La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 9 - novembre 1995

da altre c~ttà, di trovare un buco per dormire e per mangiare. Da Milano ad Urbino, i criteri di selezione per essere ammessi al corso non cambiano. Un articolo, un riassunto e poi, dopo. una prima selezione, il famigerato colloquio di cultura generale, dove al candidato possono essere rivolte domande riguardo l'intero scibile umano. Ad Urbino la scuola dura due anni e prevede la possibilità di fronteggiare le spese attraverso una borsa di studio erogata dalla Regione, che per la verità gli allievi del biennio attualmente in corso non anno ancora avuto il piacere di intascare. Durante il coro, gli aspiranti imparano ad utilizzare tutte le tecniche del giornalismo, da quello su carta stampata a quello radiotelevisivo, e possono scrivere sul giornale edito dalla scuola. In più, durante il periodo estivo vanno a sostituire i giornalisti che sono andati in ferie nelle redazioni dei principali quotidiani e della Rai. Dopo due anni, perciò, quando vanno a sostenere gli esami di professionista, gli allievi di Urbino hanno già accumulato un bagaglio di esperienza tale da facilitare l'ingresso a tempo pieno nel mondo dei giornali. Per chi dispone di un copiosissimo conto in banca e porta nel Dna di famiglia i geni della confindustria, invece, la terra promessa è rappresentata dalla scuola di formazione al giornalismo organizzata dalla Luis. La retta di otto milioni all'anno seleziona sin dalla partenza gli aspiranti, che poi devono fare i conti con un'esame di ammissione particolarmente duro. Analogalmente alla Cattolica, anche alla Luis dopo il primo anno un ulteriore selezione stabilisce chi .rotrà poi accedere al praticantato, lasciando I respinti in seconda battuta col portafoglio più leggero e l'impressione di essere stati elegantemente presi per i fondelli. Al di là delle caratteristiche specifiche delle singole scuole oltre a quelle menzionate ·c'è anche quella di Bologna e Perugia, il dato da sottolineare è però un'altra. In mancanza di una strada d'accesso definita alla professione, le alternative per gli aspiranti giornalisti sono due: farsi cooptare da qualcuno oppure svenarsi economicamente per frequentare le scuole, i criteri di accesso alle quali sono tutt'altro che trasparenti. Anche questa, forse, può essere una spiegazione della sem.rre più scarsa capacità critica che esprimono I giornali e in generale i mas-media nel nostro paese. ♦ GIORNALISMO LA NOTIZIA NEL TEMPO DELLA SUA RIPRODUCIBILITA' TECNICA Federica Bellicanta Una premessa: parlo da dilettante, da apprendista del giornalismo, parlo con lo stupore e l'ingenuità del neofita, con lo smarrimento e la preoccupazione del profano. Forse qualcuno riterrà che gli unici abilitati a esprimere valutazioni e giudizi sulle condizioni in cui versa o~gi il giornalismo siano gli addetti ai la-. vori, gli esperti massmediologici, i teorici della comunicazione. È probabile, ma non è sicuro che sia così. Talvolta l'inesperienza, l'essere nuovi a un mestiere consentono di porsi da un punto di vista che si sottrae con maggior agio alla rassegnata accettazione dell'esistente. Dove sono oggi le notizie? Un tempo bisognava andarle a cercare tra la gente, per le strade, nelle sedi delle istituzioni. Ora è tutto più facile: le trovi già in redazione, dentro al video del tuo computer. E sono tante, non hai che da scegliere. Le agenzie di informazioni generose e sollecite, ti inviano articoli già beli' e pronti su una miriade di fatti diversi, accaduti in ogni angolo del mondo. E tu, giornalista di quotidiano, devi solo selezionarle, stabilire una gerarchia d'importanza, decidere cosa mettere in prima pagina, a quale avvenimento riservare il posto d'onore dell'apertura, a quale altro la pur sempre dignitosa collocazione di "spalla", quale fatterello curioso mettere in fondo, nel "piede", per drammatizzare, con l'ironia o il colore o la curiosità, la .resantezza del mondo che ogni giorno cerchi d1 descrivere. Ma non preoccuparti, non sei solo a compiere una scelta così impegnativa. Se, in redazione, alzi gli occhi dallo schermo del computer, incappi senza scampo in quello della televisione. I notiziari sono tanti e, edizione dopo edizione, ti danno la chiara percezione di quale sia l'ordine d'importanza delle notizie. Certo, non sempre ci si adegua, perché, pur nella consapevolezza della propria dipendenza dalla televisione, il giornalista della carta stampata si di verte a giocare alla "differenza". Il caporedattore che si sente un po' più furbo e originale pensa tra sé: "Loro aprono il telegiornale con Di Pietro, noi invece facciamo un titolone a sei colonne sul buco miliardario della Gemina". Anche la differenza è calcolata nell'appiattimento generale. Questa storiellina, risaputa e persino ovvia, serve solo a dire che il trionfo della tecnologia nei giornali ha come diretta conseguenza l'apoteosi della mediazione e dunque dell'approssimazione. Mediazione perché tra la maggior parte delle notizie così come appaiono sui quotidiani e la fonte c'è una serie incredibile di passaggi. Da un ufficio stampa all'altro, fino al

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==