L'Unità - anno I - n.22 - 11 maggio 1912

problemi della vita - italiana. Si pubblica il Sabato in Firenze - Direttore GAETANO SALVEMINI - Direzione e Ammin istra;ione: Borgo Ognissanti, 40 - Abbonamento annuo ordinario Lire 5 per il l<egno e per i paesi italiani dell'Austria e della Svizzera; per l'estero Lire 7,50 - Abbonamento sostenitore Lire 20 aonue -- Un numero Centesimi IO - Conto corrente con la posta. Anno I - N. 2.2 :_ li Maggio l':112. SOMMAR IO: Una ■peculazione mal riescita, ,r. s. - Protezionismo borghese e prot ezionismo operaio, Uco Gu11Jo tllo:.;00 1.FO . - Il e ref erendum> dei deputati. - La que■tione attuale degli atretti FRANC~:sco ~voi.i - I pr-eliminari della rlform'll tributari a, ETTORE l.01.1:-11. - È impossib ·le che tutto ciò vada perduto, GIUSTINO FORTUNATO, - Intorno alla nuova procedura eletto– rale. L UNITA, - La posta dell'c UnitA •: f·i',,a,,ziammlo e ldurismo . G C\NHPA. Una speculazione mal riescit_a. Il Marc hese Filippo Crispolti, uomo di inge– gno fine e accorto e grande colonna dell'italico clericalismo, trova che la guerra libica non ha fruttato tutti i vantaggi, che se ne potevano at– tendere, al partito clericale, sopratu tto nel Mez– zogiorno. e Il sottoscritto - scriv' egli sull' A1n1e11irc e d'Italia - in una breve corsa fatta or ora e nelle provincie meridionali ha potuto aver no– e tizie del modo con cui laggiù , cioè nelle ter– e re ove il suffrag io u11iversa le può produrre le e maggiori novità, il radicali smo prepara il pro– e prio trionfo. Il quartier generale d~ll' esercito e radicale è a Roma, annidato nel '.\linistero dei e Lavori Pubblic i. Tutte le concessioni di opere, e che si facciano alle provincie e ai comu ni, si e ha cura che vengano annunziate come v:ui. e taggi ottt:nuti a quei luoghi dallo zelo dei de– e putati radicali che bisogna fortificare, o dai e semplici cittadini radicali.c he si presenteranno e come candidati. e Anche negli altri Ministeri i soli ministri o e sottosegretari o funzionari , che si occupino « già di elezioni nel ì\'lezzogiorno ·o altrove, sono e quelli che appartengono al radicalismo; quelli e di tinta più tempera ta dormono, e il primo a e dormire è l' on. Giolitti. e Queste attività e ques te di!!òposizionia favore e d~I radicctlismo si sono accresciute - bisogna e confessarlo - pel fatto della gue rra : poiché i e radicali ne h1nno preso occasione per distiu• e guersi semp re meglio in alcuni punti dai so– e cialisti veri e proprii, e quindi respingere lon• « tano da sé una parte delle diffidenze che « avevano suscitato col fare tante volte c~usa e comune con essi. e Ne ha giovato che la parie co11.urvalrice e « la cattoli ca abbiano aiutato 11el/' impnsa lrijJo• e li11a il Governo col loro fiducioso patriottismo. e li Governo non solo non ha mostrato ricono– e scenza di ciò, ma è parso non accorgersene e neppure. Si direbbe anzi che abbia messo un « puntiglio, verniciato di dignità e di delica– « tezza, a raddoppiare le sue iniziali simpatie « verso I' Estrema sinistra, quantun que solo in e: essa vi siano stati quelli che per davvero o per e burla hanno combattuto la guerra, e a trattare e i cattolici e i conservatori come avversari, quan• e tunque questi non solo abbiano veduto di e buon occhio la sped izione a Tripoli, ma ab– « biamo cercato di sospendere per la circostanza « verso il Governo ogni lotta tenace e miuac– c cio~. e Il Governo si è ostinato a considerare come e sola amica sicura I' Estrema sinistra e quindi « a lavora re per lei sola. « E se la parte sana del paese nello stringersi e intorno ai poteri pubbl ici in quest'ora solen• « ne, avesse avuto altre mire, oltr e quella d ' a• e dempiere un obbl igo nazionale; se avesse spe – " rato di riconquistare con un tal mezzo i ri• e guardi, che il Governo