L'Unità - anno VII - n.17 - 27 aprile 1918

t I PROBLEMI DELLA VITA / -_/ Dirdtotia ANTONIO DE Vn1 DE MARCO e GAETANO SALVEMINI Ditaiw • A,nmf.;a_t,uione I Roma. na Adda, ~. - I. "1c>namento ordinarlo ·annuo LlN 5 pu il Rerno, r,e, l'estero Llae JO 4""°8m,nto sostanitore aruiuo Ltte 20; semestrale Lire 10; un nuOM<ro Centesimi lO Si pqWb il ubato a ROMA - Conto correDtr: çoc la. polta Anno VII -- N. 17 27 Aprile J9J8 SOMMARIO. PENSIAMO' ALL'ISTRIA - L'Unità - PARLAMENTARISMO E BUROCRAZIA - F. De Gaetana - L'Unità - I PADRI ETERNI - g. pr. - PER LA MARIJV 1:'!'Et>-.C)ì "T.ll E ~l E Corbiuo LA Cf,T•TF.DRA,1,1-ll'T, L,v-11r•~Jt •.a.-N.•..Ro:!oiic,~ - F1m. Gd .jTùDENH SOTTO LE ARMI - Agrlco1i-- L'ON. ·PANTALEONI • g. s. Non tutti' a Roma capiscono - Pasqua di guerra - E' necessarz'o - Italia e Serbia - Un fumt'onan·o encz'clopedt'co - Il tempo c/zefa - Una madre - I propri. inter~ssi - Da un ospe- dale - Posta del 'Unità. · PENSIAMO Un errore da riparare. L'abbiamo ,scl'fitto già, inutilmruite nell'Unità del 9 luglio 1917; J-'abbiamo ripetuto spesso, ma $etn'pre inutilmente, dopo; ritarniamo a oripele<rlo, speriamo con migliore resultato, og3i: è neces– sario che il nos!Jro Gove<rno si tenda conto della necessità di org.a,nizzare una si;tematica e inten– sa campagna nei paesi alleati e nent.raili per ac– creditarn il punto di vist:i. italian:, nella questione dell'Istr,a. Nei tre anni passali, menLre i nazionalisti sla– vi organizza,vn:no ovµnque una J.)l'opa,g,anda at.ti – vissima per rivendioore alla loro nazione non SO· lamente la Dalmazia, ma anche l'Istria e Trieste e il Goriziano, il nostro Governo cred(!Va di es– ;,ersi messo perfettamente al sicuro, perchè aveva iu tasca w1 « pezzo di caa-ta », in oui la quastione dell'Adriatico era stata regolata con i Governi al– leati e specialmente con la Russia dlll Santo Si– nodo e dello Czar. E alle pretese dei nazionalist.i slavi sembrò baislasse lasciar opporre dalla « Trento e Trfoste » e dalla Massoneria in It.a– lia, dal1a « D;nte Alighieri » luo1i d'Italia, uua oamipagna a.Jtret.t.anto ec9essiva, quanto Ha quella dei nazionalisti slavi_: una pazzia - si di– ceva - neutralizzerà l'altra; i nazioryMisti slavi • ti ;~ll(',·:o !.',,la e Tt!..:slc e Ò-Ori~ia; e 1< r ,ost.ri diie– dano, Fiume e Spalato e Catta,ro; al momento buo– no $i trausige-rà col programma della convenzione di Lonctm. E finchè si trat.tò di lare la propagan·da i.Il Ita· lia, g,razie alla censura che garott.aYa tutti co loro che osassero protestare contro una politica errata e ~ricolosa, le cose andarono benissimo. AJl'este,ro la faccenda era rp,iù difficile assai. Qui i ,nost-ri propagandisti non aveyano a loro di posiziònc nessuna censura. Qui ilovevano hat– tersi aÌi anni eguali coi loro avversari, sotto gli occlii di un 1wbblico im!)l'Cparato e indifle•·enle a auest.ioni, che non lo Tiguardavano e non lo inte- 1,-essavano dwvici no. Occorreva, perciò, affìdaro la pr~a.ganda a uomini d'ingegno, di coltu,u e di g1rande fìnez1~1. e abilità. Invece la « Dante Ali– ghieri» e l'Ufficio informazioni del Comnndo Su· premo hanno rnandalò a !aa-e la propaganda al· l'estero u_no sciame di fanatici, i quali non han· no fn!to che accapiglia1·si con i nazionali&ti slavi sulla questione della• Dalmazia, trascurando quasi cle/. tutto la questione cli Gori.ia, di Trieste, llel– l'lstrla, perchè s'i-mmaginavano nella loro grass"- o B1ano ALL'ISTRIA ignoran~a dei paesi esteri, che questo argomento fosse già pacifl.co all'estero, come era in llatia. Così la quest.ione dell'lstria, tutt'altro che sem– plice e chiara, come per es. quella deì Trentino, è rimasta per due anni ahhandonata alla propa– gande. ruJi nazionalisti slavi! .\fa ~no S'p<ropoSiito co~ì grossolano non era suf– ficiente a rendere benem0rita la « Dante Alighie– ri " della causa ... slava. Anche rivendicando all'Italia. t.utt.a la costa acLr'iatica 01ientale, i 11ost.ri nazionalisti M'reh– bero dovuto ave.re il huon senso di non dichia– rairsi contrari alla unità nazionaJe s0rbo-croata– slovena, anzi avrebbero potuto presenta.re le oc– cupazioni territoriali itali <1.ne sull'altra sponda, come un compenso, a cui l'Italia avirebb~ diritto per il suo conwrso alla costituzione dell'unità· nazionale sudslava, compenso analogo a quello che ebhe nel 1859 la Francia con Nizza & Savoia: a1·reb.be1·0 dovuto p,romettere sempre la egua· glianza giw·idica e la lilberlà colturale a.Ile popo– lazioni slave in!Jrodotte nel nuo'Vo confine italiano. Essi, invece, si sono diati a p;cclamaire