L'Unità - anno II - n.24 - 13 giugno 1913

• ,. . - . • .. " .problemi della vita italiana. Si pubblica il Venerdl in Firen ze - Direttore GAETANO SALVEMINI - Direzione e Amminist ,~:ione , Lungar no Vespucci 12' -Abbonament o ann uo ordinario Lire 5 per Il Reeno e per i paesi italiani dell'Jl'.u,tria e della STiuera I per !' estero LITC7,50 - • Abbonament o .. ,~lcnitorc Lire 20-annue - Un Q~mero Ccoiesl!ni 10 - Conto corrente còa la posta . ;, V Anno II - N. 24 - 13 Giugno 1913. SO MMAR10: Il unrue ckl pov,ri, G. PREZIOSI - I clukall e le unlv ers.it.ì, G. SAL\' EMJNI - T erre Incolte e bonifiche, N. FAS CHLLO - Gi l.antuominl e contadini In provlnd,1, di Lecce:, E. Azut OSTI - Gr.andU di buon stnso - li liberismo dt:U'Unit.à, E. LOLINI - La pnc.& In Libi.a, L'U. Il sangue dei poveri. A prova della Vtrilà di quaHIO l,o seri/lo nel N . J dtlla Viu Itali1na ali' Estero td i sia/o n'• portalo HtWultimo numtro d,//~Unità, ,eco alc,mt d/rt d,e 11011 hmm o bisogno di commmli. Uam monlar, efiettivo dti sussidii ali, i.sli/11- :sioui 1/ipalroualo csislm /i ,,,, Rtg 110 per gli emig rali, i di 212 1 000 lire per l'a11110 1912-1; . Di qutsl, solo L. J8,ooo sono a bemfic io delle ij lih18io,,i "'tsistmli ntl M,oeogion10 , cl,e si oc– c.u;n.o rklla /Nit/a dtgl i tm ilfra ,,u lrmisoceanici, cht so110 i soli c/11co11Jrib11isco110al fo11do del– f,m1"gra..cio11t. U a/Ire l . 1J4 .ooo so110 a bt11t• ficio ,li isli111eio11i ,sisl,11/i nel & lltHlrion,,, cl,, si occ11pm10 quasi tsclusivam111/t dtlla /11/tla degli m 1igra 11li co11/i1111/al,~ i quali nulla o quas i nulla co11/rib"isc o110 al fondo dtlftmi gra•io n,. Tra questi isHluli <ltlStlltnlrfo ,,, vt nt I imo, r oµra bo,,o,nt/Jia 11~ 1 c/11da $OlaasMJrlH 11ns11s– si<lio quasi ,/oppio dtl lo/alt di hllli i sussidi t– larg ili agli isli/11/i,ltl Altoeogioruo. Alm lt't in– j fllli q11tsli 1 c11,,111lt1/iuan11 1te, ricevono J8 mila tir, , l'op, ra ho11on11/liam1 11t l,a ricevute i11 1111 f11mo 100 n1illl. E cioì l . 20,000 di sussidio or• fli11ario, L. Jo,oo o di sun idio slraordinario (cl,t victw rSt1 i a11cht ordina,.,·o j>,rcl,i i dli/o alfCfa f'tr a lulli gli aHni) t L. Jo,ooo di s«o 11do s11.s– d.o.slraordint1rio; al qualt 11//imo sussidio si do• vrà provvt, ltrt j>tr ma 11m11oa di fondi col bi– la11ciodi asse.slamml o. E, con1t se /111/0quts lo 11011basl<us,, p,mi, Pt! ricov,,·o di Basilta ,ma <IOH1a11da d' ,m truovo sussidio a f avort sempre fltll'Oj>tra lx>11omtllia 11a, la qualr, lo ripetiamo, si occupa esclusi varnentc drgli emigrali conli- 11e11Jali d1t />(Koo 11111/a ddn110al fo 11do p(r f t – mi'gra• 1011e. Qutsli i'sliluli stllt11lrionali f como ctrla m,11/t flel bt11t. A!t1 è J[iuslo ,1,, questo btnt sia /t1llo • a sptst dt i m/ 011i " tiri Af,• 1JOg-ior110 ? / 11 gtHtY<llt, si pm) lljf t,.mart s,m sa pericolo d 1 , s,r, snu nliti c/11 m,d1t qut sfa11110la tultla f'tr gli mu § ranli Stlltn lriom,/i l,a as.sorhito ollrt quallroctnlo m ila lirt d"I / 011do dt1r,m ig rac io11t aUmmlalo q,msi t.sc {usivommlt dalla tassa di o/lo lirt imposlt, sui cw ci dri p,ovrri • ca/0 11i •, cl,e si tlui do110 a lnwe rsnrt l'Octa uo per ,m louo di pm1t ,,,,,, duro. • lt sopra.se ,illt cifre i 111ctssar,o raggn,ppnrl t ,li qu" t di là nel bi/m,cio dtl comm issarit1:o <ltlf Emi'gra.