L'Unità - anno III - n.40 - 25 dicembre 1914

.., , problemi della vita italiana. 5i pubblica il Venerdì: in Fi renze - Diretto re GAETANO SALVEMINI - Di rezion e e A mministra zion e i Lung arno Vespucci J2b - Abbonam ento annuo ordina rio Lire 5 per il R egno e pct i paesi italiani dell 'Austria e della Svizzera; per l'estero Lire 7,50 - Ab bonamento sostenitore Lire 20 ann ue - Un nume ro Cen tesim i J0 - Conto corrente con la po!ta. An no llI - N. 40 - 25 Dicembre 1914. SOMMARiO: Il problema di domani , G. PREZZOLtNI. - Il partilo socialisla e la guura, U. G . MONDOLFO. - li Mlnlslero e Il Paese, L'UNITÀ . - Germania e It alia, D. L1.ovo GE ORG IL - Perfida Albiooe? ETTORE C1ccOTTI, - Artic oli tedeschi di esportazione , Acì1uco 1.A. - Il maggior pericolo. - Campagne diublt ,1le e suolo frationato, E. AzrnONTI . - Dei pericoli della neotra.tltà. Il problema di domani. Se noi vorremo i nostri confini, da Pon– teb6a a Fi11,mc 1 quei confini e/te sol:.·ci as• sz"cttranoco11tro J'invast-0nc a11,stri'acado– vremo pr endere e11tro ;1 do111Ùtt"o '7i1Hano ben 'J.!•attrocènto111ilaslavi-. Come et' condurremo con quest-,: 9u.at – trocc11tomila semi-frat e/# antropotogict· di Oberdan r Noi n'amo certi clic i· g10va11i ::taltl21li· non ,:ntcndono clic 1"/ loro Paese sia con• dotto a compiere sopra gli slavi le gesta c/,c l 1 A1tstria /1,acom/nuto sopra i 700 1 000 t"talttZn•,: del suo ,:.,,,pero. J\Tor.· andremo e prenderemo i 4of'J.ooo sia.vi con la ben f erma rz"solu,:.1011c di garautirc toro tutte le Ubertà c/1,cvogti'amo avere per 11oi·e per i· nostri figli ne-,: nostri paesi italiani. Glt: slavi dovranuo avere P,iena/i'6crtù di stampa, di riwniouc, di scuola. Le loro autouomiC, le loro trad1:21·on1.: saranno ri– spettate. Noi 11011 ci /aremo stnemento delle vendette cl,e, troppo u111auo t pen– sarlo, molli t"taliani fin ora oppressi" spe– reranno di· compiere sotto il nostro do- 11ti?110. L'Italia t u,n paese democrat-ico e libe– rale. Noi abbiamo l'g_diodello sbirro e il disprezzo per la spia 11cl sangue , fin da ba1116itn', fi1t da l'asilo ùtfan ti'lc. No·i non fa remo i· polt'ziotti' contro gli slavi , come non vogliamo ora gli slavi polizi0tt-i con– Iro gli :talttZni·. }l ette nuove terr e clic occuperemo in– nat~i tuit o, sopra tutto : Giust izia. Ag lt· tStt'-uti oppressori: potù:Jesclu: ùn– pcrialt"sli, soffocatori, contro glz: slavi , clic I' u6riacatu,ra della vittona potrebbe sve– g #a.re t1t Italia, i giovau,· 1_"taliaui do– vran1zo opporsi come se si trattass e d,: cosa loro. E qua Je cosa pii, toro del bel nome e della buona /ama d'.ltalia 'I Il che, oltre c/ie gi u,.sto, sentito prof on– damente, credo, dalia gioventù, sana d'lta· lia, sarà anche politi co e 1t#le. Glt" slavi oggi 11011, sono più quelli del 1882 Glt' slavi vanuo acquisia11docoscienza nazionale. E noi avremmo delle lotte ter– ribili e con ri/Jeretusioni di politica estera, e/te i: nostro ùtt eresse evitare, 9ua/ora ci si portasse dz.Versa111e11te. Giuseppe Prezzolin i {da l Popolo ti' llalia) Il partito socialista e la guerra. Gi à altra volta, nel!' Unità del 28 agosto, io esaminai la condotta del Partito socialista di fronte alla guerra. E potei facilmente di• mostrare che la dichiara zione di volere la ,neutralità fatta dal Partito nella prim a metà d'agos to, se aveva servito da buon antidot o contro le mene dei nazionalisti , che avreb– bero voluto spinge re l' Italia a scende re in guer ra accanto ai due im peri cen trali, a\'eva viceve rsa uno scarso valore etico e dottrinale : anzi, per le considera zioni e motivaz ioni, che l'avevan o preceduta e accompa gnata, era la chi:ua negazione d'o gni principio d'inte rna• zionali smo e d'ogni sentim ento di solidari