L'Unità - anno VII - n.33 - 17 agosto 1918

• -PRO_BLEMI DELLA VITA 'ITALIANA Dinttotl I ANTONIO DE VITI DE MARCO e GAETANO SAL\-'EMINI t"'1,r:in= " A,:.,,.li»:i:t,-.uiooc ,-Roma. 'ria AdlU, 4, - ; bllonamento ordinario annuo U.. 5 pc:r il Rema, SMS r,.._. U. lO Abooaamcn.to sootenitorc 3onuo Lire 20; ~mestralc Lire 10; un aumao Ccotaimi JO Si pul>bl«::A ,U •.d,:.to a ROMA Conto oorrcntc coa la poata Anno VII - N. 33 SOMMARIO LA PACE DI COMPROMESSO - Observer. - IL LIBERO SCAMBIO 11'( lNGHILTE.RRA - L'Unità. La moda delle Costruzz"oni Navali - Per la orga1tz"zzazionedegli agricoltori - La mobili– tazione dei compete-:,ti"- Agli amici"delta Soczdà delle JVaziom - ft mi"stero delle credemiati Fo_vet. La pace di compromesso L'Intesa a djl'!e)·enza degl'Imperi Centrali_ è af– flitta da questa infezione ol·ga.nica: - che vi sia sempre qualcuno il quale, sia in caso di successi, che di rovesci militari, si leva ad implorare la pace germanica, da ottenersi a mezzo cli accordi. L'Unità ha già rilevata· la manifestazione fat– ta in Italia dal senatore Ponti. A breve distanza ne abbiamo una alq11anto più autorevole in In– ghilterra. Lord Lansdowne ha emanata una terza, epistola ver una pace di comptomesso. .questa terza lettera non hii,, per verità, avuto lo ' stesso succesw delle preceder.ti . La stampa l'ha discussa appena; nella Ca.met'a ha avuto una ripercussione poco rilevante. Il pubblico inglese ritiene. di avere già confutati gli argomenti eh,' Lord Lansdowne ripete p.e.r conto esclusivamente suo e di pochi che lo circondÌ1no. Tra questi è un picco~o nucleo di conservatori vecchio stile, che sognano ancora la possibilità di liquidare questa guerra mondiale, con un accomoda.mento anglo– :rctcsco, da farsi a spese degli altri' e sopratutto a spe,e della Russia, che ha disertato il campo. Vi aderiscono, per motivi diversi, alcuni radicali ~ libendi pacifisti, che anelano alla pace per la pace e si illudono di potel'e .realizzare anche la Lega delle Nazioni, l'arbitrato _eìl disarmo! E' una piccola· « coalizione di pace», come il Governo è una « coalizione di guerra ». fu-...u 1100 ha uicunu. P• vb<l.bili~1. o; co11qubLa..l'e il potere; ma sulle sue man;testazioni si fondano le illusioni àella Germania. Lord Lansdowne è consideralo dalla Germania come il futuro Primo Ministro inglese, con cui il Kaiser si degnerà di trattare la pace, non alth– menti di come erano o sono considerati Caillaux tn Francia e Giolitti in Italia. Se non che Caillaux è ancora in prigione, Giolitti si è ritirato sotto la tenda a Cuneo,' e parlerà soltanto quando la uma– nità più uno del popolo si mostrerà disposta ad applaudirlo. Così Lord Lansdowne è il solo che parla ed ac– quistn, ,;Jievo, più che in Inghilterra, nei paesi dell'Intesa, dove la corl·ent.e per una pace di comp,·omesso con la Germania è una forza, eh? ~i nasconde per paura, ma aspetta il suo mo– mento. * * * La lettera di Lord Lansdwne ha per noi imp,or– tanza sopratutto per l'argomentazione fondamen– tale. con cui la proposta di negoziare la pace vie- 81 ne ne insinuata nel pubblico. E' la ste~a argomen– tazione che in fonna più grossolana e meno guar– dinga Yiene ,;petula in Italia e in Francia. Eccola: « Premesso che non si debbono condannare a- 1n·iori come insincere ìe avances di pace che cl verranno fatte dagl' Imperi Centrali; ed ammesso che l'Intesa debba tentare i negoziali preliminari anche al solo scopo di mettere i nemici alla prova e di smascherarne la supposta insince,rJ tà, occor– re che l'Intesa formuli e tenga vronte le « condi– zioni concrete,,, su c-ui è tecnicame111e possibile di discutere. I fini della noslsa gue1 rn, dice Lord Lansdowne, come sono s1ali nobilmente formulati dal Presidente Wilso11 e accettati clal!'Intesa, so– no i fini ·generici della guerra: n ,;. sono ancora le condizioni preliminari ,li eveutuali negozia.li. Queste condizioni sono ancora quelle che, sotto il nome di fin.i della guerra clell' Intesa, fu,·onq !ore mulate la prima volta nella nota del 10 genna– iv 1917; ma che, in -parte, sono cadute con la dé– bacle della Russia, e in parte dovranno esser mo– <lifìc~te, come è slat-0 .riconosciuto e dichiarato da Lloyd George e dai Governi alleati. Dunque la prima con.dizione per tentar con ragionevolez– za e serietà 1 negoziati prelimina.l•i di pace è che \"Intesa riveda ancora una volla e precisi le con– dizioni