L'Unità - anno IV - n.14 - 2 aprile 1915

, problemi della vita italiana. '5i pubb lica il Ve nerdì in F irenze - Direttore GAETANO SALVE M INI - Direzione e Amm inistrazione r Lunga rno Vespucci 12 b - Abb onamento annuo ordinari o Lir e 5 per il Rcg:no ~ per i paesi itali ani dcll'Austria e della Svi zzer a ; per l' estero Lire 7,50 - Abbon ame nt o sostenitore Lire 20 annue - Un num ero Ct n tcsimi JO - Cont o corrente con la posta. Anno IV 4 - 2 Aprile 1915. SO~DIJ\RIO: Nlt r.ito di soda, piriti e socialismo. - Le due ipotesi, L. P,\Rm•:CG1,, :-.: R1cc1 11nu . Nitrato di soda, piriti e socialismo. l i nitrato di soda è usato come concime per l' agrico lt ur.3 e come mater ia prima per la fabbricazione dcli' acido nitrico, il quale alla sua volta cost itu isce In base di quasi tutt i gli esplosivi, oltre a serv ire alla pre– parazione dei color:-mli. · La Germani;., prima della guerra, impor- tava il nitrato di soda da Cile, e l'acido nitric o da lla Norv egia, dove aveva· fatto dei gran diosi impian ti utilizzand o le cascate àei fiordi come !orze motrici. Chiusesi queste due fonti di importazi one, la Germania ha cercato di rifornirsi del ni- · trato per mezzo dell' It alia, ::ipprofitt ando del bisogn~ che le indu strie tessil i irnliane hanno delle materie coloranti, di cui la Germ an ia ha ., vuto finora un monopolio incon trastato. Il Governo ted esco .aveva dapprima di– st int o le m:ue rie coloranti in due gruppi : il primo comprendeva l' olio e il sale d'ani – lina, la p:irrmitranilina, il botanaftolo, l'al– fanaftilam in:t, e quaìchc altro prodotto di secondar ia importa nza; e de i prodo tti di questo gruppo ern vietata assoluta mente P c!<!portazionc. li secondo gruppo, molt o più num eroso. comprendev:t tntt e le altre sostanze coloran ti ; e di queste P esporta– zion e non era vietata, ma soltanto limit ata, cioè in modo che non dove sse superare i tr e quarti de i quantita. tivi espo rtati in Tta– li:i. nel 19 13. Dalle tr :nt ative fotte fra i cotoni eri a il Governo germanico, era risu ltato in pcin– cipio che il Gove rno german ico cr·a disposto a concedere l' esportai.ione in It alia di pro– dotti del primo gruppo (proibiti}, purchè l' It alia fosst· a su:1. volta dispos ta a con– cedere I' imporrnz ionc in Germania di un corri sponclc nte qu:i.ntitativo di nitrato di ~od:t. Ed era equo e logico che l~ Germa– nia domand asse di essere reintegrat;i. clal- 1' It alia di quel quamit :n ivo di nitr ato che essa dov eva tog liere alle sue riserve di m:1.– te riali dcstin:1.ti alla prcp:n:1.zione di esplo– sivi, per adibirlo :i.Ila rroduzion e di colori per I' industri:1. iwli an:1.. E i! quantitativo, che l:t Germania chiede,·:11 era app unto quell o necess:1.rio alla preparazione dei co– lorant i richiesti dall' It alia : cioè nella pro– porzione press' a poco di I lf:, di peso di nitr:tto da mnilllars i in Germania 1 per I di colore da mandarsi in It alia. Inoitre il Go, erno german ico si dimo– str ,w a disposto ad :1llargnre i limiti di cspona1ione imposti per il secondo gru ppo Ji prodotti, dirtro compemo di permesso di (:sportazionc aaW 1wli :1.di altri prodotti : polbm c, oli minerali, oli di ricino, ecc. .D:1pprim:, sembrò :1s. ,icur:1.to l' accordo , sebbene il nitrato cost ituisst.: un contrab– bando di guc-rr:-t. )1., praùcamente il_ r~– sult :1.t1..l fu nullo, pcrchè la Germania 1 oltr e al non mandare le sost,,n ze del primo gruppo, •mspcse anche la spt·dizione cli quell e del se.:ondo gruppo . e manifestando il cl.ei ide– rio di :1.ccorJi pitì gene rali. ill\·iò :i Roma un:, speci;1le commis,i r:me che doveva ac– cordar -:-icol 110.!