L'Unità - anno VI - n.25 - 21 giugno 1917

, probl e mi dell a vita italiana. Direttori I ANTONI O DE VITI DE MARCO e GAETANO SAL VEMINl Direzio~ e Amministra zione I l<oma, via Adda, 4. - Abbonam ent o ordin ario an 11uo l.ac 5 per il Re gno, per l'estero Lire: IO Abb onament o snstenitore annu o I ·re 20 ; semestral e: Lire IO; un numero Centesimi IO. Si ;,--.Juc a il giovedì a J.<.OMA - Conto corrente con la posta . Anno VI - N. 25. SOMMARIO. SE R BI A E ALBAN IA . LA R USS IA E LA < S TAMP A > - Un russo. AL LE TRUPPE IN GLESÌ - L. Bissolati . LA P OLON IA PRUSSIANA - O. Skarbek-Tlu – chowski . SE GNI DEI TE M,PI. - Per una pole m ica. ♦ ♦ Premio agli abbonati Gli amici che invier anno ali' Ammirtistrazi o– ne lire f.50 , oltre il pre~zo di abbonamento, riceveranno una cop ia del volume COME SIAMO ANDATI IN LIBIA stu di di Agricola, E. Azimonti , A. Bernini , L. Caetani , C. Colamonico, A. Ghisleri , C. Giret– ti , C. Maranelli, G. Prezzolini, G. Riccbien , A. Rinè, G. Salvemini , V. Simonelli, Un geo– grafo , Uno studioso di storia anti ca, E. Va ina. che la libreri a della Voce vende a L. 3.50. ♦ ♦ LA NOSTRA OPERA può e11ere aiutata : 1• Sottos cri vendo una o più azi oni deU'Unit à., 2- Pr end endo un abb onam ent o sosteni tore an– nu o di lir e 2.0, o 1emestrale di lir e 10; 3" Pr endend o un abbonam ento normal e di !ir e 5 annu e, piutt osto che comprar e ,ett imana per set– timana il giorn ale dal r ive ndit or e; 4° Facend o conou ere !'Un ità al mag gio r numer , possi bile di amici, chi edend ol o in lettu r a nei ca/Ti, nei circ oli, nei pu bbli ci ritr ovi ; 5° In viand o all 'Ammi ni stra zio ne dell'Unit à (Ro– ma, Via Add a, 4), nomi di possi bil i abhonati , per l 'invio di nu meri di saggio . ♦ FATE OGGI quel che potreste fare domani . ♦ Cioè, se il giorna le vi piace e pensate di ab– bonarvi, non tar date a comprare una cartoli– na-vaglia di cinque lir e per l 'i nterno e di di e– ci lir e per l 'estero, e spedit ela all ' .4.mmini– stra zione dell' « Unità », via Adda, 4, - Roma . neo I _Serbia e La Serb ie di Ginevra è stata messa di ma lum o– l'e da lla un ità e ind ipe'noenza dell 'Albani a messa da l nost ro Governo sotto la pr otezion e dell'amici– zia ita liana. No.n ch e esca contro l'It alia in is can – descenze ,più o meno forsenn ate, com' è l'ab itudi– ne dei nost ri nazionalisti quan do parlano di slavi.. Ma la forma m isu rala e, oseremmo dir e, ufficio– sa, lu ngi da l dimin ui re , aum enta il dove re che noi ahb iamo di prend er e in con sideraz ione le os· servazion i de lla Ser bi e e di dir e su di e~e fr anca– me nte la nostra opinione. " La qu estion e d'Alban ia - scriv e la Serbi e - fu regolata, alla Con ferenza di Londra , nei sen ~ so de lle esigenze austro-tedesche». - L'a ffermazi o– ne è esa tta so.ltanto in pa r te. Mflùan do l'A1bania al pr incipe di Wied, l'Eu ropa accettò se nza dub– bio le pretese austr iache, e se il pr in cipe di Wj ed avesse avuto tem•po e non fasse stato quell' idiota, che dimo strò di esse re, l'Albania sa rebb e di venu – ta nei Balcani ocddenta li que l che è la Bulgari a nei Bal ca ni orientali. Ma nel definì re i confini del nuov o Stato, fu tenuto cont o la rgame n te anche deli'inte resse serbo, e lar ghe zon e d i,ler ritori o con– testato, che amministrativamen te avevano appa r – tenuto sino a llora a.ll 'Albani a, furon o lasc iale al– la Serb ia. E qu esto compr omesso fu dovuto a lla op era dell'Ita lia. L a coruferenza di Londr a costi– tuì l'Albani a con te rritor i compatta mente alba· n esi, ceden d o a i vicini tutta la frang ia dei terr i– tori etnicamente misti. Quest a è la verità, e ci du ole che la Serbi e non la riconosca. Quanto allo stato giuridi co internaziona le del– l'ALbania , la Serb ie sa rebbe pr onta a sa lu tare un a vera indip end enza dell'Albania, e pr oclama il principio: " I Balca.ni ai popoli .balcanici». Evi– dentomente, per la Serbie una in.dipende nza alba– n ese p rotetta dall 'Italia non è vera indipende nza . e l'Ita lia, ass umend o, la· protezione dell'Alb ania, contr avviene al p rin cip io suddetto. E noi, che non amiam o cav illare, ri conosciamo che la Serbie h a ragion e. Solamente, crede d wvve– ro la Serb ie, che sa rebb e poss ibile , oggi come og– gi, 'Una vera indi pend enza alba nese? Dat e le con – dizi