Lo Stato Moderno - anno III - n.1 - 5 gennaio 1946

bbonamenito per un anno: L. 450 Uano ... Foro Bonaparte, N. 46 to corrente postale. Esce il 5 e il 20 di ogni me!e IOSTATO MODER ORJTI.CA POLITI.CA ECONOMICA E SOCI.ÀLE I tnno ITI • N. 1 S GENNAIO 1946 Una copia L. 20 SOMMARIO I I MARIO PAGGI: Introduzione ad un congresso pag. CESARE SPELLANZON: Dopo la Conferenza di Mosca • L'Italia, gli alleati e la pace » 3 VlTTOR: Poveri morti • 4 ENRICO SERRA: La guardia sul Reno » 5 ANTONIO BASSO: Popoli d'Europa alle urne » 6 ARRIGO CAJUMI: Consig{i a un consigliere » 7 SANDRO MIGLIAZZA: La legislazione nazi- fascista nei territori liberati . FEDERICO FEDERICI: Dal processo di Riom al processo Pétain • 10. La liquidazione del passato (continuazione e fine) LIBERO LENTI: Politica universitaria • Gran– di e piccole questioni 8 » 10 11 GIUSEPPE LANZARONE: La ricostruzione economica dell'Europa pag. 13 L. L.: Gli aiuti economici dell'U.N.R.R.A. » 14• GIOVANNI LANDRISCINA: Aspetti del pro- blema del nostro cambio . » 15 GIULIO BERGMANN: Luci ed ombre della Russia Sovietica (continu1zione e hn~) » 17 RASSEGNA BIBLIOGRAFICA DOCUMENTAZIONE: Educazione sovietica RASSEGNA DELLA STAMPA ESTERA RASSEGNA DELLA STAMPA ITALIANA NOTE QUINDICINALI 19 20 21 22 23 '=='-"=~="--=~==-=----===================== INTRODUZIONEAD UN CONGRESSO Quando, nel 1942, i sintomi del cedimento fasci– ;ta cominciarono a farsi evidenti, sembrò giunto il :nomento per riassumere in atteggiamenti politici quel che per venti anni si era vanamente mascherato in gesti di protesta moràle, in temi di cultura, in formalmente disinteressate analisi storiche. Il corso della vita degli italiani stava per riprendere, dopo che per venU-anni era stato artificialmente trattenuto tra argini e dighe. Allora molti intesero che la ripresa non sarebbe stata nè facile nè agevole, che sarebbe accorsa serietà, tenacia, preparazione; che soprattutto si sarebbe dovuto bandire ogni supePficialità dema– gogica; che sarebbe occorso in futuro misurare la po– litica interna col metro della politica internazionale; che sarebbe stato necessario tener conto di una pro– babile ripresa di spirito religioso il quale, in Italia particolarmente, si risolve sempre nella proposizione cli temi anche politici; che la istanza repubblicana - fremito del Risorgimento, fata morgana delle si– nistre dopo il 1876, problema morale durante il fa– sdsmo - doveva finalmente trasformarsi in proble– ma politico e come tale da svolgere e conquistare con azionP >,o,'dva e non semplicemente con nobile quan– to ner·ie t,rosecuzione delle antiche postulazioni ne– gative· che del resto caratteristica precisa della mo– dern~ demùcrazia è di avere reso possibile (se non facile) :a trasformazione della società attraverso l'azione dello Stato e di aver reso estremamente difficile (se ntm impossibile) una azione violenta ri– voluzionaria nel senso antiquato e barricardiero della parola, non soltanto perchè i progressi tecnici hanno posto a disposizione dei governi mezzi repressi vi as– sai più efficienti di una volta, ma anche perchè il proprio della democrazia (quando e dove funziona) è· appunto quello di mìsurarè sino a che punto i pro– blemi obiettivi della economia, dei rapporti tra le · classi, dei rapporti tra Stato e Chiesa o tra politica e religione,- sono stati fatti proprì dalla coscienza po– po\are sino a trasformarsi in vere e proprie istanze' storiche; che dunque il problema italiano era sopra tutto un problema di costruzione di un nuovo Stato, e quindi di una chiara cosciente direttiva di gover– no, inteso come il primario strumento de! rinnova– mento nazionale o, per i romantici del lessico, della rivoluzione che si intendeva operare nella società e negli istituti dello Stàto. Allora tutto ciò appariva chiaro a tutti coloro che, avendo vissuto l'ultima storia italiana non solo con passione ai ribelle ma anche con freddezza di . osservazione politica, intendevano portare a compi– mento l'opera del più moderno pensiero politico ita– liano, quello di Ami'mdola, quellò di Gobetti, quello della Critica Sociale, quello che ribolliva ancora in disordine nella giovinezza di Carlo Rosselli. E cosi

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