L'Unità - anno II - n.7 - 14 febbraio 1913

... . ,, , problemi della vit a italiana. Si pubblica il Vcncrdì in Fire nze - Direttore GAETANO SALV EM lN I - Direzione t: A -ni,- ,istr .1zione: Corso Regina Efcna, 16 - Abbonamento annuo ordinario Lire 5 per il Regn 'J e per i paesi ita liani dell'Au stria e della Svizzera; per l'e ste ro Lire 7,50 - Abbonamento sostenitore Lire 20 ann ue - Un numero Ce ntesimi J'0 - Conto corr ente: con la posta UN PERICOLO Ndl' adu11an:sa 1 i11 cui i 11azio1mlisli di Roma hn11110 discusso il probl ema dr.Ile comlicioui eco– nomiclte drgf i11seg11nnl: medi, 1lr,tr1m11clvsi di ri • co11oscere che esso è d' inltrrsse 11a~io11ale, di• chiaraudosi disposli a consmtire, òoutrì loro, ,m aume11/o di stipendi , 1101,os/a11te che qualch e ius,gmmle sia sia/o co11/r,1rio lllt' impr esa di Libia - l'on. A ndrta Torre, dopo av,re riuelalo al ,m;mlo slupefal/o cou solmnil<i da oracolo che oltre alla q11es/io11economica deJ:I'i11seg11a11/i esiste mm questione didallica dr/la scuola, ha soggiu nto che " la questione eco11omit:r1 11011 Jmù essere separa Il, da qmlla didal!ica: biso.trnacon• fessar e che questa i comples.•·issima e riguarda ogni grado di swolt ,- e s11r,,b/J1. incompleto prov• vedere solo alla parie et:011omi ca ,· ptrchè, una volta prouueduto a qursla, tutta il re_;;./o sarebbe d_imeulicalo o rimandato 11. Per chi conosci lt rela.cioni diciamo cosi. di buona vicimm z a, che lrgrmo J'on. Torre agli alt i frms;iouari dr/la Miner va, qursl e parole meri/mio di ess,u·e seria mente meditate. Probt1bilmenle .esse premumm:iauo 1111 nuovo len/alivo mi11uvi110per ,agga nciare, in 1111 unico dis,g110 di lrggr, ,m p,·ogello di riforma scola– sliw "ll'aumeulo di stipendi ptr g/' inseguauli, in mudo che l'aunw,lo drgli slipmd i si tiri dietro e conduca seco in porto lti riforma scolastica. li rnlcolo è assai grossola uo, ,d lm per base 1111 profondo dispn ::;co p,r la mmla/ilà e per la 'i,10ral1/à degf i11Sl!!f11a11/i.Una riforma scolastica - peusnm, i ,,,;,,,rviu i - c/Jc 110 11 abbicl il cou– stnso dei professori, di,Dicilmmle arriverebbe in porlo alla Cam era ,· la riforma scolastica sognala dai m i11ervi11i i11co11Jrerebbe certan1t11te gra ndi opposi:;;ionif,·a gl' iusrgnnuti; bisognn, duuque, prend ere qursti per il ,·olio: presn 1/are al/a Ca– m era una ltgge 1 in cui la r,Jonnr, scolastica sia complicnla, pii , o meno arlificiostim enle, con /'a11. meuto d,gli stipendi: gl ' mseguan!i, slret b dal bisogno, ai:;::ali dalla preocc11pa::,io11e di 11011 ri– tardar e o di 11011 perdere i vm ,taggi materiali prom essi dalit, legge, i11gltiollira11110ad occl,i c/,iusi auc/u la riforma scolas/rca , seuea disctt– lerla, sen:;a volerla disculerl!, co11/e11/i solo di ts– sere sfa mali. Questo colpo i miu ervmi lo /t11t11ro110 per la scuola m edia, proprio ditci """' or sono, al tem – po del Mini stro Nasi, al qua le sugge rirono ,ma pa slicc,osissi ma paling tmsi scola,;tica, mentr e gli ngeuli del J1/i11istroe ,lei .l/i11islero sui g iornali e per i congressi raccomanda vano ai professori di accetlt,rla alla Iuta se volevano i mag giori stipendi clu tssr, avr ebbe pr odotti: approvala la legge - diceva110a cl,i si mostrava poco con• vin/o della bontà della riforma d,datlica - gli stipwdi rima rra11110, e la rif orm o si potrà r,Jor – m ,rre da capo. GI' i11s,g 11a11/i 1 sebbene il na.do nalismo non foss e venuto an cora a i11s,g1•are la subordiua:,io• ne dtgl' inleres$i di classe a qudli della 11a:;;io11e, ri.fi11/nro110 il mercato. E al Congr esso di Cre– m ona dichiararono ali' uuan imilà - gli agenti del Mini stro e del MimS lero 11011 osnrano m anche ,:ontnr si - clte 11011 er<t onesto coslriugr rli ad ac• ce/lare o...rifiutar e i,,;ieme, iu "" unico dis,g no di legg,, 1111 aumento di stijJmdio per