L'Unità - anno II - n.35 - 29 agosto 1913

• • problemi della vita italiana. Si pubblica il Ve~erdl i~ Firen ze - Direttore GAETANO SALVE MINI - Direzione e Ammin istrazione, Lungarno Veopucci 12' - Abbonament o annuo ordinario Lire 5 per il Re200 t per i paesi italiani ~ell' Au stria e della Svizzera ; per l'e stero Lire 7,50 - Abbouame nto sostenitore Lire 20 annu e - Un numer o Cen iesimi lO - Conto corrente con la posta . Anno Il - N. 35 - 29 Agosto 1913. SOri·lri·iAR IO : Nulfa die3 .. ,, PANF ILO GENT ILE • L' UN tTÀ - Naz ioni e Stato In Austria•Ungberia, A NGELO V1VANTE - L'on. Bettolo eJa Ter ni, FRANCESCO PAPAFA VA - L'on. Pantano ba parlato... - Fr MD~ menti della vita italiana: La n/mbblica clericale - Le idee del candidalo meridionale - . Libri riçevutl. NULLA DIES •.•• I casi denunciati nei numeri passa ti dell'l:luilà di operai, che a Spezia, a LiVorno, à Napoli, a Novi Ligure, sono costretti forzosamente per la pagnotta a d iventare i compl ici cointeressati di indu striali pr ivati per forz~re le ord inazioni dello Stato , dov rebbe ro offrire argomen to di seri a ponde razione ai dirige nti del Partito So– cia lista Italiano ed anche a quelli della Confe– derazione de l lavoro. Non è a escludersi che q·ues ti cas i possa no doma ni moltiplicarsi ali' infinito, in modo da offrire su più vas ta scala lo spettacolo di un proletaria to il quale per rag ioni di esis tenza è cos tre tto a porsi al fianro delle pegg iori cricche affaristic he ed a diventar e di queste il puntello più va lido. La maniera di evitare quest a curios a situH.– zione, che si tradu ce (mio caro Lazza ri, inorri– dis ci) in una collaboraz ione di classe ben più inti ma e fatt iva di quella che a ma' d'esempio può essere rappres ~ntata dal vedere Bissolati al Minis tero d'Agri coltura , non può essere indi– cata su d~e piedi. Il problema non è se rnplict-, e mer ita attento studio. I biasimi o le sconfessio ni dell'Ava11ti., per quan to lodev oli, non valgono come rimedi ef– ficaci. N~, dopo tutt o, come s'è de tto, ci sembra umano far risa lire la respo nsab ilità di una tal situazione ai tanti padri di famiglia, i quali pr ima di preoccupars i di interess i assa i lon• tani, hanno ben il dove re di preoccuparsi di un interesse a loro assa i più vicino ed imme– diato, qual' è quello di non restar disoccupati e di non far morire di fame le loro fami– glie. Ad ogni modo vorremmo (ed è per questo che dopo gli art icoli dei passati numeri dc l– i' Unità, abb iamo riportato le considerazion i che già ivi erano espos te), vorremmo che il prob lema fosse se riamente considera to, e si prospettasse una soluzione tale da allonta nare il dep lora to inconveni ente, che può assumere proporz ioni ed importanza sempre più allar– manti. E la racco mand azione la rivolgiamo a chi di dovere . PANflLO GENT1LE, PO STI LLA La so/111:sione, a nostro parere, è proprio quella che il Gentile considera cott1e rimedio i11ej/ì1.:ac,: la sco,iftss io11eimm ediata, aperta, risoluta dei mo vimeuli operai simili a quelli di cui parliamo. Nessuno potrà mai ,vi /are che 1111 (!r1'pf>odi operai mina ccialo dalla disocwp a~io11e sì sfor::si alla 11uglio di sf uggi re alla crisi, e domm ,di lavoro allo Staio., se per poco possa sperare p,r qutsla via di risolver, il problema. Quello cl,e si può t si deve wi lart it che si(, /t1lti /e,,/alivi 1/ispernli sie110 co11siderali come rroici sfo r:;i di socialismo magari rivolu::;iouario e siudacalisla, e abbiano la solitlaritl tì e fap pog– gio delle altre orga11i.1J.ca io11ieco11omicl,e e poli– lic/r, della classe /avomlr ice. Il Covrruo 11011 ~r:,dert:bbe o aderr.bbe m,110 facilme nte alle pres– sioni degli Or/audo, degli Ans aldo, dti Rolandi Ricci e