La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 3 - aprile-maggio 1995

della legalità. · · . · · Ha perso, in questa sua mutazione genetica, molte punte estreme: non è un caso che il garantismo sia oggi un valore espresso con molta. più convinzione dalle destre, non è un caso dié molti uomini della sinistra d'un tem-:-· po siano passati, proprio in nome del garantismo, dalla parte opposta. Non tutti e non solo per convenienza o per trasformismo o perché improvvisamente aobagliati da Berlusconi: la simstra che incarna i valori dello stato di dirit_to è _Òggipiù che mai erede dell'antica destra storica. Ha perso frange che, anche a destra, continuano oggi a propagandare valori che furono deIJa vecchia smistra d'un tempo .. La storia del' decreto Biondi del luglio scorso, con quella sorta di· sollevazione popolare contro -le scarcerazioni dei "ladroni di regime" che costrinse il governo ;;i, una precipitosa ritirata, è, al riguardo, esemplare. Per la prima volta nella sua pur breve storia, i son-· aa.ggi punirono il governo Berluscòni, facendo segnare u~ violento quanto repentino calo di popolarità. . L'aspetto singolare della vicenda sta in· questo: che la destra giocava, per quanto in modo distorto, la carta del garantismo, tradi- . zionale cavallo di battaglia della sinistra, e la sinistra, difendendo, in definitiva, un istituto poco commendevole come la custodia cautelare, si travestiva, con successo, da destra .. Il giudice davanti alla crisi La galassia liberal-democratica ha mostrato, in alcuni suoi esponenti, una pericolosa propensione a una lettura brutale del sistema ~~ggioritario, nel qua.le il ~espons~ d~lle urn~ e rnteso come leg1tt1maz10ne all agire al d1 fuori da ogni forma di controlio o di responsabilità, una sorta di "carta bianca" derivante dalla diretta. investitura popolare. Un siffatto argomentare, applicato al campo della giurisdizione; è deleterio: oltre a portare alla memoria altrettanto brutali asserzioni dell'epoca staliniana, quando le garanzie erano considerate inutili orpelli borghesi che il vento del soci_alism? avrebbe spaz.z~to, via iJ?- un_amen, si dimentica che la gmstizia e patnmomo comune di tutti coloro che vivono in uno Stato di di~itto, governanti e governati, maggioranze e mmotanze. Oggi i giudici sono sulla difensiva, investiti da attàcchi virulenti: qualche volta il tono d!=!lle risposte è sbagliato. Fu senza dubbio un errore, all indomani del cosiddetto "decreto salvaladri" il rie.orso, da/arte degli _espon~nti del "pool'~ di Milano, a una sorta di appello -diretto al popolo simile nell'utilizzo del me- . diuril televisivo ai tanti appelli di cui si pasceva il governo Berlusconi:. e non pe!c~é ai giudici de5ba sempre essere imposto 11s1leni10, ma perché una corretta delirriitazione delle -sfere a'influenza attribuisce inevitabilmente· al Governo il potere di legiferare, e dunque il giudice, se di contrario avviso, ha l'alternativa tra l'obbedienza e le dimissioni. . Erroré, dal mio punto di vista, che è quello di un giudice, veniale e ampiamente giustificato dalla necessità di contrapporsi alla grancassa di regime che incessante suona da ormai vent'anni. Ma comunque errore, e da non ripetere. · La tentaz10ne che pervade oggi la magistratura è quella di un ripiegamento corporativo: anche· questo atteggiamento è comprensibile; almeno in chiave difensiva,. ma non pro- . d~t~ivo. Non ~tti i_giudici hanno sempre ra-. g1one, non tutti meqtano sempre e comunque di essere difesi da un pur potente e niente affatto ipotetico nemico. . Bibliotec"·GinoBianco Lo spazio di manovra che deve essere individuato è di natura politica e istituzionale: non compete ai giudici, ma il contributo della loro esperienza può rivelarsi prezioso. Ha destato scandalo, sempre nell'ottica distorta del "giudice che fa politica", la proposta di legge del _"p~o}"di Milano sull'usc1~a 1a -:ç a:1gentopol1. S1 e detto che davvero 1 gmd1c1 hanno oltrepassato il limite, accreditandosi, con quella propos_ta, come diretto soggetto politico. Ma chmnque abbia un minimo di esperienza delle prassi in materia di formazione delle leggi sa che il ·parere dei magistrati, sia come singo1i che come enti esponenziali, è ampiamente ri~ chiesto ogni qual volta si deve andare ad incidere nel profondo del tessuto sociale. I giudei del "pool' sarebbero stati più furbi se avess~ro fatto presentare la loro proposta ad un gruppo parla- . mentar~, ma non deve destare scandalo la loro assunzione di responsabilità. Solo gli ipocriti possono dolersi di simili minuzie. Oggi i giudici godono di una popolarità che rappresenta un immenso patnmonio di credibilità: nessuno l'ha . imposta, questa popolarità, è stata la gente a crearla, così come _la gente, con il suo voto, ha creato e imposto l'attuale maggioranza di governo. Senonchè, i governi e le maggioranze si cambiano a colpi · di voto, le leggi _el'equilibrio dei poteri in uno Stato si concordano tra tutti, perché non sono destinate a regolamentare la vita dei soli vincitori. Altri settori della maggioranza parlano di ·a<:cordisulle regole: ben venga una trattativa in questo senso. Molte cose non vanno, nel settore della giustizia, e una difesa ad oltranza dellb status quo non è più proponibile. Ma se i cambiamenti andassero nella direzione invocata dal pensiero liberal-democratico, nelle aule di giustizia, al posto del Crocefisso e del ritratto del Presidente, simboli di una giustizia che aspira· all'uguaglianza, faremmo oene a metterci 11quadro di Hogarth. • BUONI E CATTIVI

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