sè e ,ma rif ot'ma scolastica per il pa cs-.: la ,-j .. forma scolas tica coinvolgeva probl emi assai complessi e d' inttrr sse generale, h, cui sere– na e profonda disc11ssio11e11011 ,loveva tss,re fm:ilor11ala e 011g11slia tt1 dnll e preoccupa:;io ni uonomid,e dti projesso ri : le du e qu,:slioui, per– tanto, dovtva uu ,sstre 1·isol11le ,:un du e disegni d, lrggt del tu/lo ,fislinli, ;,, modo che la sorte dt/1',mo f osse ìudipmdwle da quella ,ltll' altro: al ,·icallo di uu d1srg110di legge unico 11011 po- levan o sollosla rr. Ni qutsle dichiara ,i<mi del Congresso di C,·e• mona siguificm• ano che gt' ins,g nnu/i fossero imliffereuli al problrma didallico, e che, come accenna bella11c11/e fon . Torrt, ollmuli i qua l– lr iui nvrebbero pimenlica to il resto. La insuj/i- Ann o Il - N. 7 - 14 Febbraio 1913. cienlissimn riforma economica del I9 06 11011en, ueancl1rappro1wta, egi à g/" i11segna11/tiniziavano lo stud io dr/ problema didallico ml Congr esso di A/ihm o (1905). E dop o Ire mmi di ferv ide di– scussioni tra cciavano le liuu gmtrali di ,ma pos· sibile rif orma nel Congresso di Fin uu ( 1909). E st it disa~io f,·ouom ico acuitosi di n11110 in 011110 fin o a divmtar e i11lollernbile, e la disorgt1• 11izs.wcio11t compie/a di /111/ele scuole prodotta appunto dulia crisi econom ica, 11011avessero co– strl!lto i11qm sti 11/limi t,mpi la Federaz ione a distrar si dalla propagan da d~lla riforma scola· stica e a concrnlrar e di 1111ovo fui/e le sue furte contro lt dij/ìcollà pùl acute e piit i,111,udiate, - i cerio che a quest'ora la riforma dulalltca de• limata dul Congresso d, Firenze sarebbr diveu– tata giti popolare nel nos/ro paese, e sal'Cbbeassai prossima all'al/11azio11e. Afa ecco cl1e 11ouappe11a la 11110:,a camp<1g11a della Ftderacioue dtgl' i11s,.g11a11li per la rifo rma economic" accenna ad ollruere qua/c/,e l.mou re- \ su/la to pra tico, s11bilosentia mo ricantarci da capo il rllor11ello del J')OJ: non si possono a11mrnlare gli stipendi sru::t1 varar e insieme agl i slipmdi i pe11snmcnti didattic i dei comm emlalo ri di Roma, fla"ompogm, 11probabilmml e da ,ma revoca di q,,'ella legge sullo sfato gi,,,-idico e/te II lega le ma111· 1, "i comm emlato ri e t'mpulisce loro i11molli casi di f avorire come vorrrbbero i l{aloppi11iciti – /oral i dri d,pulati E, chi sa ?, colla r,form a scolastica si pot,e bbe far pt1ssare auche, 11el 111l/,eslro11e1111iversale, mm nu ova riforma ,tegli organùi dtl Minister o~ e ,·011seg11t11/i promo:; ioni t 1111111enli di stipm di a11cheper i .vdenlari e per i gratJìacarle del/11 capila/eI d ,escirà questa volta il /eulati vo di nà1ll0 mrglio che 11011 sia rie.scifo dieci mmi or sono ? Noi siam o sicuri di 110,a pullo che gl ' i11se• gwwli 11011situo colli alla sprovvis ta . Ptrciò dùrmo fino da ora l'al/,1n11e. g. s. Il processo alla democrazia. Ten~enze oli iar.hi che • preiomiai fin anzia ri. Non vogliamo parlar e delle accuse, che agli odierni par titi demo cra tici si muovono in ha iia da avversa ri o da vecch i partigia ni, che si sono allontanati stanc hi e sfiduc iati dai parti ti estremi, in qu:1nto que ste accuse sono dirette co ntro la degen erazione dei detti partiti e vog liono rivendicare con tro siflatte degene razioni i diritti e la perenn ità degli idea li democratici. Le accuse, di cui parliamo, sono mosse contro l'essenza stessa della democrazia da un social ista tedesco intransigente e da un sindaca lista frances e in due libri che sono di una diver sità estrema ( 1}: da una parte un denso volume di un mezzo migl iaio di pagin_e con tutto l'appa rato scie ntifico e con una largh is– sima docume ntazione; dall'a ltra un libricino breve e rapido, dal lo stile nervoso e disa– dorno, con tutto l'aspe tto di un pampMeh scr itto d'un fiato in pochissimi giorni. Nel