L'Unità - anno II - n.45 - 7 novembre 1913

problemi della vita italiana. Si pubblica il Venerdl in Firenze - Direttore GAETANO SALVE MJN I - Dir ci i~ne e Amminist ; a, ione I Lunga-;no Vespucci 12: - Abbonamento annuo ordinario Lire s:per 11 Re2n0 e per i paesi italiani dctl' Au stria e della Sviz:z:cra; per l'es tero Lire 7,50 - A bbonamcn~o sostenitore Lire 20 annue - Un numero Cente simi :fO - Conto corrente con fa posta • Anno Il - N , 45 - 7 Novembre 1913. S0Mh-'1ARIO: U primo dovere, L'UN ITÀ. - Lo 1pdlro della guerra, G. L - L'on . Colaj.1nni e il dazio sul grano. - Anticlerlc:alismo massonico, PIETRO SuxA. - L'austera virtù, A. D. - Per una riforma dell'ammini strazione militare, S11. 1.RUS , - All' u A:ione socialista,,. - Posta del!' "Unità ,, : la rrpubblica e ii " 11011 e.1-pedil,. - R~1:io11alismo f - Libri ricevuti, IL PRIMO DOVERE La nuova Cameraeompreuderl, 1111 1 0/lantina di dep111a1i socialisli, pit, del doppio cioi di quanti ne coniasse la Camera p11ssata. È ,m gruppo for midabile, che, ;,, mez.z.oad 110111i11i senz.a idee e swz.a fede, in mez.z.o a parliti disorga11iz.z.a1i privi di ogni coulallocol paese, potrli tJerciJare mi'a{io11edecisiva e profonda– menle innovatrice, pttrchi si tenga. /onla110da– gli errori, che negli 11/Jimi mmi hanno tolal- 111e 1/e parali{Zalo l' al/ivi/i, · parlamen/are del Partito ScJciaUsta. Il perù:olo maggiore, chesi ma11ifeslerltJ,11dai primi parsi i q11ello di ricadere nella. fisima di ricostiluire /',miti! dell'Es/rema Sinistra e di riprendere gli amori palesi od occ11ltico111'011.Gi<>lill. L'Estrema Sinistra e ormai morta e sepolta da 1111 peno: i 60 o 70 radicali, lolto q11alche solitario, son dei co11servatori dellapi,i be/l'a– cqua; i repubblicani, 111e,,i.; uno o due, souo ... qutl che sono. Bisogna d,mque che i socialisti si considerino come i roli rappresc.11/autidella 1/emocrazJa, seula110 la responsabilitl, di que– sta loro·posiz..ione, e rinuncino a qmlla strana commedia che dura ormai da tre mmi di considerarel'appoggio a G-iolinicome una tit– cessitlz.per evitare cll egli cada iu bracciodei conserva/ori, nello stessomodo che i conserva– tori dicono di volar prr lui pu timor'e dei Jocialisli. Riformisli di deslrn e di sitJislra hanno ili q11eslo argomwlo delle colpe gravi da farsi perdonare; ma l, sperabile rhe la sit11az.io11e nuova e la nuova cvmpngnia da cui son cir– co11da1i li spiuga110 ad uscire dalla via dri compromessie dei sotJili accorgimtnti parla– mw /r.ri . Quello che oggi urge sopra/11110 è di restiluire 11.n po' di sinceritlz alla vila polilica, e di tomballere sm:;:_aquartiere chi i il piri grave ostacolo di ogni lotta sincera,-e l'occa– sio11e per la prima ballaglia è ojferla s11bilo dai meJodi delittuosi con cui il governo ha a/h,a/o i111111,1a parte d'Italia il primo espe– rimw lo del s11jfragio allargalo. S11t1111i i reati comme..ssi dagli agenti del governo 11d periodo del/orale il gruppo od i grnppi socialisti devono impegnarsi in 1111a batlaglia decisiva che dimosJri la. loro fe rma inte11z.io11e d' i11i~Jare 1111 nuovo periodo della storia. parlamw k1re; ma per questa ballaglia essi devonoprepararsi fin d'ora con In cono• scmz.a direi/a dt.i falli, che si puO acquistare soltanto ml luogo in cui furono commessi. DevonoperciOmandare al piti presto 1111a r p– prese11ta11z.a dei loro uomini pili-autorevoli a cotultu-re zm' inchiesla severa e spassionata nelle regioni dove pizi violwlemwle fu impe– dila la ma11ifeslazio11tdella vo/o11/i, popolare, e sopratlut/o nei Collegi pugliesi. L'Unit à. Lo spettro della guerra. La batt aglia più form idabi le che dovranno affrontar e i rappresenta nti sinttri della de– mocrazia nelb nuova Camera ita liana sarà que lla delle nuove spese per gli arm ame nti, nella quale si trovera nno soli a combattere con tro l:i. grand issima maggiora nza dei de– putat i, fatta forte da gli esempi . della Fr an – cia, della Germania e dell'A ustria, e ricor– rente ai soliti argomenti della 11eussità sto– rica e del -premio di assicura·dotte contro il pe ricolo sempre immin ent e di un a rov inosa guerra europ ea . 