L'Unità - anno VI - n.21 - 24 maggio 1917

, ROMA problemi della vita it ll-J7 S Prof. gllùENJO TR ì' . L avini JO EVE 8 Direttori I ANTONIO DE VITI DE MARCO e GAETANO (Xo,ara) ' VERCELLI DitcsloN e Amministrai; ione I Roma, via Adda, 4. - Abbonamento ord inario annuo J...., - .-~· •· ---•--• Abbon.iment o sost enitore annuo L're 20; semestrale Lire IO; un numero Centesimi IO. Si puJ ulica il 1tiovedi a ROMA - Conto corrente con Il posta . Anno VI - N. 2J. SOMMARI O. LA PROPAGANDA ALL'E STERO · L'Unità. h . PMBL R.lifA.JUGOSLAv o - A. de Viti de M arco, LK~-i.,,= -Sdu-tiE , - -- ~ L'AMERI CA E LA PACE EUROPEA . LE DICHIARAZIONI DELLA DELEGAZIONE IN- GLESE ALL 'cAZIONE SOCIALISTA • - G . M on daini. ' I NUOVI FASTI DEGLI ZUCCHERIERI . E. Giretti. La censura - Domande indiscrete - Prima della guerra - Lo scandalo Cortese. . • • Premio agli abbonati Gli amici che invieranno all' Ammir,istrazio– ne lire f.50, oltre il prezzo di abbonamento, riceveranno una copia del volume COME SIAMO ANDATI IN LIBIA studi di Agricola, E. Azimonti, A. Bernini , L. Caetani, C. Colamonico, A. Ghisleri , C. Giret– ti, C. Maranelli, G. Prezzolini, G. Ricchier1, A. Rinè, G. Salvemini, V. Simonelli, Un geo– grafo , Unostudi oso di storia antica , E. Vaina. che la libreria della Voce vende a L. 3.50. • • LA NOSTRA OPERA ruò essere aiu tata : 1• Sott oscriVend o v.na o più azion i dell 'Unit à, 2° Prend endo un abbon amento sostenitore nn– nuo di lir e 20, o semestral e di lir e 10; 3° Pr endendo un abbonam ento normal e 1di Lir e 5 annue , piuttosto che comprar e settima na per set– timan a il giornale dal r ivend it ore; 4° Facendo conoscere l'Unità al maggior numer. r ossibi l e di amici, chiedendo lo in lettu ra nei caff~. nei circoli, nei pubblici ritrovi; 5° I nviando all 'Amministrazione dell'Unità (n o– ma, Via Adda, 4), n omi dt possibili abhonati, prr l'inv io di num eri di saggio. • FATE OGGI quel che 71otreste f are domani. • Cioè, se il giornal e vi 71iacee pensate di ab– bonar vi, non tardate a comprare una cart oli– na-vaglia cm cinqué lir e 71er l' interno e di die– ci lir e per l 'estero , e s71edit ela all' Ammini – stra:ione dell' " Unità», via Adda, i - Roma. 24 Maggio J9J7• La propaganda all'estero l>1m111te le 1'Pce11ti mauifeslnr.ioni giornnlistic hr ùi malcon tento contro cc1·li ùifetu , u11lversal · men te ri conosciuti e d eplorali , della nosl ra po– lllica, le recriminazioni più ,·i\'8.C'isi sono avute 1>er le deficienze d ella pr opa gan da all'est~ro. E n on a torto il Corriere della Saa h a lamental o qtLella mancanza di calore e g rette zza di visione , che distin gue la più parte dei di scorsi dei no– stri uomini politici, a d ifferenza cli quel ehe av· ,·ienP nei discorsi degli Asquith , dei Lloyd Geor· 11e, elci Bl'i and , dei Wilson. 'on a torlo ha de · plorato l'er ror e, che abbiam o commesso, di vo– ler fa re con fortunata testardaggine de.Ila cc n o– stra guerra,, qua lcosa di indi'J)<'ndente e magari cli OfliPOSto alla gu er ra clell'Jn1esa. Non a torto, lia domandato perch è mai l'Ita lia non ha portato n ella guerra, acca nto al contr ibu to id eale delle fl Itre naz ioni nessun contr ibulo propr io, qu as i che non peli.as se proprio a noi nellst nu ova Eu · ropa la tradiz ion e di lib ertà e di giustiz ia inter· nazionale ra!ppr esentata dai n omi d·i !Mazzini , di Garibaldi, di Cavour. E non saremo certo noi a trovar e ingi.u stiflcate 1~ criti che e i rimpianti del Corr iere ciel/a Sera. Solamente, noi vorremmo che i critici dell'ari· dità e del sord omutismo ufficiale ciel nostro Go· , emo n on si fennassero al semplice accerlamen · lr e alla deplorazio ne ciel fatto , ma cercassero di risalire alla ca usa del fatto ste sso , e prendessero lealment e e apertament e posizione di fronte a qu.ella carusa, dall a quale no11 può non der ivare qnel dato effetto. Non v'è du'bbio oh.e la gra nd e maggior anza di q11egl'ilaliani , che vollero la guen a, fo condolln