Lo Stato Moderno - anno II - n.9 - 20 giugno 1945

,O STATO MODERNO ,r,bonamento per un anno: L. 360 •,1,tano - Foro Buonaparte, N. 46 Esce il 5 e il 20 di ogni mese LOSTATOMODERN CRITICA POLITICA ECONOMICA E SOCIALE lnnoII-N.9 MERCOLEDI' 20 GIUGNO 1945 Un numero L. 15 SOMMARIO '.I. P.: Il punto di equilibrio ... :. ALBASINI SCROSATI: Conclusione di un ciclo ;;. BALDACCI: La politica dei privilegi ... r'. FLORA: Agli scrittori d'Italia J. SEGRE: Problemi della scuola secondaria. - li. Politicità e apoliticità della scuola 'I. RUSSO: Il bilancio dello Stato O. RONCHI: Sulla rendita edili;i;ia VITTOR: Un errore ... pag. 49 » 50 52 53 » 56 58 59 » 60 A. BASSO: Il problema della Germania ... · pag. 61 G. RAFFAELLI: Per l'indipendenza della magistratura 63 A. GRAZIADEI: Nota sul concello cli clittatura 64 VITTOR: Ricorclo di Mino 65 C. SPELLANZON: Una pubblicazione attesa . 66 e. g.: Ricordi sul processo' Matteotti . . . » 61 BIBLIOGRAFIA 68 RASSEGNA DELLA STAMPA ITALIANA DIARIO DELLA QUINDICINA 69 » 71 Al LETTORI! Per difficoltà tecniche inerenti alla situazione eccezionale, il numero del 5 giugno non ha potuto uscire regolarmente. Il prossimo, in compenso, sarà doppio. IL PUNTO DI Al momento in cui andiamo in macchina sembra l fi.e la crisi ministeriale - il cui svolgimento si pre– .terà forse più tardi a non inutili commenti - sia sul punto di condudersi, con l'offerta della Presidenza a Ferruccio Parri, e nella sua persona al Partito d'A– ~ione. L'una e l'altra designazione meritano qualche vreve e neces~ariamente affrettata annotazione. Con erruccio Parri la direzione italiana subisce non solo 1,,n totale capovolgimento rispetto al fascismo, ma an– che una paradossale innovazione rispetto ad ogni tradizione nazionale. Dei Crispi, si era ereditato il mito della « energia ", da Giolitti era saltato fuori il mito i!ella « abilità manovriera»: tutti dicevano (e conti– :1.uanoa dire in sordina) che senza energia - cioè ;enza strappi di violenza - e senza abilità - cioè ·enza mercantile furberia - l'Italia non si può go- 1ernare. Ora Parri non è nè energico alla maniera di Crispi, nè furbo alla maniera di Giolitti. Ma è serio e sa quello che vuole. Gli Italiani modèrni non sanno -:osasia la serietà - che è dedizione assoluta e acu– iissimo senso di responsabilità - quando sia al ser– ,i,io di idee chiare e di una volontà che non decampi. lo, non so perçhè, penso a Silvio Spaventa, penso rioè a un uomo la cui forza era tutta interiore, di quegli uomini che si chiamano modesti perchè affi– dano la grandezza della loro vita al proprio giudizio morale e non al gesto esteriore che invoca il giudizio degli altri, e mendica l'applauso altrui. E Ferruccio Parri appartiene al Partito d'Azione: uomo totalmente nttovo e partito totalmente nuovo; e anche questo incontro politico è singolare per chi sa riflettere sulle case generali e locali della politica e EQUILIBRIO· conosce che i facili ambiziosi preferiscono in genere le strade note e consuete. La designazione del Par– tito d'Azione alla Presidenza per chi si soffermi a con– siderare gli episodi in cui si è frazionata la crisi, è cosa che illumina di un colpo due problemi: qual è il disagio di cui soffre la vita politica italiana, e qual è la posizione storica che il Partito d'Azione è chia– mato ad assumere. Il disagio ha un nome: ed è stato reiteratamente indicato da questa rivista: esso si chia– ma mancanza di un grande partito democratico ca– pace di dar fede che sàrà mutato quello che ha da essere mutato e che sarà mantenuto quello che deve essere mantenuto; capace cioè di svolgere quell'epera di governo da cui l'Italia attende una grande rivolu– zione: e cioè sistemare ordinatamente e liberamente i resultati politici, civili e morali delle due grandi guerre mondiali. Al Partito d'Azione è imposto il compito storico di essere questo partito. Se fallirà per colpa sua o per colpa degli Italiani, una grande occa– sione sarà andata perduta. Il compito è tremendo. Quello che appare chiaro nelle formule dialettiche e intellettuali, è terribil– mente complicato dai postumi della sconfitta, dalla voraginosa situazione economica, dagli appetiti nazio– nalistici che adombrano il nascente sogno dell'uni~à europea. Ma i forti sono sereni. E l'Italia sa che deve essere forte. La sola alternativa è il marasma. H marasma all'ombra di stranieri, che attendono· invece da 'TIJ)i i gesti che debbono renderli amici e collaboratori della nostra rinascita. · 1\1. P.

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