L'Unità - anno IV - n.20 - 14 maggio 1915

, problemi della vita italiana. 1059. Sig. Ald.o Andreoli Delle Arti, 8 BOLOG~A ~i pubb lica il Vene rdl in Firen ze - Dire ttore GAETAN O SALVEM INI -- Direzi one e A mmi.ni stra zione : Lun garn o Vespucci 12' -Abbonament o ann uo ord inari o Lire 5 per il Re gnc per i pae si itali ani dell'Austria e della Svizzera ~ per l'e stero Lire 7,50 - Abboname nto soste nitore:Lire: 20 ann ue - Un num er o Centesim i J0 - Con to corren te con la po~ta. Anno IV - N. 20 - 14 Maggio 1915. 50~11\ IAR IO : Il tranello, L'UNITÀ - Ultim e discussioni, L. ~J. H ,\RTMA NN , G. SAL VEl! INJ - Mercantilismo e nazionalità,,G. LuzMTTO - La campagna ptr la Dalmazia, L'UNITÀ- La Dalmazia, G. PREZZOLtNI . IL TRANELLO AtJeggùmdosi a sostenitore della neutralità, il 1 li11istro de/In mala vita sa benissimo di tendere ,m tranello all'opi nione pubblica ita– liana. E i depu tati socialisti ufficiali, che possono .finalment e darsi la soddisfazion e di p roclamarsi apertament e g:"olittiani sulla piat– taforma della neutralità, smmo benissimo di rappresc11t11re la più indegna delle farse. La neutralit à sartbbe stata, forse, possibile, se fino dal primo momento il Governo italiano e la opinio ne pubblica con esso avessero espli– citamente e fermamente dichiarato di volere rima11ere estranti alla contesa attuale, di non afJere nulla da concedere a nesszmo e nulla da desiderare, e se ,zesszma trattativa fosse mai stata iniziala nè colla ([riplice i ntesa 11è cogli 1 mpcri centrali. ,lla questa posizione - analoga a quella asstmla dagli Stati Unùi, dalla Olanda, dalla Sfliz:era, dalla Spagna - 110,ifu presa . Nè fo n. Giolitti 11f alcun. autorefJole organo gio– littiano ne sostenne la necessità. Tutti p ro– clamavano che I' I talia 110,i dofJeva disinte– rrssarsi della crisi : le frasi infelici dell' on. Saland ra sul sacro egoismo e sulle asp ira– :ioni nazionali suscitavano gli applausi di quasi la intera Ca11zera; l' 011. Giolitti in persona p roc/11maflache <(pa recchio» si po– tcc,1,zcouseguire anche grazie alla neutralit1ì. Il ili ùtistero Salandra ,iou sarebbe durato WL giom o solo, se afJesst dichiarato l' assoluto disi11terrssame11to delf ltalitz dalla crisi mon– diale. OisognafJa trattare. Noi non abbiamo ma"iguardato con sover– chio mtusiasmo queste trattative, in cui il nostro paese apparifJa 1w po' ricattatore e un po' ,,u11dicm1u. L' intervento dell' Itali11, secondo noi, e~a voluto. indipe ndentemente da ogni prcoccupa:iont' di acquisti o di per– dite territoriali, dalla triplice necessità : 1° di assicurare la indipnulen:a del paese contro i d11n11idi 1111 pudomi nio austro-germa11ico ,· 20 di impedirt clu il mondo fosSt' prr sempre dnnoraliz-:tato dal trionfo di impr est· brigan– tescht• quali lt- aggressioni della Strbia e del !Je/gio; 30 di contribuire a un nuovo assetto curopto, eh,· sul!t· rovine del/' imperialismo gtr11umico e a spt·st de/I' impu o austro-,m– gflrico, t1ssirnrasse alle nazioni d' Europa ima più larga giu.sti:ia, ima pit't serena r,ita e quindi ww pace pi ti solida e no11-più soffo– cata e rUtl precaria d,11/e pa:::.t' spese mi– litari . Che ,ul partecipare alltz solu:i one di questi gra11diproblemi 11ma11i 1 l' Italia cercasse an– cht la solu:i onr di ,m suo speciale problnna di i11tegra:io11e t di sirn rr::.a na:ionale era legittimo ed era necessario, ma anche st ,zou avl"SS&afJuto da promu OfJt'ft nessun interesse suo special,•, l' Italia avrrbbc dovuto, secondo noi, partuiparc alla gurrm nntigcrmanica : il problema spuiale italiano andava coordi– nato col generali' problema europeo : e sif– fatta coordi11 1zione non poteva aVf/1-·uirc se non in ,m sistema tli politica a11tigermanica. 