11 Surra h:1già messo in luce e lar gamen te docu men tato da qu ali interessi. nazion ali e inr erna1.iona li, sia ispi rat a in tutti i grandi St1ti d'Eur opa la c1mpagna per i sempre magg iori armam enti. i\l:t alla dimostrazione document ata dC'i mezzi a cui ricorrono i grandi fabbr ica nti di ar mi e di corazze per ottener nu ove commi ssion i dagli Stati euro– pei si può sempre obb iettare, dt1i fautori dc li(" sprsc militari, che in que sto caso I' in– teresse di pochi cap itali sti coinc ide col gr:rnde intere sse pubblico, pcrc hè spinge le nazion i a premun irsi contr o l'e stre ma iattura. Non bas ta dunque <limostr arc cht: le enormi spese• militar i, a cui si sott opo ngono i mag giori Stati d' Europa, son pro\ ·oca te dalla ca m– pagna abili ssima di pochi privati con la comp licir:ì d i :1lcuni grandi giorna li e di alcuni uomini politi ci ; bisogn a an che pro– vare eh' esse sod disfanno .foll,mto a quegli interessi privati , e che il p reu~so perico lo naziona le, lo spettro dell a gucrr:1 europe a, è or mai insussistent e o per lo meno C:: cosi poco probab ile da non giust ificare un pre– mio di nssic11r11=io11e, che assorb:1 circa una metà de lle pubb liche ent rate. Lt inutilità della gue rra. La dim ostr azione è sta ta tentata - son gi,ì più di tr e anni - nel libro di\ ·enuto pre– sto famoso del ~ ormann .\ nge ll, che C:: stato l:trga ment e discusso, ma non mai confu– tato in maniera vittorio sa: chè non pos– sono prendersi per confutazioni gli schern i e le contumel ie con cui gli scri ttori n:izio– nali sti han tentato di sva lut are i ragiona– menti obbiett ivi e profondamente suggest ivi dello scritt ore inglese. 11 N. A., com 'è not o, non è un pac ifista nel senso comune della parola : egli non crede ali' utilit à della propaga nda evange– lica per la p:tce, non invoca i principi de lla giustizia e della solid :uietà umana ; ma si limita a mettere in luce l'ass urdità de1la corsa febbri le agli armament i e della prepa – raz ione affannosa della guerra, dim ostr.:10do che tutto que sto è perfettamente inutile da l punt o di vista econo mico ed è in con– traddizione strid ente con le cond izion i real i della società moderna . Noi non seguiremo il N. A. nei cap itoli intere ssa nti ssimi che egli dedi ca :1 comb at– tere l'i llusione dclP utilit à delle con quiste colon iali e dell' :1iutò che le grand i forze na– \0ali possano dare allo sviluppo del com– mercio mar itt imo : non ci tratt erremo nep – pure :1d esamina re con lui i rapport i fra la potenza milit are e territ oriale e lo S\'Ìluppo economico; lasceremo da par te tutt o Io studio psicologico sulla tra sforma zione della natura uman a diventa ta neg li ulti mi secoli sempr e meno bellicosa ; e ci limiter emo inv ece alr esa me di un pun to solo, che ci sembra asso lut amente fond amenrnlc: l' esislcn:a nei grat1di Stati moderni di Jor-..e ,rnot•e tamo preponderanti d" poter impedire lo scoppio di tma guerra rovinosa. La solidarietà economica in– terna ziona le. Con buona pace dei naz ionalisti, vi