L'Unità - anno I - n.12 - 2 marzo 1912

problemi della vita italiana. Sé po;l,~licai'. ~ab~to _inFi~enu -:--Direttore ~AET ANO ~ALVEMINI - Direzione e Amministra zione I Borg-oOg-nissanti, <lQ- Abbonamento annuo ordinario Lire 5 per j( Re ano e per I paesi itahan, dell Austru e della Sv,zura ; per I c,tuo Lire 7,50 - Abbonamento sostenitore Lire 20 annue - Un numero Centesimi IO - Conto corrente con la posta. Meminisse juvabit. Strire il Co rrie re della sera del 23 febbraio, • proposito dell',i11presa ,li Tripoli: « A suo tempo, quant!o la dtcisione del Gooer110 era a11cora in ce rta, noi tenemmo a indicare quelli rl,e a parer 11osfro 1ra110 i t'alori della Lihi'a I e parlammo di 1111a 1erarchia di valori, e al sommo ponemmo il valore politico. L'impresa voleva dire che una parie 1/ell'A/rica . mcdilerranta doi•eva essere 11oslra; che la 'politica mediterranea dive11laoa , ;,, co11se gutn{a, per noi, la fi11aJ i ta prem, '11111/e della nostra at 'ione;che la politica adriatica col– ti v ala ne/l ' flllimo dece,,nio cos ti– tui va 11n aspello 1 imp or ta " li ssimo si, ma no" esclusivo "è assorbente della nostra aflivilà inl ernat iona- 1 e. Una co/011i'a,se è 1111 pun to necessario alla irradi01Jo11eo alla difesa di una nation e, ge– nera da sè stessa nuove espansioni: diventa fatale !"I 11011 fermarsi, il proseguire, lo sviluppare e &omplelare il primo ttfltleo . lui\t'ato il movimento, In polilica africano-mediterranea ,tivenla ptr noi una falalilà . La Libia deve essere per no,· "11 pu11to di parlet1{a, non "" punto di . arrivo ). Dttit le- c01tditio1tipresenti dtllo spirito puh– hlico, il quale 110nput, eHere « maturalo ., eh, " poco a poco dalle man ovre della stampa guotidiana, e non è anL·ora at't 1 i'ato a quel punto di 11ltoss1"ca(io,1e che è neassari0 1 ajfiuchè possa avvtnire ,i,,p,memwle la rit-ela(l"one completa della 111,ovapolitica a rni si vuole lrasciuarlo - ,'l Corriere della sera ,ro,rpotrebbe esporre pii, clu"a,ame,1/e il programma d'a{iou,-, di cui oramai i J'orgauo più aulorinato. · L 'ti11prisa di Tr ipoli - proclama ora il Corriere - /11 falla 11011 per co11sitler11{io11i economid, e, ma per ,m fine polifito, il quale al– lora era /mulo 11ascoslo. Tull e le f11hifi ca\ioni e misti_ficaz.1"onigra{l 0 t alle quali la Tripolilania - pardon ••.• la Libia - è divenlala 11110 « Terra promessa • per i 1111iuhioni 1 fu falh1 11011 per – chè si prmdessero ... ul se,-io le riu hq;.e aspd - . fanti , ma perdi} si t 1 oleva sovreccitare I',;,. 1or1Ngi'a ciua di 1111 po('olo fNHen tt per lt111· à'arlo in ,ma impr esa, che alla e gran bestia > vmn.Ja d,scrilla tom e la /ad/e tonqm:çfa di un hmrssere materiale firvoloso, ma in rtaltti do– i,et•a scn'ire a tinpcgna,-e l'Italia in 1111 nuoro ingranaggio di politi ca estera, noia per allora a pochi irti{it,li. Il Governo si " 11/ò " d te id e r si . « La fo r{a propulsit-a; sla"1 - spiega il Corriere della sera del 25 Jc:bbu,i'o - la rolonlà popolart, percl,è SOJ\.J di css.1, for se, l'imprtsa 11011 sarebbe sltltJ ini\iald. li Got ·tr110 sltsso sarebbe staio più dubbioso e interlo. L'imprts'1 sartb/te staia ,ma ptrpetua aspella;Jo11t di poc/11, se la stampa 11011 at·fssc ,lato il segno >. Pochi uomini, dunqu e, con l'aiuto 1/cllt1 stampa, e a base di fals ifit,r;Jorti , di mi'sliJica;_ioui eto11omicht, hanno ga!..