1 1/tl qm:st' ordine rl' idre, - che escludeva ogni trattati va, e consrntiva di scegliere a nostro agio il momento d' interoenire, e ci avrebbt permtsso anche di non intervenire ,n(li ttl acultau sm:a guerra il vassallaggio tedesco se lt flittnd, della gut rra avessero dimostrato vano sacrifi:io og,ii nostro tentativo di /ibtra:io11c - quest'ordine d' idtt non ebbe fortu na : appariva troppo disinte ressato, troppo ttorico, troppo donrhisciotttsco . lta- liani s'aveva ad essere, non europr:i: se potevamo accomodare i fatti nostri anche se,iza guerra, perchf uscire dalla pace? E il principio dellt tratlatfot fu otcolto: - dagl' Ùtterve11tisti, perchè prroedev,mo che lt offerte della Cermtmia e delf.1/ustria sareb– bero state irrisorie e dal fallimento dt•lle trat– tative sarebbr venuta la 'guerm; - dai 1uu– tralis1.i, pcrchè sprravano che le offerte fossero abbastanza laute : e ad ogni modo quando tutto si rùluce a disrntere su un po' più o ·1m po' meno di chilometri quadrati, c'è sem– pre modo di dichia rarsi soddisfatti qualunque sia la mancia promessa alt' ultima ora. Nelle trattative, il barone illa cchio ha man– dato le cose per le lunghe, ha disputato il terre,io delle concessioni a palmo a palmo, ha messo l' on. Som,ùio ,ul biflio o di ac– cettare proposte puerili o rompere ogni con– f/crsazio11e e dichiarar guerra. 1lla guerra non si potwa dichiarare sen:a prima essersi ac– cordati con la <f ripli ct I 11tesa : occorreva pre– parare il 1111ovo sistema diplomatico, che so– stituisse f antico non appena il Barone 1l1ac– chio, avesse esaurito fino al fondo il sacco dei rifi uti testardi. E quanto più si p rolun– gava la tenacia austriaca, tanto più si restrin– gevano gI' impegni fra l' lt alia e In Triplice Int ua . Eccoci nl momento critico : basta una firma da 1m lato, rm saluto dall' altro, pcrchè il nuovo orientamento i11trr1111zio,iale d' Italia divenga inevitabile. A questo punto interviene la triade Giolitti - JJiiloru- Er..ebergu. E'r– ube rger metil" in circolazione ujficiosa nuove offertt; Bu lo:u le presenta al nostro Governo; Giolitti le trova accettabili; ,ma marmaglia parla11untare giolittiantl bal:a in piedi ai cenni del capobanda e si tiene pronta a tra– Polgcrc il .\li11istero S11/1mdrt1 nella seduta del 20 maggio. Or t: bene cht• nessuno nel paese si illuda - comt· ba,wo i,1taesse a illudersi i depu– tati socialisti ufficiali - sul significato e sui fini di quest' ig,1obilt n11111ovra diplomatico– parla111e11tare. Dato il punto a cui era no giunte le trattative fra l' Italia e la Triplice fntesa, la crisi mini sta it,le e la demoli:io ,ie di tutto il lavoro diplomati co fatto dall' on. Son– nino, significa 110,i più neutralità, ma in– gresso dejìnitivo dell' ltalù1 11elsistema austro– germanico : signijiCII l'i ntervento de/I' Italia ne/111guerrtl " fi111tco dtlf Au stria e della Gcrma11it1,allt1 prima occasione che la per– fidia giolittia 11a noti Jarderti a far 11ascere - come fece nascere trt' mini or sono gf ùui– denti del ;\lanouba e dtl Carthage. Noi non discutiamo il valore delle ultime offau urritorit1li austro-germaniche. Facile ci st1rebbedimostrau che esse, anche dal ri– stretto pun to di vista dl'II' interesse 11a:iol/l1le, non risolvono il p roblema nè della sirnrez:a terrutrt ,,;, dcli' equilibrio 11drintico. B isogna essae agenti austro-tedeschi per 110n vedere ciò. Non di qursto si tratta, come ,ion si tratta ,icanchc di scegliere fra In 11e11tralità imbot– tita del t( parecchio)> tedesco-giolittiano, e la guerra cou 11.1/ustria e la Germania . Si tratta di suglicrt· fra la guerra contro gl' Imperi Centrali fatta dal .ll inistero Sal1111dra,e la guerra contro lt1 'Triplice Intesa fatta da 1m mùiistero di ttdeschi:::.a11ti. L'UNITÀ . Qu elle persone che ricevono il giornale e non intendono abbonarsi sono pregate di volerlo respingere, sen.t1astaccare la fa– sceffa.. eca Gino Bianco ULTIME DISCUSSIONI •-,,; pr,f . ll11rtmmw delf Unfoersità di //i e,rna ci scrive: Stimatis simo sig11or R,dattore, Ancora una volta approfitto della cortese ospitalitù deH' Unilà; e spero che Lei non se ne avrà a male, se io tengo fermo alla mia opinione, aver io cioè tratto le giuste conseguenze dai princìpi concessi da ambedue le parti. Non mi lusingo di poterla per– su::i.dere; e desidero soltanto, che tra noi si venga ad una ((litis conrestat io ))' e nella grande palestra della storia ad una solu– zione pratica dei problemi, che ci in teres– sano, soluzione, che porci senza sacrifici di sangue ai due popoli così ali' italiano come al tedesco, vantaggi duraturi e reciproca conoscenza . Le differenze sorgono sovente non dai princlpi, ma d:d giudizio delle question i di fatto . Lei scrive, che i Corsi non desiderano l' annessione ali' Italia. Io non lo so. La mia esperienza stor ica mi dice, che territori naz ionalmente chiusi, come la Corsica, ri– destand osi, si sentono attra tti da invinci– bile forza verso i loro connaziona li, L' espe– riment o di un plebiscito è purtropp o, date le circo.-;t:mzc attua li, escluso, sebbene la Fr ancia sia una repubblica. Lei sembra rinunziare anche a Tunis i, che 30 :mni fa era ancora per I' ftalia una ferita roven te e dove ancor oggi vivono più italiani, che francesi, e Biserta e ~lalta, che assieme signoreggiano il :\foditcrraneo , Le sembrano meno pericolose di Pola, che nell'Adriati co possiede una pura importanza locale. Considerato esternamente ciò sembra in– conseguente, suggerito forse dall' inconscio desiderio di vedere l' occident e in luce ro– sea, il settentri one nel\' oscurit:\. Questa è però una questione che gli italiani devono sbrigare colla loro propr ia coscienza. Altr imenti sta nno le cose riguard o Trie– ste e l' Istr ia occidenta le. L' amico Rign.ano descrive con calore l'id eologia nazionale, che si è format:l storica mente, i sent iment i di solidari età, che l'inabi le politica del go– verno austr iaco ha accresciuto, sent imenti, che, se sono concepib ili nelle loro origini non possono però resistere al cozzo colla realtà. Poichè rimane il fatto, che la solu– zione di tali ques tioni riflettenti minoranze nazionali non è uovarn, senza che maggio– ranze nazionn.li non ne vengano violentate . L' argomento sociologico di Rignano non mi sembra invece pote r sussistere . Nei tempi moderni, nei quali l'immigrazione dalla campagna nei centr i commerciali ed industriali aumenta sempre più, non è la nazionalit.:\ della citt:ì chiusa, che nel pro– cesso storico tiene il soprav vento, sibben e la nazionalità della popoi:l.zionc campagnola immigrante . Noi tedeschi del\' Austr ia, che, purtroppo, siamo anche troppo espert i in quest ioni nazionali, osserviamo ciò con non poco dolore nel cambiamento, che si svolge in riguardo nazionale nelle città tedesche, chiuse