L'Unità - anno I - n.21 - 4 maggio 1912

problemi della v:.-itaitaliana . • Si pubblica il Sabato in Firenze - Direttore GAETANO SALVEMINI - Diru ione e Amminish~:ione I Borro Ornissanti, iO - Abbonamento annuo ordinario Lire 5 per il keeno e per i paesi italiani dell'Austria e della Svi::era; per l'e stero Lire 7,50 - Abbonamento sostenitore Lire 20 annue - Un numero Centesimi IO - Conto torrente ton la posta. Anno I - N. 21 - 4 Maggio 1912. SOMMA.RIO: ·Le evaaioni tributar le, ETT ORE Lo1.1N1. - La Libia nelle fonti arabe medioevali, LE ONK CA~ ·rANI, - Ai letterati della polillcR economica . C.111No V Au :NTT. - La grande Ula■lone, :.i' 8 ~=:~~~ -;;F.~~c~I:~~ ~ analtab,tt, G. SA.I.VK~ 11N1. - La cr i1i magiatrale, H.ODOLFO MoND0 l.f0 . ; Ho bh,o gno di aapere .. - Frammenti di vit a italiana: A,teora i e povui operai •• Il. ' Le evasioni tributarie. Per quanto il concetto di giustiz ia tributaria debba.si sempr e intendere, pre sso ogni popol o, in un sens o molto relativo , perchè in sostanza i tributi n.;;n rappresent ano che i costi d~1t•a- 2iend a statale distribuiti coattivament e dalla classe dominant e su tutti i cittadini, pur non di meno in Italia siam o b~n lungi dal riscontr are nel nostro sistema tributari o e nella sua pr atica iipplic azione la più piccola parvenza di giustizia dia tnbutiv a, se uno dei più grand i economisti vivent i, Vilfr edo Pareto, non ha esitato ad af– fermare che la finanza italiana è • un exempl e de l'exp loitation réglée d'un pays au pr ofit d>une class e gouvcrnant e "· Certam ente t nella nostra imposizione indi– retta sui consumi, rego lata da un viluppo enor• mc di leggi e costitu e,nte il maggio r prov f"nt o dello Sta to e degli Enti locali, dove si ri• scontra la più complet a inversio\1e di ogni sen• so di giustizi a tribut aria. È qui d\X·e la trasl a• zione e la ripercussione più si manifestano e nei modi più vari, finchè il tribut o, rimbalzato dall'el asticit à dei primi redditi, finisce coll' in• cidere inesorabilment e sui bilanci familiari de• gli stipendi ati e dei salariat i, diss imulato nel rincar o incessantie delle suss istenze pill 11eces• sarie. Le imposte sui consumi, che in Italia colpi– acono quasi tutti i generi di prim a necessità, rappresentano un tributo sulle esigenze dello stomàco delle classi lavoratrici . E se si consi• deri che qu as i il 50 per cent o dell e entr ate lo• ali dello St ato ~ il pr odolto di impo ste sui consumi di prim a necessità, che pes ano per L. 6,10 in medi a su dascuo abitante, mentre in Inghilterra per es. il peso è di soli centesimi .41 per abi tante; non si troverà eccessiv o il severo giudizi o pronunciato dal Paret o intorno al nostro sistema tributar io (1). L'ordinamento dei nostri tributi dir elti si pre– senta sotto un aspetto for,,,al'"tHl t più equo e razionale . Ma nell 'applicazione pratica dà luogo a tante ingiu stizie e disuguagli anze e, sopratutto nell'impo sta mobiliare , ad una C\'aSione cosi forte de i redditi più cospicui , da richiamare la attenzion e, non solo di studi oai cd uomini po– litici italiani , ma anche stran ieri (:z). Ant onio Lia - Primo Agent e delle impo ste dirette - in un suo prcge\' olissi mo cd esau• r iente studi o l "imposln mobiliare , la nf onna dti trihffli dir,11; in llalia, (Torino, Casa cd. naz. Roux e Viarengo, 19()6, pag. 107•8), dopo avere con una ricca messe di dati dimostrata l'enorme sperequazi one ed e\'asione, che si ,•erifica negli accert ,.mcnti dei red di ti commercia li ed indu– striali (cat. B~ conclude colle seg uent i grav is• aime considerazi oni, che avrebber o dovuto scuo– tere l'apatia dei nostri uomini po1itici : • A11e e\'asioni consum ate da migli aia di contribuenti fa riscont ro una valut azione di redd iti sfrenata nella sua stran('zza ; alle une ed all' altr a si ag• giun gono dispa rità e spereq uazioni enormi fra regi one e regione, fra le Provi ncie, fra i Co– muni , fra l'un o e l'altr o contribu ente; e da tutto