L'Unità - anno II - n.46 - 14 novembre 1913

408 cioò per merci di consumo anzi chè di lav ora- 1. ..0ne, si renderà più manif esta l'i nferi orità economica del :\1czzogiorno. anche, rispetLO ai proventi doga nali. Si noti questo fatto: nelle ·prin cipali dogane del Nord (Genova, Milano, Venez ia) si impor – tarono nel 1911 merci pc.I valore cli I miliardo e 400 milioni : nelle principa li del Sud (~apo li, Palermo, Cata nia) nemmeno si giunse ai 380 milioni. Ne risult a la proporzione dcli' So % Nazioni e Stato in IV. - L'ora critica. La crisi interna. Che il centra lismo a. u. (o l' Austria, come di solito, men esa tt amente lo chiamano) sia in un parti colare momento di crisi, è orma i frase fatta e ripctut:l dai gazzettie ri dei due mondi. I n realt à, l'impero duali srn si trova a un risvolto, forse decisivo, cert o saliente, della sua storia. La crisi è int erna cd esterna : si ripercuote cioè dal di dentro al di fuori e viceversa, coi consueti rappo rti di interdipendenza, propri ~ tutti i fenomeni individuali e col– lett ivi. Ho accenna to gi;\ al fatt ore essenziale, co– stit uti vo della crisi intern a : il formars i, per le necessità dcli' attu ale modo di produz ione, dei ceti fin"ora mancanti o deficienti in seno alle n:-11jonicosidctte • senza storia • ; donde la lott:l fra questi nuovi ceti e i similari delle nazioni storiche, tu rbat i nel loro mo– nopolio degli uffici delle professioni. nell:l loro superiorit à mate riale e morale. E:- cent ralmente - 1ou a fra borghesie (piccole e medie) dominilt :.1 da ideologie borgh esi (p:ar iottismo, nazionalismo ecc.) ma ha le sue rndici nel proletariat o e non si int ende senza aver l' occhio agli spostamenti di que– sto, sott o il pungolo del regime cap itali stico. Così - ironia de11astoria - il prolet ariato ~ coinvolto e tra scinato in un conflitt o di cui sent e, più di tutt.i gli alt ri ceti, i d,rnni e che soltanto nel!' emancipazione , nella ci– viltà prole taria potrà trovar e l' ambientt– logico risoluti vo. Qual' è l' azione presente del centrali smo di fronte all:i crisi int erna ? Diciamo subito che ess:i è ormai :iss:li men conclud ente~i quanto si creda o possa .1pparire da cer te este riorit à. l;-allito lo sfor,.o germanificat orio (e in via di falliment o anche quello magiariz– zante, di Budap est), il centra lismo - spe– cie il viennese - non sa più trovare un· al– tra dirctti, ·a pro pria, non sa essere, ua le forze in gioco, una for.ta retti linea, int esa .id un fine, come fu quello di Giuseppe II (tcdcschificarc I' imp ero). li centrnlismo oggi non può che sfor.tars i di sfruttare a suo v:intagg io, le disugua li fasi episodiche dei vari conflitti etni ci che si svolgono, sostan- 1ialmente, al di fuori e talvolta cont ro di esso. La fase catastrofica. Senonchè gli sfor.ti riescono sempre meno efficaci per chi li compie e sempre più pe– nosi a coloro che li subiscono. Vedemmo ciò che succede nei p:tcsi di dissidio nazio– nn.lc vero e propr io, dove cioè due o più nazioni si urtan o, spesso inestricabi lmente, sulla stessa zolla. Sono sta ti quelli fin' or:1 i paesi di cuccag n:i per il centra lismo: una cuccagna collocata :issai in alto e che non si tocca senza sbucciars i le mani ; ma il centrn lismo pareva averci fatto il c:illo e, cento volte, in proc into di sdruccio lare, lo si è visto risolleva rsi e vincere il gioco che consiste, essenzialm ente, nel ripart ire le gra– zie naziona li in modo da scont entar tuu c ·te nazioni. F:icilissima cosa in sostan za, poichè i grupp i combatt enti la lotta nazionale sono, di natu ra loro, incontentabil i e aspirano non ad un equo riparto ma alla conserva – zione o alla conq uista della parte del l<>one. Il gioco v.1.dunq ue abbilstanza liscio, fin– chè il conflitto si trova nclb fase che chi:1- mcrci dcli' int oller:inza