non ha cessato di do• e ver!e, avrebbe fatto la più cattiva delle spe• « culazioni :t. >:oi confermiamo pienamente ciò che scrive il Marchese Crispo lti intorno alla « concima– zione •, che il radicalis mo sacch iano va facendo del l\lezzogiorno in vista delle fotnre elezioni. E preveùi :.,mo anche noi che in queste elezioni il Mezzogiorno manderà alla Camera un numero enorme cli • radica li ». Sarà smen1it.l così la leg• genda chi! il Mcizogiorno sia terrn... « re.iziona• ria •· li che non vuol dire che sia terra e radicale>. Ohibò! Ecco come sta nno le cose: llal momento che nel ~ord pre\'ale la « demo crn1.i:1 » dell'ono• revo le Sacchi, e questa « dem 1Jcra1.ia • è andat a al potere , è natu rnle che il Mezzogiorno sia e dem ocratico ». Procuri il .\larchese Crispolti d i far prevalere al Nord quella che eg li chiama e la parte sana del paese - e :-ubito il Mezzo– giorno d: :enterà ancl1 1 esso.a un tratto «·san.o •· Qu"ès"tà pàssi~ità -n~~ridionale cii fronte alia po– litica di quei gruppi, che prevalendo nel Nord riescono ad afferrare i Ministeri, non ha nulla da vedere col sufiragio universale. Essa è esistita finora senza suffragio universale e in grazia del suffragio ristretto. E un fenomeno piccolo-bor– ghese : la piccola borghesia aff;unata e caccia– trice d'impieghi sta sempre col Governo cioè per gl' impieghi; se qualche volta si d.\ l'aria di esser rivoluzionar ia, non bisoina preoccu– parst ne: un posto di vice-segretario comUnale vi trasforma a un tratto un massone-anarchico nel più untuoso bdciapile che possiate deside– rare. E finora nel Mezzogiorno è stata questa piccola borghesia, che grazie al suffragio ristretto ha costituito il vero corpo elettorale. Il suffragio universale non potrà smantellare a un tratto con la pressione dei contadini, che non possono aspi– rare agl'impiegh i, le incrostazioni costituitesi in mezzo secolo di suffragio ristretto. Occorre aspet• tare un paio di elezioni.. Quanto, poi, alla « cattiva speculazione », che « la parte sana del paese•• secondo il Marchese Crispolti 11011 ha voluto fare, mentr e tutte le pa– role del Marchese Crispolti trasudano la delu• sione per l'i nsuccesso .... elettorale della « con• wrà qualcosa da perdere nell'ambizione o nella vanità di alc,mi suoi uomini, che dovranno ri– nunziare al medaglino e alle dolci fatiche annes – sevi, - non ha, invece, nulla, proprio nulla, da perdere, anzi ha tutto da guadagn are in fatto di interessi reati. Tutt'al più sarà abolita la dot– trinella nelle scuole , o introdotta la precede nza de)· matrimonio civile. Ma il baccano, che si ac• cenderebbe intorno a QU!sti ridicolissimi argo– menti, servireb be perfettamente a distrt1rre il paese da que stioni assai più gravi e a lasciar tranqu illi interessi l.'.Onservatoriassai più concreti e più profondi. E non sarebbe questo per la « parte sana » del Marchese Crispolti il migliore dei guadagn i ? J':; per questo che i clericali fanno le viste an– ch'essi di dare un enorme importan za alla dot• trinella, e pare che si prepa rino ad agitarne il problema innan1.i ai futuri comizi. Sia che vin· cano, sia che perdano , essi non potrebbero ren• dere un più gran servizio a tutti quei gruppi che hanno interesse a conservare lo stalu quo doga• nale, tributario 1 scolastico, amministrativo, ecc. Clericali e anticlericali, fanno ricorda re in certo qual modo ,/ oggi in Italia, i tradizionali ladri di Pisa. I ladri di Pisa prima ruba,·ano, e poi si disputavano sul serio il bottino. I clericali e gli anticlè rìcali cercano tutti i pretesti per atta ccar . .\titJpia O egoismo? non so: si bada al male che colpisce vicino o che appare più evi• dente, e se ne invoc a il rimedio, ma a patto che le crisi prodotte dal rimedio cadano e!