L'Unità - anno III - n.24 - 12 giugno 1914

, problemi della vita italiana. 1 o 5 o. Sig. Aldo Aodreoli Belle Arti, 8, Si pubblica il Venerdì in Firenze - Direttore GAETANO SALVEMINI - Direzione e Amministrazione: Lungarno Vespucci J2b -Abbonamento annuo ordinario Lire 5 per il Rceao e per i paesi italiani dell'Austria e della Svizzera; ptr 1' estero Lire 7,50 - Abbonamento sostenitore Lire 20 annue - Un numero Centesimi J0 - Conto corrente con la posta. Anno Ili - N. 24 - 12 Giugno 1914. SOMMAR~smc, e libmlismo, A. GRAZIADEI, - Na:ionalismo ... iotm,uionale, E. GIRETTI. - Le me di Adali,, G. C,,RANO,DOS\'ITO, - Le agitazioni di Sicilia pe, gli zolfi, G. llRUCCOLERI, - Logica protezionista, G. Li;ZZATTO, - Io attua ddla riforma didattica, B. GIULIANO. - Pauala la ftsta ..• - Ptr l'organi:zazione dtUa propaganda anliproltzionista. - Frammt.ntl di vita Udl&na. ~CIALISMO. E LIBERALISMO Ld discussione sugli •"cc/reri avvt1111la alla Camera 111/11 scorsi stllim,mt nuriltrtbbt di ts– :-;e,1riprodotta in uno sjucia/1 opuscolo dilla " Lega anlij>rolt::io,risla ". I discorsi co,rlro lo slro•~i11aggio dtlla " U11io11e .cucclttri ", pro- 111mciali dall'<m. Girelli, daltou Gr<1::iadtì,dal• fon. Rai11tri onortrtbbtro i parlammli dtlle più collt , strit ,ia.cioni d'Europa ; t victvtrsa ~ dtl Mimstro Rava è 1111~– aaglia di scinumilaggi11i, di divagacioni, di so– fisn,i, che 11011 sartbbt sia/a to//eral;;nem7'du ;,, "" par/amen/o di olltntoli. L'on. Gra•ùrdei Ira avuto la buona idta ,ii estmrrt dagli al/i parlammtari ,-,, opuscnlo il suo /11cidi.ssimot strralissimo discorso. E dal– fopuscolo, di cui sp,riamo di olle,urt dall'tw– tort ,m deposito con pru~, ridotti prr gli amici dt//'Unità, stralciamo un passo, che s11perm1do la questione p~rticolar, degli :mcrlwi, dtji11isct e– greginmenlt i rapporti fra la /torio socialista t l!!.1!!!!:;J.!!.L/é_trale sul terreno dtlle questioni do– ganali, prefetto o un abile amministratort>, ma addi– rittura quale una mente superiore. Solo le pro- · spetti ve del la storia cominci<tnO ora a ristai»e lire le debite proporzioni. Dunque, onorevoli colleghi, i socialisti italiani, e.li fronte a un partilo liberale che dopo Cavour non è stato mci liberale veramente, hanno il diritto di sentirsene separati da un abisso. l\fa diversi appaiono i rapporti, qualora si consi– deri la teoria liberale attraverso l'unico uomo politico di genio che :1bbiamo avuto, Cavour, "))pure, all'estero, negli esempi quotidiani. Se noi esaminiamo quale è la dottrina e la pratica liberale in p1esi come la Gtrmania, come I' In– i;hilterra, come la Francia, per non citare che le principali nazioni di Europa, noi vediamo questo; che la dottrina liberale ha in sè la forza per adattarsi alle nuove circostanze, e che il sod:ilismo è appunto un movimento che ha un sicuro avvenire, perchè sa assorbire, integrandola, la parte vitale degli ideali che l'hanno preceduto. r In fondo la dottrina liberale vuolt>, nel campo politico, nel campo economico, nel campo finan– ziario, mettere ogni individuo nP.lle condi~ioni più favorevoli per svolgere la parte migliort!, In un momento in cui il congresso naziona• L listn, giungendo alle ultime conseguenze clelle/""f'iNaz1'onal1'smo proprie premesse antisociali osa dichiarare che •••• accet•r, le dottrine della Chiesa cattolica, ma respinge le dottrine liberali, !la conse'ntito ad un socialista di ripetere e1uello che ebbe a dire altrCvolte in ~ cui queste ~e pote– vano suonare più inattese anche a molti suoi amici politici; e cioè'7he nessuna contraddi• zione esiste, tra la sana dottrina ~be~ meglio, fra quello che è il suo nucleo