La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 8 - ottobre 1995

operai dell'industria automobilistica di Coventry, raccolte dal sociologo Ferdinand Zweig, è significativo. Lo studioso afferma: "È interessante notare che spesso gli operai arrivano al lavoro il lunedì mattina sfiniti dalle attività svolte nel fine settimana, in particolare quelle del 'fai da te'. Molti riferiscono che i giorni del fine settimana sono i più duri e faticosi e che al confronto tornare al lavoro in fabbrica il lunedì mattina è riposante". Questo porta a chiedersi quale sia la differenza tra lavoro e tempo libero e se quest'ultimo comporti una fatica maggiore rispetto all'attività lavorativa. Innanzitutto bisogna distinguere il lavoro dall'impiego. Nel mondo scarseggiano i posti di lavoro, ma non certo il lavoro. William Morris intuì questa differenza un secolo fa quando parlava di lavoro utile contrapposto alla fatica inutile. La seconda distinzione è quella tra economia regolare, formale, visibile e ufficiale ed economia del lavoro che non consiste in un posto di lavoro. Lo studioso americano Louis Ferman, insieme ai suoi colleghi dell'Università del Michigan, e il britannico Jason Ditton dell'Università di Glasgow hanno cercato di raccogliére tutti i termini in uso per indicare le diverse attività lavorative che non rientrano nel sistema economico formale e misurabile. L'aggettivo irregolare comprende concetti quali secondario o invisibile, mentre il termine economia sommersa è usato in senso ampio e include diversi tipi di economia: informa le, sociale, contadina, di sussistenza, naturale, domestica, comune. L'ultimo gruppo si riferisce al lavoro che implica anche un senso di illegalità ed è indicato dai termini nascosto, nero, sotterraneo. I tre tipi principali di economia sommersa sono illustrati con un semplice esempio dal professor Pahl mostrando le diverse alternative cui si trova di fronte una persona che vuol far riparare un vetro rotto. È possibile: 1. incaricare del lavoro un vetraio attraverso l'economia formale, pagando quindi l'intero costo compresa la sua percentuale sulle spese di gestione della ditta costruttrice e l'Iva; 2. cercare qualcuno in grado di riparare finestre e pagare la prestazione in contanti, pro- ~abilmente op~rando neJ!'economia del lavoro in nero, perche non possiamo sapere se questa persona dichiara tutte le entrate, paga interamente le tasse o esegue la riparaziòne in un orario di lavoro già retribuito da un altro datore; 3. chiedere a un vicino di riparare la finestra secondo l'economia comune, ossia in cambio di merci o prestazioni specìfiche da corrispondere immediatamente o nel futuro oppure come parte di un più ampio rapporto continuativo; 4. fare il lavoro da soli nel proprio tempo libero e con i propri attrezzi, nell'ambito dell'economia domestica. Attualmente, con alcune notevoli eccezioni, il dibattito pubblico sull'economia sommersa si è concentrato suile caratteristiche dell'economia del lavoro in nero: evasione fiscale, raggiri, ecc. Si cerca soprattutto di calcolare la percentuale di Prodotto Interno Lordo impegnata in questo tipo di economia, ma i risultati sono discordanti, [oiché tale quota non è quantificabile, e de tutto inutili, dato che la maggior parte delle attività e delle transazioni esterne all'economia misurabile non sono caratterizzate da evasione fiscale. Jlrl Vorrei soffermarmi su due aspetti dell'economia in nero, dato che il Governo ha annunciato che altri 5.000 devoti funzionari pubblici indagheranno per il fisco. Il primo aspetto ri- ~uaré:lail "secondo lavoro": alcune persone impiegate nell'economia regolare con trattenute fiscali alla fonte seconao il sistema Paye hanno un altro stipendio per un lavoro serale o del fine settimana, che forse ha anch'esso delle trattenute fiscali all'origine, ma è improbabile, e su cui forse flagano le tasse, ma molto probabilmente no. ~uasi tutti coloro che si trovano in questa situazione hanno un'aria di risentit~ in_tegr~tàmora!~ e sosteng~?o che come tutti, ncchi o poven, versano gia un terzo del loro reddito allo Stato in tasse, e quindi se decidono di trascorrere le serate al bar dall'altra parte del bancone in cambio di denaro, an- . ziché bere e spenderlo, è una questione che riguarda esclusivamente loro e nessun altro. Il secondo punto è che l'economia in nero è la creazione di una politica fiscale. Il sistema Paye e la tassa d'acquisto furono introdotti durante la seconda guerra mondiale per assorbire la domanda di beni inesistenti da parte dei consumatori in un momento in cui, per la prima volta nella loro vita, i salariati avevano denaro in più. Questi sistemi fiscali sono tuttora in vigore e la loro funzione secondaria è quella di trasformare i commercianti senza partita Iva in criminali. Prima della seconda guerra mondiale nessuno avrebbe compreso il significato dell'economia del lavoro in nero, a eccezione dei contrabbandieri americani durante il J?roibizionismo o il popolo sovietico, la cm sopravvivenza era dovuta a questo tipo di economia (la massima espress10ne dell'economia in nero è visibile tuttora negli stati dell'ex Unione Sovietica e negli altri paesi dell'Est europeo ).In Gran Bretagna un lettore di Freedom ricorda: Nel 1939 l'imposta sul reddito era· obbligatoria solo se questo era superiore a 380 sterline l'anno e corrispondeva al tasso di 1 scellino e 8 pence (circa 8 r,ence e mezzo attuali) a sterlina. Dato che un simile reddito era relativamente alto, la maggior parte delle persone non pasava le tasse e quindi, rispetto a oggi, nel 1939 la società era quasi priva di oneri fiscali. Eppure era una società che garantiva i principali servizi anche se le finanze erano impiegate per i preparativi bellici. Nel 1976 l'imposta era applicata su un reddito di 1.500 sterline l'anno, ma tale cifra, considerata l'inflazione, corrispondeva a meno della metà della media nazionale, cosicché la tassa colpiva la maggior parte dei cittàdini, i quali erano obbligati a corrispondere allo Stato 35 pence a sterlina. L'onere fiscale era aumentato ancora più rapidamente dell'inflazione. Vorrei ribadire il concetto che l'economia del lavoro in nero implica la creazione di una politica fiscale e non una questione morale. Molti di noi, pe,: svariati motivi, non accettano l'implicita dottrina secondo cui lo Stato è onnipotente e onnisciente. Se si porta la questione sul terreno morale allora bisogna scontrarsi con la realtà dei milioni di dollari dei contribuenti che i governi di tutto il mondo spendono ogni novanta secondi in armamenti e preparativi bellici. È questo il volere dei cittadini? L'economia in nei:o rappresenta solo una fetta, e nemmeno la più importante, dell'economia sommersa, un termine che uso in senso generale per comprendere tutte le possibili forme di economia alternativa SOJ?raelencate, compreso il lavoro autonomo ordinario (che è

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==