>Clusi vame nte sugli altri I Ora, com e dice il liberista democrati co, se noi non ci sentiamo di affrontare la crisi della riforma doganale, pl!r cercando tutti i mezzi possibili per attenuarne o graduarne la gravità e gli effetti doloro si, dobbiamo rassegnarci a pagare ogni anno, ora e sempre, per omnitl saecula saeculorum, uoa lista civile di parec• chie centina ia di milioni ai sindacati indu – striali a tutti gli altri trivellatori {la parola è· dell' Einaudi) delle finanze dello Stato e dev contribuenti. Qui non ci sono mezzi term ini : è sto lto pensare che una protezione, confermataeraffor• zata ora per risJ)armiare il danno degli ope rai, possa essere me~dio combattuta in altro mo– mento in cui si sia trovato il modo di attenuare la gravità del danno. No, il danno non s 1 at– tenua : o l' industria non trae \'antag gio dal la protezione creata o confermata , e il danno è assai più lungo e pili grave che quello di una crisi acuta ; o 11 industria acquista, per la cordia patriotti ca •• - noi crediamo che dal briga ad ogn i quart o d'ora, affinché il gros.io trionfo del e radicalismo» meridionale la e parte puhblico non si avveda che in realtà i nemici protezione, una prosperità artificiale , e il com- conserva trice e cattolica », i cui destini stanno sono perfettamente d':lccordo ... a scopo di bottino. batterla in avvenire riuscirà sempre più diffi- cosi giustam:_1~e ~ cuore a~l'ottimo ~1~ .h~ e~ __ i:,:,....__ e.ile, e appa.dr :à ,ti ~imqrosi sempre più &ravf' dl pericoli. Protezionismo borghese e protezionismo operaio. La lettura dei due articoli di Uu liberista democratico pubblicati nei n. 18 e 21 del– )' Unità mi ha fatto tornare alla mente un episodio di agitazione operaia, cui ho perso- nalmente assist ito, e che è una dimostrazion e calzantissima di quel che il liberista democra• ti'co scrive. Quando Enrico Ferri er:i rivoluzioIÌario e faceva sull'Avanti! la famosa campag na con– tro il Bettolo e cont ro la Terni, quelle accu– se (che, se pur non erano esatte per quan to riguardava il Bettolo, era no fondatissime per quanto riguarda va· gli enormi illeciti favori concessi alla Società) trovarono un'eco favo- revo le e simpatica anche fra gli operai delle Acciaierie di Terni. Senonchè qualche- mese dopo, bandita una gara per la fornitura di co– razze, il Governo dichiarò di dare la prefe• renza a una Società americana, la Midvale, che offriva di eseguire la commissione per un prezzo inferiore di circa il 1 5 ¾ a quello preteso daila Terni. Questa allora mise sos– sopra mezzo mondo: foce gri dare la stampa in nome della dignità e degli inter essi nazio– nali ; fece intr avvedere ai propri ope rai e agli amminis tratori repubb lican i del Com une di Tem i che 1 se il Governo commetteva la fel– lonia di preferir e d'allora inn anzi l'industria stranier a, le Acciaierie si sarebbero chiuse ; fece anzi preannunzia re la necess ità dell'im– mediato licenziam ento di ben 400 operai. Ed ecco gli amministratori repubblicani del Comune metter si subito in moto : si recarono dal Sottoprefetto, dal Prefetto, dal Ministero della Marina, dal Presiden te del Consigli o per scongiurare la grave iattu ra dal capo dei... p or.:eri opçrai; indi ssero un pubbli co comizio, che riu scì affollatissimo, perchè la Terni aveva dato vacanza con paga a tutti i suoi dipen– denti , affinchè accorres sero numero si ; eJ in questo com izio prote staro no contro la tacca– gneria ant ipatrio ttica (sic/!) del Governo, che per pochi soldi (ricordo esattamente la frase) dava la preferenza ali ' industria forestiera. E la massa degli operai di Terni fece causa co- rnune con la Società, dimenticando i plausi inviati pochi mesi prima al Ferri e all'Avan– ti.' Solo un piccolo numero di socialisti - fra cui il sottoscritto - rimase in disparte ed espress e sul giorn