L'Unità - anno I - n.53 - 13 dicembre 1912pdf

r .. problemi della vita italiana . Si pubblica il Ve nerdl in Firenze - Dir<ltore GAETANO SALVEMINI - Direzione e A mmi~istrazione I Corso Regina Elena, 16- Abbonamen to annuo ordinario Lire 5 per il Regno • per i paesi italiani dell'Austria e della Sviz:cra I per l'e stero Lire 7,50 - Abbonamento •~stenitore Lire 20 annue - Un num ero Cemesimi IO - Conto corrente con la posta. Anno I - N. 53 ---'-13 Dicembre 1912. SO:\IMARI O : E (u fortuna per noi .. A. CR tVEl #LliCC I. - La Trip lice rinnovata e la qu eation e albanese .L'UNITÀ. - Calabria , Emilia , Libia , - La pe sca a Tripoli , Gr~J OSSER\'ATORI• - Accattonag · gio - La politica commerciale italiana nell 'ultimo cioqua.ntennio , G. t.uzu,T TO. - A propos ito di una nomina - La giu1tizia - Posta dell ' e Unità• · E fu una fortuna per noi.. _. « il non parl eci'par e a cos} grand e guerra « (la guerra balcanita) 1 pcrdtè in /al modo e noi rimanemmo arbitri asloluli di ,ma si– « luati 'on& du oltrimenli sarebbe sia/a sollo– • posta al volere delle a/Ire poltn{e, s1 che e '10i saremmo sfa/i sollo ;1 g imh{'·o alirui, e a11\ichè eHere giudici al pari delle altre « poltn{t > (v ivissime approvazioni ). Cos} al/,, Camera l' o11. G ioii/li disculcn – dosi il 4 Dicembre 19 12 il trai/al o di Los~1111a. Non so, 11è vogUo indagar e, se sia sia/a una forluna o una sfo rluna per noi il 11011 par ie• cipare alla guerra balc,mica. Giud, cam/0 1 011{1~ comi si deve. 11011 dai fa lli cl,e seguirono, ma àa 9111/li d,e p ruede llero la nostra pace, ap– pr ovo questa sn,{a restrip"oni. M 11 ci~ che in nessun modo approvo, cid che i11 11ess111 modo an{ i riesco a comprendere è che il capo del governo di S. M. il Re d' /tt, /ia, il rappresenlanle d'una t1a{io11e che ha coscitu\a dtll a sua i11dij,e11dt11{a e della sua dignità , ltnga in cosp ello del moHdo il /in • guaggio che ha lemtlo !'011. Gioii/li alla <::a~ mera Jei Deputali . Dunque, se ieri noi 11011 facevamo quel/., pace, domani avremmo corso rischi() di essere sollopos li al gllul,°{io altrui~ J' It alia e le a/Ire na\ioni 1'el/1~cra11/i e vit– toriuse, sarebbero sollost,,te al giud,°{io di Au– stria, Ger mania, Francia, Ru ssia, Inghilterra; • I' 011. Gioii/li, che lo dice, lo avrebbe nalural– menle permesso; Oll\i egli pen,a che F Italia debba esser lit/a di poter « e:•ser giudice al pari dtlle altre polen{e • a11{'·c1,; e essere solfo il giudi\i O altrui >. Che 1111a simile bestemmia sia sia/a della e r,pelula dalla maggior parie della stampa nostra gior nali era, la quale non sa quasi mai quel che si dica e rappres enta l'opini one e il senlimcn lo italiano come gli sprechi concavi o convessi rendono I' immagine di chi vi si guarda I nessuna mtrar:i'glia ; ma che il primo ministro dtl Re d'Italia, il rap– pr esenlanl e della 11a{io11e, dat·anti al mondo in– t,ro, la ripeta , anp" la pr oclami nltamenle come un trionf o della sua polilka, ah l questo è troppo, questo fa montare il rossore al viso di ogni buo" itali ano. No, mssu na na{iOfle che abbia senso di di– g11ild deve sol/ostare al giudi{iO di qualsiasi a/Ira 11atio11e; nessuna na\iOne che abbia senso di giusli;Ja p utJ pr etendere di esser gi udi'a di qualsia si altra na{ione rispellabil e. Tn,disce