc,,con l'intenzione recondita di allear– ci, al momento buono, 1.:on la Germania contro di lei. - Il Governo italiano e~ige la esecuzione .ù., .. 0• !'-:." ;.-I uattato Ji Londra, ç(.,ntro gli sl..i, 1, e magari qualcosa di pii1 e in compenso con– cede mano libera alla !;"rancia ~ontro la Ger– mania. -L'l Jugoslavia protesta. thc non con– sente al Trattato di Londra, e rivela appetiti fonnidabili sulle terre i tutti i vicini. - L"l .Franda mantiene puntualmente il Trattato di Londra ; 01a non vuole perdere Jlamicizia dea gli SlaTi, di cui l,a hùoA"° in l:3"O di una uuova guerra con la Germania; e per colti• varc que~t'amkizia, rifiuta di fare un passo ::>0lo in no3tra cornp.-ignia, foon dei 1..onfinidel Trattato di Londra, per esempio verso Fiume. - L'lnghilterra resta anch·essa fedele al trat– tato di Londra; ma anch 1 es~ h;t bbogno che la Jugoslavia le difenda l:Ontro la Germania le vie verso l'Oriente, e teme che dalla lotta con f!talia, la Jugoslavia :,ia spinta ad allear~i con la Germania e l'l.Jngheria. - Fuori degli Stati vincitori, la Germania t; resa mene Jalla scon– fitta e da.Ha crisi interna; ma sarà ~tmpre una nazione di jO milioni di abitanti; potrà ~– ~re mutilata, non uccisa; la mutilazione farl di e~ il centro di tutte le rivolte contro il nuovo 3.S!,.etto intema:lionalc creato t.laldiritt,.:, del più forte. - Boe.miJ, PoloniJ, Romania, incoraggiate dall'esempio degli Stati vjncitori, disputano i territori di confine a tutti i vidni con violenza brutale. - Di qud '-hc .1vv1C11c nel retroscena delle que~tioni coloniali, non si intravvedono che foschi bagliori. - È la piova generale della nuo,·a guerra di domani. In questo di:;..1.!itro,chi minaccia di tro• var:,i peggio di tutti è l'ltalia: perChè intriga– tasi nel ginepraio adriatil:o, di~crcditata nel mondo dal bacCJ.no degli slavi, si avvedrebbe ben prcsw di avere fatto la guerra per tro. varsi peggio di prima. tt Noi st~i - ha spie– gato Bissolati - noi :ne~i, colla nostra poli– • tica, avremmo preparata la probabilità di una « alleanza tedesco•sla,•a contro di no:. Noi « st~i, colla nostra politica, in luogo di far « dell'Italia un centro di attrazione dell'Europa (I( orientale balcanica e mediterranea, ci saremmo « chiusi in un dannoso quanto pericoloso i;ola– "' mento. Per fronteggiare il pericolo, noi do– ~ vremmo subire, nei nostri rapporti con Fran– <-i eia e lnghilterra, un posto di subordinazione, q: anzkhè di parità, un posto di protetti an- ., :.1~:1• l: ,-e,1 '.;,r(\f•fi .Jleac Si1u1 ,1'lJW, rtt.•ll « dis.::;imile da quella, che ci era fatta dalla Tri– ..:plice Alleanza, in cui la Cennania ci protcg– « ge,-.acontro un imminente attacco dcll 1 .\us1ria. « Troppo cara ci è l'alleanza con la Francia f( e rlnghilterra per non invocare ardente• ..:mcotc che essa nùn debba mai -;omigliarc « in qnalcos:1 a qucll'aliean;,,a cli M:rvitù the +. fummo felici <li frangere: per non augurare • che essa conservi ...empre il carattere che la « la bella e degna: di e:,~re, cioè, la espres– « sione <lella reciprociLÌ. <li equivalenti intea ., ressi, come dello slancio affettuo::,0dei cuori». Chi vuole condurre l'J.talia per altra via, non può dire nudo e crudo d1c la Societ:t delle )fazioni lo fa ridere, che \Vilson è un sognatore acchiappanuvolc, che a,·eva ragione Bismarck quando proclamava che la fo,u pnme I, droiJ. Jl gioco sarebbe troppo ri-;chioso, dat,.> lo stato d':'\niruo delle moltitudini popolari. rcrcil> la prima idea: « badiamo a s1Jcldi~fare « tulle le esigem:c di noi, vmcitori ». la pre· ~cntano in questa fonna : -« il nostro program– « ma non è imperialista. è un programma di • giustizia sacrosanta». E alla !;CConclaidea: ('.e poi vedremo cosa si può fare per assicu– "' rarci i frutli della vittoria », danno questa. fom\a: « vogliamo anche noi la Soc1et:l delle e ~azioni». Il nostro dovere. Presto quindi ,·edrcmo moltiplicarsi in lt.1- lla i comitati per la Società. delle Nazioni. La ~tassoneria di Ernesto Nathan :,i 1net– tcr.\. a capo del carnevale. Probabilmente la organiizx,:ione uscita dal Congresso cli Milano del dicembre pass. .1.to, s ,, cui ji111J1asi (l'a fa/•,1, la congi11rn del silcn:UJ, sarà in,•asa da migliaia e.li neofiti. Avremo magari subito un nuov,) Congress•> ilaliano per la Sodetà delle ?\".ta zioni. La masch~ra della dcmocrax.ia ha scrvitv nella guerra: è natur.1.le che non si voglia ab– bandonarla per la pace. ~la Bissolati ha ~trac:• dato i veli. Per questo sono tutti cs.bperati contro di hù. li nostro do\'ere, amici dcli' (/nità, è chiaro: continuare a stracciare i ,·cli, mentre gli agenti della Con:,ulta continueranno a volerli ricucire. Spiegare che la Società delle Nazioni <li S<m– nino è !a negazione della Società delle Na– zioni éii \Vilson (Orlando non conta) . .Strina gerci intorno a Bissolati per la pace, t:omc ci stringemmo intorno a lui nella guerra, cosi come fummo con lui nella lotta contN b. neutralit.'l. L'Uxn \ Il miniatro asaoluto Dunque non è stata smentita Faffermazione che ,(< per quanto possa sembrare incredibile, ,(< è perfettamente vero che l'on. Sonnino non « ha mai sottoposto il testo originale del Trat– <( tato di Londra ai colleghi <lei Gabinetto, i « quali perciò non hanno e non po~~no avere « conoscen1.a esatta dei problemi che discu– « tono, non avendo a propria disposizione che « la versione bolscevica del TraUato letto alla « Camera dei deputati dall'on. Bevione ». Ed è anche perfettamente ,ero che esiste un regio decreto 14 novembre 1901 1 o. +J6, il quale, regolando le funzioni del Consiglio dei Ministri. stabilisce : -te Art. t. - Sono sottoposti al Consigliv (( dei ministti i seguenti oggetti: • 1. Le questioni di ordine pubblico e « di alta amministrazione. << 5. U proposte d,· Ira.Itali, le qu1slio11i

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