di altri sim ili ,mprmdilori di industrie che vivono quasi ts clusivame11/e delle ordi11a13io11i /mbb/icl,e., s, saptsse cl,e quts/e ordi11a•io11i su• scilero1110 lt critiche e /1 proltsl e dtt partili dt – mocralici, ,iè più 11è mmo che 1111 q11a/1111q11e sca11- dalo dr/ Palazt:;o di Gius/i::;ia. E lt agita :;;io111· dei "p oua·i operai ii rimarr ebbero smca rfficacia, e ,topo 1111 pe11oso ma necessario periodo di crisi, i lavoratori disoccupati troverebbero occupa::;ioue i11 altre i11d11strie mmo bisognose dtl biberon gov ernativo. Jnvtct ;/ Governo vede che in questi c~i sono prol>J:io ::"SOCi•lisli,1Ht1gari rivoltfa(o-,· narl , sindacalisti, a mtllersi a c11po delle agi– /as;io11i per amore di popolarità, t a stcoudart le ma11ovre dti capitalisti. li Gov,rno sa c/11 11ess111deputalo socialista, per qua11/orivo/11zio- 11ario1gl i chitdtrii mai ,011/0deifavori, che co11- ctdeni all'A nsaldo o all' Orla11do o alla Mia11i Silvestri sollo la pr essione dei II poveri operai •. E cede td i litio di ctdtrt. E i lavoratori, d,e 11011sa,mo o 11011 possono f ar dimoslra::sio11i ad– domesticale u rivolueiouarit, paga 110 lespese della a collaborazio11t dj classe 1t fra i capitalisti e gli operai delle industriepriviltg ialt. Il Geutilt lmte che i casi di Livorno, di Na• poli, ecc. possa110 " molliplicarsi ali' in/mi to "• e dare origint a lf "" proletariato che per ra– gio ni di tsislm.ta divmga il pu11/tllo più valido dtllt peggiori cricche ojfc,risliche •· - Il peri– colo 11011 esiste. li priviltgio 11011 può gt11tralie– JJarsi. Fi11cl,è si tratta di favorire alcune decine di migliaia di • poveri operai •• sparsi qua t là., a sptse del 'intero proletariato, la cosa va. Ma 1111 ùtltro pro/elarialo, che dive11gap,mle/lo delle cricche ajf m·istiche, è ,m assurdo, percl,è allora 11011 ci sarebbe pii't c/,i pagherebbe le sptst delt aj– f arismo. L'trrore commesso dai socialis ti di /111/t le smole in questo decm 11io passa lo - errort,.fi 11chè fi l compiuto per confusa visione della real/ii 1• '!:i;_lo co11sop,vol, e ·voloutari'1, dopo che il ripe. • ltrs,~ lle esperim JJeha t'eso impossibile f,q ui– vocb - ferrar e /,a cousisli/o ml considerare come • classe lavoratrice " alcune poche decint di mi– gliaia di operai di i11d11strie gover native o di i11- dustrie profeti, o di cooperative, e nel s11bordi- 11are la politica socialista , cl,e dtv'tssere fa lla dal p1111/o di vista dtlla i11/tra classe lavoratri ce, ai soli bisogni e apprtili immed iati di quei piccoli gruppi privilegiali. E il riHJ,tdio all'errore e ,mo solo: denudare i piccoli g-rnppi privilegiati della mascht m di • classe lavoratrice " cht fin ora ha loro servilo cos; hme ,- privarli della solidarietà di lui/i i lavoratori 11011 privilegiali ; condurre sut t,,.ren o della lofJa politica i lavora/or i delle i11d11slrit li– b,re e la massa 111ornie degli agri collori cl,e paga,io l1 spese della collaboracio11e t del paras – sitismo capitalistico pseudo-prolelario•cooperalivo– proleziouisfa, e opporli ai vecchi gruppi borghesi , ai gruppi operai alleati con essi. /11 questo ci aiuterti il suff ragio q,msi ,miver– sale. Ed ecco perc/Ji quasi lui/i i deputali socia– listi., servi/ori della vecchia oligarchia industrial e e cooperatrice, che usurpava la rapprest11l1111J6a e i diril/i dtlla i11/eraclasse lavoratrice, non /,anno mai t'0/11/0 sapernt s11/ serio della riforma e/ti· loralt... L' UNITÀ, , . Nazioni e Stato in Austria-Ungheria. Ill. - ll conflitto in azione. Un tentaUvo abortllo di fedcra- 11,mo. Neppure la formazione dello Stato magiaro riesce a dar e al centralismo absbu rghese un po' di tregua nazionale : il federalismo gli ri– sorge anco ra di fronte. Non già il federali smo delle