Studi Sociali - anno III - n. 21 - 30 settembre 1932

ANNO III MONTEVIDEO. 30 SETTE3HIRE 1932 No 2,1 Studi Sociali RIVISTA DI LIBERO ESAME ABBONAMENTI: Per ventiquattro numeri $ 2.— Per dodici numeri 1.25 (All'estero lo stesso prezzo, equivalente in mone- ta degli Stati Uniti a due dollari per 24 numeri ed un dollaro e 25 cent. per 12 numeri.) Per la redazione e l'Amministrazione ri- volgersi a: LUIGI FABBRI, rivista "Studi Sociali" Familia de Correo Lll MONTEV IDEO (Uruguay) RIVENDITA: Per ogni copia 'ti; 0.05 (Negli altri paesi lo stesso prezzo, equivalente a cent. 5 di dollaro. — Sconto d'uso ai rivenditori.) SOMMARIO Errico Malatesta (LUIGI FABBRI Alcune lettere (Enawo MALATE.sTA) Gli ultimi .13 anni di vita di E. Malatesta Fossa comune (LUCE FABBRI ) La morte di Malatesta e i funerali (Da unta lettera da Roma) Malatesta descritto da Kropatkin Art.'coli contro la gurrra (E uni('o MALATEsTA) La morte di José Prat (1). A. DE SANTILTAN) Pcr l'arcolta degli scritti di Malatesta ERRICO !MALATESTA Più i giorni passano, più sentiamo l'inutilità delle parole di fronte al fatto irreparabile. Quando le 9orte d'italia si riapriranno, non vi ritroveremo più il nostro Malatesta, che avemmo disgrazia, — il torto; forse, — di lasciarvi in ostaggio del nemico. Mentre oggi non riusciamo a persuaderci della dura realtà, domani, nel ritornare nei luoghi a lui fami- liari, sentiremo ancor più il vuoto ch'egli ha lasciato. Qui non vogliamo parlare del nostro dolore perso- nale, che possono comprendere soltanto coloro che lo conobbero da vicino e vissero un pti della sua vita casi piena di affetti, riscaldando il proprio cuore alla fiamma del suo grande cuore. Ma il vuoto ch'e- gli ha lasciato come militante della rivoluzione, co- me apostolo di libertà, come animatore di folle, lo si comprenderà nei giorni decisivi dell'ardimento e della lotta. Egli non sarebbe, no! il "capo" — di "capi" ve ne saranno anche troppi — che lancia una infiam- mata parola d'ordine dall'alto d'una tribuna e poi `..te ne va più lontano ad attenderne gli effetti, né 'lo stratega che presume dirigere l'uragano per mez- zo di luogotenenti da un gabinetto centrale di co- mando. Mancherà invece, — e speriamo che ve ne saranno altri, ma difficilmente lo saranno cosí bene come sapeva esserlo Malatesta, — quell'impareg- giabile suscitatore di energie che egli fu, che re- stava mescolato alle folle e si fondeva con esse, sentendone la spinta e trasfondendo in loro tutto il meglio di se stesso, il quale sopratutto consisteva in una perfetta fusione dello spirito dell'idea col senso della realtà. Infatti in lui la più risoluta energia non si scom- pagnava mai dalla bontà; l'uso dei mezzi neces- sari a vincere restava in costante rapporto col fine liberatore da raggiungere; l'entusiasmo e l'ira del momento non perdevano mai di vista le necessità immediate e future; la passione e la ragione, la distruzione e la creazione, si equilibravano sempre, nella sua parola e nel suo esempio, in quella ar- monia che sola può essere fattrice di vita e di sto- ria. E questo equilibrio, tosi indispensabile per vin- cere non sterilmente ma con fecondità di risultati, impossibile a dettarsi dall'alto, egli lo portava con efficacia in mezzo al popolo, confondendosi con esso, senza punto curarsi se citi faceva scomparire la sua opera personale nel vasto e ondeggiante mare delle masse anonime. Purtroppo, perii, egli non fu inteso quanto sa- rebbe stato necessario. Le moltitudini intuirono, in- torno a lui, per, qualche breve istante, che nel suo insegnamento era la via della salvezza; ma non se ne impadronirono. Acclamarono in certi momenti il suo nome, ma presero troppo poco del suo spirito. Cori l'ora storica della rivoluzione sociale in Italia passò inutilmente; e si ebbe la più tremenda scon- fitta prima z7acora della battaglia. La rivincita verrà, ne siamo certi. Ma egli non la vedrà più, non potrà più aiutarla e cooperarvi, co- m'era stato il sogno di tutta la sua vita e il su- premo anelito degli ultimi suoi giorni. * Il motto di Mazzini "Pensiero e Azione" fu impersonato magnificamente da Errico Malatesta. Non sappiamo pero s'egli n'avrebbe accettata la for- mula, anche prescindendo dall'antipatia di lui per tutte le formule. Perché, se é vero che nella con- cezione rnalatestiana il pensiero, meglio ancora la volontà, precede l'azione, é altrettanto vero che Ma- latesta ha sopratutto cercato sempre di essere uomo d'azione, di sollecitare attorno a sé l'azione, — pre- feribilmente l'azione delle masse, ma altrettanto in- stancabilmente, poiché quella non sempre é possi- bile, l'azione di gruppi o individuale. L'antico organizzatore della "propaganda coi fat- ti" delle bande di Castel del Monte (1874) e di Be- nevento (1877) continuo sempre fino all'ultimo ad accorrere dovunque vi fosse speranza e possilibità di "pescare nel torbido" — secondo l'espressione maligna dalla polizia internazionale, — palesemente dove poteva, clandestinamente nei paesi da cui era espulso o in cui aveva processi e condanne da su• bire: nell'Erzegovina insorta contro la Turchia pri- ma del 1880; nell'Egitto sollevato contro gl'inglesi nel 1883; a Parigi pei movimenti del I" maggio nel 1890 e nel 1906; in Spagna nel 1892 e nel