·anit • ,a,o '" t·o/011/àpopolare td ha11110 vinte le i11- dttis 1"o11i del gorerno. li" quesli stessi « pothi uomini »- 1 ron 1''1iulo ,/dia stessa s!dmpa, lat"orano sempre " !twcit1re aurora p,ù ,imall \i I' lt .,!it1per /11 loro slrad,1. Il loro pr ogramm a, dalle parole del Corriere della sera, risulla thi.,ro : uuort tspausùmi CO• Ionia/i i11lor110 alla l,'bia tons ideraltr come « primo 1111dfo ., ; quindi politi'ta medilerra11ra– a/r1l·a11t1 tous idcrala ,/1 ora in poi t0IIU < pre– minmt c; • per /' J/11/,.1: quindi "dhb.mdono ,!ella po lilica vc11oslùmt1 adri, 1/im dd drtt ,mio p{ls- Anno I - N. l2 - 2 Marzo 1912. salo (il problema adrialiv o si eonli11ua a chia– marlo ancora per poco,_ e imporlmdissimo .., ma /Jrtslo a11chequesto sipari'o cadrà); quind i rti111ot·ame11/o della Triplia: aumm/o delle spese natiaJi; e franco/obla per giu sliji cari le maggi'ori spese navali e Le tes.(ioni d,e occor– rerà fare al! 'Austria ali' oriente dtll' Adria• fico. Il Governo i ,oncortle coi nostri lriplicisli– ,,ttdil erranti·colo .11iali? Nella prima mtl à del u llembre passalo, come riconosre il Corr iere I il Governo esitava ancora a lanciarsi nel 'impresa di Tripoli. All orclrè piegò il capo alla famosa « fala lità storica > - rappresmla/ a dal rica/lo ltd esco 1 dalle imposi{'imi del B a,uo di Roma, dal fra • gore della stampa quolidiana e 1/al/e mina cele dei 11a\1"o11alisli, - vide a11d1ele u/Jime conse• gumv, a mi i coloniali volevano tondurlo P E s, le v,"tle, le acalll> stni,'allrJ? Oppure aveva il proposi/o di fermarsi al momento op– portuno ? Oppure 11011 vùle e 11011 capJ nullo, e cedè a guelle prime pressioni, ed ha ,011/i– nua/o a cedere, e co11/timerà a udere sempre, perd1è 11011 lta ii.lee, perd1è 11011 sa quel/o d,e v11ol1 1 pere/tè /11/la la politica gioii/liana CDII· sisle nel vivere alla giornata ? Vorremmo i11gan11arci; ma quesl'ullima 1/J(J– lesi sembra a noi la piil probabile . Un mi11islro degli esteri rammolli to ed esa1doralo, un presidenlt del consigli'o i'gn<r ranlis simo ,li politi ca es/era, 1111 ministero ,/egli esteri che è una organi{{a\,"o"e di i,,con,~ . lente, 1111 corpo diplo111aticoe ronsolare troppo inferi ore al suo compilo, 11011 ci Jan110sperare 1111/a di buono per la '10s/ra patrù,. J,1 siff oll e coudicioni occorrerebbe si /or· masse in Ita lia ,m gruppo di persone, che aprisse gli oed,i al paeu, spingesse og1111110 a rmder si bene conio dei pericoli d tt allrar:tr · siamo, obbli'gasse governo e partili di governo a prender posicio11irei/e e a capire che non sarà loro facile di'ssimula re ,011abili manovre gior– nalislid,e le loro terribili respo11sabililà. H questo gruppo di uomini, risoluti a sfi– dt1re la i111popol,1rità, le talmmie, le v,'g.'iac– dttrie della gross.1 stampa, dovrebbe essere da/o 1/ai partili tiella democraz.ia. Ma la più parie dei deputali e giornalisti 1/ella drmocra{ ia ilalùna - sieno radiCali, simo repubblica11i, silno socialiSli - 11011 CO· slit11isco110oramai piit che una 11u/la e be– stiale aao{{agli'a ,li urlat ori disoriml ati, di dtjicimti abulici, di rib.,ldi the si t·em/0110al• i' i,,ca,tlo. Gli urla/ori 11011 sono buoni clte a lamentarsi 1/i essere 5./ali... . sorpresi, come ra§a\\e che abbian perduta .!idro la sùpe la verginità. I dejicieuli tt('II sono lmv11i che ad aca ll.1re i porlafogli di mim"slri e a ,lire a fui/o di si. I rib,,ldi r1"co11os,·0110 t·ia t"ia i fa ll i compiuti, inlastamlo i debiti bet•eraggi ed esaltando la dignità 11a\iom1/i•. Questa è la Je– motri1\Ùl italiana, .~alro r11re tfft{ ioui ù,di vi• duali. E ,la essa il nostro p.use 11011l,11asso· l11/t1mm/c nulla da aspclli,rsi di !;110110. /11 _\;jj:1lle coudi\i 'oni, agli uomù,i di buona t•o/011/à11011resta che tirar si da 1111 /alo, 110• /.,re i fmo11u11i 1 dder111i11ari: le respousabil ilà. Non polendo agire utilm cnli: t1ggi, a rcltiamo alm.