#iont ; Pfrcl,i ff'lt SIO hi/011cio I com – pi lalo trpposl<1 p,r 11011 ~ rmtllrr t coslalao io"i <ltl gm, rt . Il bil,m c,o, comt g iuslm11t11/e ,lomauda /'Uni t!t, ,lovrtblu 11/u,mm t, d,v,dert le e,,/rol t , sp,s, p,,. r, ,,, ;gn1 cio11e tra11socel1m"t:ll, e I, ,,,_ ln ,lt (I) t. spese µr fr migw cio,,, co11li1111t"lt. Purt roppo io 11011t:tdo prossima la fin e di qu, – sla WYCOlfllOSlf euccog-11a. Co11Jro la 110s/ra buona t'0/011/d t la gi ,~la Clf11.sa sic, hUlll ,ma su it <f iHlt11S~i d,ogn , gmfft cl,, eoslil11i.sco110 un ,/uro 11mcig110. ,Jfu b1sog11acon1bc11trrt risol11ta– mo,lt t i11lro11sigt 11ltmcnlt fi no o cl,, g-,i,sli cia s,a f alla . Il lllflci'g-110, o pn ma o poi, cttlt rà. GIO\,\ S~I PREZIOSI . I clericali e La ttbutà d' lau goamcoto . L' istruz ione universitaria è impartita fra noi da nuo lc superio ri ammini strate quasi tutte direttamente dallo S1ato. Solo qua ttro univer– sità, incomplete e rachitiche, si chiamano • li– bere •• ed hanno carattere prevalentemente co– munale: quelle di Camerino, Fcrrnrn , Per ugia, Urbino; ma anch'esse devono funzionare secondo le discipline imposte dallo Stato. GI' inscgrnnti ufficiali delle Univers ità e degli Istituti Supe riori ammin istrati dallo Stato, sono scelti da commissioni tecniche elette dagli stess i insegnant i universitari, le quali !'Ono assoluta– mente insindac11bilinei loro Giudizi, e la cui opera è sogge lla per la regolarità della forma al solo controllo del ConsifllO Superiore della Pubblica Istruz ione. Gl 1 insegnanti universi tari, poi, una volta nominati, sono inamovibili e non possono essere processa ti disciplinannen tcsc non dinanz i al Consiglio Superiore. Secondo la legge Casa ti (art. 1o6) agi' inse– gnant i univers itari dovrebbe essere vietato • d'impugnare coll'insegn:1mento e cogli scritti le veri tà, su lle quali riposa l'ord ine religioso e mo– rale, o tentar cli scnlznrc i pri ncipi e le guaren– tigie che son posti a fonclnmento della costitu• zione civile dello Stato•· Ma questa dispos i• zionc, per qua nto • chiara cd esplicita .. _ ossc n a malinconicamente il Reuara (/I pro• hlrm<1scolosti,o ,,,// ~ore, j>rtsml r, 1>ag. 22) - non è sta ta mai applica ta • neanche in casi di evidcn tt". pubblica, consta tatn colpevo lezza dl qualche Profe ssore : per la qual cosn in pra tica si può veram ente ritenere che un Professo re di univers ll!I è libero di dire e d'insegnare quel che vuole •· t una specie di • liber tà d' insc– gnnmcnto ", che i clericali non J)(.'ISSono eviden– temente guard are con eccessiva simpa tia ; ma il Rczzara non osa combn ucrla risolutamente. Si limita ud osse rvnre nel mrmon"am che la • libcrt:\ assoluta di ins~gnare " non si trova nelln legge Casa ti. • Nell'ora presen te • non è il c11so di toccar questa <1uc111;ìone : chi osasse negare ngl' insegn anti universitari l:1 liber i:\ in• condiziona ta d'in segnamen to si troverebbe con– tro concorde quasi tutln l'opinione pubbl ica. Ma quel che farebber o della libertà d'in segna– mento... deg li altri i clericali, che sono cosi te– neri della libertà d'insegnam ento... per sè, nel caso che la opinione pubblica secondasse· le loro aspira'l.ioni un po' meglio che non faccia • nell'ora 1>rcscntc •, possia mo ricava rlo da un curi oso e cara ueri stico articolo pubblicato dall"Osstn 't1lort