età int ernazionale. Da allora ad oggi, sebbe ne penda no sempre incerte le sorti della glk rrn, le condizioni sono nlquan to muta te. La neutralità dell' Ita– lia ha assunto un di verso significato da quello che aveva allora ; anche nell"opin ione pub • blic:i si è operato qualche mutamento (seb– bene in gran parte , superficiale e fittizio); e il Partito social ista è st:Ho in modo partico~ lare, agitato da un contra sto di sent imenti e di propositi. Ufficialmen te, però, esso è tut• ti,via fedele al procla malo principi o della neutrali t3. Anzi l'att:iccamenlo è di\ •enuto tanto più tenace, quanto più si accentu avano in altri campi e nell e file dei socialisti dis– sidenti le tenden ze ùllervmlis le. Fatta, per altro, eccezione di un tentati vo (non interam ente felice, sebbene fatto col so• lito acume ) di Enrico Leone - che non è, :1d ogn i modo, socialis ta ufficiale - nessuno si è pro\'ato finora a dimostrare por quali ~pecifiche r:igioni sia uti le che, di fron te :1.gl i altri partiti socialisti travolti nella guerra, il Part ito socialista italian o se ne tenga estra- • neo; quale \·antaggio esso possa arrecare per quest3 via, non solo al proletaria to italiano, ma al proletariato anche degli altri paesi e alla caus.'I della solid:triet3 internazionale; in qual modo la neutrali 13 italiana possa con– tribuire o ad affretta re la fine della gue rra o ad as.,icurare le condizioni per una psce avvenire più du re,·ole, e :1 prep:1rare uno st,,to di cose o di anim i da cui sia affrett:tto il trionfo delle aspirazioni prole tarie e soci:tliste. Un esame di questo genere, da un punto di vista ri"oluzionar io intran sigen te, non ap– pare necesrario. Per i socialisti rivoluzionari il socialismo è verbo (inc arnat o sia pure, in Ca rlo Marx e nella dire1.ione de l P:1r1ito) ; e il verbo è eterno: e ciò che è eterno , non è contingen te e non ha bisogno di adattars i agli avvenimenti transitori (siano pur grandi, come l'at tuale con flitto) e chiedere norma ad essi per i propri atteggiamenti. Ed è cosi che il P:irtito socialista, il qu:tle, professando uffici:1lmente la dottr ina del determinismo eco nomico, dovrebbe essere realistico per ec– cellenza io tutt e le sue forme di attivit:'l dot– trinale e pratica, è arri vato invece al punto di asfrarre da ogni reale:\, foorchè da quella della lollt i di classe, la quale è poi d ivenuta anch'es:;a piutto sto una categoria mental e, che non uo fatto o una condizione di r.ui sia neces– sario segu ire le vicende e studiare le possibi li trasformaz ioni. Ad un partito, che si proclama sin c!'ora erede, in nome del proletariato, di tutt o il patrimonio di civiltà che è stato sin qui creato e che esso vuol trasformare, perfeziona re e volge re a finalità nuove ; ad uo parti to che afferma esser la lotta di classe pun to di con– vergenz a di tutta la storia e il proleta riato l'unica forza destinata ad attuare le nuove forme di vita sociale i ad un part ito siffatto 1:1 gue rrd doveva a mio parere, sugge rire ben– :dtro affegg1:1mento : poichè niente di ciò che :tvvien~ nella società può essere estrane o :ti proleiar iato , anche questa guerra - sia pure ess:t un puro conflitto di interessi fra borghesie - rigua rda direttamente il Partilo socialista. lo :l\'rei capit o che si potesse anche giÙngerC ::illa conclusione che fosse nel!' in– reresse e nelle ragioni ideali del Partito so– cialìsta pk>pugnare la neutralità a tutti i co– sti dcli' Italia. 1\J. ).