L'Unità - anno IV - n.22 - 28 maggio 1915

, problemi della vita italiana. ~i pubbli ca il Venerdl in Fire nze - Dir ettore GAETA N O SAL VEMINI -- Dir<tione e Ammi nistra.ion e r Lung arno Vespucci 12' - Abbona ment o annuo ordinar io Lire 5 per il R egoo e per i paesi italiani dcli'Austr ia e della Svizzera; per l'es tero Lire: 7,50 - Abbon amento sosten itore:Lire 20 annue - Un num ero Cente simi 10 - Conto corr ente con la po~ta Anno IV - N. 22 - 28 Maggio 1915. S0:\1MAR10: Oportel sluduiase, L' UNITÀ. - Quel cbe dobbiamo otteoere, L. PARllE GGIJ\Nt. - Austria e Germania, G. AN SAI.DO . - Le garenzie della futura pace, OnS ER VliR. - 11comitato Uoreatino della " Leonardo da Vinci ,, a Balwrano. Oportet stuciuisse. No n possiamo coutimum: a pr sarf' il pro t' il contro, 11 criticare, a polcmizza rt, Il fare opera di coltura t1 lunga scnde11za, mentre tutte fr /orr.,,ede/!11 patria devono ~s– sere concc11trate tu! rm fine solo immediato : agire, vincere. A lcuni dei pi1t attivi collaboratori uostri aspettano con i mpazt ·enza di tJ 'Serr chiamati a11ch' fssi al servizio milita u ; altri sono as– sorbiti dalle opere di assùtenza civile rese necessarie dalla guerra; 11rssu110 St. unte !11 cnpa cità di Hrivt rt ogni settÙl(IIJJa, con regnlartt, i mr:ccaui ca, uu intero giornnle, fin– chè non si_n supaata vi1toriosa111enlf questa definiti va prova della nostrn rui stenzn na– zionale . Quelli fra noi, cht avram 10 rii tani.o in tanto qualcosa da dire, lo dira nno sulla Voce politica del Prezzo/in-i ; su q11alchr giornale quotidia no. Non apprn a la utilùà di un si– stema tico lavoro di discussione concreta si rip rtse ntrrtì, magari prima della .fin,· del/ti /{UN ra, vedremo st sarti il caso di rip ren- dere il nostro vac hio lavoro. L ' U:-- 1TÀ. Qùel che dobbiamo ottenere. Ad orient e d'Ita lia, anche se si conta no solo il Tr entino, Tri este co l Litora le e parte de ll' Istria , vi è quas i un milione e mezzo d'ab itanti - gente che in grande rnag~io– ranza aspi ra ad unirsi a noi e liberarsi da,un gove rno cocc iutamente persecuto re ; mentre ad occidente non vi è, nella Co rsica e nel Nizzardo , se non mezzo milione o poco più di popo lazione, di origine be nsl ital iana, ma ch e non ba bisogno di esser liberata: tan t'è vero, che nessuno ha mai sinora !>Cntito par– lare di irredentismo cor:-:o e nizzardo . Olt re a ciò, il valore intriseco delle ter re itaUane sogge tte all'A ustria è tale che è ne– cessar io e urgente per noi cogliere la pre– sente occas ione per sciogl iere una buona volta questo prob lema. Il T rentino. Il Trentino, detto dai tedeschi Tirolo me– ridionale, è paese totalmente italil!no geo-– graficamente ed etno graficamente, e per lin · gua e senti menti . Posto tutto al di qua de lle Alpi, nel versante italia no, è in sostanza l'a lto bacino dell'Adi ge, a cui va aggiunt:1 la parte superiore de i bacini del Chie se, de l Min– cio (Sarca) e de l Brenta. È impo rtant issimo m ilitarme nte il fatto che siano in man o dell'Austri a le teste di valli di mo lti fiumi ch e scendono nel Veneto o in Lombardia , cosi che viene ad essere in possess o dell'Austr ia - e in condizi oni per essa vanta ggiosi ssim e - l'in gresso di molti corridoi che port ano dir ettam ente in casa no stra. Ricordiamo, verso la Lombard ia, la Val Giudicaria o alta valle del Chiese, e la Valle de l Sarca, continuata dalla costa oc– cid entale del Garda, a cui si scende anche per valloni minori. Da!la