<troGo,·crno. J.a Comm i~"ione germ.1nic:1 cominciò col– i' rlcv are molto le preti:se cirC:\ i quanrirn– ri,·i di nitrato richiesti in cambio . portando il rapporto cb I t , contro uno . :i 25 contro uno dap priPcipio, per poi ridur lo'?'------rbf"' le;· 1:1 della importazione dei coloran ti e finalmente a 10 cont ro uno. df'Ha t·<;portazionc delle pirir i, hanno dato Inoltre essa. richie se, sempre in c=imbio aiuu..- ai tentativi contrnbb:mcl ieri della Ger- dei coloranti, altri prodott i, come pirit i (ne- mania . Quei deputat i, certamente , non sa- cessàr io alla fahbr icazionc dell' acido solfo- pev:mo quel che si facessero. Non vcde- rico). Poi dichiar;. ndo ad. un tratto che il vano al di I:\ dcli' intere sse imm ediato degli nitrato non aveva per css=i alcun intert! sse, elettori proletari e non. proleta ri dei loro richiese rame, :1.llumini o, nikcl, generi ali- collegi elettorali. Questi domandavano che men.tari, ccc. fo, sc facilitata la esportazione delle piriti Alcun i giorni or sono le tratta tive erano e l'arrivo dei colora nt i: ed ecco i depu- a que~to punto: la Germa .n.ia era disposta tat i soci;1\isti a corre r subit o a Roma a a lasci:tr importare in ftalia 350 tonnellate domanda re che i bisog1,i dei loro elett ori <li colorant i dietro compenso di nit rato in fossero soddisfatt i senza pensare ad alt ro. rapporto di 6 a 1, olt re a quant itativo di i\la è appun to· questo non peusarr ad nitro piriti, riso, ccc., viceve rsa il Governo no- I a colpa di quei cl.eputati. Ed è colpa ora mai stro sembra dich iar i cl.i dovere ridurre alla di ogni giorno, che ha fatto di molte orga- metft il mppono suddett o. nizzazioni operaie altretta nte fo11.e inerti e Questa ridt11ionc delle pretese da 25, a cieche di conservazione, di altro non preoc- 15. a 10 , a 6 dimostra la crescente urgt:nza cupate che dcgl' interessi imm edia ti .li pie- di rifornimenti, che si sente in Germania, coli grupp i. sopratutto di materi e esplosive . E in ques to 110npr 11st1rt ad altro che ad E mette nella sua deb ita luce l'o pera di evitare agli elettori del proprio collegio di- quei deputati socialisti, i qua li facendo prcs- s :1.g i imm ediati o procurar benefici immc- sioni sul governo affinchè risolvesse il pro- <liati, sta la rad ice rlel giolitti smo socialist:1. LE DUE IPOTESI L' ipotesi della sconfitta tedesca. Se facci:1.mo I' ipotesi che la Germania sia complcrnmcntc battuta, Tedre mo che di su– perficie e di popobz ionc rliflicilrnente potd diminuir e tan to da passare in seconda linea. A oriente non è possibile che la Ru ssia - anche nel caso più fortunato 'per lei - le possa togliere più della Pru,;sia orienta le e occidentale, con. la Posnan ia e la Slesia orientale, dove sono numer osi gli slav i. Questo am.i è gi:\ troppo : pcrchù essa si tirerebbe in casa tropp i tedesch i e ii cree– rebbe un irr edcntistno tedesco pcggiort: di quello polacco, il qua le ad ogni modo, som– mandosi con quel lo polacco, 1:-t indebo li– reb be anz i che rafTorz:trla ; e specialmente perchè i suoi stess i allt·ati d'ogg i hanno interesse a non ingrand irla troppo per non farne la padron:t cl' Eur opa . J .