Spettacolo : Via Consolare - anno IV - N.s. - n. 1 - dicembre 1942

- elementi accessori. Ce lo confermano - forse irraggiungibili ma di certo degni di emulazione • Eschilo Sofocle Euripide. Ce lo conferma il risorgente culto della tragedia classica. Bisogna prender confidenza con gli altari su cui essa poggia. E perciò io esorto i giovani alla traIL problema critico di o· Neill non ci pare sia etato finora nemmeno posto nei limiti di. confine, cioè oltre talune illusorie risultanze di effetto meramente esterno, spettacolistico. Le ragioni sono molte, le più semplici sono addirittura pratiche: la difficoltà di avere i testi originali, l' incertezza della maggior parte delle traduzioni. Questo delle traduzioni è anzi il motivo principale. li repertorio di O' Neill è disperso in riviste, fatte poche eccezioni di carattere nemmeno dh•ulgativo, sicchè i testi hanno l'approssimazione (talvolta persino nell' ortografia !) dei copioni ad uso delle compagnie. Alcune versioni sono addirittura anonime, lasciando sospettare l'in• tervento di uno di quei traduttori "teatrali ,,, specializzali ieri nelle commedie francesi o ungheresi e oggi, poichè così vuole la moda, ...nel "gergo,, dello scrittore irlandese. Sarebbe il caso elle uu editore, poniamo Mondadori, affidasse a un competente l'opera omnia di o· Neill; sarebbe il primo passo per azzardare un discorso appena serio, che ora è pressochè impossibile (ma l\1ondadori è impegnatissimo nelle lussuose edizioni di Sem Benelli !). Notevole sostegno ci viene dal lavoro (forse unico sostegno) di Ada Prospero e di Luigi Berti, la prima che ha curato i drawmi, marini, il secondo "Anna Christ.ie,, (edizioni Frassinelli e fratelli Parenti); il resto si perde nella bianca luce dei riflettori di Anton Giulio. Questa~ senza Posa pessimistica, la situazione. Si veda dunque come è difficile, non un giudizio, ma neppure una impostazione in termini rigorosi della questione, una ricerca magari antinomica degli elementi del teatro di 0' Neill. Si sa che la rappresentazione gioca in modo pericoloso, emotivo, e persino uomini dell'intelligenza di Alberto Savinio son caduti nella grossa trappola di Elettra. Dov,ebbe perciò veni• re il tempo di .una calma lettura, di una analisi finalmente concreta, dalle quali deriverebbero forse sorprendenti conclusioni, o comunque I' apertura di problemi nuovi e imprevedibili. La civiltà teatrale, per cui siamo impegnati ha queste preventive esigenze, che dovrebbero essere rispettate, se nou si vuol restare perennemente nel campo dell'approssimato, di un neo teatro dell'arte. E qui vien bene citare il caso di un quanto mai vago "spettacolo rumeno,, annunciato per il prossimo anno da Bragaglia (insomma a Plauto duemila anni fa Fondazione Ruffilli - Forlì gedia. Ve li esorto, certo che - quando attorno al nucleo dei nuovi tragici si sarà ordinato lo stuolo dei modulatori di quel tono centrale su tanti altri toni meno violenti, meno grezzi, meno tragici - sono certo che allora avremo tutte le possibili gradazioni dell'arte drammatica. Allora i cerchi, INDUZIONI SU O' NEILL accaddero spiacevoli incideuti del genere, dunque ... ). Il numero del 15 ottobre scorso di " Dramma ,, recava " Fermenti ,, , il copione (anonimo il trad~ttore), usato evidentemente dalla compagnia diretta da Ermete Zacconi nella recente rappresentazione. Diciamo che in se,Je di una appros• simazioue critica ciò non è sufficiente. Ci sarebbe prima di tutto da vedere dove le " varianti,, ali' ortografia siano i soliti errori di stampa, eppoi come aver fiducia nel "'•modo ,, di quelle battute, di quelle didascalie? Non ci si risponda che il tono borghese della commedia non vuole di più : il quesito sta proprio qui, nella distinzione