Belgio nel 1895 durante le sommosse di quegli anni nei due paesi; in Italia a tempo dei moti del 1894, quindi nel 1898 e più tardi partecipando alla "settimana rossa" del 1914. Tutti noi ricordiamo la sua presenza dovunque in Italia, nel dopoguerra, nelle fabbriche occupate co- me nelle vie e le piazze in mezzo al popolo, quando a più riprese la forza pubblica sparò nella sua dire- zione, con l'evidente intenzione di assassinarlo. Nel 1921-22 egli partecipa attivamente a tutti i tentativi di azione per porre argine al fascismo in mezzo agli "arditi del popolo" come fra i preparatori dell'ul- timo sciopero generale di quell'anno ... A proposito degli atti di rivolta individuale, ri- cordo sempre l'impressione che fece in me, allora giovanetto, una magnifica apologia di Augusto Vail- lant, all'indomani del supplizio di questi, che Mala- testa scrisse per un periodico di Ancona mentre era di nascosto in giro per l'Italia, durante e dopo il tentativo insurrezionale della Lunigiana. Suoi ami. ci furono Michele Angiolillo, Gaetano Bresci, Fran- cisco Ferrer. Dopo l'attentato di Matteo Morrai a Madrid nel 1906 metteva alla porta sdegnosamente in Londra dei giornalisti borghesi che volevano a forza strappargli parole di sconfessione per l'atto del giovane ribelle spagnuolo. Per l'azione non conosceva divisioni di tendenze. E se amava molto i compagni che sapevan compren- dere il suo pensiero nella sua migliore espressione, amava non meno fortemente quelli che avevano la sua stessa passione di rivolta, anche se non condi- videvano completamente il suo parere su questioni di teoria e di tattica. Né si trattenne, talvolta, dal manifestare rudemente la sua riprovazione per qual- che auo più prossimo amico, se questi parve in qualche momento subordinare il dovere della soli- darietà coi ribelli a considerazioni di opportunità contingente o di freddo dottrinarismo. Rammento che una volta, in Londra, sulla fin• del 1906, io vidi sul suo tavoro un manoscritto su "gli anarchici e la violenza". Sapendo le sue idee, gli chiesi se lo avrebbe pubblicato. "No, mi rispose, non é questo il momento. Oggi mi sembra chi, gli anarchici si lascino deviare da un difetto opposte a quello degli eccessi violenti di cui mi sono occu- pato in questo articolo. Bisogna reagire ora piatte- stc contro certe tendenze all'accomodantismo e al quieto vivere, che si vanno manifestando nei nostri , ambienti. E' più urgente, adesso, risuscitare l'ar- rivohtzianari_o_cho vq Languendo, lo spirito di sacrificio, l'amore del rischio'. * * La febbre di azione che sempre animò Malatesta grimpedi di divenire il teorico straordinario che avrebbe potuto essere, data la sua coltura e la sua poderoso intelligenza. Non restano, cosí, di lui che pochi opuscoli e una infinità di scritti occasionali, frammentari e relati- vamente brevi sparsi nelle più varie pubblicazioni d'ogni paese, ch'egli curò o in cui collaboro quasi ininterrottamente per sessant'anni circa. Nonostan- te, tali scritti, se riuniti, costituirebbero di per sé un'opera vasta, interessantissima ed originale. Ed é atigurabile che ne sia fatta la raccolta, appena possibile; perché quasi tutti i suoi scritti, anche i più brevi e occasionali, non hanno alcun carattere di banalità, e contengono ciascuno idee ed osserva- zioni originali e profonde che superano il momento in cui furono scritte ed hanno un valore permanente. L'aver Malatesta espresso il suo pensiero ogni volta al contatto della realtà viva e sotto la spinta dei fatti, nell'urto con idee contrarie, alla luce e nel calore dell'azione in atto, ha impedito che le sue opinioni ti fossilizzassero, ciò che sempre suole avvenire più o meno in ogni lavoro sistematico e di lunga mole. A questo pericolo Malatesta é sfuggito completamente; e forse ciò ha contribuito assai a far di lui un grande pensatore della rivoluzione e dell'anarchismo, diverso da tutti gli altri, che lascia di sé una forte impronta personale, tanto da costi- tuire una vera e propria corrente distinta di pen- siero, forse la sola che non sia stata ancora in nes- sun suo aspetto smentita o superata dai fatti. Non é qui il caso di estendersi in una esposizione dettagliata del pensiero malatestiano. Non vié pro- blema di critica e di ricostruziono sociale, di teoria o di metodo, ch'egli non abbia esaminato in qualche SUO scritto con la sua abituale chiarezza cristallina. Naturalmente le sue conclusioni pratiche, program- matiche, sono le medesime ben note di tutto l'anar- chismo internazionale; però egli vi giunge quasi sempre per vie sue proprie o nelle quali porta qual- che suo elemento originale, che lo allontana dai luoghi comuni e dai concetti prestabiliti, e talvolta lo mette con essi in contrasto. Ma é questo, allora, un contrasto che non contradice il cammino già per- corso dalle idee, bensi Io completa e lo supera, la- sciando meglio aperta la via a sviluppi successivi sempre più ampii. L'anarchismo che risulta da tutto il complesso delle idee di Malatesta non consiste soltanto in una previsione del futuro senza rapporti col presente. ma al contrario é un anarchismo realizzabile e rea- lizzatore che nel presente prepara il futuro e va "verso l'anarchia" con uno sforzo rivoluzionario con-

RkJQdWJsaXNoZXIy