L'Unità - anno VI - n.44 - 1 novembre 1917

proble'mi • •11o "sf '~:lGi <(l o • I f de 11 a . . v.i.fa · i t a• i i , !OJ:,.:P..-_ ..... _l . ) Ducttori 1 ~NTONIO DE VITI DE MARCO e• GAN ANO SALVEMINI J)ttaiooc e Amminlatraziooc I Roma, ..-ia Adda, 4. - Abbonamento "òrdirlaTo aoouo Urc 5 pu il RciOO, pc, l'utero Lire lv Abbo . .•. *fT 8 41i.>IJJ p o.:lmento sr.stenitq~c iw11uo L· re 20; scmelitralc _.LLf.i· IU i ,m, ~umcro Centesimi 10. S, e ..... ,e.i 1! g,iovcdi a RONIA -. Con.w ,cs:incn·tfa' .i;_onI;, posta. Anno VI - N. 44. SOMMARI O. I NERVI A POSTO! - L'Unità. 1TALIA E FRANCIA - F. S. D. LE MEDITAZIONI POLITICHE DI UN NEUTRA· LISTA - g. s. GLI STATI UNITI E LA. GUERRA - A. Crespi. Il dirt'tto e la gi·ustizia - Uno scambio di ar– " 11 diritto e· la gi~stizia sono diventate parole tabù per j tedeschi. Per avere espresso <ilvoto ohe « la pace futura abbia iper fondamento i1 di1itto e la giustfaia »,• tJ con– sigi)iere ,federale svizwro, •Adol", è assa[ito d·al Lolcal Anceiger, dnlla Kiilnische Ze-it1111r,, clalln vossische Zeitung. « Duoque - scrive la Gaczette de Lau,anne - è un delitto av.ere dichiarato che l'Europa non può avere pace oh'e non sia 'ba.Sala sul dirttt.o e suUa giustizia. Il Lo1,al Anzeiger vuol fo:s~ spie– garci con le sue proteste che la. pare dev'essere fondata nella negazione del diritto e della giusti– zia, cioè a di.re sulla vi.ol :e-nza e ,~ull'ingdustizia? Queste cose si possono pensare, dato che si aibbia la capacità di 1pensarle; ma osare procl.amarle in faccia all'Europa, ecco un motivo di stupore an– éhe per eh.i oramai non si meraviglia p~ù di nulla. n giornale preferito dal &aiser arriva fino a mettere i punti sugli i: - Pairlando della pace (aggi11nge) il signor Aclor ha 'rappresentato il punto di vistn clell'lnlesa. - Dunque il nun(o di v<i.stadegl'Imperi centrali è cbe la pace deve ave– re éome fondamento la violenza e l'ingiustizia. Per queste dichiarazioni cosi aperte, noi non sappiamo se il L&/cat Anzeiger sia da ringraziare o da compiangere "· ♦ ♦ LA NOSTRA OPE.RA può essere aiutata: 1• SottoscriVendo una o più a:ioni dell'Unità, 2• Prendendo un abbonamento sostenitore an· nuo di lire 20, o semestrale di lire 10; 3° p,.;,~ndo "" abbona,,iento. pl11ttosto c1t/J com· I • pra,·e settimana pet· settimane< il gio,·nfde flal 1·ive•,\· ditore; 4° Facendo corwsefre !'Unità al maggior numer 1 possibile di amici, chiedendolo in lettura nei caf(l, nei circoli, nei pubblici ritrovi; s• Invia~ào alt'Amministra:i9ne dell'Unità' (Ro– ma, Via Adda, 4), nomi d1 po'ssibili' abhonati, per l'invio di numeri di saggio. q 1 c. .;·R·•-.1, ..-)1.,·.... ll' , r· ,.)'"..ctf\,.--;1 11, '•·r l • Novembre l 9 l 7 ., a r,,,q"' I NE~Ml· A POSTO! J°'~Jftt~ ~' ili ..,.. Ci permettano i uost, i." -tat:iori ·'!Il ifto.r'ntJ.,-e per un momento a un tempo, che 1 ·semorà ora- mai preistorico. ·· · °' :iJ tr' :iulla Unità del 26 febbraio 1915t"°lliscuten– do le pessibili vicende militli.fi, 8 èu-C si sa– rebbe trovato esposto il noslto' pà~ itl:!.erve– nendo nella guerra europea, noi"\9.rivevamo: « La guerra, a cui 1 'l t.