reciproca; finchè cioè i gruppi combatt enti possono illuder si e illu– dere di schiaccia rsi a vicenda, In questa fase, non sono possibili accordi o alleanze nemmen provvi sorie, e nepp ure automat ico consenso di sfort.i tra le ene rgie anti ccntr a– liste (democratiche, parl.i.mentar i, radi co– borghesi ccc.) che ogni nazione racchiude più o meno vigorose, nel suo seno. Ma qu es~ fase - di cui visse e vive il centra • lismo - non può esse re infini ta. Dacchè i rappo rti tra le nazioni vengono normcg– giati, centr almente, da fatt ori in via di continu o mut:im cnto, qua li sono i fatto ri economici, la lolla nazionale - che è I' efllo• (1) \' cdi LJ,i;td del 4 Luglio, 1° e -z:9 Ago– sto p. p. L' U N I TÀ pel Nord e del 20 % pc! Sud. I'! ben vero che nelle provinc ie alpine e nella Giulia, sono poi le merci si sparpagliano e spandono da ancor:i, perdurando più o meno profondi i di::.livelli economici e civili tra i contcn- pcr tutto; ma intanto quale molteplice atti - denti , nello stadio dcli' intolleranza; il più vità industria le e commerciale, e quali im• favore vole alla conservazione del centra- mcn si benefici a vanta ggio del :0,:ord non ar• lismo. recano quelle importazioni, che - prima di Ma ciò non vuol dire che il centra lismo, esser inviate, a lavorazione completa, nei mer- nella fase in cui è giun to e sono giunte le ca.ti cli consumo del Sud _ hanno creato la- nazioni, possa ca mbiar e il fondo storico ed economi co dei vari dissidi, influire cioè in voro, aiionato opifici, fecondato energie e ca- modo decisivo sulla sorte delle nazioni, con– pitali ? R. D'OR SA. ._ d:mnarne alcune alla morte, condurre altre :i.I trionfo sui c:idavcri d i quelle. Austria-Ungheria. (J) rescenza ideologica di tali fattori - deve mut are anch' essa col mut:ir e di quelli. Ora, I' evoluzione c:ipitalistica ci dice or– mai (vedemmo anc he questo) a note abba– stan za chiare, che nessuna delle nazioni dcli' A. U. è destinata (almen ent ro la cor– nice del nostro orizzon te storico) :i veni re assorbita o schiacci:ita d:i un'a ltra. Po– trann o e dovranno mutare le relazioni reci– proche d i forza : la nazioni assimilatrici do– vran no adattars i a veder atten uata I' assi– mila1jone: ma non per questo saranno loro precl use le vie normali di crescita e di svi– lup po; anzi, la fine di cert i :ittrit i nazionali può, in certi ambienti, allargarle. Non po- 1endo nè uccidere nè mori re, è necessario che ogni nazione finisrn col tro vare la for– mula per vivere accan to ali' altra. Guai al central ismo, il giorno in cui <fll~– sta formula le nazioni la trovera·nno; an– che se, per essa, I' unità statale potesse continuare a sussistere, poichè lo Stato delle nazioni autonome (non dico - arcadica– mente - pacificate) sarebbe la negazione, l'a ntite si dcli' Austria attua le e dovrebbe necessa riamente cader e nel dominio di tutte quelle forze che oggi si debil itano in un~ sterile lotta intes tina ; forze, per eccellenza, borgh esi. Il giorno dcli' accordo fra le borg hesie - anche sul terreno naziona le - è ancora lontano per molte ragioni : non le incalza ancora abba stanza l'organizzazione int erna– zionale proletaria ; inoltre (e ciò int eressa qui specialmente di rilevare) troppo diverse sono tutt ora le fasi che i vari conflitti etn ici attravcrs:i no. Voglio dire che dove il disli– vello economico e civile è troppo accentua to, ivi fioriscono rigogliose le mutu e illusioni cann ibalesche e le mutu e velleità sopraffa.t– tri ci, nutrite dall 'orgog lio cieco dei domi – natori e d:ill'astio livido dei domin:ui ; ivi I' astuzia o il fanati smo di pochi politicant i, può ancora trascinare delle masse ignar e o inebriat e e fare, in definitiva. cosciente mente o no, il gioco e gli interessi del cen trali smo cd anche spesso quelli, immediati se non illum