ciò resta scon\'oha la compa gine intera, l'orga– nismo e la funzione del tribut o. Qui l' impos ta opprime atldirittu ra, altr O\'e sfiora appe na il re d– dit o, in una regio ne acqui sisce buona par te dei possessori, in altra lascia adit o ad ogni mczz<• per sottrnr \'isi come meglio aggr:1da. E la legg e, che persegue con mille br accia un'infinit à di reJditi, che ora e\' idcnti, ora incert i, poi tra• sform ati, apparisco no e sfuggono e si dileguano ; (I) Clr. il e01tro ln oro A,iitù• Jl,r• ,r:iod• tli d ou , ,., 1r~tli•• -r• l1 ,,.,..,.,,,,,;, iJ,.J,;.MO in • l'.rilica Soci.le •, 1• 16 Lu1ho 1910, n, l ) •l4. IJJ P1ca1u l' EaDIIII UI : l ,, J,-.,,J,, Ja,u l' , ... , 6! ila lù• ,,. , /,, r·n -,•111 J, I• ,u .4ru • ... ~ if ,i l'r, u ·ec 11•• p,.,• c• de /,M,ç , L1n :.,,rlf 1, ed . Gf-O•J•• Koostan , 1910. lnchie1ta coa 11aic at1 ell• Soc etl ,1, Ltc s•l• aioae comp&t•la. u che nella propria impot enza si affanna a rag• giung erli in tutti i modi, mentr e gli uni si di– vinc olano, altri si disperd ono fra i cr epacci dei tanti e non più appli cati artic oli di legge e di regolamento, e di altri non resta alla fine che la vuota forma; quella legge 6niscP. per incru• de1ire cont ro quei soli reddit i, che Ja consessi, o partig iani o non edotti, vengono dete rminati nelle misure più ingiustdment e arb itr.irie •· Ancora più gr a\'Ì evasioni, disparit à ed ingiu– stizie, si verificano negli accertam enti dei red• diti profession ali (cat. O, come lo stess o Lia ha largamente dim ostr ato. Secondo un diligente studi o sui difetti e sulla necess ità di una rifo rma del nostro attu ale si– stema di accertamento dei redditi mobiliari, pubbli cato quklche anno 1a nell'Economista di Fir enze dall'Int endente di Finan za ing. f . Ni• cola (1), nel 1902 solo poco più di mezzo mi• liane di citt adini, su 33 milioni di abi tanti, pa• ga\' a una imposta, dalla quale <lovre bbero an– dare esenti unicamente i redditi inferior i alle 400 lire imponibili! E il reddit o medio netto per ciascun o dei contribuenti inscritt i in tutto il regno nei ruoli degli esercenti commerci, in– dustrie e pr ofess ioni (catt . 8 e C}, non supe ra la proletaria somma di L. 1285 ! E si che a for– mare la media entra il reddit o complessivo di circa 150 milioni, a caric o di 4 mila enti col• lettivi commercia li ed industri ali! Nelle grandi citt à italiane app ena un terzo dei pr ofess ionisti ~u runt,, indi cat i nelle guide, è compreso nei ru oli delle imposte . • Stando quindi alle st atisti.:he fiscali, osser• va il Nicola, noi siam o a questo: che cioè al– meno la metà dei cittadini esercenti industrie, commerci e pr ofessioni, sfugge all'im posta, per – chè vivrebbe con meno di 400 lire l'a nno - e che quella metà, che paga e che dovre bbe costituire la parte agiat a, guad agnerebbe solo quel tanto, che basta per la spesa del pane o dell'all oggio, ma non per l'un a e l'altr a spesa ad un tempo"· Chi sa contr o quali difficollà di ogni genere debba IOttare un Agente delle imposte, che dir ige una 5'aio n, di acc, rfan,e,,/o pr esso un 1 A· gcnzia di un gr ande centr o urbano, non tro– ver à certament e esagera te que ste notizie sulla evas ione dei reddi ti mobiliari di cat. B e C. È or m111i a conoscenza di tutti, che la medi a dei redditi mobiliari accert ati per es. agli av vocat i, ~ di poco supe riore a quelh, accertata agli uffi– ciali giud iziari, ben conosciuti per i loro stipendi di fame: ma ques ti non possono difende rsi contr o la spogli111zione del fisco per la pubbli cità dei loro stipendi, mentr e posso no benissimo difendersi i pr ofess ionist i, i commerciant i e gli indu striali, non tant o per l' imper fezione dei nostri sistemi di accer tament o, quanto per le influenze, che possono esercitare sulle Commiss ioni di pr imo e di secondo grado, le quali annull ano o ridu cono enorme mente i redd iti accertati dagli Agenti delle Impost r , obbligati cosl alla vana fatica di Sisifo. Del resto le