che la conquista della Damazia sarebbe nna conquist:i. coloniale, che nell.a nuO'Va colonià .l'Italia do,vrà tenere alla catena od espellere la clDsse intellet– tuale slava, e potrà italianizzare in ~ochi anni il ( lontadin:l.me slavo, e dv, r,. aiuail. contad111i cattolici cont.ro i contadipi ortodo.ssi p~r rnggiu,n– ger meglio lo scdpo, "- d.ov• rà fa,rn in modo che la Sei1bia non oltrepassi il Narenta, e la Bo&nia 1€ sia così negata, e d.ovrà oppocsi alla unione fra Montenegro e Serbia, Ira Croazia e Serbia, tenen– dosi amica dei b,ulgari e dei magiairi. Oale queste incredibili follìe, è r,at1.11raleché fuori d'Italia la gente opponga ormai un senso di diffidenza e cli ostilità non solamente al pro– gramma. naztonalista, ma anohe al progTon1· ma democratico ! Pe<r non cit.are che qualche esempio, nel World di New York del 25 maggio 1917, parlando dei mutamenti te,·1ilO'riali, che do· vreJJhero essere •preparali dalla presente gucrrn, si assegna-00 all'Italia ~olamenle « ii' Trentino e Trieste ": si noli la differenza fra il termine regionale « il Trentino " e il nome della semplice Gitlà « Trie~te "• che esclude l'Ist.ria. E il world · è c011siderato come il giorroale ufficioso di Wilson. Anche la Nation - rivista assai diffusa e auto– revole di . ew York - deplora nel numero del 6 dicembTe 19l7, che l'Italia dom,tndì « non solo !l Trentino e la Dalmazia, ma anche i· Istria "· ..:. ~ Per la grande rivista americana, nstria sarebbe ancora meno itaJ1ana della DalmBzia! Uno sp'ro• posit.o di qupslo ,ge1;1ere<1writ.adi Pssere attellta montJ notato, pc.rche è indi:1,io di uno stato d'ani· mo assai diffuso nei paesi dell'Intesa e pericolo– si&slmo per noi: il problema dell'Istria è·del tut– to ignoto ai più! Peggio che ignoto, è un prnblema comp<romesso assai gravemente.· L'errore funesto della conven• zione di Londra fu appuntn questo: di contene• re un rp,rogramma. di cui una parte, quella ri· gua,rclante la Dalmazia, era mo~almente insoote- 11ibile, e che gettava 1Jn'ombra di discredito nel· l'intero prog,-,a.aima e faceva il giocò dei naziona– listi slavi anche nel •prohlema dell'I~tria. Il pericolo imminente. Per coml)'rendere chiairamente la condizione dii· fioile, in cui si trova ntalia nella opinione pwb– tlica dei paesi alleati e neut.raili, basta fare due ipotesi. La prima è che, andata a male l'attuale offen. siva tedesca in F1:ancia, la Germania e l'Austria offrano la pace ali 'Intesa, didli arandosi pronte a .-evacurure il Belgio e a cedere l'Alsazia-LoTena alla Francia, _e il Trentino e la Venezia Giulia, ma no1, la Dalmazia, all'Ita)ia. .. Il Governo ita• liano, forte della convenzione di Londra, rpo!Jrab· eh certo esigere dagli alleati che l'offerta fosse a·ifìutat.a, perchè non conter'rebbe la cessione delb Dalmazia: e i Governi alleati, eertamente, fa– rebbero tutto il possibile per mantenere i loro impegni . .\fa tutto il mondo ir.scrgerebhc contro rli noi, e ci maledireb'be, se p,retendessimo di pro– lungare la gu€!l'ra a causa della Dalmazia. - Pérchè'/ ·-· Perchè butto il mondc1 è convinto che /o ingiusta la nostra J}retesa di conquistare un pae· se, ohe è slaYo nella sua strabocchevole maggi0- ran?a, mentre nessun uomo di !buona fede met• le in <lubbiq il no,,tro diriUo sul, Trtntino e ~1e,r. ciò tutt,i H·òvereJJbel'~ iniq,ua nna pace, in cui 1'1\ustr,ia negasse all'Italia il Trnnlino. Facciamo ora l'altra ipotesi. Supponiamo che I nazionalisti slavi - continuando noi a dormiro beatamente tranquilli sul « peiw di carta » del– lit convenzione cli Londra-· convincano il mondo, con argomenti più o meno lbugià,,•di, come è abl· ludine dei nazionaJisti di lut.t.i i paesi, ma eh~ appaJJ•[ranno buoni, s~ non sarann,1 efficacemento conlirastali, - supponiamo che riescano a convin– cere i paesi -alleati e neutrali che anche l'Ist,ia è paese slavo, e neJla zona orientale, e nella oc– ciclenlale. E ~upponiamo che l'Austria, un hel giorno, offra la pace rinunciando solamente al Trentino, Gorizia e Trieste, mentre la Ge,·ma· nia offra, per {fllel che la riguarda, u11a pace ra– gionevole all'Inghilterra e alla Francia. - Ec– co che, data una univeTSale opinione anti-itali{lna. 8nlla questione dcll'Ish-ia, mancherebbe aJrlta– lia ogni giuslifìcazion,, mO'fale per rifiutare la pace. Il « pezw di carta " di Londrn le darebbe il d·i~•itlo di rifiutare e cli esigere !a solidarietà del Governo inglese e' del Gove,rno francese, eh~ senza dtùibio la drurebbero; ma gli Stati Unili non

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