preliminari su cui è disposta ad entra,re in nego2liati di pace; condizioni che sono distinte dai fini generali della guerra ». Questo concetto: - che le condizioni prelimi– nari dei negoziati sieno cosa distinta dai fini o vrincipl generali della guerra. è il petno o - come a, -noi ~embra - l'equi-voco, su cui si muove tutto il ragionamento di Lord Lansdow&e. Volendo parlare in termini semplici e chia,i, i « fini della guerra », ~-onsideraLi come condizio– ni concrete di trattative, nel pensiero di Lord Lansdowne, non sono altro che gli « accprdi se– greti di carattere territoriale che erano interoe– cltÌti tra gli Stati dell'Intesa al pr~cipio della guerra n. Ora è ovvio che gli accordi o fini territoriali sono stati e saranno modificati secondo lo svol· gere degli eYenti; non è vero che questi fini terri– toriali sieno cosa diversa dai fini generali e su– periori, per i quali l'Intesa combatte, non è vero the, sotto questo aspetto, l'Ini.e..a abbia modifi– cati i fini della sua guerra; non è vero che i fini territoriali si possano separare dai princtpH for– mulati da Wilson e che si possa o si debbba ne• go1,iare la pace gu quelli e non su questi, ovvero J 7 Agosto J 918' prima su quelli e poi su questi, considerando i primi com!l base concreta ed essenziale di accor– di preliminari e i secondi come aspirazioni ideali, su cui gli accordi potranno venire in seguito. Anzitutto, non è ,esatto che I' Intesa abbia modi– fìcato, come Lansdowne e molti aliri affermano, i _fini della guerra, ~ che quindi occ9rre una_ nuo– va, defini tiva edizione di essi. La verità invece è questa: - che l'Intesa dai fini e (\alle soluzioni territoriali del primo mo– mento è venuta assurgendo ad alcuni principi su– periori e comuni a tu lti gli allea.ti. Principl e fini generali della guerra, che ccntengono i fini concreU e territori-al i. Che questo processo logico porli con sè ad alcune modificazioni degli qrigi– narl acco,•di territo1iali, è evideme; ma che ciò sia cosa secondaria è pure evidente. Così ad esempio: - che gl' Italiani soggetti al– l'Austria debbano ritornare ali" llalia, fa parte integrante di un principio gener::ù~ accettato nel programma della guerra mondiale, - che poi, ciò debiJba farsi per mezzo di un re/erendum. o decidersi in confom1i1à ,lei pacifici precedenti sto– rici; - che cio clel,ha ·,,chtclere od escludere Zara, che debba. 111eluùen:. I escludere questa o quella delle hole to:-ane,' f:,1:matj!, ecc.., sono problemi se,·ondnri, clk 11un ;1• . :\.,no definitiva– mente decidersi, se uon nel mc, ..,._ clella pace, secondo le condizio1d ,'i f:otto i11,.,., .., pare sarà discussa. e "opralutto secondo cl1e .·• u1cip,o ge– nerale da cui derivdno sarà stato n iermato più o meno completamente dalla viltori,, delle nostre anni, o accettato preliminarmente dal nemico. Prenclasi un altro esempio: - quello della Lega delle Nazioni, che è p"1focipio ge~rale - oggi compreso nel programma della guerra del!' Inte– sa: Secondo che questo p1incipio sarà realizzato in modo t>iù o meno completo, cori' la inclusione o la esclusione clegl'lmperi Centrali, o con la esclu– sione soltanto della Germania., e con la inchtsio– ne cte!la Boemia e dclifl Polonia e della Jugosla– via, redente anche le relalive soluzioni territo• riali saranno diverse. Ancora un esempio: quello del disarmo, princi– pio anch'esso cli ordine generai~, che fa parte del programma della nostra guerra. E so è intimn• mente connesso con l'altro della Lega delle Na– zioni. Sarà attuato'? in che misura sarà ~ttuato? Lo accetteranno gl' Imperi Centrali? - Con quali garanzie? Saranno i Nlanci militari cleJle singole nazioni soggettati ad un controllo i1,ternazionale? Saranno gli attuali 1·egimi autocratici tra.s:forma- 1i in regimi democro.1ici parlamentari? Secondo la soluzione concreta che avrà il pnn– cipio generale, a11che le qt1eslioni territoriali sa– ranno dive,·samente risolute. E' evidente che nelln. ipotesi a.stratta del disat– mo generale, lutti i problemi politici dei cambia– menti territoriali sparirctbbero, pe,- diventare se mai problemi di autonomie amministrative. Il chiedere, d1mque. che l'Intesa enunci un nuovo programma riveduto e ridotto dei suoi fini terri– toriali di guerra, quando per ipotesi si accettino i principi generali da cui essi derivano, o è un

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