on i socia li e intellettua li del popol o a lbanese al momento presente, crede possibile la Se,·bie che la vera indipendenza albanes e si reggerebb e un gio rn o so lo, se n on fosse prot ett a da una forz a esterna contro il n az ionalism o greco e contr o il na – zionalismo serbo? Se la Ser bie vor rà di scute re con noi qu esto pro – blema con la stes sa fran chezza amich evole, con cu i noi r ite n iamo de'bba no esse re discuss i fra ita– liani e sla:vi i p roblemi ad ri atici, la Ser bie do – vrebbe dic hiarare senz 'a ltro che nel caso dell'Al· ba nia essa invoca la formula: « I Balca ni ai po– poli ba lcanici» per di re, in form a... diplomati ca, semplicem ent e questo : lasc iate che g reci e erb i se la sbrig hin o cog li al ban es i senza i nterv en ti di terzi inc omodi, sa.Ivo a d azzu ffarsi tra loro n on a pp ena, divi sasi l'Albania , si trova ssero a con– tatto gli lllli cog li altri. La Serbi e, insomma , sebbene in forma mi sura – ta e.... d iplomati ca, fa nella questione a lbanese 2J Gfugno J9J7 Al ba.n ia del nazio nalism o, e di qu ello ,folla peggio ro sp~– cie. E ' una mala,,ttia di tu Ui i pop oli gra ndi e pic– cini. La Po lonia ha i suoi nazionalisti, che vog lio– no non solwmente ri cost it uire · la loro pat ria a unit à e indipendenza, ma anche annettersi la Ru– tenia, la Lituan ia e m 3€a r i.... la Russia. I naz io– n alisti italiani vog liono quel che tutti sa n no. I n az iona listi franc ,isi pretend0110 il Reno. F in anco iJ Belgio h a i s uoi nazi on a listi , che vog liono scen– der giù iìno a •Coblenza. E i nazionalisti sevbi non ha n.no a ncora liberat a la loro patria che già af– filan o le a rmi pe r l'Albania setten trionale. A noi duo le che la Serbi e si renda solida le con q uesta malvagia follì a. Invo care la giustizia per sè e nega rla. ag li altri è gra ve er rore, spec ia lmen– te per i popo li piccoli e sventurati: l'imper ialismo è odi oso nei forti , è ri,:licolo n ei deboli; e jl de– bole che rifiuta agli altri quel diritto che esig-e p er sè, non r iesce a privare del diritt o gli altri , e ,priva sè dell a forza mora le n ecessa ria alla difesa del diritto propr io. ,La Serbie non ignora che non solame nte in It a– lia, ma' in tutt i i pa esi dell'Inte sa, sono tu tt'a ltro che scarsi coloro, i qu ali condanrrano come im pe– rialismo serbo il pr og ramm a della un ificazione nazionale di tutti gli Slavi del Sud. Costo ro so n o, second o il nostro fermi ssi mo par ere, in gr av e er– rore. Non fu im,perialism o piemont ese lo sforzo er oi– co, ,che fece fra il 1849 e il 1850 il Pie monte pe r diven ire ist r~ento del bisogno, che a.veva l'It a– lia di rend ers i ind ipendente dal l'Austria e d:i un i– fica rsi. E come il P iemonte non conquistò l'Ita lia: ma creò le condizioni m ilitari e dip,Jom atlc he per– chè piemont esi e socilia n i, tosc an i e n apo leta n i, sa rdi e veneti si associassero !Lberamente in u n uni co Stato n azioillale, così ogg i la n uova Ser bia non nascere bbe da un a conquista imperia lista, che la anti ca Seribia farebbe dei territori croa ti e sloveni, ma da una libera assoc iaz ione di tutti qu esti rami deHa fam iglia slava m eridionale , .r esa possibi le contr o la volontà tirann ica dei tedesch i e dei magia ri dalla guerr a europea e da lla part e pres a in questa guer ra d alla Serbia. E quegli ital iani , che n on vedono questa verità evide n te, non sann o se non r ipete r e ogg i contro la un ità nazio n ale ju goslava gli stessi so fismi iniqui, con cui sett ant'a nni or sono molti conse ,,vator i inglesi e fr a ncesi combatter on o le « a mbizi oni » del Pi e– mont e, eioè la libert à e l'unH à d' It alia . :via l'It alia nel su o sforzo di liberaz ione e di uni. ficazione ebbe con sè le simpa tie dei più nobili sp iriti de ll'umanità p er chè seppe essere giusta, o meglio perch è in qu ello squ isito senso d ella real – tà, che deve all a sua civ iltà due vo.lte mill en a– ria , et)J)e capir e che la sua causa n on sa rebbe di– venut a simp atica e pote nt e nella coscie nza d ell a um ainità, se non fosse stata ri c<lnosciuta da tutti gli onesti come causa di gius tizia uman a. Che cosa sarebbe stata la sto ria d'Italia nel se– colo XIX, se il Pi emonte a vesse rivolte le sue "a m -

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