Studi Sociali - anno I - n. 3 - 16 maggio 1930

te, ecc. un regime determinato di alimentazione, la· voro, esercizio e riposo intelligentemente combina· ti costituiranno il mezzo adeguato per conseguire lo scopo. Cosi, nel campo della cultura e nello sviluppo del• l'intelligenza, gli studi non potranno inlz!ar&i a ca– Elaccio, cominciando dall'algebra senza conoscere le quattro operazioni d'aritmetica, o mettendosi a stu· dlare il latino senza conoscere l'idioma. proprio. In questo ramo dell'attività umana risalta fortemente e in modo chiaro per tutte le intelligenze, poiché gran parte dell'umanita. ha. raggiunto un conoscimen– to sufficiente piii o meno esteso, la. Imperiosa neces• sita di un certo metodo, di una coordinazi one, d i un ordinamento degli studi!. Tutti i tratta.ti di pedagogia, inclusi i piii auilaci, che v ogliono combinare le attitudini del fanciullo con le materie oggetto di atudio, facendo di quelle la guida fonda.• mentale del maestro, non fanno che esporre nuovi concetti dell'ordine dell'Insegna.mento e dell'educa– zione. Le cause e gli effetti governano sempre ia nostra. vita, e spiegano l'ordine delle cose. Cl6 che occorre é ordinari! a loro volta in ci6 che riguarda ·i nostri interesw, perché ci siano plii profittevoli. Cosi succede per l'educazione morale, cofll per quella del carattere, della. volontà, ecc. Tutto, nel• l'opera dell'uomo come nella. ne.tura, ba. il suo pro– cesso di formazione, Il suo ritmo di vita. E non é negare l'anarchia Il riconoscerlo, e svolgere la pro– pria attività conforme a tale riconoscimento. L'a• narch1smo non ba mai volt ate le s palle alla vita. Nulla di cl6 che si dedica a. ordina.re le nostre veri- • flca.zioni, le nostre convinzio ni e le nostre _attivita. materiali é contra.rio all'anarchia. L'a.na.rcb1a. nega o combatte cl6 che é tirannia, servltli, sofferenza. evi– tabile. Per6 afferma sempre la intelligente utilizza– zione delle risorse d'ogni specie d1 cui l'uomo di· spone. Passando nel dominio delle attività collettive, do– vremmo ripetere le stesse cose, ed aggiungere che ' l'affermazione della libertà assoluta (praticamente impossibile, come qualsiasi idea assoluta, e solo con– cepibile in senso relativo) ba un'intima connes– sione con la. negazione dell'ordine. Le unisce una medesima mentalità, una stesEla psicologia, e i loro risultati vanno cosi strettamente uniti, che spesso si confondono, ed avrebbero conseguenze molto si· mili in un futuro in cui si volesse metterle in pra- tica. • •• E' tanto assolutamente vero che qua!#. nulla. di utile s1 realizza senza. ordine, che i negatori di que– sto si contradicono acI ogni passo. E' stato, fra !'al• tro, detto da qualcuno che sempre si dovrebbe f'are della filosofia, non fosse altro che per spiegare per– ché non ,Ji filosofa. A un avversario che mi affer· masse che noi siamo in realtà partigiani del disor• dine, 1o domanderei se ha visto mai alcun libro dei nostri pensatori scritto al rovescio degli altri libri, per esempio con l'epilogo al posto dei prologo e le materie trattate senza concatenazione né connessione. E ,Jiccome mi sarebbe facile portargli prove di espo– s'izloni delle quali la chiarezza e Il metodo possono sostenere i pili severi paragoni, aggiungerei che nel cervello dei nostri pensatori e nel nostro il mondo che preconizziamo sarebbe ancor pid oratnato, con plii armonia e bellezza, po1ché sarebbe popolato di es– seri viventi che gli darebbero la vita plastica e no– bile la cui evocazione ricorda le narrazioni dell'antl• ca Grecia.. Il medesimo negatore dell'ordine si troverebbe nel· lo ste!ho caso. I plii furiosi attacchi contro le no– stre affermazioni sono stati comp11ati come gli scrlt• ti di tutti gli altri. Gli articoli contro ogni concet• to di ordine sono stati redatti ordinatamente. GH argomenti venivano a tempo debito, e quanto piu venivano al loro tempo, pili efficace era l'articolo, lasciandone a parte Il carattere. Qualunque confe– renza, dissertazione, opuscolo, libro, ecc. contro !'Or• dine sara sempre pronunciato o scritto ordinata• mente a meno che non si manchi delle nozioni plii eleme{,_tari volute per esporre un'idea. E sara ~ to necessario passare previamente per una ordinazio– ne nel mettere insieme le cognizioni acquisite, nel funzionamento delle facoltà ment'lll!, nella medita,. zione delle idee, nella selezione degli argomenti, nel• la classificazione dei temi e nel risultati dei lavo- ri tatti. ( La fine al prossimo 'nlUmero). Gast6n LEVAL Da ,ma lettera persymale di Er,-ico Malatesta aa uno di no~ •togliamo qua.lito segue: " ... Ho rtr,~·i:111 > amche una copia della circolare di "St,uti Sociali". Sdn!<J.1iatm;ahnente 11«olt.o co,ntento dell'i1'iziativa che avete preso e ttei propositi ch,e Vi ispirono. Se credete che poss<1 essere 1ttile alla proP)iga1Ula la p,ibbli(i.10ione di veachi scritti mie,, fate pure: io n-01, pruso esseme <fhedOnteMol,Se puoi trovare costa nna colle!zim1e della "Questione Sociale" ; (Firen :i:e 1884) ln'Obabil11iente Vi troveresti delle cose cll,e potrebbcr.o il>ternssare i g,io'l,-ani, specia1miente ag gru,nge11d1ovi qualche inota storica ... ", ecc. - Cogli► 11io l'occasione per ,ripetere l'invito n q~~lle veoo– cllio com,pafj'llo, che conservi la cpllezione di q1Lelpe– fiU<fM:o del 1884, di volercelo PTf!Btare per llreviSsi,. ™1 te1t1110. BibliotecaGino Bianco STUDISOCIALl Problemi teoricie tattici nella lottaquotidiana (1) I I I Come combattere l'invadenza statale? Finora la nostra attitudine di fronte allo Stato e alla sua invadenza é stata puramente negativa. Si é creduto 1n generale che lo Stato, In quanto istru• mento di oppressione e di coazione, era l'impedl• mento principale, se non li solo impedimento alla realizzazione delle nostre idee di libertà e di egua– glianza sociale. Di conseguenza insorgere contro lo Stato, tare la rivoluzione per distruggerlo é stata la costante preoccupazione degli anarchici. SI é ere· duto e s'i crede che scoppiata la rivoluzione difltrut– to lo Stato e I poteri costituiti "la società, come le acque che tendono sempre a livellarsi, riprenderà da sé l'equilibrio (Pisacane), nel senso da noi de– siderato, perché la libertà "é sentimento innato nel• l'umana natura, né fa duopo d'educazione o di tiro• cinlo per gustarla." (Pisacane). Per distruggere lo Stato e perché la :rivoluzione prenda un indirizzo libertario Bakunln confida negli istinti delle mas· se per cui "lo scopo é di dare (all'operalo) la piena coscienza di ci6 che vuole, di far nascere in lui un modo di pensare che corrisponda al suo istinto, per· ché dal momento che il pensiero delle masse operaie si sara elevato all'altezza dei loro istinto, la loro v'o– lonta sara determinata e la loro potenza diventerà !rre,Jistlbile". Quello che in Fisacane é "sentimento innato nel– l'umana natura" quello che in Bakunin é "Istinto delle masse" in Kropotkin prende una torm"- pili precisa e plii chiara: la tendenza a l'associazione. Applicando allo studio delle Istituzioni umane i rl· sultatl ottenuti dalle scienze naturali, nella secon– da meta del secolo scorso, il grande pensatore ru& so ha tentato di dare all'anarchla basi scientifiche, stabilendo che la tendenza a l'associazione libera e autonoma rinnovantesi spontaneamente e continua· mente a seconda dei casi e delle neceooita vitali de– gli esseri, é la legge naturale della vita e de) pro– gresso. Per Kropotkln "basta che un. giorno lo Stato si trovi disorganizzato per una ragione o per un'al, tra, che la macch'ina di oppressione cessi di funzio– nare perché le libere alleanze sorgano da se stesoo". "Ricordiamoci - cosi egli continua - delle fede– razioni sorte spontaneamente dalla borghesia in ar– mi durante la grande rivoluzione. Ricordiamoci di quelle federazioni che sorsero spontaneamente nella Spagna e che salvarono l'indipendenza del paese al• lorquando lo Stato s'i trovava scosso dalle EAtefon– damenta dalle armate conquistatrici di Napoleone. Dal momento che lo Stato non é plii in