-110di ra, ,ogJie,.e i11lor110 t1noi 1m gruppo di 110111i1i,per i quali la tS/)c'riW{,I ddl'ogg i 11011 p,,ssi ùm mo, e chi:pr, ·p.1ri110 al/r,n ·trso le pr ot'e tlolorr,se,: - c11g111•1:111100· 1 11011irrt/hlrtl· bili - di oggi u11t1pii, 11tiic ai.ione per ,lo- 111a11i. Per questi uomini uoi scrit 1 Ù11110. Pu essi mtmiu isst iut ·abil. L'Unità . u La marina francese nel Mediterraneo. . . . Gio\ ·a parla re della forza navale francese nel Medite rraneo e dei progetti per integrarla e aumentarla, giacchè tale argomento è diven– tato in questi giorni u:10 dei cavalli di bat• taglia per certi giorn ali italiani che, come la Sta mpa di Torino, conducono una vivacissi– ma campagna antifrancese. G ià I' on. Cirmeni - che da quando è sc~ppiata la guerra ha troppo scrillo ahimè I di politica estera, e troppo spesso è stato smentito dai fatti - ha creato e diffuso una nuova leggenda: il Me• diterraneo lago france se ( ved. Slampa 8· 1O· 1 6 febbraio) : leggenda che ha lo stesso fonda• mento di quell'altra della bancocrati'a ù1ler• flll{iona/,: scalena/a contro I' // alia, di cui l' Ei– naudi ha fatto in modo ameno giustizia su queste ,;tesse colonne. Già la Stampa ha co• minciato ad annunciare i progetta ti aumenti della forza navale francese sotto titoli ten• denziosi e roboanti come quc$tO: L'infatua· \t"one na{'·onalisla /ranuse per il domù,io del Medilerramo. Ora r:oi a questa campagna crediamo ci si debba opporre con tutte le nostre forze, non perchè abbiamo preoccupazioni e preconcetti francofili e antitriplicisti, ma perchè crediamo che ess2 si b~si S!l euge razioni e meozognc; e sopratutto pcrch~ tc(]liamo che essa, come del resto è già stato dett o su queste colonne, rie– sca.a montare l'opinione pubblica italiana, e a togliere al gove rno e alla nazione quella se• renità e freddezza di vedute e quella libertà di scelta, che sono necessarie e i ndispcnsabili, quanJo si tratta di discutere alleanze e patti internaziona li. G iacché è orma i chiaro a tutti • che la campagn a a11lifrance~, sia per il tono che ha assunto, sia per i giornali e per gli uomini che la proseguono, mir a a rinfocolare nell 'op inione pubblica italiana, cosi (acile agli impulsi, quell'entusiasmo per la Triplice che il contegno delle alleate verso di noi durante la guerra aveva di molto dimin uito. Ciò premesso, veoiamo ad esaminare i ra· gionamcnti dcli' on. Cirmeni. L'allarme è da lui stato gettato nella Siampa dell' 8 febbraio, con un articolo mirab ile per tendenziosità cd as1uz.ia.Nella prima parte di esso il deputato di Militcllo ritorna a parlare e ad insistere sullo spirito aggressiro della Francia e sulla pre• potcnz.a commessa ai danni dell' Italia nel– l'allare Ma11011ba, dimenticando che nel fondo della questione la Francia aveva ragione, e poi abilmente trapassa a parlare delle discussioni a,·,·enu tc alla Camera francese per la r~rza navale nel ~lediterranco, riuscendo in tal mo• do a persuadere gli ingenui e coloro che be· vano grosso che tra i due ratti ci sia C(?nca• tenazione. Prese così le mosse, il Cirmc ni si appiglia alle opinion i dcli' Hanotaux, del I..anessan ecc. per concludere che tutti in Francia, dentro e fuori il Parlamento, \"Ogliono escludere l' Ita– lia dal Medi1erraneo 1 e \"ogliono che questo mare sia ua lago francese. E il lt1gofrmuese ritorna negli articoli del 10 e del 16 rcbbraio, scritt i coll'eviden te intenzione di aizzare l' o• pini one pubblica italiana contro la Francia. \"ediamo invece come sono andate le cose. La discussione intorno al Mediterraneo è a\"– \"enuta alla Came