La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 1 - febbraio 1995

ne che in effetti ne hanno un maggiore e più urgente bisogno, e che più ne trarrebbero giovamento. E' anche meno controverso condurre ricerche sui meccanismi intracellulari delle malattie piuttosto che definire quali siano i meccanismi di politica sociale che determinano la diffusione . della droga, della prostituzione, dei gradi estremi di povertà e discriminazione; o dell'inquinamento, o degli alti rischi associati al traffico. E' più facile per le autorità di sanità pubblica cercare di modificare i comportamenti delle persone piuttosto che influire sugli equilibri, o squilibri, sociali che determinano i rischi associati a quei comportamenti, piuttosto che modificare un'organizzazione industriale e di mercato che genera danni alla salute. Noi crediamo che l'infezione da Hiv e l'Aids debbano fungere da paradigma per una concettualizzazione della salute più legata alla natura sociale, extra-medica, della salute stessa, in cui il ragionamento sull'eziologia, sulle dinamiche di trasmissione (o, nel caso di patologie non infettive, di diffusione), e sugli interventi di prevenzione sia prioritario rispetto alla medicalizzazione d~i problemi della salute in termini di diagnosi e cura. Pensiamo anche che nelle attività di prevenzione sia necessario superare il modello di mercato del "buon consumatore" (basato ad esempio su messaggi come 'il "buon tossicodipendente" si buca solo con una siringa pulita'), in modo che la società non deleghi totalmente all'individuo la salvaguardia della propria salute. Deve invece essere la società, attraverso le atti- ~ità di governo locali, nazionali e sovranazionali, ad assumersi la responsabilità del controllo dei determinanti della salute della popolazione, in primo luogo identificandoli esplicitamente, quindi intervenendo pragmaticamente per modificare le condizioni di base che consentono la presenza di quei determinanti. Inoltre, questi interventi dovranno avvenire innanzitutto nel rispetto delle persone esposte al danno per la salute, evitando coercizioni e interventi costrittivi che in passato si sono rivelati invariabilmente controproducenti. C'è bisogno che le autorità di governo si assumano la responsabilità di quanto tollerano che accada. In occasione della Giornata Mondiale della Lotta all'Aids indetta dall'Oms per il primo dicembre 1994, i rappresentanti di 42 governi, compreso quello italiano, hanno firmato a Parigi un accordo in cui si impegnano ad un maggiore sforzo- diretto alla prevenzione e al trattamento dell'infezione da Hiv e dell' Aids e ad un maggiore rispetto dei diritti delle persone con infezione da Hiv. Questo accordo è assolutamente non vincolante: nessun paese ha preso impegno formale per una qualsiasi azione specifica e per l'allocazione dei finanziamenti necessari ad essa. Solo il tempo potrà dire quanto la protratta inazione dei governi costerà alle popolazioni da loro governate in termini di nuove infezioni da Hiv. Ricordiamoci: tutte potenzialmente prevenibili. ♦ BibliotecaGinoBianco stiene, "è, si sa, un riflesso antisemita. Ha a che fare con il mito della purezza del sangue. L 'Aids, l'ebreo, il nero... Si avvia una crociata contro gli incroci! A ciascuno il suo sangue!! Com'è diffusa e insidiosa la paura che il sangue venga contaminato dal sangue! E, però, proprio chi è spaventato non ha poi troppa paura di lasciarsi contaminare l'anima dai cattivi esempi e dalle cattive frequentazioni. Contro la peste morale non si prendono tante precauzioni". Se si vuole parlare di Aids, dice Cixous - posizioni simili ha assunto il filosofo francese André Glucksmann nel saggio La f e1ure du monde: Etique et sida6 - bisogna "parlare di oro e di potere", avere il coraggio di discutere di etica, di nominare il Bene e il Male, di non sottrarsi alla questione morale. La Storia? "Un giorno degli agnelli imparano sullapropria pelle che per pastori avevano dei lupi. Feriti, sanguinanti, agonizzano. Come, coloro che siprendevan9 cura di loro li hanno uccisi? No?! Sì! Chi poteva immaginarlo? Noi stessi, che vediamo le vittime spegnersi a una a una, siamo costretti ad ammettere, con timore e stupefazione, il peggio: pastori che sgozzano. Come e perché un crimine tanto impensabile? Soprattutto nei nostri paesi fieramente avanzati, dove è di moda ripetere di continuo laparola 'etica'? ...Ma questa non è una fiaba". In uno scritto prezioso uscito in questi giorni, Gli dei che hanno fallito: Alcune domande sul problema del male 7 , il filosofo Norberto Bobbio ci ricorda - nominando, se non sbaglio per la prima volta, il tema dell'Aids - che "sino a che esiste un nesso tra il male e l'agire umano ... si può ancora sostenere, sepure in modo rozzo, la causa della giustizia retributiva: l'uomo in generale è responsabile di tutte le opere dell'uomo". In questo saggio la questione dell'Aids compare, ed è già molto, come niente di più che un inciso, una digressione, ben presto abbandonato per rientrare nell'alveo di un pensiero che tende - forse giustamente - all'interpretazione generalizzante. Non credo però di essere l'unica a sentire il bisogno di non dovere di continuo emigrare verso altri paesi, altre lingue e altre produzioni intellettuali, per avere le magari provvisorie risposte e interlocuzioni culturali epolitiche che in molti cerchiamo. NOTE: 1 La rassegna ha incluso la lettura dei seguenti testi: Un poster dei Cosmos, di Lanford Wilson; Come viviamo oggi, di Susan Sontag; Sesso sicuro, di Harvey Fierstein; Angeli in America. Parte I: Il millennio si avvicina, Atto I, Scena 9, di Tony Kushner; La madre di Andre, di Terrence McNally; Frammenti da Vicino ai coltelli: diario di una disintegrazione, di David Wojnarowicz 2 Maria Nadotti (a cura di), Silenzio = Morte: gli Usa nel tempo dell'Aids, Anabasi, Milano 1994. 3 AA. VV., Patalogo, Ubulibri 1994. 4 Tony Kushner, Angels in America, Theatre Communications Group, New York 1993. 5 H élène Cixous, La ville parjure, Théatre du Solei!, Parigi 1994,pp. 5-7. 6 André Glucksmann, La felure du monde: Ethique et sida, Flammarion, Parigi 1994. 7 Norberto Bobbio, "Gli dei hanno fallito: alcune domande sul problema del male", in Elogio della mitezza e altri scritti morali, Linea d'ombra Edizioni, Milano 1994,p. 202.

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