~~ due affer– maz ioni sembr:111.0 cont raddit orie. ma co– spirano allo stesso fine. Ad ogn i modo, facendo questa ipotesi estr ema. e improba bile e sommando la po– polazione di queste prov incie, si ha : Prussia Orientale 2.o6 ,J. I i 5 » occidentale l.i03 .+i+ Posnania 2.0CJ9.831 Prov. di Brcslau (Slesia) 1.8+1.398 • Oppeln 2.20 7 .981 9.9 16. 59 Suppo s1i - anche se non ammessi unti que sti d::mni 1 le pc-rditc sarebbero, per abitanti, di circa dicci milioni i e per il Ta– lorc dei territori, di un:, regione mineraria e industrinle, la Slcsi:1., di un'altra impor– tnme moralmente e militarmente . la Prus– si:1. propri:1.mentc dcua, e di un.a, la P o– sn:tnia, che lasciercbbc scopcrw la stessa ca– pit:1.lc , poichè il confine Russo la minacce– rcbht: a meno di 200 chilome tri. Per ragioni analoghe a quelle dette per la Russia non è :,mm issibile una grande espansione della fran cia al confine opposto . Facciamo anche qui I' ipotesi massim:1.: A!sazi., <" Lorena P.1latinato Pr o,·. di T reviri • Coblenza ab. 1.87~.oq ,137.085 l.""9. I 3+ i 53-301 E 1rnscura 1:t nd computo l:1 parte del- 1'.\ssin n sinistrn del Reno, in compenso delle prov incie di Trevir i e di Cohlcnza compu– tate int ere, cioè anche per quelle parti chl! non si possono supp orre stacca te se non con ipotesi :lssolut amente impr obab ili. Oltr e a questo, non potendos i metter e in conto nè pc.rditc notevol i per ingr:rnd imcnto del Belgio - che non può asp irar<"e gra ndi allargament i di territorio, se non vuol di– venrnre uno stato prcva lcntcm<:nte tede sco - nè occ.upazion i inglesi, che non possono p:ls– sarc oltr e l'lclgol:rnd e forse qualc m,a dcllc– isole FrisC'ne, bisognerebbe per a111m·ntarc le perdite suppor re che fosse possihile re– sti tui re :1.lla Danim:ur-a lo Sch\1.:swig e \' Hol– ste in, grave d.mno certo per la m11ina gcr– ;n;inirn, che pndcrcbbc il cana le di Kiel. Ma anc he supp osto ciò, e sommando tutte que ste perdite da ogni parte , (le Schlcswig e l' Holstcin hanno 1.621,004 :lb.) si ha un tom ie cb 1~ a 17 milioni di abi tanti . La Gcrm:1nia quindi, :rnche con ques ta ipotè si estrema cd eccessiva, restere bbe un grand e stat o cl.ioltr e 50 milioni cl.iab it ant i e più omogeneo e compa tt o di prima, pcrchè perderebbe appun to i paesi non preva lente– mente o non esclusiva mente tede schi. Se si tien conto che l'Austria (attu :1.lmente 51 milioni) in que-.to c:1so !òlarehbe battuta anch'essa e perderebbe forse assa i più, e che la Francia, che ora ha meno di 40 mi– lioni, non potrebbe aggiung erne che + o 5 al massimo, si vede che la German ia resu •– rebbc ancora il iiecondo st:u o d 1 Europa i-er popolazione; assai dim inuita cC'rt0 militar – mentC', e colpita da una grav issima crisi econo mica; ma tutt' nit ro che finita o schi:1.c– cia ta1 comC' alcuni sogn:1.00. La speranza che la confederazione si di– sgreghi sembra affouo vana. La concord ia di sfo11.i e cl.i intenti in Germania sembra oggi così comple ta, che le reciproche recri– min:l7iOPi, mancando di base, potrebbe ro tutt'al più esser lo sfogo dei primi momenti. ~la la Germ ania colpita dalla sventura non potrebbe ignorare che separandosi si inde– bolirebbe da,·, •cro e si ridurrebbe alla mercè dei suoi nemi ci. Gino Bianco I perkoli di una campagna, G. P1-rnzzo1,1N1. Il