L'Unità - anno VII - n.41 - 12 ottobre 1918

.... •,. PROBLEMI D·ELLA V!TA ITALIANA J :.,rettori; ANTONIO DE VITl Dl t'AARCO e GAETANO SALVBMINI !}igai-. ~ ~-11Auri0Qe • Roma. ~h Ad<b, ._ - _.._ lilion,,.mento ordinario .mnuo U. 5 per il Rcrrao, ,er l'auto ~- tC .A~to m,;t.:" tofc aon,-o I.àc 201 saru:atnle Litt tO; un aumao Ccntaimi lO S. ~ -O .ba~ & ROMA - Conto couuiU COA la poata Anno VII - N. 4 1 SOMMARIO IL GIOCO DELLA .BANDIERA BIANCA - L'Unità lL PRIN<'IPTO DI NAZ!C"!".l,.'TÀ NET. MONDO ANGLO-SASSONE - Angelo Crespi. DUE PROGRAMMI - g. I. Gli' Slavi del Sud e l'Austria - Bisogna attaccar t• 411,.slria - Posta dell'Unità. • Gli Slavi del Sud e l' Au2tria Nel passato numero .1ell'Unità prevedevamo cba la dichiarazione del Governo • d'Italia dell'S setr le.mbre avrebbe avuto ripercussioni benefiche su! movimento antiaustriuco f-ra gli Sla\ti. del Sud. E la nostra previsione non ha tardato ad avverarsi. T!.cco,infatti, quel che leggi!lmo sni giorno.li tlell'S 0ttoqre: " 7.URTGO, 7. - Si ha da Vienna. I rappresen– " tanti dei croati, degli sloveni e dei se,·bi de!l'Au– " stria-Ungheria e della Bosnia-Er~egovina pub– " blicano nna dichiarazione a favore della pace " genP,·aJ~. si.ùla base del diritto di auto-decisione " pieno ed intero· delle nazioni per stabilire se « vogliano costituire uno stato indipendente op- pure formare con altre nazio-i,i un·unità stata!~. " Esbi esigono che si garantisca tale diritto " internazionalmente, chiedendo la loro completa " riunione, la libertà e l'incli1>endenza e prome,t. " tono di garantire alle minoranze di altra lingna " il diritto allo sviluppo nazionale, culturale, eco– " nomico e sociale. I porti della sponda orientale ,, dell'AdriE1tico che, avuto riguardo aHa p~pola– " zione deJ sistema insulare e al loro hi11,terlund " apr.nrtnngano al territorio economico ed al pos– " sesso della nostra nazionalità, dov;anno essere " aperti a tutti i popoli e naturalmente anche a " quelli che abitano dietro il nC'stro territorio, " pei bisogni dei loro traffici. .La nostra nazi o– " nalità è pronta a stipulare con essi trattati i~– " ternazionali, che regoleranno ed assirureranno " questa libertà. « La dichiarazione conclude chiedendo cha i " rappresentanti degli sloveni, dei croati e del « sorbi partecipino al Congresso della pace ». In questa dichiarazione è in!Rressante quel che tiguarda il diritto di libero. transito riconosciuto ~gli abitanti dei territori interni attraverso I porli adriatici, che vengane ad appartenere al nuovo Stato slavo. Uno. dichiarazione dj questo genere avrebbe do– vuto essere stata fatta. fino dal principio della gt]erra dal nostro Governo per i porti, che entre– rannc nel tenitorio politico italiano. Ma anche in questo noi abbiamo giurato d1 arrivare col massimo possibile ritarèo. l 2 Ottobre 19 18 • II - gioco. della ·bandierabianca La proposi.Il. della Germania, !0 fosse stata eo- decennio. J, lo stesso può avvenire su• ogni artico– municata dal Governo ai giornali con qualche lo. Solamente la libertà dei mari può esiger-a eautela ùi huon senso, non 5 ar~bbe stata inter- mezzo secolo di disc~1ssioni, ~e qualcuno ho. i.Jl· pretata come un'« offerta di pace», afiiOdll.l li·resse a mandare le co5e per le lunghe. Frattan– ~ù...I:-1JIJdia~,1H to gli eserciti stare?bero a gUArdarsi. La Ger– ~T•~~ ma tutti avrebbero mania. salvata.si con questa manovra dalla di– capito, fino dal primo mo,nento, che la Germania slatta militare, avrebbe il terupo di riaversi du– ci offriva semplicemer,te di riunirci li discutere e rante le discussioni. Un .bel giorno r,comincerel,– hattanto sospendere le ·ostilità, fino al momento in be la gue,Ta. La ricomincerebbe è vero, dalla li– cui essa avesse potuto riprenderle· in condizioni nea dell'agosto 1914, invece che da qu.ella dell'ot– più favorevoli pe_rlei. Sarebbe, cioè, apparso fino tobre 1918. Sarebbe, senza dubbio, un guadagno da.I primo momento che questa era sempre la vec- per noi. Ma quale delittuosa stupidità avremmo chia proposta di conversazioni non impegnative, commessa, iasciandole la poss(bilità di ricomln– aggravala da una proposta cli armistizio, che, da- ciare, mentre potevamo con un ultimo sforzo assl– ta la presente situazione militare, avrebbe rappre- cm·are senz'altro la pace? s€ntato nè più nè meno che una remora alle di- sfatte militari della Germania. ,.