vitale ed indefinitamente adattabile, e quelli che sono i }?rincipii socialisti. Tanto è vero che nel caso presente siamo qui a sostentre per il problema degli zuccheri una soluzione che è liberale per definizione, in quanto tende a proteggere la libert:\ della grande maggioranza dei consuma– tori e della totalità dei produttori di bietole contro il monopolio di un piccolo gruppo. Certo, se sì considera quello che è stato in ltalin, dopo Cavour, il partito liberale, si com– pr~e come esista una 59qtçaddizione assolutr fra la W:.t1ca e la teoria di e1uesto partito :n ~- Ma ciò dipende appunto dalla circo– stanza che il partito liberale in Italia non h!...!.!!!.L saputo esserlo veramente, dopo Cavour. Non dimentichiamo, onorevoli colleghi, la se– conda incarnuzicne polìtica dell'onorevole Gio– ~omo certo che ha un notevole ~. specialmente ctato il nostro mercato ... (Inttrm– JJiom). Che cosa C';;li ha fotto? I la fatta questa scopetta. Massimo tra i prefetti del Regno, ha capito chC', dopo tutto, gli operai, purchè non abbiano le bombe in tasca e non vogliano far~ le barricatf", pos~ono benissimo, nei limiti della legnlÌt:'1, creare le proprie leghe di resi– stenza; e che lo Stato non deve essere sempre il gendarme n favore dei proprietari e d~gli in– dustriali, ma devt" anche rispettue e far ri– spettare la libertà di organiz:rnzione di tutti gli onesti interessi apertamente confessati. I..'applicnzione di cosi semplici criteri di po– lizia parve allora una rivoluzione. Oggi invece - superota una qualche distanza - un tale o– rientamento appare 111oltorilevante solo in re– lazione al basso punto a cui si era allora giunti. Si capisce dunque come in un p:aese in cui il partito libt'rale rinnt>ga la propria dottrina e fa il contrario di quello che il genio di Cavour predicava, nn uomo come l'onor~vole ~ sia stato giudic:ato non soltanto quale un grande l' n;., C(.,~a veramente strana e ~intomalica è che coloro i qunli in Italia e altrove si fanno i paladini del nazionalismo. coloro che pre– dicano cd incu!cano l'odio dello straniero, co• loro che vogliono mettere la finalità. della patria al disopra elci benessere dei singoli cittadini, e anche fuori e al disopra della na– zione stessa. - i nazionalisti. 111 fondo, sono i servitori cicli' interesse pii1 internazionale che oggi esiste, l'interesse elci fabbricanti di ma- tcriali militari. Oramai, dopo le rivelazioni del dottor Licbknccht al Heichstag tedesco. dopo i pro– cessi che ne sono seguiti. dopo le pubblica• :doni ciel Dclaisi sul patriottismo • clcs pia• qucs blii,clées 1, 11011 e' è piì1 dubbio che esista una strcua colleganza internazionale d' in– teressi fra i fobbricanti\cli armamenti. f.: stato dimostrato che la celebre casa te– desca l(rupp ·ha degli accordi sociali col Crcu– sot francese. È stato dimostrato che la casa l(rupp manteneva un proprio agente di nome Brandt allo scopo cli corrompere i funzionari ciel )linistero della guerra tedesco. È stato di– mostrato (e sono documenti che si possono controllare) che per vie mbteriose i documenti segreti dcllo Stato )laggiore tedesco anda"·ano a finire nei forzieri cli un certo ,·on Dcwitz sotto direttore della casa h:rupp. I~ stato dimostrato che un gran giornale illustrato di Lipsia prcpara,·a. con la collabo– razione dello Stato l\laggiorc tedesco e dei fornitori dei m:ncriali da guerra, un numero speciale per affrettare il ,·oto dei crediti mi– litari, e e1ilindi le nuo\'e commissioni di armi. Il direttore della ~ \\'affen und :\lunitions Fabrik" ,·on Contarci pubblica\'a, nella Post delle diatnbC' dolente contro la Francia e nello stesso tempo