nazioni, quello di Kremsier. i:. invece un federalismo di conio ibrido; tanto vero che in Boem i:\ (il migliore e più amp io osservato rio del conflitto etnico), div enta federal ista anche la nobiltà che pure, Cl.)me vedemmo, è a fondo storico tedesco, e certo non patisce <li ipere – stesia nazionale. O come mai? E~co un document o sugges tivo delle compii• cazion~ cela te nella lotta nazionale . La nobiltà latifondista boema , tenta di servirsi de l risve– glio nazionale czeco, per ricuperare, contro l'alta borghesia industria le (ancora in moggioranza ted esca o germa nizzante) l'antic o predominio politico che l'assol utismo prim a, e il costitu zio• nali smo poi avevan o concorso ad indebolire. Ai nobili signori importava ::-ssai poco che la nazione tede sca e la nazione czeca sb rigasse ro, ognuna per prop rio conto, i loro interess i na– zionali (il òe sarebbe fau/ onomia delle 11a– cio11i) ; invece sarebbero stati lietiss imi che la Dieta boema avesse esteso le sue attribuzi oni, magar i sos tituendosi al Parla mento centrale, poichè, nella Dieta, la nobiltà era (e in gran part e è tutt odi) potentissima, graz ie al vecchio e non ancora riformato suffragio per curi e-, grazie all'ascende nte tradiziona le sulle curie contadinesche eC'c.A sua volta, il nazionali smo czeco - per ope ra dello stesso Palacky - sa– crificò sull'al tar e dell 'alleanza, il suo prog ramma di autonomia e di liberalism o piccolo-borghese, aderendo alla formu la feudale de l " diri tto di stato " o, in altre parol e, al concett o di tra– ~formare l'Austria non gi:\ in una confedera– zione di nazioni, ma di provincie o di paes i (f,:rou/à,idtr : Boemia , Galizia ecc.) , il che (si cap isce) - data la mescolanza etnica in quasi tutte le provinc ie storiche e l'inegu aglian za del suffragio - equiv aleva, non a risol vere il probl ema ma a sminuzzarlo e ad acuirlo. Vi fu un momento (intorno al 1870) in cui quest o federali~mo parve prossimo a esperim entarsi (Ministero 1-Iohenwart. Aut ogra fo imperial e dd Settembre 1871 che prom ette alla Boemia c111asi la posizione giuridica dell'Ung heria }: ma poi naufrag ò - e dovette naufragare - di fronte agli interessi non identici ma coalizzantisi con– tro, della burocra zia, dei partili nazionali-pie• colo borgh esi, ciel capitali smo puro e semplice, bisognoso cli unità e non di spe zzettament o sta• tale, ecc. eec. Le funzioni nazionali più import anti e pitì delicate (ripar to degli impiegh i, delle scuole ecc. fra le var ie nazioni) rimasero , cosi nelle man i dello Stato centrali sta, incompetente e sempre più disadatt o a compirle . L' urbaohmo proletario. Negli ulti mi decenni del secolo XIX, appare evidente l' inanilà del vecchio sforzo centralis ta di livellare le differen ze etn :che nel germani – smo. T utte le nazioni se nza storia vengono pr ese nel vortice della evol uzione capi talistica: nasce la loro alta borghesia industriale e com– mercial e; si rinforza no i medi ceti; la piccola borghesia acc1uis1a maggiore influsso politico dopo la riforma elettora le de l 1884 (censo elet– torale m:nim o abbassa to da 10 a 5 fior. di im• pos1a). Anche la politica estera 1 inorien tanclosi, (occupa zione della Bosnia-Erzeg ovina (18j8), invano combattuta dal liberalism o nazionalis ta tedes co, più lungimiran te dei partiti tedes chi att uali) viene ad accrescere la forza dt:lle na– zioni senza storia, bench è le due nuove pro vincie, per non tur bar l'e c1uilibrio dualist ico, sieno,~tutt'ora, lascia te in bilico fra Austria ed Ungheria. (Amm inistrazio ne comune con buro– crazia tedesc a ; regime quasi militare; Dieta e• letta col solito sistema di suffragio austriaco 1bl1otecaGino Bianco • • per curie, tentante ancora di spec