nel ngs11mersi siffatta t'rc mend 1 a responsal:li.Jità rla motivi ideali e morali , i quali coin cido no per · fett. ;1men.te con quellaJ.radizionr ili 1 1:>eJ'lsieroche. iJ ,'aratterizzata dai nomi di ~iazzin i, di Gariholcil, di Ca,·our. Per questa p art e di ita liani la guerra nllttale dell 'Italia do,·e,·a essere sop ratutto una r(11erra d'indipend enza per l'Italia e clie libertà e di !,Z'i11stizia per tutte le n azioni d'Europa. )ln e'è stata nel movimento interventista it a· linn o un a corr ent e, più o meno eRplicltamente imperialista , 11er la quale la gu ena d' Italia d o– \"Cl'a essere sdpralutto una guerr a di conquiste territoriaU: ferme 1·imanendo le riv endic azio ni n~– r,ionali , tr adizionali , contro l'Aus tria , l'It alia dev e e omp ensa rsi in altra direzi one dell e ro nqui ste che il regime triplici sta le promelle, ·a a spes e clell,i fo'rancia e dell'Jn ghllt err a. Lr du e d i,·erse poliUch c esigo no du e diversi tipi cli az ione sull'es tero . La politica ga r ibaldin a 'Pttò _!climosLrarcc;o.l01c d, entu siasmo, e la r!,Z'hezza di visioni ; e ren <'Je poss ibil e la p ropaga nda aJrestero della genero · sità, d el sac rifizio, dell'ero ismo 'italiano. 1, a politi ca imp e riali sla no n conse nte nessuna p1u1,ttga;iùa Ji questo genere. 11 meglio che ~; possa fare, anzi, se si segue una p olitic a. di con– <Juiste a danno di altr i 'popoli europei, è di non fare n essu na propaganda 1-.er non eccitare il so· spetto e l'ostilità dell a 01>inione lflubblica dei paesi alleati. La tattiru mig liore, in questo caso, i• di tenere nasco5te più che sia possibile le trat.– tatil'e diplomatiche , st rappare ai gol'erni alleali le conces~ioni territoriali che si reputano neces– sar ie, e lasciare che i governi allea ti trovino a ~uo tempo ess i il modo di far inghiotti re ai pro– pri paesi i fatti com1,iuti: nisi caste, caute. La. impossibilità cli conciliare il cc sacro egoi– smo " della « nostr a guerra n con le tra.dizi oni g ari'ba ldin e e mazzini ane, risulta chi arame nt e a ll'este ro, non aplpena si sentì un lav oro Q'Ualun• q ue di pirqpaga ncln. Ohiunqu e prenda parte. per es., in In ghil terr a, " una conversazione in u na debating society, o con 'persone , che han qualch e peso sull 'opi ni on e pubb lica ingle se, deve infallantemente - se non rnol fare un lavoro alla rov esc ia - per dere la più parte del suo tem1)0 a dimostrar e che l'Ita– lia non è, e sopratutto non potrà., e non vorrà mai essere ciò che la Yorrebbero i signori del– l'ld ea Na ; ional,. Si 1 11uò ben essere disposti a n on toccare al– l'estero cli q,uestioni oont ro"erse in Italia; ma se in una debaling society si viene a discutere cli Venizelos o dei pr oblemi adriati ci, ci si trova su· bilo cli fronte a questo dilemma: o si d eve tacere, lasciando parlare solo l' ignor anza e la faccia tosta na.zional ista confessa nd osene soli dali; ov– c-el'O si Tisclii a di pa ssa re per dei rillll "!!ilti , t-e, fed eli alla tradizione italiana, ci si accorcia in qualche misw ·a con strnnie r i che dissenta.no dalla tesi nazionali sta ed ufficiale . E cos ì si assiste all 'es tero spesso a questo spet– lacolo: che sono obbligate al sile nzi o person e, le quali fin dall 'ini zio dellA. crisi eur opea furono per l'intervento, e conoscono la vita dei paesi in cui ,·ivono, e 'Possonù esercitarv i lat·ga in fluenz a ; - e "iceversn 1'1Uffic o di far la propaganda il a· liana è affidata a nomini , che a mala pena con o– sco no la lingua del pa ese, e fur ono avversi alla g ueclra fino aU' ultim'O'ra, e se mai av rebbero pr~– ler ito che J'lt a,lia si fosse schi ern ta d all'altra p ar· te, e parlan meg lio d el nemico che della nazi on e alleat,a ch e dovrebb er o illum ina r e sul conto del– l'Ita lia, e nelle discu5.Sioni e nelle conversazioni J)aiono non avere altro mandato se n on quello di convertire gli am ici in n emici ~ •

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