ccrca,·a di far pubblicare nei giornali francec;i delle note mquiclanti so– pra le m10,·e m1tragliatric1 francesi, perché a questo modo pro\'OCa\'a sicuramente il ,·oto elci nuo, i credili m1htari tedeschi. L' incluc;tria dei panici è cli\'entata la grande mdustria elci fabbricanti d1 matcnall da guerra. Bisogna creare, a 111term1tten1c stabilite, dei panici 111 tult1 i paesi. perché a questo modo bl1oteca Gino Bianco l delle proprie attività; cioè emancip::trlo da tulle le schiavitl1 che non siano strettamente e na– lur'almente imposte llalla convivenza sociale. 1 ~, bene, quando l' i11c.lustria 1>c" il s.uo stesso sviluppo, come è il caso degli zuccheri, gode 4 di una protezione diventata eccessiva; quando un sindaca•o, gio\•andosi di quest:1 condizione, viola la libertà dei coltivatori della bietola, a cui impone contratti moralm"nte iniqui e viola la libertà di i consumatori, costringendoli ad astenersi dal consumo dello zuccht>ro, od a pa– garlo ad un prezzo esorbitante; io diCo che la I dottrina lib::rale non vuole che lo Stato di. chizri la sua impotenza, ma vuole che restitui• I sca, in nome dC"gli stessi principii liberali, la libertà a queste maggioranze che l'hanno per· duta di fronte alla abile organizzazione cli un pugno di uomini. Noi sorialisti non focciàmO eh: giunger, alle ultime conseguenze, perchè vogli;l.1110 liberar,. h massa dei consumatori e dei produttori, non soltant<" dal particolare monopoiio costituito dal sind2c11to degli zuccheri, ma anc:le dagli altri e pili generali monopoli pri,,ati e.licui oi;!'.givoi non vedete ancora la realtà. internazionalè. .- vt:i.::ne il n:;ul1a10 ~lei nuo, i co11tratti pc,– armamenti, i cui gu~ulasni andranno frater– namente divisi fra i fabbricanti della Tri– plice intesa e quelli della Triplice allc.,.nza. I-lo gi~ detto che c:,istc una stretta colle– ganza commerciale Ira h'.rupp e Schneider. Queste due case, in unione con altre, tra cui la ditta Skoda austriaca. sono associate alle famose officine Putilo!T di Pietroburgo. 1\ questo proposito ricordo che, due anni or sono, trovnnclomi per caso in Francia, lessi in treno un giornale, credo fosse il Malfo, in cui era stampata con lusso di cara.Ltcri tipo– grafici 1111aterribile noti1.ia . La Germania èra riuscita ad assicurarsi attnwcrso alla alleata Italia il segreto di fabbricazione del cannone inventalO dal colonnello francese Deporl ! Ent una cli quelle notizie a sensazione <.lestinatc a sconvolgere la pnce europea e ad ~,ssicurarc. nuo\'e forniture militari. IJopo si venne a sapere che cli \'Cro nella notizia c· era che anche la Hussia a"eva acqui– stato il brevetto cli fobbrica1.ionc elci cannone Dcport e che i nuovi cannoni russi ,·eni\'ano costruendosi nelle officine PutilofT ai eui ta– voli la,·orano gli ingegneri della casa l(rupp lato a lato con quelli della casa Schncider, in buona e cordiale allcaitzà ln Italia le cose vanno come negli altri paesi. Intanto sappinmo che l'altro consor– zio di armnmcnti tedesco, la casa Locwe, a mezzo della • Dcut.schc \\'afTen und l\lunitions Fabrik ~. che è una sua filiale, controlla que– ste varie fabbriçhc cl' anni (dico scilt.:rnto quelle che a mc risultano, ma c'è dcli' altro): nel Belgio la • Fabriquc Nationalc d'Arml.'!.ò de Guerre", in Francia la Compagnie Ano– nyme Francaise pour la F:lbncation dcs Hou• lements à 13illcs •. in Italia la Società )letal– lur~ica Bresciana•· Un' aJtra Socict:-i. dipen– dente dalla l.oc\ \e, la firma h'.