da fare tra un aspetto decisamente facile, corrente C una sostanza che si presume più sottile e ricca. Allo stato attuale delle cose non è lecito dire nemmeno se tale distinzione è legittima. Ci è dato solo riconoscere il senso, la direzione dell'opera di O' Neill, in maniera per uuUa analitica. E allora si afferma il dubbio di 11011 trovarci dioanzi, come s'era fin qui detto, ad autenli~i capolavori, o per lo meno ad opere valide, a sipario calato e a lumi spenti. La "poesia,, insomma di O' Neill esiste realmente, cioè sostanzialmente? Il che si traduce: hil O' Neill un suo linguaggio? La domanda, in tanta ingenuità formulata, si giustifica proprio dalla mancanza dei testi, si appoggitt sul vuoto, e cade. E se anche qualcuno potesse rispondere, un fortunato conoscitore degli originali di 0' Neill, rimarrebbe l'impossibilità di un lavoro collettivo, di collaborazione verso una più severa coscienza critica. Un semplice impressionismo di gusto potrebbe suggerirci molte esitazioni; vogliamo dirne qualcuna. Il " grandioso,, in " Il lutto si addice ad Elettra,, desta ad esempio diffidenze e sospetti. Ma noi lettori o spettatori, siamo proprio neJla condizione di guardare da lontano, e soJo da lontano, un gran quadro,di cui non possiamo distin• guere gli aspetti locali, il vero "colore,,. lo " Oltre J' orizzonte,, assistiamo ad una tn,ppo evidente schematizzazione di animati daJla potenza del getto, riprenderanno ad increspare le acque: e i colori, le forme, i suoni, verranno su, nuovi di quella novità che non offende perchè è dello spirito che non conosce vecchiezza. MILZIADE TORELLI motivi; eppoi fino a che punto i deliri sono uecess11riamente poetici e dove sconfinano nella retorica? Eugenio O' NeiH iniziò come un ribeJle la sua opera di uomo di teatro, ora vien da pensare che al teatro si sia fin troppo abituato, addomesticandosi. E stu• pisce come alcuni giovani non si siano accorti che il pericolo comincia proprio là dove l'autore sembra di più convincere, quei giovani che credono piuttosto ciecamente nel nostro irlandese.L'alto unico, tanto per fare un altro esempio "Prima di colazione ,, sembra, sempre con quel metodo ap• prossimativo, poco più di un abile canovaccio per " esame di recitazione,,, una " macchina" di cui. fin dalla carica si prevede lo scatto finale, brusco e granghignolesco. Il contraddilorio potrebbe cominciare da qui ~ Mario R. Cimnaghi, che ba tradot• lo, è in grado di dire q·ualcosa), dalla distinzione di un autentico moto poetico da una resa freddamente tecnica. L'accusa insomma originariamente ri• volta di " troppa letteratura " è stata forse con l'andare del tempo smentita e capovolta. Beninteso che non vogliamo dare con• danne definitive (il nostro discorso sarebbe con ciò annullato) ma certo assai singolare si rivelerebbe il fallo di uu cosl netto equivoco. Pura ipotesi, insomma; e se si dovesse concludere che, in condizioni diverse di cultura, O' Noill è poco oltre il livello di un Sardou dei nostri tempi? Può essere che questa frase azzardata susciti un sorriso d' iuteaa e cli ap(HOvazione da parte di qualcuno; ma noi vorremmo altro: che fi. nalmeote la questione fosse aperta e affrontata coi metodi idonei senza anteporre conclusioni f1,.1rse auche non del tutto giuste. GIANNINO GALLONI Il numero di dicembre ili PATTU6LIA è dedicato ai narratori e poeti giuliaui. Il numero, a cura di Umbro Apollonio e Garibaldo Marussi, pubblica fra gli altri iriediii di SCIPIO SLA.TAPER, SILVIO BENCO, ENRICO MORO- . VICH, QUARANTOTTI GAMBINI, GARIBALDO MARUSSI, UMBRO APOLLONIO, FRANCO VEGLTANI, BRUNO SCHACHERL, GIOVANNI FLETZER, LUCIANO BUDIGNA. Nellemigliori editole ai prezzodi L- 1,50 37

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