ulare sui vec• chi livori fra se rbo-croati mussulmani , orto– dossi e catto lici). • Pili cli tutto per ò, contribuisce ad acuire il conflitto, il precipitarsi delle masse proletar ie, dietro i richiami de l capitalismo. Nel tren tennio 18j0 •1900, la Boemia tedesca, prev alentem ente industria le, and ò attirando masse di contadin i dalla Boemia czeca, più agricola , concentran doll nelle città e nelle fabbriche. Le ripercuss ioni nazionali di questa emigra zione proletar ia, cen– tuplicata dovunque da l capita lismo , sono note– volissime. Si può dire che fu ess a a spostare de finiti– vamente i rapporti e le mutue ripercus sion i assimilat orie, fra le nazioni storiche e quelle senza storia. Gli effetti finali non si vedo no subit o; anzi, agli esordi, il fenomeno pare fa. vorevole alle nazioni assimilatrici : si accelera dovunque il ritm o di quel process o di ingoia– mento dei ceti proletari - nerb o delle nazioni senza storia - al quale, come vede mmo, quei ceti erano sfugg iti finchè vivevano , disper si e depress i, lungi Jai centri urbani, prima dell'e– conomia capita listica. Ma 'è questa l'ultima ra f– fica dell'assim ilazio ne di massa. (A Trie ste, pe r es.,ess a si accentua circa fra il 183oed ii 1870),poi incomincia la para bola discendente. Ben pres to il quadro cambia , assumendo, su per giù, le stes~e tinte fondamentali, in lutti i paesi in cui na z.:oni e classi assimi h trici e assimilande si incroc iano. La fotta per la scuota. Un esempio, preso dal campo scolastico e da l paese della lotta nazionale più prog redita e più sentita , (Boemia.) chiarirà megl io la situa. zione . I rappresen tanti di una città • tedesca "' (cioè, a maggioranza tedesca o tedeschificat a e fino allora di coltura e inte llettua lità esclusiva– mente tedesche) s i vedono capitare la richies ta di una scuola czeca, firmata da nume rosi padri di famigl ia. Sono operai de lle ingrandite offi– cine, aclde.tti della progre-diente aziend a ferro– viar ia ecc. La loro comparsa nella città non è un fatto nuovo; anche i loro padri 1 forse anche i loro nonni ci venivano a cercar lavoro ; ma erano pochi, depr essi, analfabe ti, in.;oscienti ; la città li ingoiava e ne faceva r&.pida mente– dei ted eschi. Ora non è più cosi : sono, pr ima di tutt o, assai più numeros i ; non sono più anal fabeti; hanno quind i, giung endo nella cit– t.ì, una. coltura nazionale pr opria , una certa coscienza della potenzialità civile ed economic a. del gruppo etnico cui appa rtengo no. L :1.gr ande indu stria fa il resto. Li concen tra a migliaia nelle f11bbriche, nel quartiere operaio, dà loro un ambiente nazionale, provoca cosi il sorgere, fra loro e da loro, dei piccoli e medi ceti bor~ ghesi (esercen ti, av vocati, medici ecc.), affretta insomma l'avve nto o il rit orno alla storia, lii ques ti atomi dispe rsi J ella nazione czeca . Co– desta nlta borghesia, inconsdamcnte antitede– sca, ha d'a ltronde, di regola, tiepido sentim ento– nazionale ; si serve anzi sp esso delle pass ioni nazionali, per fini di classe : per oscurare al pro letaria to la visione dei suoi interess i speci– fi<'ie per tenere anr inli a sè i ceti intell ettuali e in gene re, piccol o-borghes i. Sono costoro in– vece i combattenti più ent usiast ici e sinc eri. Perci ò la richi esta de lla scuola czeca, esaspera specialm ente gli av vocati, i maes tri, gli stu– denti, gli impiega ti tedesch i della città, che spesso tengono il mestolo nel consigl io conrn• nale . Li trasci nano nel confliuo vivaci senti• mentalità, sotto le quali tutta via si cela no, co– scienti o no, fattori d'ordine economico. La scu ola. czeca , per quei profe ssori, legali , im-

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