L'Unità - anno VII - n.30 - 27 luglio 1918

' \ / I • ' I PROBLEMI DELLA VITA_ ITALIANA ' Direttori I ANTONIO DI! vm DE MARCO e GAETANO SALVRMINl A~mllltruiom I Roma, 'ria Adda, t\ - I &lonameuto ordinario annuo U. 5 per il Rernat par ,......,. U. IO A&.ne111'1'to zoataniton: annuo lpe 2\J; Scruc:stral~ Lire 10; un - /Ccotaimi IO Si poblica .Il aabato a ROMA - Conto 00ttentc ma la ,-.ta Anno VII - N. 30 .SOMMARI.o TRATTATI VECCHI E SITUAZIONI NUOVE - l'Unità. - FARli: E DISJ'A:U; DELLE COSTRUZIONI NAVALI - Epic.armo Corbino. 2'· s. - I .A MODA La mano segreta - /J caso Fovel - Posta del/' Unità. Trattati vecchi e situazioni nuove I -trattati vecchi. che ha guad.agnato in estensione, assai f>iù debol– mente in Italia, dove· l'isliluto democratico è lar- Esiste fra Inghilterra, J'rancia. e Italia, un gamenle diffuso nel po~lo, ma i• partiti demo insieme di convenzioni, le quali risalgono alla cratici sono sepolcri imbiancali, l'istinto pr-ofon– prima fase della guerra, e assicurano a ciascu- .do del pdp<>lonon, è rappresentato che da esigui no degli alleali certe determinate conquiste t.er- nuclei di avanguardia e da pochi eretici iSO'lati, r!foriali per il C8i50· di vittoria. , la cui influenza è granoe nel paese, scarsa nelle Questi accordi sono quel che poteva essere l'o- organizzazioni tradizionali e uffìeiali della do- pera élella vecchia diplomàzia prima della rivo- mocrazia. tuzione r~ssa e dell'intervento degli Stati Uniti, Le proteste della stessa demo.crazia, per altro, <JUaDdoben pochi avevano intuito la i;iuova si-· ~on si P.llontanavat>o ~=Ji•rh'esse --~~.mo ri– tt~. 'l:lte anctM~mlosi (n\;l dluht\J. ',,.,- ?onoscerl; p 0 er debito ~di'1ealtà - dal concetto !ora la guerra, nella op,nione universale, non fondam.entale, da cui erano partili i governanti era che un conflitto fra una nazione - la Ger- e i diplomatici: cbe cioè i compensi pei sacrifici mania - che voleva espandersi 'sopraf!acendo della guerra non potessero essere che compensi tutte le altre, e le altre che erano costrette ad as- ,territoriali. Solamente alcuni di questi compensi soèiarsi per difendere la •loro indipendenta e sembravano ingiusti, o eccessivi; e contro questi completare la loro wiità. Quando si parlava -delle compensi « impe,ialisl.i » si dirige,·ano le cri· riparazioni e delle garenzie, eh~ le nostre· nazioni li che. Le quali, dunque, erano critiche di detta– avrebber-o dovuto assicurarsi in caso di vittoria, gl io a speciali particolari dei trattali; non erano -queste riparazioni e garenzie non venivano con• una yera e propria lotta sistematica contro il cepite se non in torma di estensioni territoriali. metoélo di pensiero nazionalista e contro tutta la Ne suna nazione pensava, neanche lontanamen- concezione della guerra e della pace e dei rap– te, associandosi alle altre e mettendosi in cam- porli internazionali, che trovava le sue colonne mino, di limitare in alcun modo la sua incon- d'Ercole nello Stato nazionale, nelie frontiere na.. dizionata autonomia salvo che per vincere la zionali, nelJe libertà 1U1c·ionali secondo i democra- guerra e assicurare i frutti della vittoria: anzi lici, nell'ingrandimento nazionale secondo gli im- non si poteva escludere in via assoluta neancbP. perialisti. In eventualità che, scaduti i trattali che associa-' Di quel rnctodo di pensiero, di <JUella conco- vano le potenze antigermaniche per la guerra. zione della vita mondiale erano conseguenza lo- qualcuna di queste si alleasse subito alla Gfrma- gica e inevitabile tanto jl programma della Ger– nia contro le antiche nlleate: questo era, per m;rnia quanto i programmi delle singole nazioni esempio, per la Francia il programma di mon- dell'Intes,t.Sobmente la Germania.aveva un pro– sitlur Caillaux, e per l'Italia i~ progr~mm~ dlli gromma francamente e coerentemente imperiali– gìolitliani, di piolti clericali e di non pochi na- sta; nei programm~ delle singole nazioni ,dell'In– zìonalisti. tesa, ,nvece, si scontravano le correnti imperia- Dalo ques~ generale orientamento degli spi- li~le, Che volevano parecchio di più, çon le cor– riti era naturale che nel fucinare i loro trat- rent-i democratiche, le quali si contentavano ,di lati, i Governi dell'Intesa pensassero solamente parecchio cli meno; i Governi dell'Intesa usava– a dividersi la pelle dell'orso, afferrando ciascuno no in pubblico linguaggio democratico, mentre in di e~si tùlto quel che poteva a spese e dei no- segreto fornicavano imperialisticamente. Ma tut– mici e degli alleati. ti si aggiravano