ò dQ\'c..va esser ,i.sul· ; dove\'a 1 a ogni m o, essere accompagnato dalla chiara coscienza o 1blioteca Gino Bianco indicazione di un'azione da compier e, arlinchè .....la guerra fosse circosc ritta e abbr eviata, e p'roducesse i minori danni, e produces se anzi - dopo gli eno rmi dann i - :mche qualc he vantaggio : principa lmente quello di permet– tere una riduzione degli armamenti, e quindi l'app lic.azione delle ricchez ze e delle forze sociali a quelle forme di atti \'ità, dal cui svolgimento si ritiene debba esser maturato l'assetto futuro della società. N~ te di tutto ciò. La neu,trnlità ha sign i– ficato l'assenza, l'in erzia, l'indifferenza. li Partit o social ista non ha trovato altro d~ fare d1 e, la protesta (insulsa perchè inuti le) contro la guerra e contro le ingordigie della bor– ghesia. E con questo ha creduto di esaurire il suo comp ito storico. E la cavillosa insin– cerità di molti riform isti b:1 fornito gli ar• go menti giustificativi alla scimunitaggine degli intransigenti. Perchè si vegga di che portata si:t questa scimunitaggine riferisco la parte sostanziale di un articolo apparso sull.!Aunnli / del 9 di• cembr e, col titolo: Guerra e socialismo. e Questa per noi socialisti ed italiani dovr ebbe essere un'ora solenne di raccoglimento e di preparaz ione: gli cvenli incalzano con spaven – tosa rapidit :\ un fato misterio so ed inesorabi le sembra SO\'f:\Stare alle cose umane e minacciare di sconvolgere, non solo la carta geogr:tfica, ma pure l'etica dei popoli, 11 Quale sarà infatti il futuro destino dei po– poli ? u Sarn nno sempre essi soggetti pnssivi lavo• rati n. libito dei Governi, de lle diplomazi e, o delle teste coronate? • Noi siamo di fronte ali' impreveduto e non dobbiamo appunto lasciarci sorprendere dagli av\•enirnenti. " Il cnpitalismo sar.ì come il mago della Jeg• gendo, incapnce di dominare le forzedn egli (sic) stesso evocate... : il capitalismo lavora alla propria catastrofe, prepara la propria ruina ! " I comunisti di tutti i paesi devono fare la loro toilette rivoluzionaria. • Di fronte :.1lla violenza del militari smo in– ternazionale, che affonda nel sangue ogni idea di morale, di giustizia, di dir itto, noi sentiamo oggi più che mai, di avere un grande compito storico da rnggiunger e. " L'eOicienza morale del socialismo risu lterebbe pressochò nulla se noi non riusciss imo a mobi– lizzare il nostro esercito ed opernrc seri amente, qualora il Governo, senza evidenti provooazioni od aggress ioni da park di altri Stai i, intendesse di uscire dalla neutralit à. • Noi non vogliamo seminare delle illusioni nè lanci:tre vane minaccic: ancorn tutto deve sot– tacere :1lla forza bruta del militar ismo; un cer– chio di ferro ci st ringe, ci attnnaglia, ci opp rime. La realtà ~ assai triste, per noi militi di una idea, che vorrebbe questn realt:\ contra stare distrugg ere. ' u Non tardera nno però gli Stati n piegare vit• time delle loro violenze e de lle loro foMie, ma non tarcler:mno pure i popoli a sentire gli spa– simi della crisi e la necessi t:\ della rivolta; e la rivoha deve essere alimentata di intelligenza, nutri ta di ideali 1 sospin ta da fort i propositi. " 11regime capitalista contiene i germi della propria dissoluzione e questi cataclismi storici - natu rnli all'odiernn societ:\ - rivclnno come l'orgarilsmo umano sia rincora tur bato da di– spnrnti e complessi problemi e quindi ancora difficile da catal ogare in categorie economiche. ,.Siamo entrati in una fase della storia in cui tutte le idee vengono capov c,lte, i partiti per• dono la loro fisonomia. ed i popoli sma rriscono la loro strada; doman i la lotta riprender.