•,. Per fortuna, il Presidente Wilson, - il dottor, Wilson come 10 chiamano ironicamente i tedeschi nostrani - ho. rotto le reni alla rrianovra tedesca: ha rifiutato di discutere, ed ha chiesto che la Ger– mania accetti i suoi articoli; e come garanzià del– la serietà. cle.ll 'armistizio ba proposto alla Germa· ni!L di abbandonare senz'altro i territori occupati do essa e dall'Austria durante Ja guerra: Che cosa risponderà la Germania, non sappi~– mo. Tutto dipende dalla sua capacità dl resislanr za militare, che forse 1_1emmeno lo Stato Maggiore tedesco è più in grado di calcolare con esattezza. :via suppotaiamo che la Germania dich_iari di vo– ler abbandonare i territori invasi, e di accettarA gli articoli di Wilson, in modo ~he le con\lersa,zio– m abbiano solamente lo scopo di « mettersi d'ac– cordo nei particolari pratici rlello. loro applicazio– ne• » come ha detto \Vilson. Che cò,lfilie nascerebbe'/ La Germania e l'Austria salverebbero dalla sicu– ra tlist•uzione immediata la loro organizzazione milita1e; in compenS0 si ritirerebbero nei confini del 10H. I nostri eserciti ripre,nderebbero le posi– zioni del 1914. Tutti ci metteremmo ad aspettare la fine delle discussioni sui particolari pratici dell'applicazione degli articoli d1 Wilson. Quanto tempo durerebbero quest~ discussioni? Prendiamo, a, caso, uno solo degli articoli di \Vil– son, per esempio, quello che riguarda l'Itaila: " La sistemazione della -frontiera del! 'Italia Jovrà " essere effettuala secondo le linee di nazionali~ chiaramente riconoscibili ». Quante contestazioni, quanti cavilli, quante ambiguità non bisognerebbe vincere prima di « mettersi d'acccrdo sui partico– lari pratici dell'applicazione » di questo princi– pio? L'Italia tirerebbe fuori il trattato di Londra, sostenuta dalla Francia e dall'Inghilterra; l'Au– stria rifiuterebbe, sostenuta dalla Germania; nella migliore ipotesi, tutti se ne rimetterebbero all'ar– bitralo di \Vilson; solamente per superare questo punto, occorrerebbe perdere ... quanto? un giorno, una settimana, un mese; un anno? Con, le abitudl• ni dei diplomatici, si può calcolare anche un ... • La l)rop-Osta dell'~: .,stizio e delle con.versa– r.ioni, se cadrà oggi, :·i"<lrgerà certamente dom~- 11i. Non occorre essere dotali di spirito profeti. co per prevedere che da ora in 1)01 la Germ~nia ripeterà ad ogni passo il gioco della bandiera bh,nca. Cioè proporrà c11e si so,rv.indanQ le osti– lilà e che si cominci a discutnre per vedere se ~ possibile venire alla .Jlftce. Non sarà nient• arr_at.to ùt,a p~vpcs•.a. di pace: Ma sarà intesa, all'mgro~so, dai popoli e dai soldati, come propostn di pace E d1 fronte ad essa, continuamente ripetuta, i nostri Governi minacciano cli trovarsi rn co:idizioni sempre pià difficili. Accettarla, significa fare il gioco militare della Germania: cioè pcrmottcl'lo di salvarsi dal– la disfatta che precipita, e ricominciare in mo– mento per lei meno sfavorev0le. Riflutarla, signi– fica fare il gioco politico della Germania: cioè permetterlè u1 riversai a su di no;' lt1 responsabi– lità della continuazione de!la guena: e guai se per un momento solo dovesse prendere forza nel– lo spirito dei nostri soldati jl sospetto che la. guerra continua per sola colpa nostra, mentre la Germania è pronta sinceramente alla 1mce: quel momento potrebbe csser1- per noi il 1>rincipio di u1< terribile disastro! Per uscire da questa situazione moraltl perie<>– losissimo., bisogna che i nostri Governi non aopet– t mo più passivamente, come fanno oramai eia tem1>0 immemorabile, le offansive pacifiste della Germania, Jimitando3i a rispondere con rifiuti ge– nerici, talvolta anche infelicissimi per la forma, r che ad ogni modo nossu no più legge, perché oramai si somigliano tutti. I nost,•i Governi debbono assumere una tattica attiva; debbono met. tere la Germania. nella nece3Sit.à di subire es9a l'interrogatorio pubblico; debbono costringere la. Germania ad assumere, senza J>OS ibilità di equi– voci, su sè stessa la responsabilità rlella con.11- nu~z-ione della guerra. Bisogna, in pJtl'e• parnle, preqeJllare alla Ger– mania il programm,~ concreto della pace, inn– tandola a dichiarare: 1° se lo accetta; 2· se è di-

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