Il Socialismo - Anno III - n. 9 - 25 giugno 1904

JL SOCIALISMO luzi~nari ed opportunisti, fra socialisti .rtretti e socialisti larg!ti che si era risolta con una scissione violenta, nella Direzione del partito prima, poi nel gruppo par– lamentare e nelle organizzazioni locali. Il Congresso, del quale abbiamo fatto allora la relazione, era il Con– gresso della maggioranza secessionista che rappresen– tava la tendenza rivoluzionaria. Qualche tempo dopo a Sofia si tenne il Congresso degli opportunisti, nel quale una ventina di delegati dopo molte discussioni prendeva parecchie deliberazioni delle. quali nessuno in quel momento comprendeva }a portata ed alle quali tutti, transigenti ed intransigenti, stretti e larghi negavano sincerità. Erano deliberazioni in se stesse buone, ma che erano in contraddizione evidente çon tutto il passato sociali~ta di color~ che con maggior calore le difendevano e con quanto si era detto e scritto intorno ai caratteri differenziali del par– tito socialista largo. Oggi che è possibile, a distanza, di apprezzare il significato di quelle deliberazioni, esse ci si presentano in certa misura quasi come una negazione del socia– lismo largo da parte della maggioranza dei socialisti larglti stessi. Ma in quel momento così non appariva alla mente nostra. Ci si credeva allora cli essere in presenza cli due partiti - che portassero d'altra parle lo stesso nome e che aderissero ad un medesimo pro– gramma - che dovevano concentrare in due campi nemici la forza di coloro che avevano difeso per tre anni nel seno del partito unico, gli uni i principii della tattica del marxismo rivoluzionario, gli altri i principìi di un nuovo socialismo, di una nuova tattica special– mente e specificamente bulgara, i cui autori (Saxazoff e C.) non avevano suAicentemente lumeggiata, ma che appunto per la mancanza sua cli chiarezza e precisione era riu– scita a diffondersi rapidamente fra gl'intellettuali in special modo, e in una forma che rispondeva, ben in– teso, perfettamente alle loro aspirazioni piccolo-borghese od anche semplicemente democratiche. Ma c'era di pH1 : il partito dei giovani democratici nuovamente costituito e con poche forze ancora, non nascondeva le sue sim– patie, e non a torto faceva assegnamento di essere guidato dal Saxazoff in persona. Lo Saxazoff colla pubblicazione della Rivista sua La ca11saco1111me, nel 1900, appariva agli occhi di tutti ed agli occhi suoi stessi come novatore. Egli non credeva allo sviluppo del capitalismo in Bulgaria, ma non. ne– gava al socialismo un sempre maggiore sviluppo. Cer– cava nuovi mezzi per fortificarlo e pe~ trasformarlo in fattore politico di primo ordine, malgrado il numero esiguo di proletari bulgari, malgrado - direi quasi - e contro la tendenza al socialismo di coloro che già po– tevano considerarsi se non politicamente, certo econo– micamente e sociologicamente come appartenenti al pro– letariato moderno. Lo si era veduto nel 1901 forzarsi di dominare il movi1r1ento di rivolta delle popolazioni rurali oppresse dalle imposte e dall1urto del nascente capitalismo. Lo si era veduto proporre nn programma di azione cornùne ai partiti politici del' paese; lo si sapeva inoltre solidario con uno dei suoi amici e collaboratori, D. Dimitroff, il quale propugnava che i.I partito socialista dovesse prima adoperarsi per il conseguimento di un regime democratico per passare poi alle rivendicazioni del socialismo. Tutti questi sintomi importanti si commentavano generalmente in modo eia non lasciar dubbio che si era sulla via cli tentar la trasformazione ciel partito so– cialista in un parLito politico forte e potente, in un partito popolare, ma che nello stesso tempo per la forza stessa doveva cessare di essere un partito socialista. Questo è quanto dicevano i rivoluzionari, ed erano ipotesi ba~ate sopra elementi vivi delb vita di ogni giorno, comro b. quale combattevano domandando i11o~tre a Saxazoff ed