popolo tedesco non sembra un popolo da far rivolu1.ioni epiletti che cd inconclu– dent i ; e la fcrfl\a federale, che pare aò al– cuni abbia in sè tant:\ debolezza e molte rag ioni di disun iont~, è invece una forma equilibrata e stabi le che concilia I' unid con I' au tonomia locale. Essa del resto, or – mai millennar ia, è connatur ata per trad i– zione nello spirito germanico, cd ha potut o resistere ad alrre prove · non lievi. Resi– stette :1.i contra sti della rivoluzione reli– giosa ; parve cedere, con l' inde bolimento del!' aut orir:\ centrale e imp eriale, nei trat– tati di Vcstfa lia del 16+8; ma fu un fatto tr:-tnsitori o, t.: dovu to, più che alla violenza dei nemici estern i, a forze disg rega trici in– terne rli cui oggi non si vedono traccie. Riuscì per un momen to a scpararb N :1.po– leonè, ma rli fatto e per forza, non di spi– rito e sen1imcnto, e la separa zione non durò. Oggi il disgr egamcmo ~tella German ia sem br:t più che mai un' utopia. Bisogna an1i c-.amin:-trc I' ipotesi contr,1- ria. Se la German ia sar:\ batt uta, certo sad più battuta, sconq u:1.ssata , e diminu ita l'Austr ia. Se l'Au stria perde delle provin– cie, non s:1.ranno certo que lle tedesche, m:1 Je slave e forse le latine; di modo che nel- I' Aus1ri~1così rimpi cciolita P influenza dtllc pr ovincie teJt!scht.: s:-ir:\ mn omatic:1.mente . :1umentata . Un'Austr ia pii) piccola <' più tede sca avr:\ quin di int crrssc e rendcnza ad appo ggiarsi '-Ctnprc: più all:1. Germania . E cosi 1 sia che l'Au stria resti alle:1ta co– stant e e fc:dclc. sia che :tlla fine (chi potr ebbe c5cluderlo ?) rientri nella confedera zione ger– manica, la Germani:, verr:\ a guadag nare non meno e forse più di quan to perde da altre part i. Sarebbe questo un bene o un malr per noi ? Purchè la German ia non riesc:i ad im– porre il suo incon trasta to rlominio milit:1re cd economico in Europa, credo che noi dob– biamo dc~ider:-tre che non esc:i. d:-illa pre– sente guerra troppo indebolit a. Per non dire di :-thri, il pericolo Russo, oggi !onta no ed ipotetico, può farsi più grave e pros– simo dom :rni in caso di vit tori:1 russa. Piut– tosto che un colosso solo in Europ a ci <·on_ viene che cc ne siano almeno dut: eh<.: si eq uilibrin o e si raffrenino a vicenda . f: vero che potr ebbero anc he collegarsi :1 cl.anno dei minor i : ma un tale pericolo è soh:-into ipotetico : quello invece che ver rebbe da un colosso unico incontra sta to sarebbe cer– tis simo. L' ipotesi della vit toria tcdLSca . Supponiamo che il blocco Austro-Germa – nico vinca. Inevit ab ilmente si avre bbe un. ingra ndi– ment o dei due imperi. Quello Austro-Unga rico certa mente si an– netterebbe, in una forma o nel!' altra, la Serbia e il 1lontencgro, e srnb ilircbb c il suo asso luto dom inio (:mche se non volesse pro– ceder e ad :1.ltre annessioni) nella peni sola B:-tlcanica. Sarebbero certe anche alt re an– nessioni di paesi tolti alla Russia (forse la Podolia, forse anche la Bcssarab ia per sboc– care nel ~lar Nero e isolare la Rumenia , facendone una propria cliente o vassalla). Con un' Austrin-Ung:herin ingrand ita e fatta più pn:potente come vivremmo noi ? Certo, venendo aJ aument:tre in essa e quind i a preva.lere gli lavi, il pericolo Slavo che al– cuni vedono nella Russia ancor lontan:1, I' avremmo alle porte. La lunga lotta dei

RkJQdWJsaXNoZXIy