parte del Veneto, la riva orienta le del Gard a, la Val Lagarina o dell'Adi '1'e 1 l'a lta valle dell'Asti co 1 que lla del Brent a o val Sugana , e del suo affiuente Cismon (con altri minori sub affluenti) e le valli di alcuni affiuenti del Piav e, fra cui ricorderemo il Cordevole e il Boite. Di tutt e qu este valli l'Au stri a poss iede la parte alta, prot etta quasi sempre alle spalle da alti monti; inolt re, tro vand osi nell' in– terno della curva, ha facilità di po rtare, dalla zona centrale (val d'Adi ge) le forze al con• tine ori ent ale od occ identale quando vuo le, obbli gando gli ital ian i 1 se vog liono difen– de re cont e mporaneamen te le due frontie re, la Vene ta e la Lom barda, a tenere forze dopp ie, data la distan za de lle due region i. I! qu indi in ma no dell'A ustria una regio ne mi– litarm ente formid abile, dove ndo noi risalire i tìanch i dei mon ti per slogg iare il nem ico da pc.sizion i natura lmente forti, for midabi l– mente munit e. Bisogna tuttavia non tacere un fatto; ed la scarsità de lle comun icazioni ferroviarie austriache. Una ferrov ia viene verso il Trentino dal Nord (da Jnnsbruck ), una da est per la sella di Toblach. A Franzensfeste le due ferrovie dive ntano una sola, che scende per le valli de ll'Eisac h e de ll'Adi ge a Trento ed Ala. Da questa al– cun i bracci si partono poi a internarsi nelle valli : una a Est per la Valsugana j tre ad ovest (trascurando brev i tronchi minori ) .e sono que llo de lla val Veno sta, quello delle valli di Non e di Sole e que llo da Rovereto a Riva sul Garda. In sostanza dunque il Trentino comunica con l' Impero per una ferrov ia sola, che, pe r quanto in molti tratti sia, oltre che a doppi o bina rio, ben mun ita di tutto quan to occorr e per il sollecito e comodo carico e scarico di uom ini e di materiale, non può essere suflìciente per il mov imento durante la campagna . · È que sta la circostanza che rende per noi men o temibile il Tre ntino di quanto sembri a prima vista, spec ialm ente ora che l'A ustria non può disporre di grandi forze. Certo il valo re de l Trentino in mano nostra sarebbe ad ogni modo grandi ssimo, e non consist erebbe solo nella parte negati va della mina ccia ail ontanata. L'a(Zgiungere al nostro stato la popolazione italiani ssima de l paese, se non avrebbe grande valore nume– ricam ente , avrebbe già un valo re moral e gran· dissimo. 1''la a ciò si agg iungerebbe il g rnnd e vantag gio di sostituire, alla attuale front iera lunghissima e sinuo sa, diffi cilm <:nte difendi– bil e e rich iedent e grandi spese di fort ifica– zioni, un':iltra più diritta, piì.1 breve , più na• turale, pii1 sicu ra e meno costosa. Ge ograficamente e for se militarment e I' i– deale sarebbe lo spartiacque fra l'Adi ge e 1 1 lnn , tino al Brennero . Ma si verrebbe con ciò ad inclu de re tropp i paesi di popolazione tedesca, creandoc i in casa un irredentismo tedesco - appogg iato e vivificato natur al– mente dag li stati germ an ici confi nanti - che sarebbe causa per noi di irr equietezza, di de – bolezza e di perico li. Un'a ltra linea di confine pili arretrata evi– tante ques ti pericnli pot rebbe essere quella segnata dal grande solco costi tuito dalla Val Veno sta o alta valle dell'Ad ige fino al la confluenza de ll' !sargo, poi dalla vall e di ques to fiume fino alla Rienz, e infine dalla vall e de lla Rienz. Q uesta linea pro tetta a est da lle Alpi Dolom itiche, a ovest dalle catene che scendono da