\ il suo ritmo normale e noi a,·remo allora - a prezzo di fiumi di sangue- il terreno sg• mbro compleL,mente da questi oni che avrebbero im– pedito il !mo ~orso regolare ... Chi riesce a irarre di qui qua lche indica– zione suJ quid agmd,an per i socialisti, me• rita dav vero un monumento! Badiamo: aon ~.scupefacente che ci sia qualcuno, che scriva, con lanta sicumera, roba cosi sconclusionata; l'enorm it3 è che un parti to dia questa roba come espressione del suo pensiero, senza trovar niente da chiarire , da comm entare, da aggiungere. Occorre che aggiunga subito che se a Sparta si piange, anche a Messene non c'è da star allegri. I gruppi intervent isti, che si sono cre:1ti forse pii1 per la suggestione de l caso Musso– lini, che non per meditata convinzione di 'mo lti aderenti, non sembra no molto pit1 nu– triti di pensi ero di quanto non sia il partito neutra lista ufficiale. Gente che tino ad ieri disprezzò l'irredentismo, ora ne proclama le ragioni ideali e pratiche con paro le che par– rebbero scritte da un nazionalista; gente che dichiarò fino ad ieri di considerare la demo • crazia la forma più raffinata (nel campo del pensiero e delle istituzi oni) di conse rvazione sociale e di sfruttamento borghese, ogg i pro– clam a dovere il proletariat o italiano dare il suo sangue per difendere il patrimonio ideale e le forze della democrazia, rapp resen tala rlal• I' Inghilterr:1 e dalla Fran cia : e tutto ciò, in modo assioma tico, senza nessun raziocinio che spieghi il nuovo atteggiamento mentale, Per i piii la gue rra è solo un 'occasio ne di sfogare la loro irr equietezza. La passione per la gue rra è l'espressione de lla loro fede nel- 1' impreveduto, ne l colpo di fortuna . Que l che ieri era lo scioper o generale, oggi è la guerra : ieri la lotta del proletari:tto contro le borghesie; oggi l'intervento del proleta . riato nel conflitto del le borghesie . E oggi come allora, senz'a ltra visio ne che quella del disordine, dell a convulsione, de l caos, senza nessuna considerazione dei risult ati che è possi bile rnggiungere. Moviamo ci, mand iamo tutto all' ari:1,allarghia mo questa furia de– vastatrice: e poi. ... poi vedrete che qualco s11 di buono ne verrà fuori anche per noi! Fra queste due manife stazioni, solo appa · rentemente opposte, della sua inetti tudine ad intendere e dom inare la realt!l secondo prin– cipi e finalit:ì ~ue ben definite, si dibatte oggi il partil o soc ialista. Un curioso indi zio di questa inellitu• dine l'ho avuta io, non è molto 1 alla Se– zione soci:tlist:t mil:rnese, durant e la discus– sione sulla guer ra. Mentre la discussione si polarizzava tuttll intorno al dilemma dcl– i' interv ento o della neutràlit~ senz:1 nes· suna spera nza di conclu sioni utili, io mi sfor• zai di trascinare l'attenzion e dei compa gni sui resultati che il Partit o avrebbe dovuto cercar di raggiunge re attraverso questa cru– dele crisi. E propo si il ~cgueote ordine del gio rno : La sezione del P. S. I. mentre riaflerma In propria avver sione con– tro I:, guerra e c1 1 ntro il militarism o ; dichiara che la c1uestione dcli' intervento o o meno cieli' Italia nel presen te conflitto non può esser conside ratn nlla stregua del solo v:ln• taggio che ne avrebbe la nazione o il prolcta• rinto italinno; che la neutral ità sino alla fine della guerrn può esser propugnata solo in quanto cssn non pregiudich i la miglior soluzione di quei prob lc• mi la cui permanenza sarebbe causa in a\'ve nire di nuove guerre fra nazioni o m.111terr('bbe ~11- mcno quella tensione fra Stati , da cui il mili– t::1rismo trae occasione ad opp rimere con peso sempre più grave la ,•ita politica ed economica della nazione ; ricorda che fra ta li problemi i p1u essenzia li sono a) <1ut:lli di indole nazionale da c111 traggo no origine le varie :igita7.ioni inedc ntistichc b) In politica doganale che, coll'artificiosa protezio ne pra ticata sin qui in quasi tutti gli Sinti n favore dcli' industria e clell'ae-ricoltura nau onale ~ con

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