La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 8 - ottobre 1995

UNA DOMANDA DI SENSO Vita Cosentino Vita Cosentino, della Libreria delle donne di Milano, insegna in una scuolamedia di Sesto San Giovanni. Ha scrittodi scuolaper riviste e libri. ♦ Forse è il limite dell'intellettuale, così come l'occidente l'ha distillato:di curarsidei modelli politici e culturalibelli e irragiungibilie di incrudelirsi,quando non imbestialirsi,per realizzarli. ElisabettaFiorentini,da La scuolapunto e a capo. Una domanda di senso Vivono in solitudine, a casa (con la televisione), in discoteca (con la musica a tutto volume), in gita scolastica (con la musica in cuffia), con l'idea, perché non hanno sorelle e fratelli, di essere l'unico essere umano al mondo. Vestono come noi (o siamo noi che vestiamo come loro?). Sono (e siamo) preda di un flusso ininterrotto di immagini, alcune vere e alcune false (veri i combattimenti a Sarajevo, falsi quelli del film proiettato _pochiminuti dopo). Per loro (più che per noi) reale e fantastico sl'esso si sovrappongono: le loro rappresentaz10ni simboliche si formano attraverso questo sovrammondo massmediale, mentre l'esperienza personale è messa continuamente in forse. Questa generazione·per noi quasi sconosciuta difficilmente trova risposte a domande tipo "perché vado a scuola, perché studio?". Per loro il senso di ciò che accade in questo e r o nostro turbolento presente è raramente rin tracciabile, anche il senso della scuola è quas perduto. Così ugualmente capita a chi insegn, e sta facendo i conti con la caduta delle appar tenenze, con lo smarrimento del non poter avere certezze, con lo smarrimento della li bertà. Altrimenti era per i "ragazzi di Barbiana" per loro il senso era chiaro: l'emancipazione sociale, altrimenti era per chi insegnava negl. anni Settanta e pensava di fare a scuola la rivo luzione. Sono passati 30 anni dall'inizio della scola rizzazione di massa e cosa ne è? La domanda sul senso della scuola oggi è ineludibile. Bisogna ammettere che la scommessa cl democratizzazione della scuola come riscattc (o formazione lavorativa più qualificata) dèll, classi subalterne non è andata un granché bene. Le fasce più emarginate della società vi so no entrate per trovarvi il più delle volte la ri conferma della loro inferiorità, con un ele mento in più: ne hanno acquistato consapevolezza 1. Pure, in questi decenni, c'è stato un effettc imprevisto: della scolarizzazione di massa hanno approfittato le ragazze di ogni fascia sociale, che hanno cominciato a frequentarla con successo, vuoi perché uscire di casa per lo ro era ed è importante, vuoi perché scelgono in prevalenza lavori del terziario e hanno più possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro vuoi, e qui entra in gioco squisitamente la differenza femminile, perché danno più peso alla parola, all'interiorità, alla lettura e alla cultura come forma di elaborazione del sé. Quest'ultimo aspetto è centrale ecl è quello da cui io stessa prendo a parlare per interloquire con quegli uomini - per es. con chi scrive su questa bella rivista - che hanno a cuore le sorti della scuola. Oggi un cambiamento materiale evidente è che le scuole sono piene di donne che insegnano e di ragazze che studiano. È un fatto storicamente recente (non solo in Italia se _pensiamoche Virginia Woolf destinava la r,nma delle sue ghinee all'istruzione femmimle), e non è senza conseguenze sul KJ/Ql",

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