Ro11u1110 del 21 febbrai o 1913. per commen tare una discussione av venuta al Circolo filosofico di Roma fr~ due professori uni\•crs ,tari, l'on. Luigi Luzza tti e Curio For – rmchi, sul valort. del crist1aneshno e ,lel bud• dismo: • Noi non intendiamo asso luta mente - seri. vono I furìbondi padri dell'Osstrvll lo,·t. - en– trare nella 1>nrtc sos tanziale della 1>olemica cosa che ripug•1:1n chiunque pensi catt olica111e:1tc e 11011 può o~ppure co11cepirt confronti e paralleli che costituiscono ;>cr se stessi una mancanza di rispe tto nl di\•mo autore della nostra santa re• lrg1one. • Considerando Ja cosa da un lato a.ssoluta – mente cstrin eco, t'Omc fallo sociale del tempo nostro, dobbiamo concludere che questa pole– mica qualifica m modo ass:u poco commende• \·ole le condizioni fatte al cauolic1smo nel nostro paese. Pare 1ncrcd 1b_1le che proprio .m Ita lia, in ques to paese esse nzialme nte cattohco, ove la j?Tandissima maggioranza del popolo 11011 conct– piSCt 11tPJmre la poss,h ,110 d, mtlt cre in d11hbio la (hvir.u.. '\ di Gesù Cns to, pare incredi bile che si po ano porre sul tappe.lo leone e opmioni che farebbero n J ere se non facessero nascere un I•) \'tdì UrutJ -. -. l ot ca Gino Bianco le U , 't ' (l) n1vers1a. grande dispetto. E non si dica che con la mas– sima dell a libert à di opinione e di discussione tultll dc\·c esse re discutibile, tutt o deve essere criucab ile, po1chè anche la libert:\ di opinione no~ E.~òdi~!~1 1 ~~: ~: 1 ;0~:i~T:it 1 :1~~:u\ 3 v~\~s:~~~~ un sintomo eloquente del modo come la reli– gione cattolic::1, la religione che (volere o no) è ancMa la religione dcllll Stato e della Casa Reale cli Savoia, è lrnllnto da <111nndo impcta no i radico-progressisti mnssonei;:gianti del periodo post-rivoluzionario ! Quando m un pnese esiste un ~odice che lascia libera In discuss ione (leggi il d'Jeggio) in materia religiosa, quella discus– sion" che nd ogni cittadino cred ente è proi- - bh-~ (?~ e lascia che ognuno si sbizz.arisca se• condo il suo talento. o meglio, secondo la sua emp:etlt, contro le cose più sacre che esis tono, qul!IJc che rigua rdano la divirù à di Cris to, non può fare menwiglia se poi ogni autorit..-\ ~ vili• pesa , ogni regimf' è discusso, ogni ordine è mi– nacciato, sempre in nome della libertà di opi• nion-.!e di discussione! In un paese ove la au• torità clivinn, che è la prima nutor i1à, cd è quellu che informa tutte le altre, non è rispet – t"a1a, nrn può essere infirmata dal ,,rimo bud– dista occidentale che capi1i, non è da meravi– gliarsi poi se anche l'autorità umana tr o\'i professori e non professori che non solo la met– tono in dubbi o, ma add irittu ra In rinneghino e la misconoscano, facf'ndo del1'11narchismo pra– tico, di qu~ll'anarchism o di tutti i giorni, che ~ più peri coloso di quello deg li attentati, che ac– cado no ogni 10 o 15 anni ... Non si potrebbe essere più esp liciti di cosi: il giorno in cui i clericn li italionì avesse ro denti per mordere, gu:ii u quel professore univers i– tario e rrnn universitari o, che osnsse mettere in dub b~ la divi nità di Gesù Cristo , o mostra re sim p per le • brutt e divini tA dell'Es tremo (sie) icnte • del tipo di Budda ! 