La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 9 - novembre 1995

SCUOLA Insegnanti e valutazione. Un incontro a Bologna. GoffredoFofi La scuola è relazione; la scuola è l'unico posto, oltre la famiglia, in cui fe generazioni si confrontano, e bisognerebbe saper approfittare di questa chance che non dovrebbe essere solo istituzionale; la scuola è ascolto, ancora tra generazioni, anche se il rapporto tra docente e discente, tra adulti e giovani è una relazione "dispari"; la scuola è capacità di attesa, ed è attenzione all'imprevisto, che ne costituisce la più ampia parte e la meglio utilizzabile; la scuola è comunicazione; la scuola è varietà, diversità non convogliabile in un unico modello di insegnamento, di rapporto, di regole, di progressioni, nonché di valutazioni; la scuola è anche valutazione, guai a dimenticaro, ma non quel tipo di arida e falsificante valutazione che i burocrati hanno tentato di imporre; la scuola è capacità di costruzione di "storie", e le storie hanno bisogno di parole dette e ascoltate, di invenzione, di costruzione, non solo di parole scritte e di predeterminazione logica e formale. Queste e altre affermazioni (ma sono queste ad avermi colpito di più) era possibile ascoltare dalla viva voce di decine di insegnanti (centocinquanta? duecento?) convocati a Bologna in un'aula di magistero domenica 8 ottobre dalle riviste "Via Dogana" e "La terra vista dalla luna" nelle pers~ne di Vita Cosentino e Guido Armellini, per discutere della valutazione. "Chi valuta chi e perché" era il titolo di quest'incontro - il primo di una serie, il prossimo sarà ad anno nuovo a Napoli - e alla base dell'incontro c'era un volantino che proponeva un confronto "per superare l'ossessione valutativa e aprire le nostre scuole a quelle forme di valutazione ragionevoli, amichevoli, comprensibili, che già si producono quando c'è scambio tra chi insegna, chi impara e le famiglie" (il corsivo è mio). L'elenco di cui sopra è al positivo, parla del possibile e del concreto, ed è ovviamente contrapposto a un negativo che è riassumibile, mi pare, nel concetto (e nell' ossessione) del controllo. L'ossessione della valutazione - ritenuta perniciosa dallo stesso ministro Lombardi, sulla scia delle proteste di insegnanti come quelli che si sono riuniti a Bologna - è un altro aspetto dell'ossessione del controllo. Che riguarda, ovviamente, tanto gli allievi che gli insegnanti, ma più gli allievi che gli insegnanti, ed è l'effetto di una concezione burocraticoautoritaria della scuola, tanto nefasta quanto dura a morire tra le mezzemaniche ministeriali. (È appena il caso di ricordare che tra i più ossessivi teorici e propugnatori della valutazione rigidamente intesa ci sono stati i più "accreditati" baroni di sinistra della pedagogia.) I temi che sono stati affrontati nell'incontro di Bologna sono andati ben oltre la valutazione - insieme insensato di quiz con pretese classificatorie tardo-positivistiche Yfil:1

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