caso d'lm• porre l'unione forzata, l'unione sorgerà da se stes– sa, secondo i bisogni naturali. Rovesciato lo Stato, la società federata sorgerà dalle sue ruine, vera• mente una, veramente indlv1slblle, ma libera e in• grandlta dalla. Ubertà". Queste idee hanno esercitato ed esercitano ancora una grande infiuenza sul compagni e la grande mag– gioranza di questi é convinta che, una volta de– molito lo Stato, sorgeranno spontaneamente migliaia e migliaia di libere ln1ziatlve tendenti a soddisfare i bisogni della vita; e che esse non si manifestano oggi perché soffocate dallo Stato, ma che sono una manifestazione naturale della vita. In queste brevi note congressuaH non ho la pre– tesa e nemmeno la posslbillta di abbordare una di• scusatone di que.ito genere; solamente ho voluto ac· cennarvi, perché durante il periodo rivoluzionario del dopo-guerra abbiamo avuto del periodi d'i quasi anarchia (Intendo dire che l'autorità statale era rl• dotta quasi a zero) e le libere inlzlatiYe e le ten– denze naturali all'associazione autonoma non si so– no manifestate In misura adeguata ai bisogni d'un' organizzazione vitale a base libertaria. Lafkiamo stare la Russia dove la dittatura bolsce– vica ha schiantato ogni possibilita di associazione libera e non contiamo la Germania e l'Austria dove il culto dell'autorità e ·dello Stato é tradizionale e quindi era d'aspettarsi che i loro moylmentl sfocias– sero in soluzione statali. Ma nell'Ucrania meridlona• le Il movimento maknovista, a tendenze libertarie, durante I suoi tre anni d1 esistenza che cos'ha rea.– lizzato dal nostro punto di vista? Ben lontana é da me l'intenzione di criticare I compagni che presero parte a quell'eroico movimen• to In difesa della 11~rta; esai hanno tatto Il loro dovere e meritano tutta. la nostra riconoscenza. Co– nosco tutte le ditficolta che hanno inoontrato quei compagni. So che quasi tutta la loro attività venne assorbita dalla lotta contro la controrivoluzione bian– ca e contro la controrivoluzione rossa. Vi furono del progetti, delle deliberazioni col).gressuall, qualche cosa si fece nel C'ampo della cultura e 'degli scam– b i, qualche colonia anarchfca tunzion6 egregia– mente. Ma se la massa contadina e operaia d'U· crania ci diede una pleiade di eroi della liberti\, se essa lott6 strenuamente contro la. dittatura (oggi (1) Relazl'o!t1e al S,ectmdo Ooogruso AnaroMco Ar11ell1illo, ~ ~ l!e, ancora da segni tangibili cli r°ivolta.), se essa ha de– molito privilegi e bastlglie bisogna purtroppo rico– noscere cM tentativi di reallzza1:ioni materiali per "fare da sé," per autogovernarsi, per fare a meno di capi - per confessione degli stessi compagni che parteciparono al movimento - )!On ne fece. Cosi l'Ungheria. L'Ungheria non era prud;ian1z· zata come Ja Germania, I socialdemocratici si tira· rono in disparte per lasciar libero corso alla rivolu– zione trionfante; la dittatura di Bela-Kum fu ditta– tura pili di nome che di fatto; l'Europa tutta era in subbuglio e quali furono i tentativi fatti dalla matha operaia e contadina per emanc'.iparsi reahnen• te, per bastllre a se stessa, 1>er fare senza padroni e senza governo? E In Italia? In Italia nel 1919-1920 l'autorità !la• tale era ridotta ai minimi termini. Nell'estate dei 1919 iJ continuo rialzo del costo della vita pro– voc6 Yaste dimostrazioni popolari.. Alla Spez;a i · manifestanti cominciarono col dare l'assalto ai ne· i;ozi. L'esempio fu contagioso e in breve si propagò a tutta Italia. Ne'i primi momenti qualche ladrun– colo fece l'afl'ar suo, della mercanzia venne sciupa– ta e ci6 era inevitabile. Le Camere del Lavoro di parecchie città si trasformarono In depositi di mer– ci. Lo Stato era impotente di fronte a quell'espio· sione di collera popolare. Si esigeva il 50 oJo di ri– basso S'Uiprezzi allora in corso. I commercianti,. per timore di peggio, portavano spontaneamente le ch'ia– vi dei loro magazzeni alle Camere del Lavoro, rac– comandandosi ai compagni e agli organizzati, per la tlssazione dei ribassi. La borghesia credeva d'a• ,·ere i giorni contati ed era disposta a tutti i cam• blamenti e a tutte le esperienze che al proletariato sarebbe piaciuto provare. Tutto questo movimento si esaurl ln 15 o 20 gior· ni; parecchie tonnellate di mercanzia si sciuparono nei depositi delle Camere del Lavoro, come a Firen– ze, Bologna, ecc ... , e la vita contlnu6 più cara d.