La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 8 - ottobre 1995

LEZIONI ECONOMIA SOMMERSA E BANCA ETICA Colin Ward Nicola Ferrone Antonio Castellari PER UNA ORGANIZZAZIONE ECONOMICA DAL BASSO Colin Ward (traduzione di Monica Campar do) Colin Ward si è interessato in particolare di architettura, sociourbanistica e di cultura della città. Ha scritto su "Anarchy". I suoi libri sono pubblicati in Italia dalla casaeditrice Eleuthera di Milano. ♦ Circa 140 anni fa Marx ed Engels affermavano che sull'Europa aleggiava lo spettro del Comunismo. Dopo aver vissuto per decenni in un mondo in cui i paesi a regime comunista hanno occupato la maggior parte della superficie terrestre, molti di noi non temono più questo pericolo. La ridistribuzione della proprietà prevista dal comunismo non rappresenta una seria minaccia perché è così poco ciò che possediamo che non vale la pena preoccuparsene. Quello che ci fa davvero paura è qualcosa che non ha niente a che vedere con la giustizia sociale ed è la privazione delle libertà civili fondamentali, implicita nei governi di tecnocrati, teologi e ideologi. Nessuno dei numerosi esuli dai paesi marxisti si è lamentato di aver perso la libertà di sfruttare altre persone, poiché questo era un privilegio riservato alla élite al governo dei regimi da cui fuggivano. Sarebbe più realistico affermare che il vero pericolo è la guerra nucleare. La guerra è l' arma estrema dei governi contro i popoli, indipendentemente dalla loro nazione di appartenenza. Ma un abitante di paesi come Austria, Algeria, Tanzania, Uruguay o Birmania è portato a pensare che sia impossibile intraprendere un'azione per eliminare questa mmaccia, una rivoluzione di J?Ortatamondiale della gente contro i governi qualcosa che porti a un cambiamento, ma che non è neanche lontanamente nei programmi politici di nessuno. È come vivere sulle pendici di un vulcano: la gente scrolla le spalle e pensa ai piccoli problemi quotidiani. · UZ1!Jlil. bi f le rl( ) I giochi al computer degli impianti militar e governativi delle grandi potenze ci ignorano è terribile, ma vero. Ma la reale minaccia pe tutti i paesi, orientali e occidentali, ricchi e po veri, sia che l'occupazione venga gestita da UJ regime comunista o capitalista, è la disoccupa zione di massa. Ed è più che una minaccia. 11 gran parte del mondo è una normale condizio ne di vita. Ivan Illich sottolinea che "il termin disoccupazione, usato per la prima volta ne 1.898 per indicare le persone non aventi ur reddito fisso, è o~gi riconosciuto come la con dizione in cui vive normalmente la maggio parte della popolazione mondiale". Nei paesi ricchi siamo talmente bombarda ti dalle stime sui milioni di adulti disoccupat. previsti per il 2000, che il problema ci lasci, mdiff erenti. In un certo senso 1;1ensiamoche ;i noi non accadrà o che gli effetu del fenomenc saranno contenuti dal meccanismo assistenzia le, volto a garantire a tutti un pezzo di pane Ma cosa succederà quando, con la crescita del la disoccupazione di massa a lungo termine, privilegiati, coloro che hanno un lavoro, s scrolleranno di dosso la responsabilità di fornire un sostegno a chi non riesce ad avere un'occupazione e probabilmente non la avrà mai? Le avvisaglie di una simile prospettiva sono state la rivolta dei contribuenti scatenata dalla Proposizione n°13 in California nel 1978 il ritorno a un governo strettamente conservatore in Gran Bretagna l'anno successivo e il sempre mag~iore accanimento contro i "parassiti della società" nell'Unione Sovietica e negli stati sotto la sua influenza. Il governatore della California fu nominato Presidente degli Stati Uniti con un largo consenso degli elettori ed ebbe l'incarico per un secondo mandato. Il governo ami-assistenziale della Thatcher in Inghilterra ebbe caratteristiche simili. L'urbanista Graeme Shankland, nel tentativo di affrontare i problemi della disoccupazione nelle città britanniche, prevede un futuro in cui "milioni di persone sempre più povere, depresse e scoraggiate saranno a malapena sfamate dai sussidi e dalle pensioni pagate da una forza lavoro elitaria sempre più ristretta, potente e astiosa", proprio come il tipo di società prospettato da Andrè Gorz nel suo Farewell to the Working Class (Addio alla classe operaia), in cui _la maggioranza verrà "emarginata da una sacrilega alleanza dell'élite dei lavoratori sindacali con i dirigenti e i capitalisti". Siamo molto lontani dal boom economico degli anni Cin9.uanta in cui i nostri profeti ci spingevano a distinguere definitivamente il la-

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