Lo Stato Moderno - anno V - n.3-4 - 5-20 febbraio 1948

LO STATO MODERNO 59 Il problema cruciale che si pone .oggi al popolo italiano è tutto qui: scegliere quale dei due metodi debba essere adottato e difeso perchè .il progresso spirituale e sociale ago– gnato sia attuato e costantemente consolidato. A 1 1 disopra di ogni teorica ed ideologica interpretazione e definizione della politica, al 1 disopra di ogni finalistica im– postazione della lotta politica -si impone chiaramente, netta– mente, definitivamente il problema del metodo politico. Si parla continuamente di -rivoluzione. RivolJuzione è la magica parola che su~cita palpiti generosi e speranze ardite; ma spe– ranze, attenti. miracolistiche; 5peranze ardenti di uomini che soffrono e che vorrebbero veder d'un subito mutata la loro sorte, e si creano l'immagine arbit_raria di un ostacolo da ro,·esciare con un colpo di mano. Io credo invece che la più efficace forma di rivoluzione nel nostro tempo sia data clal1' affermazione ciel metodo de– mocratico, il c1uale et assicura una continua quotidiana opera di trasformazione traverso il positivo esercizio deHe fibertà. L'unica forma di vitale rivoluzione, cioè, che non si riso:va in un alternarsi di opposte violenze, è quel:a che si combatte negli organismi politici rappresentativi, nell'incon– tro agonistico di forze che si organizzano per chiarirsi e per comporsi in modo rnzionale e storicamente fecondo. Non lo è la insurrezione che ha come premessa il fana– tismo di una posizione ritenuta obiettivamente vera, cli una forza che si autodefinisce esclusiva. Lo è, all'opposto, la pratica democratica del governo rappresentativo. I! governo rappresentativo nato dal suffragio universa:e, quando non sia ridotto ad una lustra - e questo non può essere se la volontà popo:are è viva e vigile - significa: - che gli interessi di ogni categoria cli lavoratori (i quali costituiscono la grande maggioranza) necessariamente sono posti al centro della vita nazionale ,nei termini in cui sono capaci di definirsi ed esprimersi in modo storicamente vitale; - che ogni mod;ficazione ,portata all'ordi·name11to pro– duttivo nazionale, anche per metterlo in armonia con quello internazionale secondo .J' orientamento sol-iclaristico di cui ho parlato all'inizio <lei mio dire, si traduce non in una costri– zione, ma in una afferanazione cli libertà ecl in un progresso sociale; - che la rinovantesi struttura economica ha sempre ca– rattere di strumentalità -rispettXJal fine cli libertà, e acquista una plasticità, un sapore sperimentale che è condizione di concretezza e garanzia di successo storico, in quanto rende poss'ibile l'aff-ennarsi ,di ogni nuova iniziativa socia,le in fun– zione cieli'affermarsi e dello 5volgersi delle condizioni oltre che tecniche anche morali e psicologiche necessarie. La democrazia dunque è via aiperta ad ogni trasforma– zione sociale, nessuna esclusa, senz'altro :imite che quello della concretezza storica, della metodica costruzione fuor di ogni improvvjsazione o ingenua esaltazione ,palingenetica. Ho detto che fondamento della concezione democratica è la -leg'ittimità dell'eresia. E questa è appunto l'iqea che e~attamente definisce la democrazia contro ogni dogmatismo di qualsivog:ia natura, re:igiosa o sociale. Le forze ahe inten– dono operare e comporsi democraticamente devono respin– gere ogni dogma. anche quello che vorrebbe sic et sic definire caregoricainente la composizione sociale e spirituale dell'u– manità. Ogni dogma necessariamente di~enta l'Ìmite alla vo– lont·l de1l'uomo e ben presto si tocca il punto 111 cui intristisce la potenza motrice dello spi<ritoumano e finisce ogni possi– hilità democratica: il mondo si divide in una élite privi:egiata custode ciel dogma ed una massa di servi à quella sotto– messa. Ogni speranza di liberazione e di progresso cade. Al travagtio costante volto alla conquista di un progresso senza limiti .aprioristici si sostituisce la formulazione arbitraria di un optimum