la pr opria 11a{io11c, comme/le deli/Jo di lesa mae• stà ,ta{Ùma/e chi pensa e dice il contrario. E le polt1t{Cbalcaniche si solloporr a,mo al giu• ditio delle cosiddelle gramli polt11{ecuropte? di quelle stessepoten{e, contro le quali più che contro i Tur chi hmmo doru to e det"Oll(J/ollare per emancipars i? Per l'onor loro, per la gius titia e ptr /'11111a11ilà, speriamo che citJ11011 accad.1. Speriam o che come ha11110 saputo fa r da sè la guerra , cos} sapra11110 fa r da sè la pace e da sj provvedere agli ù//eressi loro. Qua l meravig lia che I' l lalia, guidala da uomini che se,110110 cosl bassamente, a11d1e ù1 una sil11a{'·o11e i11ler11a{'·o11ale cos} chiar a e sem– pli ce quale sarebbe staia l'a llu ale, agisca e si mu ova in modo che pare abhi11paura della sua propria ombra e si mella all' ombra di altre potw;e i' E la Ca111:radei Deputali, opera e jall11ra di lui, carn e manip olala e insaci:ala e prossi– ma a essere rinsacca la da lui, so/lolùuò con vivis sime app rovazioni quelle parole _I Plau d.1 pure il servum pecus di Mont eci– torio. i.A mia voce è meno del ron{iO d'una {all{ara; ma io ,grido: A bbasso _I Chi cosl pensa e sente dell a t1a{io11e, cui apparti ene, vada a fm e il salcicciaio, non l'uom o di Staio / A. Cri vell ucci. La Triplice rinnovata e la Questione albanese. La T rlpllce rlooo vata. L' Agemi ia Sie/a ni, annu nziando il rinnova– men to della Tr iplice Alleanza, dice che è avve– nut o " senza modificazioni 11. Stando al s ignific,1to stretto delle parol e e te– nend o prese nte la storia int crn~ zionule di que– st'u ltimo decennio , l'annu nzio della S ir/a ni do• vrebb c signi firare che la all~anza rinnovata con la Germania e con l'A t1stria non impedi sce a1- l' Italia di mantene re le buone relazioni e ma – gari di venire a vere e proprie intese con altri Stati estrane i alla T riplire Alleanza , ana loghe a quei famosi "gi ri di valur u, di cui l' lta!ia si è dil ettata nel dec ennio pas s:1to e che tanto malu • more hanno suscit ato a suo tempo in Germania. E questo sembra voler dire la Trilnma nel com• mento ufficioso, con cui accompagna la notizia ufficiale della Slef aui: • La Tri plice Alleanza cont inuerà, come in passa to, a propo rsi fini pa cifici e difensivi, i qual i non soltanlo non escludono ma implicano i buoni e cord i:1li rapp orti con Potenze es tran ee all'all eanza ". Ma da che mondo è mond o, nessuna allea nza nu ova o rin novata è stata mai annun ziata come offensiva e guerresc::1: tull e le alleanze sono fatte per la difesa e per la pace, salvo a dichia• rare al momento oppor tuno che l'offesa è difesa. Non fu proelama ta guerrn ... difensiva finanche la conquista della Libi a ? E qua nto al lC'slo sc ritt o dei trattati , de l cui insieme con~ta la Tr iplice Alleanza, men tre nulla vieta cli riten ere che esso corrispo nd a piena– men te alle aftermazioni dell' Agenaia S tefa "i e de 1 giorna le ufficioso romano, nulla vieta nean• che di pensare ch e il tes to scr itt o può essere una cosa, e lo spir ito, con cui è via via inter– pct rato il testo scritto , può rssere un'altra, e può essere precisame nte l'oppos to del testo scritto. li comm ento al caratte re pacifico e difensivo del patlo rinnovato lo dà ogg i coi fott i l'Aust ria