in territorio czeco. Ed in Dalmazia, lo ammettete pur voi, s'è compiuto lo stesso processo. Ed io non credo neanche, che la propcsta di Rignano sia adatta, a far spa– rire le difficoltà della questione ed a scio– gliere il prob lema di Trieste. Come può venir la città divi sa :!ai suo h.intcrLmd, cui è unita economicamente ? Può essa sussi– stere , se ai suoi limiti si elevano le barriere doganali dello Staro 1 E probabi le, che due stat i si sopport ino a vicenda su un ter– ritorio così esiguo ? Tutt e queste sono questioni di facto ; al– trimenti stann o le cose per le 1< considera – ziorU, aggiuntevi d:111' Unità; poichè queste sono qucstion.i di principio. Vi si parla di un' egemonia german ica in Europa; dove esiste quest'egemonia ? L;i Germania dal 1871 in pci ad onta della miglior situazione della sua politica .este ra, non ha mai aspi– rato a conqu iste in Europa e si è acconten – tata del suo possesso nazionale ; mentre l' Inghilt erra. aumentò il suo immenso im– pero coloniale e la Francia se ne creò uno la Germania si è dichiarata soddisfatta col poco che le si è riservato in Africa e nella crisi marocchina ha ceduto . La Germania nel suo amore per lo status quo non è :mdata tanto innanz i da sopprimere, seguendo le idee di Bismarck , colla massima energia tutte le tendenze, che volevano condurre all'unio ne dei paesi tedeschi appartenent i all'Au stria ali' impero germanico? Ma anche oggi essa segue la medesima politica di sobrietà nazion ale, Troppo fa~ cilmente si dime1uica :111' estero che I' im– pero germanico ha offerto ali' Inghilt er ra di rispettare l'in tegrità belga, che la monar– chia austro- ungar ica alla Russia ha assi– curato il rispetto del terr itorio serbo . on sono dunque tcnden1.c conq uistatri ci delle potenze ccn.tr :tli, che han.no cag ionato que– sta guerra, come strana mente molti in buona fede credono :1 1' estero. Riguardo I' ulti– matum alla Serbia si può pensare ciò che si vuole ; che l'Au stria non poteva tolle– rare, che il delitto di Scrajevo venga rico– nosciuto quale concesso dal diritto delle genti, è indiscutib ile. Le cagioni della guerr:1 furono molw più profonde ; giacevano nel panslavismo della Russia e nella tendenza al domini o sul mondo dcli' Inghilterra (1), delle due po– tenze imperia liste, che formano la ma.g– giore amit esi agli stati nazion:lli. La prova., che la Germania non aspira ad aument i territoriali in Europa s:1.r:ìdata alla conclu– sione della pace. Nessuno dubita in Ger– mania della vittor ia finale, però tutte le persone ragionevol i, a.Ile qua li in questo caso appartiene :mche il governo, non vo– gliono saperne di un' annessione del Belgio ; sì, io credo di pater :nnm ettere, che ciò è noto tanto al governo francese che a quello inglese, che furono i prim i a spargere nel inondo la favola delle brame egemon iche germaniche. A mc sembra molto strano , che in I talia si taccia rigu:irdo il procedere dcli' Inghil– terra in Egitto, riguardo i te!"\t:'ltivi eviden ti di approp riarsi il territorio tra l' Egitto e le Indie, riguardo allo stab ilirsi dcli' Inghil– terra avvenuto le settimane scorse sulle isole greche davanti ai Dardanelli , che si taccia riguardo le aspirazion i russe di pren– der possesso di Costantinopo li e dcli' Asia ?ilinore, di render si dipendenti tutti i pic– coli stat i slavi, di voler penetrare fino a.l- (1) Confronta il mio saggio nella. ·•Scientia. .. di Rignano XLI , 3.

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