11Conlf1lto Supul ott . Quel gic-rno bene augur3l o i clericali cerca no pa.ntà1 1ente di prepnrarlo . Primo passo, una riforma dd Consiglio Su– per iore della P. I., che consenta ai clerica li una ingerenza nel funzionamen to di c1ucsto supre mo org ano c!cll'amministrazione scolasticH, incari– cato, corne abbiam visto, di giudicare gl' inse– gnan ti 111 even tuali processi disciplinari, e di sor• vegliare il reclutamento dei professori, sia rurc per la forma i - quan te. volte non si posso no risolvere sotto lo pnr\•cnzn di questioni d i for. ma parecchie delicatissi me questioni di so- 1tanw ? Di <1ucsta im1>0rtan 1issirna aspirazi one clericale il Rcuara non parla. Sì tratta di una di quelle operazi oni, che occorre fare alla cl1c– tichella1senza svegliar sospet11e reazioni, grazie a trattative di relrosccna col govern o di • colui che detiene• · Meno che rnai è oppo rtuno par– larne, specialmente dopo che unn riforma del Consiglio Superi ore proprio nel senso des idera to dai clericali, è st ata compiuta nel 1909, auspice l'on. Giolitti, proprio - guarda combinazio ne ! - da un mirustro masson e, dall'on . Rava. Fino alla legge 19 luglio 1909 1 infatt i, il Con – siglio upcriorc era per me1.\clcuo dai professori univcrsit:tr I i quali non avr ebbero consentito mai nella loro stra bocchevole maggioranza che il Con– siglio clivenlassc strumento di setrnrìsmi politici di nlcun genere, e per l'altra mct!t cm formato di persone Je s1gna1c dal Ministro, il quale dif– ficilmente nvrebbc mai osa10 dar e nella scelln la prevalenza a cleric ali o ad anticlericali notori e batt aglie , i, e ad ogm modo era tenuto per consuctudmc a far pr~pondcrarc nella scelta i criten tecnici su quelli politici. La legge del 1909, mvecc, mentre aumentava glt sti1>endi ai profcsso n unlvers11ari, li \"olle ricattare con la riforma del Consiglio uperio re. Oggi 1 Consi• i lio Supe riore solo per un lcrzo è eletto dai professori unh •crsitari; per un terzo è nominato dal Mmistro ; e per l'altro terzo è eletto a suu– tinio Rg rcto dtu sena tori e dai de puta ti. La tf,. :,iout dri drpultili t dti st 11alori ptl Co11siglio Supt • riore ,J,vm lrnì ctr lmn t11Je, 11011appena sin j>ossibi– lt, ,ma drllepial/nfo rm t delr al/eam,a fn, constr – vatori e dt ricllli. Non pottndo avere, J>cr ora, al Consiglio Superi ore il banco dei vesco vi, come fu in Fran cia lino al 1877, i clericali procure– rann o, gra zie alla legge del 1909 1 di avere un banco ,li deputati ele tti dai vescovi e di sena – tori amici dei vescovi. (I perico lo fu notato al Senato, dur.mte la di– scussione delln legge, con In solita ncutezzr• e sicurezza dnl Senatore Scinlojn. • Con In lecge, che orn discutiamo, - egli osse rvò nello torr.Ala del 15 luglio 1909 - noi farem_o e':'trnr c_ nel C~msiglio Sn1>eriorc della pubblica 1st ruz,ont\ sci delega ti della Camera e sei delegati del Senato. • L' Introduzion e dell' elemento politico nel Consiglio Superiore della 1>ubblica istru zione può essere un pericolo per In libcrt:\ della scienza e dcli' inscgnn1_11cnto ..