accum ulan do le sue tru ppe verso la fronti era serba. E i giornali aus tr iaci, che prima del viaggio dell'on. di San Giuliano a Berlino erano umili e cond lianti, h::mno ora rialzat o il tono detla voce e ripr esi gli atteggiamenti domi,~at ori del 1go8. La queatlooe di Vatlooa. Alia sua volta il Go\ferno italiano dichiara alla Grecia che " non potrà mai consenti re che la ba ia di Vallona appartenga alla Grec ia, nè che possa essere trasformata in base navale di opf'razioni militari • (dichiarazione di San Giu – liano nella seduta della Came ra ciel 7 dicembre), e che " l' Italia non sarebbe più una gra nde po– tenza , se una qua lunq ue altm potenza maritti – ma potesse della baia di Vallona chiud erl e le port e dell'Ad riat ico 11 {dichiara zione Sa lanclra per l'opposizio ne costitu zionale, evide ntem ente concorda ta col Governo, aflìnchè const i la una– nimità di tutt i i costituzionali) . Ora è innegab ile che con questa formu la s; pro• fila una politi~a ts tern italiana del tutto nuova. Fino a poche settimane or son\), la formula era che Vallona non dove va essere dcli' Aus tria. E su quest o punto non c'era in Ital ia dissenso di sort a. E appun to pe rchè il poss esso cieli'Al– bania avri:bbe significa to per l'Austria il pos-– sesso di Vallona, l'Italia si d)chiarava interes– sata alla ques t ione albrrncse, e ave\'a fatto ser• vire la Triplic e Allcm1za pe r ottenere dall'Au– st ria la promessa di aste nersi da ogni conqu ista terri toriale in Alba nia (promessa < he l'Aust ria man teneva intensificando intanto la penetrazio ne economica e mor;,le del paese ). E appun to per– -:hè si sen tiva che una ulte riore espa nsione ter– rit oriale dell',\ ustria in Mace doni:,, rende nd ola confinant e con l'Alba nia dalla part e di ter ra, avr ebbe enorm emente rnfforzate le influe nze au– stri ache in Albania e reso inevi tabile, a scadenza più o meno br eve, l' insediament o politico dcl– i' Aus tria 1 el basso Adr iatic<', - appunto per qll_esto _te yi ttonc della lega bnlcanica , che sba r– ran o all'Aus tr ia l'adito verso la Maced onia, fu– rono accolte fr.1 noi quasi come successi ita– li.mi . O6gi la scena è muta ta L"Italia dife nde Val- lona non pili contro l'Austr ia, ma contro la Grecia; e non so lo perchè intenda tut da re l'au – tonom1a albanese, ma perchè Vallona non deve essere ma i porto militare in possesso di un al– tro Stato i e quest'avv er timento è diretto non solo alla Grecia, piccolo Stato di tr e milion i di abitant i, che non può dar ombra ali' Italia, ma a tutte le Potenze di tull o l'univers o. L' Italia, insomma, vuole assicur~rsi, come scrive la Tri– bmw in un comunicato uflll'ioso del 10 dicem– br e, ,, contro qua lunq ue occupaz ione di Vallona o di altri por ti importanti alban esi da parte di una Potenza o di uno Stat o marittimo o che posia diven t:tr marittimo, e che d i per sè o per mu.au Ji ,ma coml,iun;ioue qualunque , pos':ia portare un elemen to di perturbazi one nell'eq ui– librio dell'Adriatico "· Ora se la logica non ha fatto divorzio dalla politica es tera italiana ,q ueste affer mazioni port a– no l'Ital ia ad oppo rsi anche a c1ualunque forma di adesion e, che la stessa Albania po tesse libera – ment e da re a una even tuale Confederazione bai • canica perchè con questo Vallona diventere bbe o minaccerebbe di div entare porto militare detla Confeder.iz ione. Porta I' Ita lia u fare tutto il poss ibile aflìncht non si costituisca una Confe – derazione balcanica, perchè qucs tn tenderebbe necessariame nte ad assic urarsi uttra verso l'AI~ b:rnia le comunicaz ioni por tuali con l'Adria lico, e perciò cerche rebbe di assoc iars i l'Albania sia colla violenza sia con liberi legami confedera li ; e alla sua volta l'Albania, avendo come ltinlerland gli Stati della Confedernzi one balcanic.l, sarebbe pMta.ta prima o poi, spec ialm ente graz ie alle comunicaz ioni ferroviar ie, a senti re la oppor tu• nità e la utilità di una ad esione all a lega bal– canica: e qu esto farebbe di Vallona 1111 pericolo per l' Italia. L' llalia , anzi , se vu ole agire effi– cacemente in coerenza. coi fini che si propon e, deve da ora in poi fare ogni sforzo per mante – nere l'Alban ia in uno stato barbarico e opporsi ad ogni :allacciamento ferrov iar io dei porti adr ia– tici dc li'Alban ia col retroterra macedone; per– chè un'/\ lb:mia incivilita e associa tJ ferroviaria – mente alla Macedonia no11sarebbe pili un' Al – bania miserabi le e potr ebbe trasfo rm are Val– lona in una posizione militare pericolosa. L' Italia ass ume cosi, di front~ agli Stat i ba l– canici, una posizione ana loga a quella che pre se Napoleo ne Ili, dopo le impulsività italofile de l 1859·6o, cli r,onte ali' Italia: visto che l'Italia costituita a nazio ne polc-Jn essere un per icolo per I~ Francia, la Francia doveva att rav ersarne il processo di unificazione. Il mai dell'o n. di San Giuliano ricorda il jamais di Rouher. li Jam ais di Rouher condusse la Francia a Sedan. Dove sarà condott a l'It alia dal nwi dell'on. di San Giuliano? In questo mome nto è condotta a stringers i con l'Au!:lria cont ro gli Stati balcani .ci, o almeno contro gli Stati balcanici occidentnli. L' Italia presta mano forte ali' Austr ia contro la Serbia , perc hè non abbia nessun respiro libero verso l'1\dr iatico; e l'Austria in compenso sp~l- 1eggia l'Ita lia cont ro la Grecia nell'affare di Val– lona ; c.. l ... ntra mbe debb ono cercare non solo di strappa re agli Sta ti balcan ici l'Alban i.i, ma an1.he di mandare a vuoto le loro vittorie in Macedo – nia i ,e tutt o questo lo fanno can tand o in coro il ritornello dell'autonomia e de ll' integrai de lla Albania. L' todlpeodeou atbaoue . I l quale ritornello è stato assai bene scelto per contentare quegl' idealis ti - fra cui ci ono– riam o di trova rci senza esitazio ne an..:hc noi, - i qu ili sentono tutta la ingiusti zia che commet• tcrebbero oggi Greci e Serbi manom ett endo vio– lentemen te l'Albania. E sarebbe un giusto e sant o ritornello, se si– gnificasse davvero che Italia e Austr ia rinun– ziano a ogni mira di dominio, comunque lar– vat o, in Albania; e si accordano nell'esigere che agli albanes i sia assicura to un regime polit ico, in cui possa no sviluppare liberame nte le loro att itudini alla vita civile e abi litarsi al gove rno aut onomo dei propr i affari. • L' interesse ddl' Italia a promuovere tutte quelle r iformt", che poss u,10 destare la cosc ienza nnio nale alba nese - scriveva sul Giornale ~~~~,/~ te :,1~~togi~\~id:n ~~~~ l',~•'\t~ ?iia~ao~w?