co nfronto co l grave libro cli scienza il pampltl el non la perde di sicuro. Non solo riesce più efficace e persuasivo, m.t rileva una rrlaggior conoscenza dell'ambient e de mo • cra tico, ed anche un ' osservazio ne assai pili acuta e profo nda, che spoglia le manifesta – zio ni politiche di tutte le forme esterior i, per penetrare addentro nella loro vera so• stanza. Il ~lichels fa sua la tesi soste nut a, per ricordare i p:ù noti fra noi, da Gae tano Mosca e da Vilfredo P:ireto, la tesi cioè che tutti i governi son governi di min oranze, che tutte le orga nizzazioni, siano polit iche , siano economiche, mos trano in breve la tendtnza irr esist ibile a costituire nel loro seno delle oligarc hie, le quali si arro gan o il potere e riesco no co n ogn i me1.zo a conser va rlo nelle propr ie mani. Di que sto pri nci pio il ~vl. vede la ripro va ne l partilo socia lista contempo – raneo e nelle organ izzazioni di resistenza create da soc ialisti; e dimostra, con un nu– mero infinito di fatti grandi e piccini : che a que lla necess itf1 i_ parti ti e le organizzazioni non sono in alcun modo riu scite a sottrarsi nè in Germania, nè in Fran cia, nè in Italia. (1) R. M1c11E1.s, la sociologia del Pt1rtilo po– lit ico nella IJ,·mocra::ia moderna. Studi sulle tendenze oliga rchiche degli aggr egati politici ; traci. d i A, Poliedro, riveduta e ampi. dall 'A.: Torino, li . T. E. T., 1912. - F. Dm~,1:-1. I.a Démorralie d /es fi11a11ciers. Paris, Editions de la Guerre Sociale, 1910. 11 Delaisi rivolge la sua attenzi one alla sola Franc ia. Non guarda ali' organizzazione interna della democr azia, ma ai rapporti fra la democr azia e lo stato. E tende a dimo– st rare che il governo del popolo, nella forma de l suffrag io univ ersale diretto, è una pura lu~n, ed effettivame nte non ha servi to che a dare la Francia in mano di un centinaio di finanzier i. Stabili to, con un semplice raffron to fra i nomi de i consig lieri delle maggiori soc ietà per azioni, che la grande banca e le mag– giori imprese industria li e dei trasporti son dirette in Francia dalle stesse persone, il D. esamin a i rapporti che ques ti potentissimi finanzier i, hanno col mond o parlamentare. Assai di rado - egli spiega - essi assu– mono una p.irte di retta nella vita politica del loro paese, m.1 non pe r questo la loro azione è meno vigile e de cisiva. Le lotte elettorali richiedo no s;>ese enormi , che solo in piccola parte vengono fatte da i candida ti e da i loro com itati: quel lo che man ca viene supp lito dalle grandi società finanziar ie, che, ad ogni elezi one, stan ziano delle somme altis– sime, distribuit e fra i 700 collegi della Francia. Una volta elc llo, il deputa to, che non sia ricco o non costitui sca una eccezio ne, non può, con la so la ind enn ità, sostenere le spese della vita a P.1rigi. del la corrispondenza con gli eletto ri, de i frequenti viagg i e de lle ne• cessilà della rnppresen tanza nel suo collegi o. E l'alta finanza gl i vien nuo vamen te in soc– corso con le cause eh 'essa affida ai deputat i av vocati, con le cons ule111.e tec niche, con le perizie e co n mi lle inc:u ichi ~peciali, ch'essa offre agli ingegneri, ai medic i e a tutti gli altri de putati profess ionisti. Con questi mezz i la pluto craz ia si forma, alla Ca mera ed al Senato, una larga sch iera di uomini ligi ai suoi \'Oleri, di cu i si serve per far entrare i suo i fidi nelle giunte parla• me nt~ri, per farn e i relatori dei bilan ci e delle leggi, per preparare i futur i ministri. Un' arm a anche piì.1 potente nelle mani dell'alta finan za è la stampa quo tidiana. Dopo che il pubblico s'è abituato al grande , gio r· nale, ricco d'informa zioni minute e rapide provenient i da tutte le part i del mondo, e dopo che il giorna le de\'e acco ntentare a furia di spese