ll'Or tler 1 avrebbe un solo cor – rid oio aperto nel mezzo (val d'Ad ige), che si ca Gino Bianco dovr ebbe protegger e con opere artitìciali (1). L;-1tua coincidenw col confi ne etnico non s:.1- rebbe assoluta : ma ciò non già a nostro danno: perch è non solo com prendt rebbe tutti i paesi italiani, ma passerebbe alq uanto oltr e. Tuttavia conve rrebbe in questo caso non dare peso soverchio alla paura del!' ir rerlen tismo tede~co, considerando che il nu– mero dei tedesc hi inclu si nel nostro terr ito– rio sarebbe di poche miglia ia : nè i I confine idea le per ogni rispetto sarebbe ragg iung ibile mai : e le ragioni della nostra difesa do– vrebbero in questo caso avere il soprav– vento, non potendosi più a sud di queste trovare un'a ltra linea di difesa tolle rabile. Una volta che fosse cong iunto il Tr entino co l resto d' halia, potrebbero ' essere molto migliorate le sue comun icazio ni ferroviarie con la Lombardia (con Brescia per es.) e col Vene to, co n vantaggio grandiss imo della nuova e delle vecch ie regio ni ita liane e de i porti di Ge nova e di Venezia, senza dimen– ticare che la stessa di fesa sarebbe migliora ta anche per effetto di queste medes ime comu – nicazio ni ferroviarie migliori. L'I sonzo. 11 nost ro co nfine di nord-est può conside • rarsi costituito da due parti: una da l passo ,j.i ..,Nlo!lle Croce fino Jtll'alto Isonzo (Alpi Carniche ), l'altra dall'alto Isonzo al ma re. Nella prima non vi sono grandi differenze di condizioni fra noi . e l ~ustr.ia ed è anzi questa la sola parte di confine italo-austriaco che non cont rasti troppo con la geog rafia nè con la etnografia . Corre lungo la cresta prin· cipale delle Alpi Carniche, spartia cque tra i fiumi adriatici e que lli d:.mubiani : benchè, sotto questo rapporto, dal Pontebba occor– rerebb e prot ende re un angolo che comp ren– desse tutto l'al to Fella e passasse per i vali– chi di Saifnit z e di Predii. Le valli de ll'Alto Tagliamen to e del Fella colle loro ferrovie sono un ottimo sussidio , e nei monti circo– stanti hanno un buon appo gg io nella linea di spo;irtiacque in caso di insucces so militare. Ma dove la nostra inf eriorità è assoluta e pericolosis sima è nella seconda sezione, dove gli austriaci hanno in mano tutta la valle dell'I sonzo - ambedue ciò i suoi versant i - app ogg iata dai ria lti del Tri corno e della selva dì Terna va; mentr e noi, die– tro que sto confine geograficamente inesplica – bile e mi litarmen te nullo 1 abbiamo una vasta pianura non dife sa dai fiumi veneti, che sono tutti troppo facilm ente guadabil i. E questa condizione di inferi orità è agg ra• vJta dalla inferiorità ferr oviaria. In sostanza noi abbiamo dir ette a que l confine due sole grandi lin ee (al ma ssimo tre) e l'Austria ne ha non me no di cinque (sen za contar e le sussidiari e). Ino ltre tutti gli impianti lun go le linee e nell e stazioni sono da lla part e auslriaca cu– rat i in modo da servire perfettam ente ai fini milit ari. , È risaputo che le ferrov ie costruit e dall'Imp ero verso questo con fine non mira– vano già ai fini commerciali del porto di Trieste, ma a fini milita ri. Non si è mai (ad esempio ) continu ata la (I) Su ll'Unità del 15 gennaio, noi prese n– tammo un' idea analoga a ques ta del Par meg– giani e quel nostro articolo ci valse le solite insolenze dei soli ti fanatici . Ma nella su a nota dcli' 8 aprile 1915 l'on. Sonni no ha chiesto al– l'Austria per il Tren tino app unto quei " con– fini del regno italico• , di cui noi parla vamo nel g"!nnaio, e cli cui parla il Parmegg i:m i oggi. [g. s.J linea del!' Isonzo per Tarv is ed oltre, perchè troppo ~ott o ai confini, nè !