ra france se non in seguito agli incidenti franco·italiani 1 ma semp lice• mente dur :inte la discussione de l bilanc io del• la ~larina , come a\"\'Ìene tulli gli anni. E per compre ndere l' indirizz o preso dalla discus • " sione, e per escludere da esso ogni carattcrè aprioristicamente aggressi\•o contro l' Italia, basta pensare che la questione delle forze fran• ccsi nel .Mediterraneo è contem plata nell ' ac• cordo franco-inglese. Fra i patti di t:1le ac– cordo, infatti, come è ormai noto, ve ne è uno che obbliga la Francia ad avere nel Me– diterraneo una forza navale capace di conser• vare la prevalenza contro le forze na,·ali che vi potrebbero radunare le potenze della Tri• plice. È ben naturale, quindi, che puma- 11e11do I' "nllua/e s1Slema ,li alltan{e e di re/a• {l"oni titferna{'·o,iali, il Parlamento francese si occupi dei provvedim1;;nti necessari a mantenere i patti con I' Inghilterra, e ad as• sicurare contr o ogni eventualità le comunica– zioni tra la Francia e le colonie africane. Ciò appare tanto più naturale, se si pensa che da molto tempo i giorn ali italiani hanno com • piaccntcmcnte pubblicato interviste coli' or• mai ramoso .immiraglio Chiari, nelle quali si sostiene che le flotte riunite delP Austria e dell' Italia devono supera re o almeno parcg • giare la flotta francese nel Mcditerraneo; se si pensa che la Lega navale italiana aOCrma da tempo la necessità per l' Italia di aver, la flotta più forte del Mediterran eo, e che, infine, proprio in uno degli ultimi numeri della Ri– v,Stn Nauliea, I' on. Di Palma, relatore del bilancio della nostra marina, ritorna ad ap• poggiare con nuovi argomenli la tesi dcli' am– mir aglio Chiari. Di fronte a ciò la Francia, che ha inte· ressi vitalissimi nd .Meditcrranto occidenlale e che, ripetiamo, dall'a ccordo con l' Inghil– terra ~ obbligata a manterlere in questo mare la supremazia sulle forze della Triplice, dc• ve ben preoccuparsi delle condizion i che possono ,·cnir create d:ti rinnovati ardori navali dell'Austria e dcli' Italia, e deve pen– sare a preparare i rimedi, che non possono consistere se non in un aumento della tlotla. La discussione 111 Parlamento francese, quale appare dai resocont i del ]01tr11al Ojfi cicl, è appunto informata .1 tali concetti; e i discor si dei vari deputati e dello stesso ministro della marina riguardano appunto i provvedimenti necessari a mantenere alla flotta francese la sua attua le posizione di fronte alle forze me– diterranee della Tripl ice. Siamo, dunque, semplicemente davant i a un nu?\'O episodio della triste corsa agli arma · menti fra tQttc le nazioni , non ad una nuova pro vaJello spirito aggressi, ·o e prepotente della Francia, come, con una tendenzio sità che non può non nascondere secondi lini, vorrebbero far credere i va1-"i" Cirmeni. Ma, giacchè siamo nell'argomento, è bene richiamare ancora una volta l'attenzione sui gravissim i pericoli , che si nascondonc, per l'ha• lia in questa manovra , diretta a indi rizzare tutte le nostre forze e tulle le nostre preoc • cupazioni in una gara con la Francia, e con· seguentem ! ntc con l'Inghilterra, nel ~ledi ter· raneo occide ntale. CiV signilicherebb e semplice mente metterci su un pjedc di armamenti navali <:norme e per la nostra poten zialit:l IÌnanziaria insop· portabile; significherebbe procura rci conti nui tim ori e preoccupazioni per 1:i !>orte della nostra nuova colonia african.t, incassata fra possedimenti inglesi e francesi cd esposta agli e\·entuali assalti delle predominanti Holte a,·. versaric ; signilichebbe inhnc rende re sempr~

RkJQdWJsaXNoZXIy