òhlcr. ha con• ncssioni strette coll'Austria, coll'Italia, colla Cina, col Giappone, con tutto 11 mondo mtcr– nazionale d1 fahbncant1 eh armi. \"engo ali' Italia. Sono noti gh antichi rap– porti che esi'ite,·ano tra la nC>Stra Terni o la casa. 10:rupp. Ora la Terni è legata fortemente ai can- ticri Orlando e Oclcro, che: hanno rapporti in- timi col tr11st siderurgico italiano, che a ~ua volta è tecaro al tr11.~t tedesco <lt>IJ'acciaio allo scopo di aumentare il prezzo delle rotaie alla nostra Amminislrazione statale delle fcrro\'ie; tanto ciò ò vero che risulta dalla relazione ge– nerale dcli 'azienda statale delle ferrovie che durante l'esercizio 1912-13 noi abbiamo p.1- gato le rolaic in mediti Ho lire la tonnollata, mentre il Governo prussiano ha rifiutato tcstè l'offerta sulla base di 118 marchi. che fanno circa 147 lire. Ma la Tc1~11i, I' Ansaldo e I' Oclero si sono associate. insieme con la casa ingle~e • Vickers Brothcrs" per fondare la fabbrica di arti– glieria • Vickcrs•Tcrni • alla Spezia. C'è poi l'altro gruppo del cantiere Am;aldo di Geno\'a, ehe è stato legato fino a qualche anno fa alla casa Armstrons, la quale ha una succursale a Poauoli fino dal 1885. Ora pare che si sia rotta questa alleanza, ma però s1 dice che la casa Ansaldo abbia fotto un· altra alleanza con la casa francese Schncider elci Creusot. Ora c· è la casa \\'hitchaud di Fiume, C'lll' sta stabilendo un silurificin a Napoli colla • Socict:ì Italiana Fcrramcntn Dc Luca ,, cd in quèsto silurificio si affcrnrn che ci siano !orti intcrrssi di Armstrong. e di Viekers. C'è poi quello a cui ha ;1cccnnato il collega l\'lusalli. il gruppo del cannone DeJX>rt, le cui consegne si dice che si:1no a.s~;ii arretrate, tanto che il Governo sarebbe in dovere di ap– plicare gravi multe. Ora sappiamo che gli uomini più in vista del gruppo del cannone Dcport, costituito dal– !' alleanza della c;1sa Terni con un consorzio cli Ditte picrnontc."si, figurano tra i sottoscrit– tori del ca.pitale pcl nuovo giornale naziona– lista. i! stato fatto il nome dcli' ingegnere Dante Fcrraris di Torino, il qu.:,lc è prccis:1mente a capo del gruppo Dcporl nella sua qualità d1 presidente <!ella • Società I t;lliana per la fab– bricazione di proiettili • e riveste, tra le altrc:. queste cariche: Direttore 1cc11ico delle • Offi– cine già Fratelli DiatL<i"· vicc-prc!-idcnte dell.1 ~ Fiat 11, prcsidenlc dc:llc • Fonderie di acciaio riunite.,, presidente dc:lle • Industrie metallur– giche• di Torino, presidente della • Societ.'1 anonima Gio\'a1mi Cilardini •. presidente della • Lega industriale• di Torino, c;1JX)del grupp0 • Officine napoletane per materiale tramvi,trio e ferroviario•. presiedute dall' on. P. A. Dc Luca. che hanno, cl':.,ccordo colle • Oflicmc Heg:giane ", comperato lo st~lbil11nento , S. O. F. I. A. " di Napoli. Cli affari sono g:li affari. Fintanto che cia– scuno fa I proprii alfari, non c' ò nulla a n– e.lire. '.\la, il fatto del quale noi abbiamo il diritto ed il dQvere cli occupMci, è che questi a!Tari elci nostri 1w1.ionalisti ~ono poi sfrutt.,t, ncJ,!li altri paesi per la causa dei nuovi arma– menti. E <1uanclo noi armiamo, gli altri ar• mano, e quando gli alLri armano noi annia– mo : questa C: la logica inesorabile della gar;l rovinosa degli armamenti. Oggi in lnghillcrra !,i fa ap1>unto una cam pagna in fa\'orc dcli' aumento delle !;l>C!,e ll<t vali, che sono già esageratissime, $<l')tcnendo che 1· Italia si arma anche contro I' lnstul– tcrra. Sanno benissimo i navalic;ti inglC"ìi che J' I 11 ghilterra non avrà mai nulla da temere d.1.ll ,L no5tra floua, pcrchC: anche I nu-,tri p1i1 eccc-,– i.ivi fautori della flotta m1lit.ire potente non potranno mai 1lluders1 eh arri\'arc alla !-.J)CS~ BOLOGNA

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