enormi tutte le c,itegorie de i lettor i, la vita del gio rnale indipendente si è resa del tutto impossibile, 11 grande quo– tidiano o è assunto direttamente dalla grande ca Gino Bianco imp re~a capita listica, che segna ne l passi\'o ciò che rimette mate rial men te co n la stamp a del giornale, ma può registrare all 'att ivo tutti i vantaggi ch'es so indirettamente pro..:ur.1 ai suoi affari ; oppure si regge coi larghi sus– sidi che l'alta fin:inza largisce a tutta la stampa ma~ari nella forma, appare nte mente onestis– sima, del la pubb licità pagala .id altisc;imi prezzi della quale pub blicità i g iornali si !-de• bita no spesso con la semp lice tallica drgli oppor tuni silen zi. .._ Con q uesti mezzi, qualunqu e .sia il partito al potere, la pol\tic :i della Frnncia è diretta sempre dagli slessi uomini dell'alt a finanza, i quali si riva lgono largam en te delle spese sostenute per i poli tican ti e per i giorn ali , ottenendo dazi di pro tezione, ord inazion i di arm i, concess ioni di lavori pubblici, fa\'o ri nell'as sun zione d i prestit i e così via. l a diagno si spietata del Delaisi potrà es– s:ere ecces~iva ne lle genera lizzaz ioni; ma è condolta con una semp licità cosl convin cente , tro va una tale rispond enza in tutte le mani • festazioni ultime della vita pol iti..:a francese, e non solament e francese, che si è trascinati ne– cessariamente a riconoscernt: la profonda Yeril 3. Chi ignora che orm ai anche in Italia i grand i quot idiani ind ipendent i com: nciano a cont ars i sulle dita; e le banche , e le grandi Società di navigazione, i coton ieri , i l t rust siderurgico e quello zuccheriero han comi IJ– ciato a vedere i vantaggi che possano rica• vare da una stampa fedele ; e sono nume rosi i deputat i e i senatori consulent i delle grnndi imprese capitalistiche, e le banche e le in– dustrie protette vanno tendend o intorno allo Stato democratico una rete, da cui sem br a ch' esso non possa sperare di liberarsi? La dem ocrazia gtrarcbiz zata. Eppure a noi sembra che i due libr i del ~lichels e del Delaisi, denuncia ndo e doc u· mentando le tendenze ol igar chiche e la ere · scente azione politica dei finanzieri, come malattie caratteristiche e inguar ibili delle forme politiche democratiche, commettano un duplice errore: quello ap punto di cons i– derar le come caratterist iche della demo cra• zia, e que llo di non vedere che solame ,,te da un funzionamento sem pre pili sincero delle forme democrat iche è lecito spe rare il ri medio o per lo meno la massima 'possi• bile neut ralizzazione di quei mali. Il fatto innegabile de lle tendenze oligar • chi che d i tutte le org ani zzazioni polit iche ed eco nemiche credia!llo sia d i quelli che deb • bano piuttosto rallegrare che sp3\"entare. Al Michel s, che si limita alla sem plice consta • tazio ne del fatto e non ne deduce alcun:t cons eguen za pratica, è sfuggila - ci sembra - l'es sen za stessa de l problema. li fatto generale da lui stab ilito sarebbe effell iva– mente sconfor tante, solo nel c.1so in cui le mi noran ze, sollevantisi da lle nuove organizz a– zioni di classe potessero im punem ente dimen• ticare le idee, le aspira zion i ed i bisogn i della classe da cui sono uscite, pei:, assumere l'ideologia e le abit udini delle vecc hie mi• nora nze a cui, nella loro ascesa, esse si sono , an-i cinate. Se cosl fosse, tanto varrebbe ri– nunciare ad ogni aspi razio ne di mutamenti di regime, che rappresentano sempre una grave di spe rsione d i forze, ed adattarsi ad un regime oligarch ico conse rvato re. i\l a il ~liche ls non arri\'a affatt o a tali conclusioni : fervido ammir ato re di mo lti fra i cap i socialis ti della German ia, egli deve riconos cere che le lo ro tendenze oligarchiche

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