La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 7 - settembre 1995

Qing è ora negli Stati Uniti, sta scrivendo le sue memorie, collabora anche lui con orsanizzazioni umanitarie. Il fratello è rimasto m Cina. Lo fermano ad ogni anniversario di Tiananmen, ad ogni arrivo di un qualsiasi personaggio di un paese occidentale al quale potrebbe in qualche modo far pervenire un messaggio sui ·diritti umani. Liu Qing non si è mai spiegato bene come siano diventati dei dissidenti. E come lui neanche Xu Wenli, elettricista, rilasciato nel 1993 poco prima 'dello scadere dei quindici anni di pena come omaggio agli Stati Uniti per garantirsi il rinnovo delle agevolazioni commerciali; o Ren Wanding, che scontò otto anni di prigione ed· è stato riarrestafo nel 1989 e condannato ad altri otto ..Ren non era abbastanza importante durante i fatti di Tiananmen - non era uno dei leader studenteschi, né uno dei "grandi" intellettuali - e quindi non trovò alcun Paese disposto ad aiutarlo a scappare, bussò a molte ambasciate occidentali ma senza ottenere nulla. È molto malato, ma non lo fanno uscire. È solo un pover uomo che ha scritto lunghi sproloqui sul rnarxismo che nessuno avrebbe mai letto: Molto J?iù difficile fu per Deng liberarsi dei filosofi e giornalisti e scrittori che, arrestati per essere scesi in piazza nell'aprile del 1976 proprio ad esprimere il loro sostegno a Deng, vennero rilasciati dopo la morte di Mao. Erano quasi tutti intellettuali già "bollati" come di "destra" nella campagna del 1957, che seguì il breve movimento della "campagna dei cento fiori". Riabilitati, forti dello slogan che Deng lanciò per giustificare il s\.Jo prag1natismo ("la verità deve essere confermata nei fatti") e della lotta al "dogmatismo"- un altro modo per criticare senza nominarlo il maoismo - si lanciarono in un dibattito senza precedenti sul marxismo, appoggiati in questo dal neo segretario generale, Hu ·Yaobang. Un uomo minuto, gentile, sorridente, estroverso - troppo, dicono, per piacere agli orientali - comunista da quando adolescente faceva la staffetta per i partigiani. Formatosi alla scuola di partito, dove aveva fatto carriera piano piano, compresi tutti i "ruzzoloni" nelle varie campagne politiche, nessuno avrebbe mai creduto che proprio Hu Yaobang sarebbe diventato l'uomo del rinnovamento e per questo, nel 1987, .sarebbe stato destituito. La sua morte, per infarto nel 1989, diede iriizio alle dimostrazioni studentesche. "Un uomo giusto è morto, i cattivi vivono", diceva un primo dazibao affisso all'univ.ersità di Pechino il giorno della sua morte. "Era un liberale", affermava convinto il sociologo Yan Jiaqi. Difese gli intellettuali, portò uno scrittore - Wans Meng, anche lui d1 "destra", ed un attore Ymg Ruocheng (il carceriere del film di Bèrtolucci "L'ultimo imperatore") rispettivamente a ministro e vice ministro della cultura - ma, soprattutto, senza mezzi termini, osò l'eresia e denunciò, attraverso il "Quotidiano del popolo" del 7 dicembre 1984, che il "marxismo è obsoleto". Con tutte le conseguenze politiche ed economiche che ne poterono derivare. Gli intellettuali non se lo fecero ripetere: fiumi di articoli furono scritti per dimostrare questa nuova verità. "Persistere nel marxismo - spiegava Su Shaozhi in un articolo del 1986 - necessita sviluppare il marxismo in modo creativo'.', in altre parole adattare il marxismo alla realtà cinese, in altre parole a'ncora quella "via cinese al socialismo", che concede tanto a elementi propri del capitalismo, voluta da Deng Xiaoping. I circoli intellettuali esultavano: per la prima volta si sentivano liberi dalla "dittatura" ideologica del marxismo. "Oggi si apre il Quarto Congresso degli scrittori, è una data storica", scriveva il 29 dicembre 1984 lo scrit- .tore Liu Binyan, per anni membro del partito, in esilio negli Stati Uniti e, oggi, uno dei più attivi dissidenti. Citava ampi brani del discorso del responsabile per l'ideologia che ufficialmente restituiva il lavoro letterario alla creati- ~ità individuale, sciolto dai vincoli ideologici. Denunciava l' "alienazione nel socialismo" il filosofo Wang Ruoshui, che venne definito il "padre del dissenso" e per questo fu espulso dal partito nel 1987 - per salvare la forma gli venne chiesto di non rinnovare l'iscrizione. "Cè alienazione ideologica, folitica e perfino economica. Prima di tutto i culto dell'individuo, culto moderno, è una forma di aliena- ·zione ideologica. Il dogmatismo è alienazione, il dogmatismo portato agli estremi genera il culto dell'individuo .... Il risultato è il distacco del leader dal suo popolo". Il riferimento a Mao non poteva essere più esplicito. Il trentesimo anniversario della campagna · dei "Cento fiori" - un breve momento di libertà di espressione seguito dalla durissima repressione della campagna contro la destra - venne celebrato chiedendo una '.'totale riforma politica, sociale e culturale", un cambiamento che necessita "il coraggio di rompere con le costrizioni di tutto ciò che è imposto dalla tradizione ...,rompere con le conclusioni a cui si è giunti.finora, incluse alcune individuali sul marxismo", scriveva Su Shaozhi. Cominciarono a sorgere riviste letterarie e politiche, nei fatti indipendenti. Il tutto venne tollerato fino a che le richieste di libertà rivendicate dagli accademici e dagli intellettuali non scesero nelle f iazze portate dagli studenti nel dicembre de 1986. Destituito Hu Yaobang, il suo successore Zliao Ziyang riuscì a frenare le spinte repressive in nome dello sviluppo economico, ma furono due anni difficili - le riforme esaurita la spinta nelle campagne, stavano entrando nella fase più complessa: nelle città. Economisti e intellettuali vicini a Zhao premevano per una vera riforma politica - una separazione del ruolo del partito da quello stato - i conservatori, e in questo caso lo stesso Deng, videro in essa la fr.. ne del Pc. Scelsero la fine di Zhao Ziyang. È di questi giorni la notizia del ripensa- .mento di alcuni dei protagonisti delle dimostrazioni del 1989. E sono diventate pubbliche le critiche per gli estremisti, gli studenti che urlavano più forte sulla piazza - come Chai Ling o Wu Er Kaixi, saliti alla ribalta più per caso che per merito e persi in affari privati non appena arrivati all'estero - i guaii rifiutarono il dialogo. Se fosse stato accettato un compromesso, dicono i critici, Zhao non sarebbe caduto, e invece.della repressiÒne con tutti i suoi morti ci sarebbe stata la riforma politica. A chi stava a Pechino in quei momenti appariva chiaro che il segretario ge1ierale, schierandosi con gli studenti, stava giocandosi il tutto per tutto e·che un com_promesso avrebbe rafforzato la leadership dei riformatori, e soprattutto la sua. Allo stesso tempo, una sua vittoria dovuta al movimento l'avrebbe in un certo senso costretto a mantenere l'i1npegno delle riforme. Ma così non fu. E appare oggi una discussione un poco sterile. Purtròppo, il fatto è che i leaPli\Nl;Ti\ TER/U

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