una radicale bonifica della qualità della vita nella scuola, rischia di tradursi in una forma di avvilente reclusione aggiuntiva. Bisognerebbe invece ridurre il numero delle materie e la quantità delle cose che la scuola superiore presume di poter insegnare per puntare sulla qualità dell'apprendimento: da un lato i pochi saperi sistematici e strumentali che riguardano tutti gli studenti, dall'altra una gamma varia e ampia di aree formative opzionali, di cui alcune parzialmente o totalmente autogestite; tempi flessibili, gruppi mobili, cambiamento di luoghi e sfondi che consentano di rompere la sindrome carceraria dell'inchiodamento all'aula, al banco, alle facce e alle voci sempre uguali dei compagni e dei. professori; momenti di scambio di informazioni e di incontro tra scuole, e di contatto,con ciò che avviene nel mondo esterno nel campo della cultura ("alta" e "bassa"), delle espressioni artistiche ("giovanili" e no), delle esperienze di volontariato e di solidarietà 11 . Una delle BibliotecaGinoBianco poche lezioni sicure che si possono trarre dal fenomeno ricorrente delle occupazioni è che i ragazzi non solo sono disposti, ma spesso deside.rano stare più a lungo nella scuola, a patto di poterla utilizzare per sperimentare modi più liberi e autonomi di convenienza e di comunicazione. Il calo demografico e la nuclearizzazione delle famiglie fanno sì che oggi le aule siano affollate di "figli unici" per i quali i compagni di classe, in mancanza di fratelli e sorelle, sono i coetanei frequentati più assiduamente, e gli insegnanti sono una delle pochissime figure adulte alternative ai genitori; che lo si voglia o no, il compito della scuola - dalla materna alle superiori - non si limita all'istruzione ma investe profondamente la socializzazione: l'importante è che questo aspetto della formazione non si voglia all'insegna del controllo, della costrizione e della noia, o del moralismo di destra o di sinistra ma accetti il rischio ctel libero confronto e, se è il caso, aiuti ad esplicitare i conflitti, e ad affron-
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