à.liat·"chìatna1r, 1100 . « sara, 1 uo, u1ia passeggfata"IIlilil:~t:ò.ti11 sa- . I ·1 I d. J,,.,,,;;,u .s ~--n,. « ra neanc 1e I co po I graz1a~fp1 1ss1mo < e facilissimo. !Iledian tQ Clii ip.btd; i' ~dqno « d1 l'!portare, con poca sp~ e. .QQ9. ~dwcre « sforzo, una viHoria decisi\:~ ~::)taj{~d,ovrà « fare, relativamente alle, ~1,1a. P9§§W.iJiq'i, uno « sforzo non minore delle,Jlltre tlQ.\e!lP3, che " si trovano nella prima .J1\A.~ Mì.:>QOfi/j,itto. « Questo sforzo ,ci ,sa1:ebt>e., <i.tT!Q(i),S\J,lm,cJi.!,1,1: A.u– " stria e dalla Germania, apche ~i:rflO'Ì i:,'iLlu– " dessimo di potenci fermai;e. llPm~.çlµmente « dopo avere realizza le Je 1losti:e. JH9 §Q·leri– " vendicazioni territoriali ..,Lac-G.ll1@4nja, al· « primo sentore di un'a--L.ione--, dellél-tal,ia, t.en– « terà senza dubbio, come-.ha,.,faU0>,flU il tea– " tro orientale e occid{}ntq,le, A. nof!<!-rt la « guerra sul nost.ro territori~. J,1mte1;à qua,si « certamente una. rapida qf/.(J,!/SÌ,l!,f/-. 1 . ~µ,;l}adi « quelle offensive, del~e qu~(i,h.a, ~'flfl.Oftr.ato « di possedere la forza e il ~gr,etq,_,,.H,~b/igan– « doci ad abbandonare .la. rJ,ife§a4i)l-!.t~q 41,sa– « liente del Veneto e del, co1Jf!TM. ,QTM'f!:tql.,e. ~ « bisogna essere preparati ~nt/uk,1 Q.i qin,tafche « rovescio, e in tutti· i casir.a.;S!!.OfJ!ìç,i--,J.1n1gpi ,e « grandi. Queste previsiopj,,,_è ,ben i:ihllt,S.1eno « ten uLe presenti da tutbi g\: it.é;!.liUcJ!iÌJ< • ,U 1 l,fgµeç– " ra, in cui l'esercito. italiatto 11i,f)<Hìlii;!,s$!ìd:Jt1~l– ,, che vitt.orìa, ançhe assa,i,,brilla.o~,. 01~ gli .., alleati dell'Halia andassei>o, _,a,rotoli, velli– " cherebbe i) nostro aJ!lnr jil,l'OJlfJQt.iJW.j!iliare, « ma ci condurrebbe a rovi1111E,"<lJlli½&1J~rr,11-, in ~•r,ui l'Italia, sia pure P.~ff~end9i: IW ,j~ mo– " mento qualche provinci,I:\ 19..&.,.W,qlclle ,k~t.}– " glia, t.enesse impegnatp \JI! !Jli-J~Ql}e.,;Jli 8\1,· " stro-1.edesohi, e facilitasse:, GP.M.s 11!!-a~i,~tocia " finale dell'Intesa sugli altçi._.:S.!lM<'llitihìil1clelje « operazioni militari, med~r--®®v ~lU). 1 d.uq – " bio cliessere fatta. L'Italia 1}ll1..t.ctnJ'ftbh~i1!1/,ll « forza isolala: sarebbe,.el~1JH >JJ.tg · in-yasto « e complesso sistema rnilit,arfu.~•,d.iuJ.9qH1,tico, " nel c1w1legl'in uccessi..pan,iali. lk ~ :if<tto– " re potrebbero essere c@rn:li:i;iou._e,.m1,eces~ayia « alla viUori(I;> finale ciel sistema,,~•9rb 011,. Oggi. noi non abbiamo ..che (;j1hir~t&:ri&i~J'ed– dam(>nl r, ri,c;olntamellLe. qual:r;:Qheoq.Uf!!-Y~mo aIla vi!(i lia del nostro i.f\te1,.veaoo nclla.'Sguerra. f:flso mni. dobbiamo ticooo.sqeite ~e oio.er1;1.– vamo errati. -pensando rheohuGer.m.t1rù&,av,reb– be tentflto l'offen!'iva coAtro .rli n@~ J1..Lr1Primo w'ntn'rp rii 1111n -nnstr,n.a:;iori.e.;rn.a, :Genman-ia ha clon1to Aspctlflre d11e anì1iseJl .lll.ZW: 'lP.COl':i'!.SS!l,– lirri: r ri trova in condi7.io \lli9'di, e fliai.enza1.mi– litarr infìnìtamente srrp-èRio:i:ierari5Q,1relleJ!'