aletto locale il proprio dis- senso, spiegando come sia inutile lottare contro le protezioni illecite, i parassitismi e le ca– morre, quando po i al momento buono, allor• chè la lotta sta per raggiungere un parziale resultato, quegli stessi che protestavano cont ro i parassit i, si affrettano a prestar man forte ai parasSlll medesimi, per la preoccupazione di interes si immedi ati di gruppo o locali. Il più delle volte anche la gente, che sa ciò che vuolt- 1 e che lotta non per un interesse personale, ma per un principio di giustizia, non sa rnanten~rsi nella necessaria dirittura logica e morale. Lo scorso anno, quando si ritentò per la ennes ima volta la cam – pagna contro il rincar o dei viveri, quasi tutti gli ord ini del giorno votati ne i com izi del– l' Alta Italia prote stavano sol tanto cont ro il dazio sul grano . - E le case, e lo zucchero e tutt e le altre cose ntce ssarie alla vita - dissi ad un'org anizzatore (e socia lista per giunta) - non ci costano anch'e ssi molto più di quel che do vrebbero, per la protez ione che il go– verno accorda ai produttori ? perchè non pro – testiamo anche contro tutti gli altri dazi ? - L'es istenza delle industrie - mi rispose - reca utilità al paese e alla e clas se lavo ratri– ce > (confo ndeva, al solito, la classe lavora • tri ce con i gruppi operai di certe indu strie de termina te) ; non si può pro vocare una crisi che getterebbe nella disoccupazione dec ine o cen tÌl)aia di migliaia di operai, ecc. ecc. - Ma l'abo lizione del dazio sul grano non pro– dur rebbe un a cri si in tutti i lavoratori che colt ivano le terre a cer~ali ? La lotta va com hattuta subito, senza quar– tiere. Il che non esclude che si cerchino, nello stesso tempo, fino da ora, i rimedi necessari ad attenuare per gli operai i danni del pe– riodo di transizione. Nel caso del protezi oni• smo sideru rgico, che dovrebb'essere abolito di colpo radicalmente allorchè si tratterà di rin– novare il nostro regime dog anale, - il liberi– sta democratico ha accennato alla opportunit à di assegnare una volta per sempre agli ope rai colpiti dalla crisi un a somma, che li aiuti ad attraversare la crisi ed a cercarsi lavoro in altre industrie: è un esped iente tutt'altro che disprezzabile, anche se a prima vista urt a qualche preconcttto. Ma in un modo o in un altro bisogna ben romperla que sta catena. con cui il protezionismo parassita tenta e riesce spesso ad avv incere a sè grupp i più o meno vasti della classe ope raia. E i-o queste ~ernplici proposizioni mi pare possa riassumersi il programma di politica eco nomica di noi , che scriv iamo su questo giorna l~. È bene stato quello il criterio (ri– chiamo l'argomento, perchè, pur sotto la di~ versilà ;1pparente 1 ha con quello sopra acccn • nato un'affinità profonda) per cui io ed altri abbiamo incondiziona tamente approvato la · lotta promos sa dal Salvcm ini contro la ec• cessiva preoc, upazione degli inter essi delle cooperative, che parve ad un certo mom ento guidar e l'azion e dei diri gent i il partito socia • · Iista e le organizzazioni operaie . Noi non ci sentiamo affatto di associarci ai giudizi di ce.-ti scritto ri, che sul Corr iere della Str,1 e sul Gior11,1/e d' /lalia fecero ap– parire le cooperati ve co me i pill ingordi pa– rassiti c\el pubblico erario. Noi sappiamo e proclamiamo che in molti luoghi le coo • perative hanno assunto appalt i di lavori pub .. blici a co ndizioni infinitame nte più vant .1g• giose per lo Stato di quelle offerte, e altr e volte praticate, da intr apre.nditori privati ; . che esse li h,mno qua si sempre eseguiti con puntualità, con one stà, per il prezzo stabilito, senza frodi nè cavilli, in una m aniera cioè a c11i pur tr oppo lo Stato non era mai stato

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