~on oggi certamen te, men• tre la nostra vita poht1ca è talmente pacnta che non ved iamo genernrsi corren ti pericolose i'n un se nso o ncll'nhro, mn in un giorno che verrà che non snpplarno se sarà prossim o o se sarà lontano, ma che vcrr:\, pcrchè non possiamo sperare di vivere semrre nella pla cida quiet e a_ttu ale, !lOÌ potr~mo avere una maggioranza cle– r1calc (111/trr, 1410111), e se guardiamo all'cs1>e– rienza di altri popoli.... • Voci: No, no. • SCJA LOJA . ....Dobbinrno nffermnre che l'a– vremo. (/?umori, inltrru oiom). • ....Non la vedremo forse noi che siamo vec• chi, ma i nostri fi~li la vedrann o e vcdrnnno forse 1111cho un Ministero socinli 1 stn. (/11/trru – .oioui). 5? no fnt~i avven uti nel llelgio, in Frunciu, t;~~~ 1l 1 sfo,~~ 1 ffi~' 0 cil1i, 1 G~,~~~~n: 1 :-~ :, 1 ; :: :~ ,\: ad un par tito 1>olitico estremo, l'ozione del qua le non si limil11rà al Governo q1101idiano dello Sta– t?, ma si sforzerà di dare un indirizzo allo sp i• n to generale del paese . i:: eviden te che la prima cosa , che,c_crcher:\ d! fare il ~a.rtho clerica le, san\ quella d 11npadrorursi dcli' insegnament o. Eb · bene, <1unndo nvrem~ c~ti tui~o un Consiglio ~up c~1ore Jcll~ pubblica 1sln1Z1one n bnse poli– tica, rnvcce cl nvcrc in esso il supremo tut ore dcli '.inscgnnme;;nto contro ogni influenzo politi– ~a, 11 _supre mo tutore dcli:, scle nzn contro ogni mvas1onc cslranc~, rwrcmo un org:mo di influeo– z:- dei partiti politici sull'in seg namento supe-• n ore e per conse guem:a sullo scienzn. • Mi si dirà : s1e1c esagera to. Ma so nnch' io che non 11.arano <1uei 12 untore lli che faranno oggi J>eriro la scienza e I' Univcrsllt\ italiana • ma un giorno_polranno esse re pericolosi. ' • Quand_o 10 sed eva a) Consi_glio Superiore, come prc 1dente , avevo dietro d1 me il ritratto di Galileo Gnlilci, Il qua le fu condan nnto da uu. Consiglio.. . • Voci: Non super iore. • SGIAI..OJA. ....supremo co111>011to dul pri mi n?mini (~u!1 0ri) ti ! quel lt:mpo, o solo per ru– g1onl relig1ost" 1 che crnno :mche politiche (/?11- mori}. Il cardinnle Ddlnrrnin o ~rn uno dei 1>rìmì uomir~ì cli quel tcm!)O. (lnt,rruoiom). • Ciò non accndr:\ oggi.... • Voci : No, no. • SCIALOJA.. ..Ma pur troppo. di qui a cin.– qua~ta . nn111potrà accadere (IH/trr u•io 11 t~ Le leggi s1 fanno pcrchè possa no funzionure sem– pre (/11ltn•11oio111"). ., ~ IOLl'ITJ, prt side111,del Conslglio ,nit,islro' dt1r!11lr,·110. Un governo di que l uenc;e f 11 rà le leggi che crederà a lui fnvore\•olY. ,i SC.IALOJA. No!1 credo ; esso almeno 1>0- t1rebb~ trov~r~ ,:cs1.stt;nza cd OPl?<>Sizioni nelle \ ecciu~ 1rad!t1on1 d1 libertà e d 1 m,lipcndcn za; r;;,: ,,'! 0 ~,.:I:S,-,~~:; cc gli preparate la strada (,.,,. . ~ N~i dobbiamo opPorci ad ogni in0ue nu po– huca m m~t~rrn scientifica e didattlcn . È un san to prlnc1p10 ques to, che non si deve in al- dJ1: m'; ~ft c~Z:~:.lcrc da libera li <1uali noi ere– . " ~at en,i un Consiglio che sia l{Rrn 1ni1t della ~1~~~~- !lc~li insegrmnti, della llbert:\, dcll u Le vivaci e continue ìnterruzloni, cosi estra– nee alle solenni co1sue1Udini del Senato, a cui partecipa 1n persona finanche l'on. Giolitti, e Jn fi– lastrocca di chiacchiere con cui il Ministro Rnva fece le \'iSte poco dopo di rispondere all'onore • \•ole Scialoja senza rispondere affatto, dimostra • no che lo Scialoja aveva mcs5'> proprio i pie1.a nel piatto. Non sarà 1>rivo d'in teresse notar e che nella Camera quegli stessi deputa ti mangiapre ti dcl – i' Estr ema inistra, che avevano fatto cadere il progetto di l~gge µreceden te cl,, 11011 laccava il Consiglio S 11p,r1ort 1 non fecer o nel 1909nessun

RkJQdWJsaXNoZXIy