La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 1 - febbraio 1995

aver appres.o la tecnìca e le regole della composizione ... Ti vedo perplesso, ma continuo ... Davanti alla autentica pittura ti senti insieme scaraventato nel buio e riportato alla luce. Non senza ,he in questo passaggio infinitesimale abbiano agito il ricordo, la nostalgia, il --desiderio dell'inconosciuto e il tutto sia suss.unto da un.aforza sorgiva: una rivelazione che ti solleva: urlo e canto che ti attraversano e tu che rimani attonito e insieme partecipe della ubiqua leggerezza dell'aria ... SCIENZIATO.Calma, calma ... non stavamo parlando di città? · VIANDANTE.Nei luoghi mirabili incastonati nelle città a me è capitato di vivere quelle sensazioni. E questo accade quando le regole sono mosse da un sentimento collettivo che si fa creazione: Intensa coralità che vive di un rapp~rto dialettico e rispettoso con le individualita. SCIENZIATO.Ma converrai che fondare una città è un fatto più complicato che fare un quadro. Da tempo poi la definizione degli spazi è affidata a degli specialisti: come la mettiamo con il sentimento collettivo? VIANDANTE.Dare corpo e senso allo spazio del convivere: insisto: questo è fare città. E certo i protagonisti non possono sostituirsi al sentfmento e alla volontà collettivi. Rischierebbero di cadere in supplenze demiurgiche. Tuttavia i cosiddetti specialisti hanno responsabilità notevoli. Da loro può dipendere l'instaurarsi della città, prima che negli esiti, nel processo stesso di definizione delle scelte. Ma, seppure in misura diversa, una responsabilità. ce l'hanno tutti_ coloro cui è data la possibilità di influire sulla modificazione del mondo: e cioè tutti noi. SCIENZIATO.Sento puzza di assemblearismo ... di genericismo demagogico ... Se le regole sono chiare non resta che tradurle in un ordine f~sico: l?er questo bastano urbanisti e architetti ngoros1. VIANDANTE.Molti nel Novecento ci hanno provato. Ma inseguendo un concetto dirigistico di ordine ... Così sono approdati a soluzioni da cui è assente la complessità e l'interazione dialogica. Da questi progetti traspare la solitudine della razionalità unilaterale che si accontenta di un ordine come compositio ab exteriore. Una composizione che non è altro che un guardarsi allo specchio del pensiero separato, incapace di valorizzare le singolarità e di farle convivere nella coralità. SCIENZIATO.E quale altra strada è percorribile? VIANDANTE.Concepire lo stesso pensare come un abitare: una continua tensione ad abitare il senso mai dimentica delle ragioni dei corpi. Questo significa percepire in primo luogo se stessi come realtà finita, infima finitudine cui è data una possibilità straordinaria: venire a contatto con l'immenso che la circonda. Da· questa condizione è possibile avvertire assonanze e dissonanze, aperture e costrizioni, equilibri e squilibri, simpatie e ostilità ... e sperimentare dialogicamente come possano prendere corpo luoghi ospitali. SCIENZIATO.Stai riducendo il pensiero all'esperienza diretta e questa a una sorta di situazionismo e di relativismo estremo: polverizzata nell'infinita schiera dei soggetti. In sostanza stai sostenendo l'impossibilità di un sapere fondato su certezze: oggettivo, solido, cumulabile, traBibliotecaGinoBianco smissibile, che offra hàsamenti sicuri all'operare... La città non può che nascere da un patto e questo come può sussistere senza basamenti certi? VIANDANTE. Avere consapevolezza dei propri limiti da parte di ciascun contra-ente è porre le premesse della polis, prendere coscienza ·della sua necessità. Accettare tali limiti è darsi. una misura: questo è il più solido dei basamenti, la premessa indispensabile alla misura corale. Mi chiederai: che misure sono queste se non c'è uno strumento che le rilevì e le definisca una volta per tutte? Lo strumento ci sarebbe, ma va calibrato volta a volta. È ciò che ci guida in equilibrio tra due polarità: da un lato l'avere presente in ogni momento la propria abissale irrilevanza, ma anche l'essere l'identità di ciascuno potenzialmente preziosa per tutti; dall'altro il non negarsi mai la felicità di essere pa_rtecipi di un evento straordinario: il miracolo dell'esistenza, il mistero della vita e della morte, lo stupore per la bellezza. E in tutto questo il piacere del racconto, della novella come incontro conviviale. E la città . come il più alto dei convivi. SCIENZIATO.Riversi nelle orecchie altrui una quantità tale di buoni sentimenti da far concorrenza a un intero esercito della salvezza. Ma l'orrore, dove lo metti l'orrore? Le città e l'orribile gioco degli assediati e degli assedianti? Di lì è passato e continua a passare il mattatoio della storia! VIANDANTE.Come nascono, le città possono morire. Tra le cause vi è anche l'assassinio e il nostro secolo lo ha praticatÒ largamente e lo pratica tutt'ora. Il martirio di Sarajevo, la caduta del ponte di Mostar, le sevizie sul corpo di Dubrovnik o di San'a ci dicono come la violenza si accanisca contro la città come entità che fonda la sua ricchezza culturale e creativa sulla valorizzazione delle diversità. Ma non c'è solo l'estrema gravità di questi crimini. Ad essi si affianca una strisciante - ma quanto incisiva e sistematica! - disarticolazione delle città esistenti. Per non dire dei modi di abitare e di costruire venuti in auge nella seconda metà di questo secolo: solo raramente questi modi hanno dato vita a luoghi urbani. In una lettera che Descartes indirizza da Amsterdam a un amico nel maggio del 1631, si legge: "In questa grande città [...] ciascuno è talmente attento ai suoi profitti, che potrei rimanervi tutta la vita senza che persona mi vedesse"; ma anche: "Se talvolta rifletto sulle loro azioni ne ricevo lo stesso piacere che voi trarreste dall'osservare i contadini che coltivano i vostri campi: noto infatti che tutto il loro lavoro serve ad abbellire il luogo ove risiedo e a far sì che nulla vi manchi". Ebbene: per il mondo attuale vale sicuramente la prima affermazione, ma non la seconda. La tensione a costruire e a fare bello il luogo del convivere da tempo non guida più la trasformazione del mondo. Un fatto epocale che segnala una caduta nel processo di civilizzazione. SCIENZIATO.Ancora una volta non ti seguo. Da sempre, di fronte al cambiamento, le Cassandre hanno levato la loro voce: alti lai che oggi farebbero sorridere anche te. Quanto alla civilizzazione, il progresso continua: lo assicuran'? le conquiste scientifiche e tecnologiche in ogm campo. VIANDANTE.Lo stesso non si può dire in fatto di città e di cultura materiale. Tanto è cresciuta la potenza trasformativa quanto è diminuita la capacità di ascoltare il mondo, di stu-

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