La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 7 - settembre 1995

q~asi totale. Non c'era modo d_1tornare indietro, di mettersi da parte: la scelta era fatta una volta per tutte. È stato così che Alex ha visto e subito la difficoltà di crescere che è stata dei movimenti_e dei gruppi, e ha visto e. s~b1to negli ultimi anni le d1ff1coltà (o le viltà le bestialità, la ~a_Jafede, iÌ disastro) della politica anche tra i suoi vicini, nei sruppi di cui faceva parte. Diciamolo: a Bolzano come a Roma come a Bruxelles; e aggiunto a questo c'era da u!timo l'angoscia della situazione nella ex-Jugoslavia la diffic_oltàd_i_poterfare qual~ cosa d1 pos1t1vo rispetto a quella situazione. Le cose di cui Alex si occupava erano i conflitti inter-et11:ic~ ~ _il!_orocontrario, la poss1b1htad1una felice e normale pacifica convivenza tra cultur~ diverse; il rapporto tra Nord e Sud del mondo; il disastro e~ologic? e l'_obbligodi reagirvi. Non e faCile,su questi temi, trovare concordanza tra molti , e soprattutto molti continuan?. ad avere della politica una v1~~on~!ut~;via con la kappa: la polmka , come scrivevamo nel '68. Sono convinto che alla r~dice della decisione di Alex d1 togliersi la vita ci sia stata 9.uesta constatazione e la fatica 1mmens~, che gliene derivava, del continuare, del persistere del non arrendersi. ' L'investimento totale sottopone a dei rischi che possono essere anch'essi totali L'altr_o mod~llo (quello ama~ to dai vecchi "professionisti" della politica della Terza Inte~na~ionale) della "pazienza e ironia come le vére virtù del rivo!uzionario" è certo più saggio, ma è davvero miglior~: O non è ~emplicemente pm opportunista? E la convinzione di molti amici credenti che sia un errore voler essere (vedi il testo di Alex che ripubblichiamo in questo stesso ?umero) "portatori del Cristo" e che invece si debba "farsi portare dal Cristo", è convincente di fronte all'impe~lenza dei ~empi e ai problemi che la storia e la società ci pongono, più decisivi che mai? Rispondere è difficile, soprattutto per chi sa di appartenere al "modello Alex"· ma ~erto Alex ha incarnato fino m fondo la difficoltà di una scelta profonda e radicale. Di quanto profonda e radicale essa fosse ci si rendeva conto conoscendolo, in rare discussioni a tu per tu, piene di pudore 1.a pa_rte sua. La pazienza e 1ironia sapeva praticarle anche lui, quotidianamente e pubblicamente, ma la tensiaMEMORIA ne era intima e quel che chiedeva a se stesso era enorme. ♦ R~cordodi Joaquìn Sokolowicz Giampaolo Cadalanu Ad_agosto è m?rto a 57 anni]oaqum Sokolowicz, amico e collaboratore della rivista. Gia':'paolo Cr:,da_lanu,giornalista, e autore di Skmheads edizioni Argo 1994. Lavora a '« La Repubblica". ♦ E_ra un giornalista tutto par~1cola~e, J oaquin Sokolow1cz. L ho conosciuto durante la breve avventura del p~i~o "Indipendente": una v1c1nanza veloce, ma abbastanza intensa per capire che questo argentino dai baffetti e dalla voce profonda aveva una personalità diversa dagli altri colleghi. Dovevamo lavorare al r,roFetto cl,~ un quotidiano . al! inglese _per il pubblico italiano. Tutti avevamo aderito con entusiasmo ma anche con qualche riserva all'idea di fondare un giornale "fuori moda", lontano dai toni esasperati, razionale ma non dis~rm~to, in un paese di tradiZI<?nI ~olto diverse. E proprio Ju1, l'~nviato di grande esperienza internazionale anziché esibire visioni fredde e pragmatiche del lavoro o p_eggio, sfo&giare l'eterno' d/ s~ncanto dei reporter "vissuti", P~?prio lui era fra quelli che pm avevano riversato fiducia nell'impresa. Era la sua caratteristica pi~ evidente. "Soko" (così lo c~_1amavano tutti gli amici) pm conosceva e più era curioS?, pi~ trov~va diffi~oltà e _()iù s1caricava d1una grinta gioiosa, come un giovanissimo appen~ affac~iato sulla sponda degli avvenimenti. Non a caso aveva lasciato la sicurezza della Rai per cercare nuovi stimoli_con un gruppo di giovan~tt1. E da questo suo atteggiamento nasceva un modo di lavorare senza schemi prefis_sati, a~l'in_segna della propria voglia d1 saperne di più, s~mp~e ~oincidente con la cunos1ta d1 chi lo seguiva sulle pagine o ai microfoni del Giornale radio. Soko partiva tranquillo per mete conosciutissime co- . , ~.tr.:tto z:n.~9,an_aquei servizi g1a scntu pnma ancora di preparare le valige. E dalla sua penna saltavano fuori storie fresche, raccontate con la vivacità di chi non è stanco di ?sservare il mondo. Il "nostro mvi_ato" av~va uno sguardo ogni volta diverso, come riesce solo a chi ~on ha perso il gusto del mestiere. Spedito a Mosca per raccontare dell' en- ~esimo ve~t_ice,era capace di mtrufolars1 m una stazione di polizia, e da lì raccontare in u~ pezzo memorabile la notte d1 un commissariato nella Russia in· trasformazione del dopo-Gorbaciov. . "I giornali devono essere 11cane da guardia del sistema democratico", ripeteva qualche volta. E incredibilmente non ~ggiunge".a a queste parole il sogghigno di chi le pronu_ncia oggi. Soko non era proprio capace di cinismo. Doveva averne viste di curiose, nel suo percorso di e_breopolacco, nato in Argentina e a('prodato in Italia senza una lira. Ma la sua era stata una vita passata a crescere, assaporando con occhi scuri e vivacissimi tutto ciò che si muo_veya intorno ai suoi percorsi d1vero cosmopolita. .Soko aveva raggiunto l'Italia J?Ortandosi dietro la sua morbida ironia yiddish e una straordinaria conoscenza del- !'America latina. Ma preferiva sempre adoperare la prima che sfoggiare la seconda. Era capace d1 battersi per conquistare una pagina da dedicare al Tango, e poi di nascondersi per scansare i complimenti dei colleghi. In breve aveva riconqui-

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