La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 3 - aprile-maggio 1995

sioni di pensiero, che portano in superficie l'intima solidarietà esistente tra la prospettiva repressiva e. quella sociologistica, evidenziando il funto centrale che le lega: la cancellazione 1e so~getto. Diven~It<??g;get~o-del_discorso sociale, 11soggetto v1 s1 1d·ent1f1cam modo esaustivo. Sono un tossicodipendente, prima ancora che Mario. o Maria. Mario o Maria, appunto, quasi a segnare una differenza sessuale che scompare in un'identificazione sociàle che il discorso conferma, spiega, restituisce, creando anche controidentificazioni. come capita agli operatori ·per le tossicodipendenze. Ma il risultato più grave di questa impostazione è nell'inseguire sempre ed esclusivarp.ente nel sociàle un soggetto che lì non abita, colpevolizzando mezzo mondo, non comprendendo .che la colpa genera una spirale. a cui la società cerca di sottrarsi, non riconoscendo nella liber.tà altrui che una minaccia alla propria sicurezza, minaccia simbolica ·certo, ma forse per questo ancora più pregnante, avvenuta attraverso costruzioni successive di colpe e tentativi di espiazion~ che alla fine, non avendo alcuna presa, possono solo generare l'allontanamento, la percezione de1la minaccia. Ques·to gioco tro- · va spesso la complicìtà di operatori (pubblici o privati, in questo solidali) che, sfuggendo le asperità della clinica, si rifanno anch'essi difensivamente ad un sociale che non li aiuta, non li ~ostiene, è prevenuto ecc. Morto il paziente, viva il cliente? . La figura· del cliente è quella che è diventata dominante: facendo finta che si possa configurare l'incontro su un piano di parità. È veramente mistificante, poiché la parità è in atto davanti alla legge e al diritto rpa nel momento in cui rivolgendosi ad un altro lo si pone detentore di un sapere che ci riguarda, la simmetricità è in atto, ed è costitutiva della clinica di qualunque tipo. Introd1,1rre la figura del cliente è far finta che i.l sapere disponga di più soluzioni su un piano di equivalenza, tra le quali si tratta solo di scegliere. Ma se il soggetto in quell'incontro testimoniasse uria incapacità/impossibilità di scegliere? Come si costruisce allora·la ·sua possibilità di scelta in questo supermarket dell'immaginario terapéutico? Ad una figura ideologica se ne sostituisce un'altra che la sussume, facendo finta che. sia · tutto cambiato. In fondo è facile far.finta, saltata la clinica, che tutto venga giocato sul piano della parità: evita di cogliere i nessi e le dif- . ficoltà inerenti il d~siderio in gioco nell' occupare una posizione che forse non può appoggiarsi ed autorizzarsi solo nell'appartenenza istituzionale, pena il far finta .di,essere gli operatori per le tossicodipendenze, prendendo talmente sul serio il ruolo sociale da sconfinare nel ridicolo quando lo si fa éoinciderè con la posizione che si occupa rispetto al paziente. . Oltre la riduzione del danno Noi riteniamo che la rdd debba essere ricompresa nella nostra propostà di un·a ·strate- .gia, realmente complessa e relazione di assunzione dei rischi: solo così essa deve e può essere una strategia rivolta a tutto il contesto, fondata sulla interrogazione e responsabilizzazione di fronte al dolore di tutti gli attori. La · strategia di assunzione dei rischi, che va oltre . la rdd, dunque deve essere non altro strumento, ennesimo mezzo che si aggiunge stancamente. al campionario delle tecniche Bibliote.caGinoBianco ·eraa.nda,toavanti per quella strada che avevamo disegnato. Si era confrontato subito con i problemi concreti e scontrato immediatamente con le difficoltà di vivere e sopravvivere 4uando non si ha l'aiuto di nessuno e ci si vuole inserire nella società, questa volta con il piede giusto. Con tanta grinta e determinazione, attento a non fare errori per i quali non si av.reb:.. be oltretutto tempo per pagare, con un passato superato ma paradossalmente sempre presente, çhe a volte fa da motore ma più spesso è un pesante bagaglio che·non si può deporre in qualche luogo opportuno. .· · Pietro era' riuscito a superare tutto questo nonostante la· sua vita si f asse complicata dramma.ticame.nte con l'aggiunta della sieropositività. Potete ben capire la mia enorme ammirazione per lui e il mio desiderio di manifestarla. Così Pietro avevà capito che se voleva incidere nella dura realtà nella quale si trovava; doveva lasciare l'idea del "Borgo" per dare spazio a qualcosa di più concreto e solido, la "Riduzione del danno". E. quindi da prima formò l'Aida, un'associazione per i diritti dei malati di Aids, e poi, sull'esperienza delle Unità di Strada del Nord Europa, la prima . unità di strada a Roma, quella· della f ondazior:,eVilla Ma~aini, nell~ .quale la_voròfino a che il suo stato di salute glielo permise. Il Borgo rimane un pos~o ideale. L'Unità di Strada è un posto concreto, giusto, dove·si fanno le cose e dove attraverso un intervento diretto verso il tossicodipendente, con lo scambio o la semplice distribuzione di siringhe, si ostacola e si previene la diffusione del virus dell'Hiv e dell'Aids. Ma tUnità di Strada è anche qualcosa di più. · · Di Aids muoior,,o molte persone che non hanno mai avuto a chef are con la tossicodipendenza, ma questo esce dallq,mia. testim_onianza e da ciò che mi sono prefissato in questa sede. Voglio solo aggiungere che la riduzione del danno è prevenzione efficace verso la popolazione tutta e non. solo per l'Hiv ma. anche per tutte le malattie sessualmente trasmissibili. Purtroppo questo non è capitò da tutti. Non vi è la ·dovuta collaborazione tra noi e le forze . dell'ordine, quando addirittura non manifestano la propria ostilità con fermi e perquis.izioni nei confronti dei no_s~roiper~tori. Molte per!one credono che dare siringhe sia una forma di beneplacito se non di incentivazione alla tossicodipendenza. Altri ci manifestano · il loro dissenso · in modo generico ma non meno frustrante. A tutto questo ero stato preparato durante il corso di Pietro e n·ellenostre conversazioni private. · Una volta qualcuno mi chiese: "Ma chi. te lofa fare"? Avrei potuto dare due, o tre risposte diverse ma ho preferito questa: "E un servizio socialmente utile.· Un sieropositivo in meno è un grosso.risparmio in termini di soffenmza e di denaro nessuno.Può ritenersi al sicuro :dal contagio finché il virus non. verrà fermato del tutto e trovat? un _rimediòefficace contro di ess~ ". · · La riduzione del danno non affronta il problema nella sua globalità, non potrebbe farlo e non. ha questa presunzione, è un intervento mirato e si limita ad agire in modo selettivo, Ho fiducia che una somma di sforzi congiunti - · l'avrà vinta in un futu·ro prnssimo su questo male terribile. •• SALUTE° E MALATTIA

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