( prima. Si p,areva come pulcini nella stoppa, cl s1 Mtusiasmava del facile trionfo e non si sapeva pren· dere l'iniziativa atta o a espropriare o a organizza• re la vita plii a buon mercato, mettendo diretta.men• te in relazione il produttore col consumatore. In Italia le ferrovie sono proprietà dello Stato. Duran– te lo sciopero del gennaio 1920 il governo propose al ferrovieri di assumere essi !ltessi la gestione del serYizio ferroviario; i ferrovieri rifiutarono. Durante l'occupazione delle fabbriche vi fu qual– che infziat1va per lo scambio di materiali fra le of· flcine occupate ma tu poca coS'B.e anche quel pro– mettente movi~ento si esauri da sé. Cosi pure s°i esaurirono da sé le rivolte d1 Viareggio, di Manto– va, ecc. Né cl si venga a dire che i socialisti tradi· rono, che la Confederazione Generale del Lavoro tra.di; ché flJ il sentimento della libertà fosse cosi innato nella umana natnra come lo pensava Pisaca– ne, se "l'istinto delle masse" fosse creatore di li· b'ertà come pretendeva Bakunin, se le tendenze al– l;associazione libera e autonoma fossero cosi sponta– nee come lo riteneva Kropotkin non ci sarebbe sta– ta barba di D'Aragona, né di Senati, né di Bom· ba.cci capaci di Impedire che le mafAseattuassero la :rivol~zlone in senso libertario, tanto pili che noi anarchici si contava qualche cosa in Italia. Indubbiamente spetta a Kropotkln il grande me– rito d'aver dato alla teoria darwiniana deila' lotta per l'esistenza un'interpetrazione piii vera e Ispira· ta a sentimenti di sblidarieta.; d'aver scoperto che la lotta per l'esistenza non significa la lotta a col– tello fra individuo e individuo per strapparsi i mez: zi di esi!A'.enza, come si compiacevano affermare 1 borghesi a giustificazione dell'attuale regime di spo· gfiazione e di rapina; che nella lotta per l'esisten• za nella lotta contro le avversità della natura non trionfa l'essere che meglio é armato d'unghie e d'ar– tigli, ma quello che pili ha svl,luppato l'istinto d'as– sociazione e di solidarietà: d aver dl~ostrato eh~ nella v'ita questo istinto é uno dei plu Importanti fattori cli evoluzione sociale. Ma non bisogna dimenticare che oltre all'Istinto d'associazione e di solidarietà l'uomo porta con ?é Istinti egoisti e autoritari, sonnecchiano sempre m lui istin ti selvaggi e bestiali che neutralizzano e an• nulla.no la tendenza all'associazione e alla solida1:1e· ta. L'am biente poi, a sua volta, trasforma e mod1f1• ca direzione degli istinti naturali, di maniera ch_e in realtà pu6 essere comodo, ma si pregiudica 11 movimento col tare troppo assegnamento su Queste tendenze naturali. . . Dunque se noi vogliamo costrmre una soc10t :I.ba · sata sull'associazione libera e sulla OOJ!darieta urna. - a dato che non poseliamo contare ciecamente su ~u~ste tendenze naturali,. é no~tro c?mplto _al_s~iluP:' parie in noi stessi e negli altri; e siccome 1, f1s1olo~1 cl dimostrano che Ja "!unzione "';lluppa I organo , cosi per sviluppare le tendenze ali associaz1one J!be· ra e a.Ila solidarleta., per fare che queste tendenze diventino negli uomin'i una "seconda natura" n?n basta propagandare ma. occorre praticare l'assoc1a– zione e la sol!darieta. • •• Per sviluppare le tendenze all'associazione J!~era e autonoma, per stimolare lo spirito tl'inlzia.tira, per organizzare la società dal basso In alto, per acqul· stare la capacita ad autodirigersi, "a fare da noi", per combattere l'invadenza statale non basta la ne– gazione pura e semplice dello Stato, ma occorre ne– garlo positi vameJ!te creando associazioni che assor·

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