sociale e politico determinato, e questo è già totalitarismo o apre la via al totalitarismo. Ripeto, jl problema storico vivo nel quale ci travagiiamo tutti è uno salo: riunificare e -i-nsiemesoddisfat'e le esigenze sociali e le esigenze cli libertà spi,rituale. e politica che nel secolo scorso - scaturite da un'identica fonte ideale - si sono affermate come opposte sotto il segno cleìl'egoismo di classe. Questo processo di unificazione non è possibi-le se non sostituendo al:a concezione cle:la astratta classe economica, quale attrice di un equilibrio storicamente vitale, il popolo tutto, considerato non come w1ità indifferenziata ed organica ma come umanità nelle sue infinite cellule legata e mossa da una intima relazione po!emica. Oggi noi ci troviamo dinnanzi a::a necessità cli poten– ziare l'individuo, che nella rivoluzione francese ha rovesciati gli ultimi resti degii ordini usciti dal medievale corporativismo, ma, per fatale ,reazione, ha accentuato la propria individua– lità astratta. Lo dobbiamo 111veceportare ISU di un piano di cosaiente solidarismo, di intensa cooperazione sociale, nel qun:le però non smarrisca - -come avviene nel quadro de1la classe economica in cui sia costretto - la pienezza, il vigore creativo della rpropria iodìividualità. ,. Socialmente operoso ti.nprecisa e razionale collaborazione con tutti i ISUOi simili, ma politicamente 1 1ibero come tinclividuo. Ecco perchè,, consapevole di questo problema che sta alla base clehlanostra lotta politica, fo, fautore di ogni più ra– dica:e trasformazione solidaristica della struttura economico– sociale non mi dico socialista ma semplicemente democratico; certo come sono che ,]a realizzazione di un governo demoora,. tico in cui l'i,ndividualiità non perda valore ma conservi inte– ramente il 51.10 ~mpeto creativo, ci consente - se accolll[)a– gnato da una attento e vigile senso del limite e della neces– sariamente paziente opera cli costruzione morale che con– diziona quella di nuovi strumenti economici e giuridici - ci oonsente d,i realizzarn ogni e qualsivogLia trasromiazione strutturale che le circootanze rnriche possono ammettere a soddisfare 4e esigenze di un po:polo di lavoratori. Ma ci con– sente soprattuto di -realizzarla non traver6o una pendolare vicenda di opposte oppressioni, 1Jraverso una pendolare vi– cenda di vio:enze - con cui il trapasso dall'uno ali'a:tro regime cli i 1 llumini.S>tica dittatura non può non verificars~ ~i9chiando di inabissare ,tutto il parnimonio deJila nostra civiltà - beM come tappe di un progresso senza ritorni in cui il benessere ' materiale degli uomini sia non rnepo sicuro ed ampio del loro affinamento spirituale e della loro Uibertà. Confesso che non mi sono ma!' entusiasmato a:Ha idea ddl'orcl:inata dovizia delle api, delle termiti e delle formiche. Ed è per questo che, ragionando diversamente il processo storico con cui si pongono gli sviluppi avvenire della società, sostenendo 1Jaillecess.itàdi rompere un guscio ùdeologico ch'io con5idero fossihz~ato e inoperante, perchè anaoron-istico ed incapace di contenere una ~ealtà umana dimostratasi più ricca, viva e fermentante di quella per cui era 6tato ideato, io posso consentire - qµando si rendano conto che tale è la via verso la quale orientandosi iii loro sforzo potrà riuscire compiuta– mente organico e log-ico, e perciò stesso 'Vittorioso -· posso consenti-re aHo sforzo di uomini che servono 4'atibertà e inten– dono applicare il metodo democratico con austera ed infles.. sibile energia. In essi scorgo quella stessa passione di libertà e queHa stessa umanità del:la politica, quel!lo stesso odio pel conformismo, quella sressa avversione ~l fanatismo ch'io sento: sono uomini che non chiuderanno m.i,i fa booca all'ere– tico; sono uomini dunque sui quali 1Sipuò contare al <li là di ogni dissenso dottrinale per una -ricostruzione morale e ma– ter:ale del paese, metodica, seria, libera. RICCARDO BAUER

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