inati, dei grupp i cap italistici più fort i. I.e illusioni assolutistiche del centralismo. Ma via via che il dislivello si colma, il dissidio deve incivilirsi e quindi sboccare in fasi sempre più ostic he e insidiose per il central ismo. Oggi, in Boemia, il co,,jlitto czeco-tcd esco (il più acut o ma insieme il più progredito) è giunt o a un punt o morto. I centrali sti di vista corta (la maggiora nza) possono anche illud ersi di averlo supe rato definitivamente con lo scioglimento della Dieta e la sospensione delle garnnz ie cost i– tuzionali. In realtà, due nazioni. ormai pa– rimenti civili, come i tedeschi e gli ci.echi di Boemia, non si tengono più per le dande dcli' :1ssoluti smo. Dall' acutczz:i della crisi presente, dov rà uscire, e forse più presto di quanto oggi appa ia possibile, o la bor– ghesificazionc in senso democra tico della vecchia Dieta feudal e dissolta (1), o meglio la sua scomparsa definiti va e l:l divisione della Boemia in circoli nazion:ilmente il più possibile omogenei, nelle assemblee dei quali la borghesia czcca e tedesca potrà final– mente sottrar si al dominio rlella feudalità . Ed è a questa soluzione - borghut ma a,11iu tttrolis1a - che il proletariato boemo, se non ha smarrit o la coscienza di sè, de,·e sforzarsi di avvia re l:i crisi premendo sulle sue borghes ie e sul governo. Sciagurata – mente , non tutte le nazioni in lotta , si tro – vano al livello reciproco degli czcchi e te– deschi di Boemia. E in ciò sta ;incora un espediente (forse l' estre mo) del centra lismo nel1a su:i tattica int crn:1. Anche se venisse vinto o diminu ito a Praga, il ccntr :1lismo potrà ancora rivaler si a Lcopol i, 3 Cilli e a Tri este. Il conflitt o polacco-ruteno in Ga– lizia, quello slavo-tedesco e slavo•italiano (1) Dicendo Dieta • feudale• non intendo che anche le borghesie non fossero e non sieno rappr esentat e nelle assemblee provin• ciali : ma il suffragio a curie, complicato con la lotta nai ionale, faceva nella vecchia Dieta boema - per ragioni che qui non posso ncm• men rii\SSumere - arbit:a I' aristocrazia ter– riera. Si fa d'a ltr onde troppo onore al centr a– lismo attribuendog li un sistem:i qualsiasi di politica interna nazionale. Il centrali smo vive più che mai alla giorn :ua, aggrap pat o ai vecchi arne si di gov erno, incapace di rinno var i, tutto pre.~o nella contradizione p:irados sale dei suoi oppo sti terrori. E cc ne accorgiamo spccialmenrc noi qui al surl della monarchia. I due irredentismi. Qui il centrali smo appare ossessionato da due paure contrn dittori c: quell:i vecchia e classic:i, dcli' irredentismo italiano e l' al– tra , più giovane e ora ringagliardi ta, dcl– i' irredenti smo jugos la,•o. E ne esce una mera vigliosa politica nn.zionale che, nella Giulia, consent e (fa\'orita del resto da ll'aspe t– tativa cata strofica separa tista ita lian:1) ai v :1.r i fatt ori dct crmina111il risveglio slavo (1), consente quindi :ili' impulso slavo verso il mare e propr io sulla linea meglio orga niz– zat:i epperò più appetita, di gravitaz ione economica di tutto lo slavismo central e e meridionale, linea che fa capo al porto di Trieste. Invece, a Serajevo, a Lubiana cd ora anche a Spalato, il cent ralismo austriaco, fuorviato o ricattato da qudl o m:igiaro - che imperver sa a Zagab ria - fa precisa– men1e il contrari o : lavo ra per conto suo e lasci:l che .Budape st lavo ri ai danni di quello stesso slavismo del sud che, nella Giulia, contr :1ppone agli italiani. Ciò che il centralismo può fare per gli slavi del sud a Trieste o a Gorizia, è annull :no ad usura, da qun.nto omette o compie a loro danno nei centri vitali della nazion e (Zaga – bria, Serajevo, Lubiana). Risult:ito imman ca– bile : i due impulsi centrifughi, anz ichè eli– dersi, si sommano. Se Trie ste grida « viva Verdi » Lubi ana, nella