son dei fatti della vita economica contem p<:r ranea che son più forti di qualunque resi- e Gino Bianco stenza dei gruppi intere ssati al m~mreni– ment o di uno stat o di cose or mai super ato dai temp i. l naziona listi possono im prec ar quant o vogliono contro l' internaziona lismo dei ban ch ieri, dei grandi com merci anti, de– gli operai ; possono spolverare e rimette re a nuovo i vieti argo menti deg li ant isemi ti france si. possono allears i ai clerica li per ::tr– restare la m:i.rcia del socialismo internazio– nale; posso no sognare un nazi ona lismo ec<:r \ nornico, come base e punte llo del nazio na– lismo politi co; ma tutti i loro sforz i non l'!,1scir. ,nno a frenar e la tendenza irr è:si– stibil e dei cap itali, delle merci, della mano d'opera ad abb attere le barr iere naz iona li e a•diveni re di giorno in giorno più cosmo– .polit iche. Per riu scire nel loro int ento bi– sogne rebbe che i devoti del nazionalismo · se la prende ssero non con gli uomini che non vogl iono intendere il loro verbo, ma con le ferrovie, coi gra ndi tr afor i, col va pore, col tele gra fo, col telefon6, con tutt e que lle nuove forme di com unicaz ione rapid issima, che han molt iplicato in pochi decenni i rapport i d'ogn i genere fra paesi lontani. Quand' anc he si potesse concep ire come pos– sibile - ed è ormai un assurdo - la chiu – sura compl eta del merca to n:i.zionale :i.i pro– dotti cd alla mano d' ope ra stran iera, non si riuscirà mai ad impedire i t rasporti del cap ita le da un paese all' altro,.. nelle forme moltep lici del credit o, e b mutua di– pendenza dei grand i merc:1ti fina nziar i, che sono ormai il cen tr o motore di tutra la vira economica delle grand i nazioni. I rapporti reciproci e la mut ua dip en– denza dei mercati finanziari sono oggi arri – vat i a tal punto che un pani co nella borsa di Nuova York determ ina immediatamente una pert urb .1zione fìnun1.iaria e comm er– ciale a Londra, cd obbligano i finanzieri di Londra a cooperare con quelli di New Yor k per condurre alla fine della crisi, non per un semimen.to di altrui smo, ma per una ne– cessità del1~1 loro dife sa com mer ciale. La complessità dell a finanza modern a fa di– pender e New York d:1 Londra, Lond ra da Parigi, Par igi da Berlino, in una misura sen– za esemp io nella storia di tutti i tempi. Sotto I' influen za di que sti rapporti reci– proci del cap ita le cosmopolita anche I' in– du stri a ha com inciat o a perd ere il suo ca– rattere nazionale per assu mere un cara ttere semp re più int ernaz iona le. Sare bbe uno studi o int eressante, che vor– remmo cons igliare a qu alcuno dei nostri nazionalisti -protez ion isti, il vedere qu ant e :tzioni delle nostre grandi indu stri e pro – tette si:tno in mano di cap irnlisti france si, tedeschi, svizzeri, belgi o inglesi o delle grandi ba nche cost ituit econ cap itali strani eri. Nei maggio ri St:u i d' Eu rop:1 si son co– stituit e negli ultimi anni delle socie t:\ po– tenti ssime con decine e decine di milioni di capitali, le qu:i li si propongono soh:tnto di proge tt are e di lanc iare delle impre se in– du str iali in qualunque paese del mond o e di forni rle dei cap itali nece ssa rì almen o per il loro inizio. Tutto que sto na tu ralm ente ha crea to una solidarietà finan ziaria internazional e, che è in aumen to cont inuo. Questa solidar ietà ma– terialistica potrà disp iacere anc he a molt i, che non dividono tutte le utop ie naz.iona– lisriche, ma non :1mano una raie ingerenza dei banchieri stra nieri negli affar i int erni del proprio Sta to; ma non è per questo