La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 8 - ottobre 1995

CINEMA LA MAFIA IN MUSICAL Roberta Torre a cura di Emiliano Morreale Roberta Torre è nata a Milano dove ha cominciato a lavorare come autrice di cortometraggi prima di trasferirsi a Palermo ne 1991. Lì ha scelto di raccontare i lati marginali, le migliaia di storie estreme e quotidiane di una città che soffre tutte le tragedie della metropoli senza peraltro goderne i vantaggi. La Torre si muove con una curiosità autentica, da antropologa per vocazione, e fa parlare i sui "personaggi" cogliendo tutte lepossibilità espressive e drammatiche di un monao ormai rappresentato solo negli sciacallaggi televisivi. Lo sguardo di Roberta Torre è spessoassolutamente partecipe, a volte sarcastico, sempre rispettosissimo. Ma è anche quanto di più lontano si possa immaginare dalla piattezza e dalla approssimazione della cosiddetta TV-verità: un linguaggio raffinato fino allo sperimentalismo, un lavoro preparatorio paziente e minuzioso, un continuo problematizzare la "finzione" che inevitabilmente ha luogo, non nascondendola allo spettatore ma se è possibile mettendo anch'essa in scena. Il suo è un percorso in piena crescita, che dai primi tentativi sembra ormai giunto alla piena consapevolezza dei metodi e aegli scopi del proprio lavoro. Tra i sui lavori ricordiamo: Zia Enza è in partenza (1991), la serie Femmine folli (1992), Angelesse (1993), intervista a otto donne dei quartieri periferici di Palermo, Senti amor mio (1994). Il suo ultimo lavoro è Verginella (1995). Nel numero di luglio-agosto della ''Terra vista dalla Luna" sono usciti testi tratti da due suoi video, Angeli con la faccia storta,_ suifrequentatori di una discotecadi Salemi, e Spioni, interviste su bambini di Brancaccio,supentiti e boss. Attualmente sta lavorando al suo primo lungometraggio, Tano da morire, storia autentica del piccolo mafioso del quartiere Vuccina Tano Guarrasi (fino alla morte in un agguato), raccontata dalle sorelle che lo veneravano e dal cognato Enzo Caruso. Dopo un lavoro preparatorio con i veri protagonisti della vicenda (testimoniato dallo splendido Appunti per un film su Tano, presentato a Venezia '95, e dal libro Tano da morire pubblicato adesso dalle Edizioni della Battaglia) la Torre ha infine deciso, come spiegapiù avanti, di fare della storia un musical. Tu hai iniziato la carrieradi filmaker a Milano, ma poi hai deciso di lavorare a Palermo, di viverci e di raccontarla. Una scelta per lo meno inconsueta: cosac'era a Palermo che non trovavi a Mi/ano? A Palermo vivo ormai da cinque anni; a Milano ci ho lavorato solo per due, ho fatto proprio le prime cose, le più tecniche, per capire un pò come funzionava. A Milano non a~rei potuto fare .qu~llo.cheho fatt<? lì: di lì mi piace la gente, m1 piacciono le stone che hanno da raccontare e il modo che hanno di raccontarle. E SOJ?rattuttocredo che ess.endouna terra di frontiera ci siano delle vicende che vanno assolutamente scoperte e che altrove sarebbe difficile trovare. È una realtà ai margini, antropologicamente parlando: e siccome a me interessa molto questo aspetto nel cinema e nel racconto, lì ho trovato un paradiso. La Sicilia è una terra complessa, è vero che è stata esplorata, anche cinematograficamente, ma in molto secondo cliché. Volendo fare un lavoro un po' approfondito c'è moltissimo da fare, soprattutto per. quanto riguarda il lato umano e antropol9g1co. La tua è una Sicilia molto "urbana", le grandi città o le periferie, mai la Sicilia dell'interno, contadina... Si, ma perché credo che lì ci siano le contraddizioni. Non so, io la campagna la conosco poco e l'interno ancora meno, ma penso che comunque lì siano vite contadine, comunque in qualche modo "integrale" anche se ma-

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