(]ella nri1mnrrn fkl 1!H5: e piìr-~che;~Hi'l'm.f)resa di schiaC<Jia:.;.,. ,r.lo nil itare, :.Cata :;u <'..: :-ioiun ri– catto politico: spera che,· di fronte alla prma spinta, il nostro animo si riveli minore di quel– lo del Belgio, della Francia, della Russia, del– la Serbia, della Romania. Spera che un'ondata di viltà ci travolga e ci induca a deporre le armi. Sul Journal de Genève del 19 ottobre, àlla vigilia dell'attuale offensiva, il colonnel1') Fey– ler ha spiegato che anche questa ~uova serie di operazioni militari è imposta allo Stato Jiaggiore tedesco da preocx:upazionipolitiche, più che dalla speranza di un successo deci- sivo. · ,, Sembra --scrive il li'éyler- che l'Impero tedesco, o più esattamènte il suo governo mi– litare, sia giunto all'ora in cui il successo è una continua necessità. Se -questo successo non può essere rercato ohe nelle Alpi, vada per le Alpi. Frattanto, la diplomazia lavorerà, con le sue manovre oscw·e, a cercare la pace. Mentre i suoi comunicati proclamano la vitto– ria, il governo tedesco inonda il mondo di mi– lioni per suscitare ovunque pacifisti compia– centi o bisogn01Si. Il dilemma è facile: o la vittoria appartiene all'esercito tedesco, in questo caso il denaro è inutile per <j:Cq~istar la pace; o la pace deve essere comprata, e al– lora è la vittoria che manca. Quest'ultimo t,er– mine è il buono. Nel caso dell'offensiva contro l'Italia, i tedeschi ragionano così:· se l'o~ra– zione riescis.se i-xiteramente, l'esercito it11Iia– no s'jn,debolirebbe d,opo l'~rcito russo, J manovre ,diRlQmaticheper la paqe sarej>ber facilitate, e ,non resterebbe allora ql}- sc,1ote• eh,! \In solo fr0nt,e, qu~Lloorientale; se, p( la operazione non riesce Qhe per mel4, ne dando cbe una vittoria senZl). i,ndo1t1ani, sen rebbe almeno a mantenere Paccecamento d~ g_opolotedesco: i tedeschi fir~eranno al loro governo una riuova cambiale, e trattanto po– tranno essere tentate altre manQvre diploma- ~ich~ "· ,, . 1 ' La base della tattica tedesca è sempre la stessa : il disprezzo 'per le qualitià morali di qualunque avversario. ~fa $U g,uesto terreno della resistenza morale i tedesclii. come sono rimasti delusi ovunque fìnoTa, così rimarran– no delusi anch1:per l'Italia. Il popolo nostro 'rlon è nè vùe nè stolto,,Que– stfl )wova doloroim, n cui siamo sottomessi, ci .costringerà a fare meglio il nostro esame c'licoscienza. ad essere più seri e meno spen– sierati. a renderci conto della necessità di strin&èrci sempre più indii-Solubilmenteai no– stri Alleati. ad abbandonare una buona volta e per sempre la fì!'imafunesta di una " guerra no,tra " distinta dalla :suerra generale. La crisi di questi giorni, lungi dal depri: me.rei, fai:~vedere anche ai più ciechi che fuo– ri rii una continua. tenare. accanita resisten– za. non r'è salvezzn. Resistere. Resistere ad

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