amici, suoi spiegazioni precise e smcere. Ma tacquc:ro sempre in modo imperdonabile avva– lorando il dubbio non trattarsi cli ipotesi, bensì della realtà di una nuova teoria e cli una tattica nuova che si cercava abilmente di nascondere pel momento, ma che nello stesso tempo si permetteva prendesse consi– stenza poco a poco per conclusioni e deduzioni natu– ralmente maturantesi nel criterio libero degli individui senza. compromettere i loro veri e prin;i autori. Avvenuta la scissione Saxazoff e compagni si clie– dero a gridare ai quattro venti che tali incriminazioni appartenevano al mondo delle favole; ma troppo tardi, nessuno credette loro. In.oltre non era certo il modo . per ottenere la pace socialista quello cli negare cose a tutti evidenti ed a tutti note. Le loro dichiarazioni po– stume, il velo dell'oblio, il ritornò alle antiche e buone battaglie socialiste coi rivoluzionari, tutto questo abba.n• dono dopo il rnale ch'essi avevano prodotto al partito in questi ultimi anni, non poteva sortire effetto, accre– sceva solo la convinzione della poca sincerità di quegli uomini. E non erano infatti sì forti come venivano presentati. Tutto su cui Saxazoff e gli amici suoi ap– poggia.vano le loro nuove idee emesse con tanta cautela a suggestione del grande pubblico, si sfaldava con straor– dinaria rapidità sotto i colpi prima della realtà pclitica, poi sotto quelli della critica dei loro avversari. Il rno– vimento dei contadini che aveva favorito tante speranze si estinse. l piccoli proprietari rurali che avevano il loro sangue nella lotta contro il regime « circasso » di Ra– doslavoff ( L900) si sono accontentati dell'atmosfera dola del regime russofilo di DanefT, e son diventati così savi sotto quello della camorra stamboulovista che neppure ut1 socialista dei sette cli prima ha potuto entrare in Parlamento, e chissà per quanto! Così i partiti borghesi che prima d!mostravano vel– leità democratiche o progressiste, si rivelarono tosto il contrario cli quel ch'erano apparsi. Infine. l'11~differcnza politica di tulta la popolazione, l'avvenimento di un re~ gime ultra reazionario ma comodo per i gruppi capita– listi dominanti, rendono comiche e vane le gesticolazioni democratiche e le scialbe grinte antimonarchiche elci nostri transigenti iarg!ti. Quando Saxazoff pubblicò i suoi primi articoli per dare la parola di battaglia alla concentrazione demo– cratica e progeessista, egli credeva trovare molti fattori contro la reazione dei capitalisti ed industriali moderni fra i contadini, gli artigiani malcontenti e turbolenti, cd il movimento operaio. Ma in meno di tre anni di quella forza formidabile nulla rimaneva, se si eccettua il movimento operaio che non cessava di crescere cd organizzarsi a 1nisura che il capitalismo diventava. l'ar– bitro e il .padrone della situazione. Era precisamente tale movimento che veniva posto in evidenza dai rivoluzionari, esso che voleva.no organiz– zare, fortificare e rendere cosciente della sua missione storica. Era tale movimento che i rivoluzionari volevano mettere al riparo da ogni possibile degenerazione od imborghesimento. . Fu ben presto evidente che i larghi non à.vreb bero potuto mantenersi nel campo politico senza d:1r macchina indietro, senza ricredersi delle loro aberrazioni antiproletarie. Qualunque voleva essere considerato so– cialista doveva dire e fare quanto facevano gli strclli. Senza dubbio al giorno d'oggi chiunque volesse parlart: di (Oilaboratzùme di c/aJ·se, di programma e di « causa >> comune fra partito socialista e partiti borghesi alluali, sarebbe messo fuori del partito degli sire/li come da quello dei larglti senza possibilith di appello. Tutto è cambiato e così bruscamente pci larghi che si potrebbe rendersene conto colla semplice recapi– tol:lzione degli .irticoli di fondo del loro organo bisetti– manale La lolla op,•mia. l primi 30 o 35 nmncri dal

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