nello stesso circolo magico delln l partiti democratici delle nazioni dell'Intesa non hanno avuto il1essuna responsabilità nella eompilazione di quei trattali, il cui contenuto, es endo segreto, non Sj poteva risolutamente criticare con conoscenza di causa; finchè i bol-sco– viki non li pubblicarono. Ma via via che si vo– niva a conoscere o si ·.rntravedeva qualcuno de– gli elementi imperialistici, che li deturpavano, i partili democratici protestavano: più largamen– te in Inghilterra, dove esiste un vero movimento democratico estesissimo, cosciente e sincero; mo– no largamente in Francia, dove la democrazia !em.bra talvolta aver perduto in coscienza quel . o tanca ossessione territoriale e dello Stato nazionale. Ben pochi intravedevano che la soluzione di tutte. le antitesi bisognava cercarla per un'a\tra via: per quella dello Stato supernazionale, cioè della Società .democratica delle Nazioni. La situazione nuova. L'andamento della guerra ha capovolto, a po– co a poco, tutte le originarie posizioni materiali e mentali. Da un lato il GQverno cza·rista • della Rus– sia, che avrebbe difesi con tenace intransigenza i •ecchi trattati, spariva eenza possibile.ritorno. ./ 27 Luglio 1918 E dall'altro la Germania arrivava aperlamenM alla realizzazione di uno Stato supernazionale, introducendo né!' sistema della Medieuropa l'Au– stria-Ungheria, la penisola balcanica, le regioni orientali dell'antica Russia. Di fronte a questà formidabile minaccia, in lnghilterrà, in Francia, in lt,alia gli spiriti più vigili non potevano non· se~tire la necessità che altre nazioni si associas– sero anch·esse · in qualcosa, che non fosse una semplice a.lleanza per la gue1'ra e per la sicurezza ciel bottino di guerra: il problema non era più quello di conquistare !'Alsazia, l'Istria o la ferro– vrn di• Bagdad: il problema era di opporre alla • formazione supernazionale medieuropea - auto– . cratica e mili !,arista - unà formazione super- 1>.. zionale di Stati. democratici, capace di assicu– rare l'avvenire della razza latina, anglosassone e slav.,a contro la minaccia pangermanica. · Questa corrente d'idee è stata ingigantita e re– sa oramai irresistibile dall'intervento attivo de– gli Stati Uniti nella guerra. Gli Stati Uniti non sono legati giuridica.me' \!te ù<l n~;, unu dei 'vecchi tr«ttati.r clell'Inte?a unti.– germanica. Sono sgombri di tutte ,,.le preoccupa.. zioni tci-ritoriali locali, che turbano la visione della realtà a tanti spirìli di ,1ues'ta piccola aiuola, che è divenuta oramai la vecchia Euro– pa, dispongono di un argomento, che paralizza ·lo sceWcismo e l'opposizione di quafunque diploma– tico e nazionalista più ritardatario: dispongono, cioè, .della forza materiale, e rappresentano il fattore decisivo deila guerra e della pace. E que– sta forza è maneggiata da un uomo, dal Presi– dente \\lilson, cbe vede con nettezza mirabile la nuova siluazione del monda, e pur non avendo nessun rispetto per le incrostazioni mentali della vecc)1ia diplomazia, sa mettere butte le abilità tat– tiche dei djplomalici- di cai:ritl·a a servizio di Ùn nuovo grande ideale di vita civile. Intervenula nella guerra perchè ha senpto che, lasciando battere le nazioni occidentali europee 1 dalla Germania dopo Jo sfacelo della Russia, !k vrcbbe preparato la via al predomini9'dello Stato supernazionale pangermanista in tutto il mondo, compresa l'America; - intervenuta nella guerra, perchè m esperienza aveva dimostrato che, dat:l la struttura del mondo moderno, una crisi "non può determinarsi in un punto senza travolger• in gironi sempre più, larghi tutti gli altri punti; - la gr.inde dell')ocrazia americana afferma :i– solutamente nel diritto internazionale il princi– µio che i dissidi locali, cl~e hanno provocata questa guerra, e quelli, che potrebbero far nasce– re nuove guerre in avvenire, non riguardano ~ soli Stati, che sembrano immed.iatamente inte– ressati: riguardano indirettamente anche i più lontani : cd è necessario, per l'avvenire, costituire una organizzazione !permanente supernazionale - Società di libere nazioni -, che abbia ia fa– coltà di intervenire caso per caso a comporre gli attriti locali, via via che si manifestino, in modo che da essi non possano prorompere mo- tivi di Lurbamenli generali. I Jn questo nuovo sistema di idee, i problemi dJ frontiere locali e di posse~si territoriali, intorno a cui una volta - potremmo dire: all'età della pietra - si arrovellavano nazionallstl e diploma-

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