~~; che non avvengano mutamen ti terr itoriali e che l'A!bania res ti sotto la sovra nità del Sultano, almeno per tanti anni quanti ancora ne occo r– rono per far si che, formandosi poco a poco una coscit-nza n:.z.1onalt', e sviluppa hdosi con pro – gress ive riforme, le quali tà oritaniche e cen tri– pete , che ancora nel 1,opolo albanese non ap– paiono, esso possa cos tituire un elt:mtn to di equilibrio nelh1 peniso la balcanic a e nell'Ad ria– tico ed uno ostacolo a qualsi asi ambizione d) grnndi potenze •. E se cosi fosse, noi inneggeremo nl1a nuO\'a Triplice come a una e:anta opera di giustizia e di pace. L' Austri1. lo Alba nia. Ma e~ere ideal isti non vuol dir e esse re min – chioni. E sa rebb e un segno di estrema minchio• n;.1gine credere che Austria e Italia abb iano potuto mettersi d'acco rdo su l se rio e franca– mente su un prc,gra mma di qu esto genere. u L'Au stria - scri veva l'on. Guiccinrd ini in un arti colo de lla Nuova An tologia del giug no– luglio 190 1, ris tampato in quest i giorni nella stessa r1v1sta - mira a stabili re il suo preJo – minio in un:, forma che non apparisc e ancora determina ta in Albania. Forse le sue mire non giungono fino ~l golfo Ambracico, ma, cert o, non si fermano al Seme mi , sce ndono al sud di Va llona e gmngono fino al baci no cli Calamas , il con fine ellenico consigli ato dal Congrt:sso di Ber– lino. I mezzi dei qualt l' A ustrb si serve per l'at – tuazi one llella sua politica sono molteplici, di cliffcrente natura, ada tt i ai diversi ambien ti <lo\le si eserci t,mo, ma tutti tgualmen tc tendenti al medesimo fine. L'Au stria, in forza di antic he cons uetud ini, ha il protettorato del culto cattolico in Albania; e di qu~sta circosta nza si se rve per tener sog– getto il clero catto lico e farne strume nto della sua politica. l\lercè l'aiut o di Propaganda, quivi tutt e le sedi vescovili sono in possess o di pre – lati austr iaci o aus tri acan ti, e, mercè l'aiu to di questi, tull e le parroc("h ie va nno pop olandos i di pa rr oci anim ati da sentim enti simili a 9ueHt c\ei vescov i. Som me non piccole spende l Au – stria per il clero d'A lbania in asseg ni ai vescovi in sussidi ai parroc i, in con tributi per man te'. nimcnto , pe r restauri, pe r ampliamen ti, per co– stru zioni di t-difizi ecclesiastici; e m~1ggiore della spes a è il frutto che ne ra :coglie: nessun Governo è sen· ito da agenti pr opri così fedel – mente come l'Au !tria è ser\li ta dal clero alba – nese; orama i non c'è quasi pt1rr occhi a che non sia orn ala de l ritratto di Francesco Gius eppe· e il vescovo di Sc utari , monsignor Gnerr ini: nel 1898, per vani pr etesti, ma effetti vame nte per opporsi ad ogni influenza estern, giunse a tale (he mise so llo interde_u o le scuo le italiane , fi11chè non ebbe a cedere th fronte :ille protes te degli st essi cattolici scu tarini e ai richia 111i del Gov~rno di Vienna. Dove la popoh,zione cristiana non è cattolica ma ortodoss~1, l'Austria, vari and o i mezzi se:.. condo l'nmbicn tc, in vece di 1>olitica catt olica fa pol11it.:a mu;;;sulmana e cerca di attirar e a sè, non la popo lnzione cristiann, ma i suoi domin a– tori, i bry. E anche qui i frutti delln sua poli·

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