sera anniversa ria della b:ittag lin. di Lip siil, inneggia a... N.i– poleone; in Bosnia e in Dalmazia la stu– dente sca secondaria appa re così decisament e anti-stata le, che si parla di irreggimen tarla in collegi militarizzati. Rimedio, si capisce, peggiore del male ! E propr io la paura del separati smo jugo– slavo che terrifica Vienna, ora più che mai. Nè a tor to; perchè in realtà, nel sud e ad oriente si annid ano le maggiori incogni te e si adde nsano i più gra vi pericoli al centra- lismo. . Gli antag onismi et nici cui ::tccennai .nel- 1' esordio di questi ar ticoli còmc all' ele– mento più problematico per l' avve nire dcl– i' impero dua lista, non st:inno tanto nei paesi di dissidio nazionale vero e propri o, dove cioè due o più nazioni si urtan o sulla stessa zolla (Boemia, Galizia, Giulia, ecc.) e dove, come vedem mo tcstè, il centrali smo ha ancora molte corde :il suo arco. Il peri– colo più urgente sta nei paesi nazionalmente compa tti o qua si, e nella crescente ripu– gnan za delle giova ni borghesie di quei paesi a continuar e :1 convivere in un nesso st:-itale con la rimanen te Babele A. U. a veder si postergate od ostaco late nel loro sviluppo ,. (1) Ripeto : Couseute e non crea la penetra– zione sla\•a dalle campagne nelle città della Giulia; anzi, la strutt ura demografica delle due stirpi par fatta apposta per dare giusti• ficai ioni al centralismo. Qun.ndo esso empie di contadini sloveni inurbantisi, ferrovie, do– gane, poste. telegrafi, di Trieste. lo fa, certo \·olentieri ; ma, se anche volesse, non trove– rebbe, o pochissimi italiani indigeni da mettere al posto degli slavi. ?\egli impieghi pili alti. gli italiani ~i lagnano - e molte volte con ra– gione - di essere postergati a tedeschi e a slavi, ma vice\·crsa poi, quelli fra loro che en– trano al servizio dello Stato sono segnati a dito e criticati dal radicalismo nazionalista piccolo-borghese, il quale - nella Giulia come in Boemia - dà ormai il la alla tatt ica naiio• nale e cui l' alta borghesia, per opportuni smi elettorali, rlc,·e accordars.1 Tutt o ciò è eletto. non per difendere il centra lismo che dh·enta ogni giorno più scioccamente poliziesco e su– pinam ente reazionario. !\la, d'a ltra parte, può essere ancor piit pericoloso la.sciar correre i falsi retorici che si sono sfogati tcstè in occa– sione dei decreti l·lohenlohe ! Si capisce che, per es. l'i nevitabile Barzini le abbia sballate grosse; ma anche il Gayda, che nel suo libro snll' Austria ha dimostrat o cli aver compreso benissimo il risveglio czeco: scrivendo della Giu lia, non comprende più il risveglio slO\ cno che pure é identico nella genesi economica e negli effetti politici! 1bliote a 1noBianco materiale e morale da lle borghes ie o dalle aristocr:lzie tedesche o magiare. In prima linea frn questi paesi a tendenze secessio– niste o almen o centrifugh e da \ "ienna e da Budap esr, stanno ora i paesi abi tati dagl i sla, ·i del sud (Croazia-Sla,·onia, Ba– nato, Dalma z.ia . Bosnia-Erzegovina, Car– niola, in parte anche Giulia) , paes i spcz.– zettati fra Austria ed Unghe ria ov\'ero te– nuti innaturalment e sospesi fra l'un o e l'altro centr alismo (Bosnia-Erzegov ina), eco– nomica mente depre ssi e sfrutt n.ti (specie la Croazia-Slavon ia dall'o ligarchia magiara, la Bosnia dai latifondi,;ti musulmani) , esaspe– rat i da una miope politica poliziesca (pro– cesso anti serbo di Zag abri a e scandali giu– diz iari susseguenti ; stati d' .lsscdio perio– dici ; elezioni peggio che giolittiane) la qual e, mirand o ad aizzare Zagabria contro Bel– grado (cioè ca u olicismo cont ro ortodossia), Belgrado contro Sernjcvo (ortodoss ia con tro islamismo) (· giunt a invece, morr t11'Strinco, al risultato oppo sto: a colma re I' abisso se– colare fra ser bi e croa ti e a riavvicinare ambedue agli sloveni . L'Ungheria e il e< trialismo n. A questo pun to si affaccia forse il mag– giore ostaco lo contro il qua le urt a, nella crisi presente, l'im pero : se l'Austria fosse soltant o.... Au stria, potrebbe almc n tentare di volgere a suo vanta ggio i pass;iti errori: riunir e la maggior:inza :-issolut:1 degli slavi del sud (1) in un'unità statale nazional– ment e pressoch(' omogenea; costitui re prr loro un magnifico territ orio, fra la Drava e il Tibisco, fra le Alpi ed il ma re, percorso d:1 superbe vie fluviali, serv ito e difeso da una costa meravigl iosa, da porti (i dalmat i– croati) suscettibili del più ampio sviluppo ; soddisfa re così le :i.spirazioni mate riali e mo– rali dei giovani ceti borghesi jugoslavi ; togliere loro ogni voglia di divent are suci– diti dei Karag eorgcvich o dei J>etrovich ; anzi, suscita re nelle borghes ie jugoslave fuori dello Sta10 (Serbia e Monteneg ro) la voglia opposta: quella di riunirsi al maggior blocco naziona le; creare in tal modo I' irredentismo a rovescio; form:1re insomma uno stato il quale, anc he senza la costa giuliana cont esa fra sbvi e italiani e sorvegliat:i dai tedeschi, anche privo, per guadagnare ad esso il con– senso ted esco, di qualche zona slovena nella Stiria e nella Carinzia, av rebbe però in sè le premesse necessar ie per vivere e.... lasciar vivere I' impero attual e for~e molti dece nni ancora. Ecco un piano - dalle lince abba sta nza vastt: - che Vienna potrebbe acca rezzare se non ci fosse Uudapest ! Il • trialismo ,. (così chiamano comunemente e impropria– mente questo piano di tra sformazione della monar chia) , ci()(: il terzo Stato autonomo non può nascere che a spese della vitalità del secondo. 11 trialismo ucciderebbe la co– sidctt n Ungheria, cioè r oligarchia aristo– plut ocratica spad roneggia nte sulle plebi ma– giare, slave, rumene, tedes che. Perduta la Croazia, la Slavon!a, il Banato; esclus,1, definiti va.mente dalla Dalmazia, d:illa Bo– snia, dall' Erzegovina , l'ol igarchia mag iar:i non potre bbe piti resistere di fronte a na– zioni e a ceti coalizzati cont ro di lei ; le ten– denze sepa rati ste dei rumeni , rinfocolate dalla guerr:i b:ilc.1nica, la minnccerebbero, ai i.:onfini orien tali, in Trnn silv.1nia; contadi ni magiari e slovacc hi, angari,u i e sfrutta ti, gli operai organ izzati delle città , la assali– rebbe ro con rinnovato vigore .... si cap isc-e che Budap est si imponga a Vienna e in– sorga minacciosa contro ogni velleità tria – listica. Perciò il tentativo trialistico di cui si pa rla tanto, e spesso (specie nel regno) con assoluta incompeten z.1., appa re prcsso– chè in:itt uabilc. Certo è assurdo imagi– nn.rc che, accanto alP Austria e :ili' Un– gheria, possa sorgere, tout bo1111emc,it, un terzo Stat o. La trasfo rmazione trialistica sarebbe tale, che ne uscirebbe tra sformato l' impero : Il triali smo possibile, si identifi ca dunque col federa lismo. E per giung~re a questo, occorr e che energ ie nncora bam – bine, crescano, si rafforzino e prevalgano. Musica dell' avvenire! li gioco tra V ienna e Budapest . Vicnn:1, non può imporre I' autocastra - 1.ionc :il central ismo magiaro, se non alt ro perchè qucHo ha in mano una delle chiavi ddl:i cassa ; e della cassa più imponantt:: c,uella militare . E :illora, fra i due gruppi dominatori nella monarchia, ~i svolge un gioco bizz.1.rro nel quale si può ri:\ssumcre il fondo dei rapport i austro-un ghe resi del– )' ult imo decennio: Vienna specul:i sul1e de– bolezze di Dudapes t e viceversa : lo sp:rn- (1) Fra croati, !-erbi e sloveni, abitano in A. U. oltre selle milioni e mez;,o: poco oltre tre milioni fuori, Comprendendo fra li jugo– slavi i bulgari (questione contestata ) i fuori dcli' A. t.:. giungono circa allo stesso numero di quelli di dentro .

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