un fatto meno reale e ineluttabile. Nei tempi passa ti - e non molto lon tnni - la crisi econom ica di un grande Stato era accolta con gioia dai p:iesi riva li, che si affrettavano a rit r:trne il proprio v:mtagg io. Ogg i invece la not izia di una crisi finanziaria di un pae se lon t:tno, è ac– co lt a con lo stesso terrore della noti1.ia di un ciclone che da l luogo di origine si pro– paga con rapidità --~paven tosa ai paes i vi- cini e lontani. I.' ultima gr:ind e crisi economi ca, mani– festa tasi nel 1907 in forma gravis sima negli Stari Uniti ed in Germania , non ha profir– c:1to ai rivali. Tutt'al contrar io i paesi con– cor renti , I ngh ilre rra e Francia, ne han ri– senti to le conseg uenze dolorose. i\fo fintanto che non si possa arr iva re all'assu rdo della piena chiusura dei incr ea ti na zionali - e, ripetiamo, la t endenza reale è perfetta mente I' oppost:t - alla solidar ietà fìnanz.iaria si agg iunge ogn i giorno più la s<:r lida rictà comm erciale. Ogni Stat o produt– tore non è soltanto il conco rr ente ma anc he il cliente degli Stati riva li ; e I' impO\·eri– men to dcli' uno dan negg ia immed iata ment e anc he I' altro, produ cend o una crisi di so– vrapprod uzione o la mancanza di alcun i prodo tti indispensab ili. Economia e poli tica. Quest o processo tli intern~1zionalizza1.ionc del ca pit ale, que sta solidar ietà eco nomi ca, la qua le comin cia a man ifestars i in Europ:, du ran te il secondo impero napo leonico e si accentu a negli ultimi tr ent 'ann i, nonost :1nte la volontà co nt raria ed i pregiudizi predo– minant i fra gli uomini, non è rima sta senza effetto nel mod ificare i rapporti diplom atic i fra g1i Stat i e nell'allontanare il peri colo di un a gr:rnde conflag razio ne europea . Dal '70 in poi le cause di dissidio fra le grand i pote nze non sono state cerrarrtentc mino ri che per il pas sa to: basrn pens:1re, per ricordare solt anto i fatti pil'1 recent i, al momento criti cissirno di Algeciras e a que llo ancer più grave del conflitto balca– nico, quando a più riprese si dovette te– mere che Austria e R ussia si scagliassero 1' una contr o I' altr:t. Eppure nell' un caso e nell' altro gli interessi pur:i.mcnte econo– mici delle tr e maggiori pot enze finan ziar ie e commer ciali, Gran B rctt agna, Germani:1 e Fran cia, riuscirono ad avere il soprav– vento ed im pedirono il conflitto . I naziona listi ed i teor ici della hrlla guerrt1 obbi ette ranno che il domin io dcli' alta banca int ernaziona le non sar:'t eterno, e che gli clement i sani de lle singole 11;1zioni riu scirann o a sottrar si a quel giogo inde coroso cd a far trionfa re contro il cos mopo liti smo ban car io gli interess i e la volont:\ nazi ona le. Ma in realtà quel che ha imp ed ito la guer ra non sono srn tc le per sone di pochi banc hieri cosmopo liti , ma il fatto stesso del mut uo intr ccciar~i dei rapporti dell:i finanza internaz iona le, come indi ce e conse guen za deJle relaz ioni sempre più intime fra tutt a l'e conomia di un o Stato e quell a degli Stati riva li. Sarà quind i pos– sibile che per un momen to l'a berr azio ne d'un princ ipe od ' un part ito politico giunto al potere, creda di trionfare con tro il domi– nio dei banchieri, lancian do il p:iese in un~1 guerra rov inosa : ma dopo brevis simo t empo commer cianti , indu st ri:ili e ope rai si mostre– ranno solida li con l'alta banca e rius ciran no a far cessare b guerra, seppure b resistenz :t probabil issim:1 degli Stati rivali non le avd impedito di scop piare.

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