stesse illogiche cd antigiu riJiche norme del nostro diritt o finanz iaro puniscono di mult e graviss ime cd anche col carcer~ il cit– tadin o, che tenla !Ottrar si al paga ment o di po– che lire di dazio dogana le o di consumo, men– tre non si applica: piU per dts1ut11di,ie la legge de l 18i3 , che stabilisce le mult e per mancata o falsa denunzia dei redditi mobiliari. Cosi si è formata quella psico logia speciale del contribuent e ital iano, appartenent e ai ceti commer ciali, indust riali e profess ionali, presso i quali è quas i glorificato il cittadino <.he tenta di frod ar e « ntinu.ia di lire ali' impos ta mob i• liare dichiara ndo il falso i mentre è conside rato alla str egua d i un volgare mal fattore, colui che cerca d'i ntrodurr e furtivam ente , alt ra \'er so la barri era inviolabile di un Comune chiuso , qual• (1) /l 1iJ11• • J,l '""1,·.,,,.1, ,.,Jl'i • ~ •I., "' ,ittMUa "'-'il,. riell'Ecoeomi,ta Jet 1909, pp. }S6·4lo•◄J). che chilogramm a di generi di prima necess ità, destinati,.a sfamar e la po\'era famiglia! .-~nÌ al mo~o l'impo sta mobiliar e viene, presso di noi, ad assum ere il car attere di un tributo d, d usu , Ìlon posseden do ess a che formalment e le caratteri stiche dell'univer salità e dell'uguagliao• za, ed avendo la sua pratic a appl icazione con• dott o a que sta enor mità : • che la sola classe degli impiegati di ogni specie pag a l'imp osta su di un reddit o suveriore a qu~lli di /11/lt le altrt pr of essioui, di tulle lt ind11slrie e comm erci , di /11/li i nmlui di rap,ta/1 1 rùmih insieme" (1). I gravi <lifeui della pr ccedura del nostro at• tuale sis tema di accertamento dei redd iti mobi• Il) A. Lu : Op. d r. P•I• 217. liar i, costituis cono, secondo la maggior parte de– gli scritt ori, la causa pri ma di questa enorme · sper equazione . E se non si tr ova modo di de• terminar e con esatt ezza i redditi di ricchezza mobile e quelli delle altre due imposte dire tte sui fabbri cati e sui terreni , mancherà sem ;>rc una se– ria base ad ogni progetto d'impo sta generale sul reddi to. E per ciò giustame nte l'Einaud i insis teva rec('nteme,nte (UniliJ, num . 15) colla sua solita competenza e chiar ezza, sulla necessità che ognt progetto di riforma tributaria sia prec eduto dalla riforma degli attuali imp erfettissimi sistemi di accerJament o delle nostr e imposte dirette, ri– forma C"he l' Einaudi chiama: • i pr eliminari della riforma tr ibutar ia ": ET TORE Lo LJNI. La Libia nelle fonti arabe medioevali. Gli antichi geogr afi musulmani (el-Bekr i cl• Yaqubi , ibn Rust ah ecc.) non sono parag onabili agli isterici gr afomani nazionalisti, che hanno oggi cosi disgr aziatamente ingannat o il. nostr o paese sull~ vere condizi oni della nuova Africa italiana. Negli aut ori ara bi le notizie e le de• scriz iooi dei luoghi sono assai concise e per lo pill poco soddisf acenti. L'orientale è facile esageratore delle cose pia– cevoli di poc~ importanza, si diffonde in parti• colari di cui noi occidenlali faremmo volent ieri a meno, e trasc:ura, o ignora quei fenomeni e fatti che per l'eur opeo hanno mag gior pregio e valore, La pubblicazione , quindi, in veste itali ana delle magre notizi e tramand ate <lai geografi arabi sul litt orale afric ano tra l'Egitto e ht Tuni sia, sovrat• tutto se non inte grate da opportuni schiari ment i e da noa poche corre zioni, non potreb be esserci, nel moment o pr ese nte, di alcuna dirett a utilità prati ca. Mi limit erò quindi ad alcuni br evi ap• punli di caratt ere geJHrah•, sp igolati qua e là nei tes ti. La OrcnA.ic.a, Quando gli Ara bi conqui staron o la Ciren aica e la Tripolitania, nel VII se colo, v'è ragione di credere che le condiz ioni locali, economiche e sociali, fosse ro alq uanto migliori che non nt-i se · coli SUCCCSSÌ\'Ì. La città principa le della Ciren aica era Barc a, situal a a breve :!istanz a da Cirene, con T olc• maide suo porto di mare. Lo stat o del paese pare che già allora non fosse molto florido, perchè