-1 e mal rettif 1• cata, completandola, una Lubiana-K lagenfurt– Sche ifling-Selz tha l-Budweiss -Valle della Mol– dava-Praga , che avrebbe potuto essete vera– ment e vitalis sima per il porto di Trieste. ~a Venezia Giulia. Quan to alla provinc ia detta del Litora le, comp rendente Gorizia, Gradisca, Trieste e l' Istria, è risaputo che la parte occidentale costina è popolata princ ipalissima mente da italiani, la parte interna da sloven i. Sono in tutto poco meno di un milio ne di abitan ti, di cui è difficile stabi lire la ripar– tizione fra le due razze, tenu to conto che le statistiche ufficiali austr iache affidano poco di impa rzia lità. È cer to che a Trieste e neg li altri mag – giori cen tri la massima parte della popo la– zione è italiana di lingua e di sentiment i, non ostan te che gli sforz i uniti deg li slo• veni e del gove rno austr iaco abbiano ten– tato in ogni maniera di snat urarne il carat~ tere. Gli sloveni, d'altra parte, distaccandos i da l– l'Aus tria, non potrebbero passare che con l' Ita– lia o con la Serbia . Nè è possibi le dimezzare la Venezia Giul ia, se non annullando la eco– nomicamen te e militarmente. È questo uno de i casi in cui la minoranza dovreb be adat – tarsi al governo di un popo lo maggiore , purcb è questo le assicu rasse una vita civi le tollerab ile. La importanza militare di Po la per la no– stra sic;.irezza sull'Adriatico non ha bisogno di essere dimo strata: basti ricordare che si trova a soli I 20 km. in linea retta da Vene– zia, a poco più di altrettan ti da Ancona e a meno di 1 oo da lla costa italiana più vi– cina (foci del Po): cosi che io caso di guerra sarebbero tutt'a ltro che faci li le comunica– zioni fra l'Adr iatico me ridionale e Venezia, che resta più. a nord della linea Pola-foci del Po. A ciò s'aggiung a la magnifica con– formazion e 8el por lo, profondaml!nte inter – nat o e protett o dalle isole Brion i 1 cosi che si può dirl o uno dei pH1 sicuri porti mi li– tari de l mondo. La imp ortan za co mmerc iale di Trie ste - che è il porto più . settentri onale de l Medi– terraneo, escluso il Mar Nero, e il, più pros– simo ai paesi germani ci - è tanto grand e, che ognun o sa l}Uanti appetiti siano 3ttratti verso di esso. Ha co mun e con esso il retro terra Fiume 1 che, posto poco più a sud, pot rebbe 1 in mano di un altro stato a noi os.tile , che lo sussidia sse di buon e ferrov ie dirette verso nor d e di tutt i gli altri aiuti del mo vimento commer ciale, di ventare un serio concorrente. I tim ori di coloro che pensano che passando ali' Italia Tri èste po ssa perdere l'import anza sua, sono poco fond ati, perchè l'Au stria non ha fatto per Tri este quant o si dov eva nè più di quel che potr ebb e fare l'Itali a ; nè d'al– tra part e potranno mai le divisioni politi che deviare le correnti comm erciali dal loro sbocco naturale più economico : e ne sono prova i porti di G eno va e di Am sterdam (per tacer e di altri mir.ori) a cui l'esse re in mano de ll' Itali a e dc li' O landa non ha im– pedito lo svilu ppo, an che e pr incip alm ent e come sbocch i della Ge rma nia. Ma questi ti– mori av rebber o qualch e part e di ragione se a no i manca sse Fium e. La città, d'altr a part e, è prevalentemen te itali ana: il diritto quindi

RkJQdWJsaXNoZXIy