gli &bitanti di Barca e i Berber i nomadi dei dintorni dovett ero per mancanza di mezzi completare il pagament o del tribut o annuale pattuit o con gli Arabi , con la vendita dei loro figli in tener a e1à. Il deperimentc dell a provin• eia prog rcdi se;n pre dal 642 in poi, e la Cire– naica soffri non solo per gli effetti di una in• felice politica agra ria e di gravi rivolgimenti politi ci. ma anche del lentiss imo ma irrime dia• bile inaridim ento del paese do\'uto alla dimi• nuzione delle pioggic cd al progr ess ivo avan– zare delle sabbie dese rtiche dall' interno verso la costa. Difatti se bbene le città costiere (Lebda, Zuila, Qasr-Hasen, Barca specia lmente ) abbi ano a,•uto tr a il VII e l' XI secolo un perioJo di relati va atti vità com merciale, indust riale ed agricola, att esta taci da ibn I-lawqa l, al • 8 t"kri, ldrisi, tuttavia, d i là dalle creste del Gebe l Ak hdar, già allora la vegetazione arbustiva era venut a meno del tutt o, tant o che Barca tr e secoli dopo l'occupazi one araba sorge \'a in mez zo alla pi.i• nura del Merg spopolata eJ incolta. Il paese traeva il suo sos tentame nto so\' ratull o dall a pa• storizia; ma questa non fu sufficien te a ma nte• nere le sorti della regione; sicch~ Barca andò cost antem ente perd endo ricchezza ccl abitanti fino a scomparire del t~tt o. Ai tempi di Carlo Magno, la provinci a di Barca non rend~ va ai Califfi annu almente piil di 39,000 dinàr (circa 112 milione di monet a nostra) . Il piccolo port o marino dcli' Esperidi, l'oJ ierna Bengasi, ha SO· stituito in tempi molto più moderni la sco m• parsa Barca. I geograli arabi tr a il 10 00 e 1500 ci dcs cri. vono la Cirenaica come paes e poco popoloso, economicamente povero, conliou amcnte espos to a depred azioni di tr ibù nomadi, con poche piog– gie, senza fiumi e con acqua fornita quas i esclu • sivamcnle da pozzi e da cislcrne. La popola• zione agricola fu sem pre assai scars a, e ncll'XI sec olo la famosa immigrazione di tribù ara be (i Beni Hilal), che si stabilirono nella Cirenai• ca centrale, re se più difficile che ma i, con le depred azioni, la coltura .del suolo: i Beni J lilal distrus sero la vita civile - dice ibn Khald lm - e ridu ssero il paese a un deserto . Tutte le afferma zioni E-ulla ricchezza e 1uospc– rit à della Cirenaica sono inconfut abilmente con• tradette dall e vicende storiche della regione. Mentre l'Egitt o e la Tuni sia, sotto lo ste:;so do– minio arabo cd atltitti dalle medesime calamità, ebber o periodi di pros per ità meravigl iosa, p11• rag onabile a quella di cui godono ora sotto il domini o ingle!e e francese , e furon o cent ri im– port anti di coltura, d'art e e di potenz a politica, la Ciren aica invece ha una storia che ~i può rias sumere in un processo di continua deca • denza . Mai nel medi o evo e nei tem pi moderni ebb e un peri odo di vera pr osperità economica e politi ca, mai fu centr o di coltura e di ricchez• za, app unt o perch è paese arido, povero e se 11.m ris orse, incapace di sostent are una num cro.,:a popolazione. La Ubi.a iotern.a. La regione tra la Cir enaica e la Tripolit ania, a mezzodt della grand e Sirte, ha avuto sem pr e, anche sotto gli Arabi, durante il Medio -Evo, fama di paese inospite e de solato. La ripuU•· zione degli abitant i è stata ognora assai cat• tiva . Un geogra fo del Xlii se colo li descrive come gli uomini più ignobili e più det estabili che Dio a\'ess e mai creat i. La povert à del paes e li spingeva a comm ettere qualunque azione nbo• minevole pur di as sicura rsi una magr a esistenza in un orri do e triste paese. Import anza strat egica e commerciale avev a la piccola oas i di \ Vaddà n a mezzodi della gran – de Sirte, pcrchè era il punt o dov~ convergevano le poche carovane pr o\'enicnti dall'Afri ca cen– trale, e donde sì dira mav ano le due vie com– mercia li, l'una verso la Cirenaica e l'Eg itto, l'a l• tra verso Tri poli e la T unisia .

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