Il Socialismo - Anno III - n. 1 - 25 febbraio 1904

IL S0€IALISMO 13 Il protetionismo e Il socialismo. Hcctor Kirby nel suo articolo Prot«tio11 and lhe fuhtre of so– €ialism in Creai Bri!Jiin esamina appunto la posizione del partito socialista di fronte al protezionismo. Egli dice che la maggioranza dei tradcs-unionisli, e molti socialisti considerano razione di Cham– bcrlain in fo,,•orc del protezionismo come un diversivo voluto da lui per nascondere i risultati disastrosi della guerra sud-africana. Bi– sogna però tenere a mente che se :wcssc voluto raggiungere questo risultato avrebbe potuto farlo senza dividere il suo p.·ulito e senza tirarsi addosso l'opposizione di tutti i partigiani del libero scambio. Ben altre son le ,•edule di Chamberlain. Chambcrlain è indubbiamente uno dei più previdenti statisti in– glesi. In tutta la sua carriera politica, da.i giorni del suo radicalismo ad oggi, egli non ha avuto che un obiettivo: spingere avanti gli interessi della, classe c.,pitalista inglese. Quando egli cm un radi– cale :wam:ato la classe capitalista ingltsc ~wcva la supremazia nel mondo. I.' ideale di questa classe era di fare dcli' Inghilterra l'offi– cina del mondo, e poichè essa potc,•a fabbricare a più buon mercato che le altre nazioni, il libero scambio fu il suo vangelo commer– ciale, e il liberalismo il suo credo politico. Adottò una politica di co11cilia1.ionc ali' interno e fuori, fcgò al carro della schiavitb sala– riata i lavoratori e aiutò le classi capitaliste di altri p..,esi a otte– nere libertà poliliche e nazionali. l'ofa l'età dell'oro per l'Inghilterra è finita. Le altre na1.ioni pro– ducono a buon mercato quanto l'Inghilterra e anche più; l'aumento delle esportazioni ha cessato di procedere di pari passo con gli altri paesi. Engcls dim:rndava ncU-85, • quale sarebbe il risultato quando l'aumento dell:L produzione continentale e specialmente dell'America sarebbe aumentato al punto di diminuire la produzione inglese. Rispondete voi libero scambio, voi panacea!• Chamberlain è stato in questi ultimi anni il più cinico rappre– sentante politico dei desiderata nuo,•i della classe capitalista inglese. 11 suo imperialismo e il desiderio capitalista di nuo,·i mcrcali, e con le tariffe protezioniste, egli e la classe che egli rapprcsenL'\ sperano di tenere un'armc per forzare le altre nazioni ad accettare gli ar– ticoli inglesi con tariffe di fa,•orc, in ea'lnbio di simili tariffe di fa– vore su i loro prodotti. Ora <1ualc dc\'~ essere la posizicine del p.,rtito socinlisl:t nella questione delle tariffe protezioniste? Indubbiamente quella di dimo– str:trc :ti lavor:ttori che il protezionismo toslo o lardi ,,crrà se la classe capitalista continua a tenere nelle sue mani il potere politico, e che l'unico scopo di quelli che predicano le t:,riffe preferenziali è di difendersi dalla concorrenza che ai capitalisti inglesi fanno i capitalisti forestieri, mentre distruggono al tempo stesso, con le de– cisioni, come della Taff Vale, la soln 1>0ssibililà che hn~no i sala– riati nel campo economico di proteggersi contro le razzie dei loro bene,·olenti, patriottici sfruttatori. I medesimi av, 1 cnimenti economici che conducono al protezio– nismo condurranno anche alla centralizzazione delle industrie inglesi, sia per mezzo dei capitalisti inglesi unentisi per combattere i loro avversari forestieri, sia per mezzo dei grondl miliardari americani, che compereranno e organizzeranno le industrie inglesi come hanno fatto per il tabacco. Questo cambiamento industriale porterà scco larga messe di sentimenti socialisti, che sarà dovere del partito socialista convertire in un cosciente movimento di classe; ma per raggiungere questo scopo è nccc~sario che i socialisti ripudino ogni alleanza con p.,rtiti capitalisti o operni non socialisti, e resistano ad ogni tentativo di screditare il socialismo ·rivoluzionario, alleandolo a im1>0ssibili teorie politiche, o macchiandolo con linguaggio ,•iolcnto. Alcuni errori fiscali. H. Quclch, cs:-iminando la questione da un :i.ltro punto di "ista nel suo articolo More fiual fallacis, dice: « Non è innaturale che i conscrvntori libero-scambisti cerchino di mettere d'accorcio le loro preferenze economiche con la disciplina di partito. e affermino, pur mantenendosi strenuamente avversi a Chamberlain, la loro fedeltà al primo ministro. Essi cerc.,no di stabilire una differenza fra Cham– bcrlain e Balfour, nella speranza di pofer seguire il secondo e rima– nere libero-scambisti; ma questo è un errore, e se veramente vor– ranno rimanere col loro partito si trovcrannocapitanati daChamberlaii_, e non da B:-tlfour, e riscontreranno che non ci sono differenze fra quc..,;ti, che hanno tutti e due il medesimo scopo in \'Ìsta: il prote– zionismo. Chambcrlain non cominciò l'agita:r;ionc per il protezio• nismo. Egli chiese scmpli(.-C!llcnte una Zollvt:rei11 imperiale fra le differenti parti dcli" impero. ì\la le colonie non vogliono e non pos– sono rialzare le loro dog:-ine; questo comporta lo stabilimento di una tariffa protezionista, e In missione di Chambcrlnin è stata di fare della propaganda non contro i f~reslicri in favore produttori interni, ma semplicemente in favore dcli' impero e del commercio imperiale. Balfour ha abbordato la questione da un a\tro lato. OJ.I lato dei produttori interni. rovinati dalla concorrenza' straniera. Egli ha ccrc..'llo di mostrare quanto soffre il commercio inglese per questa concorrenza, e la necessità di respingerla, E. secondo lui, il mezzo di respingerla sta nel creare una tariffa protezionista, non però sul grano, come vorrebbe Chamberlain. Qui l'errore sta nel fatto che non è possibile stabilire un dazio doganale sui manufatti senza che questo non porti scco un dazio sul grano. È certo che quando le macchine, le vesti, gli alloggi, ccc., costeranno più caro ai pro– duttori :-igricoli per il fatto del dazio, essi si affretteranno, a loro volta, a dimandarlo in loro favore. Se c'è una industria che ha bisogno di essere protetta è l'agri– coltura1 e non proteggerla equivale ad escluderne i prodotti dalla difesa doganale. Ora, per essere efficace, la t.'lriffil deve essere alla; se è cosi bassa che il consumatore non ne risenta gli effetti, essa non s.'lrà una protezione sufficiente. È dunque un errore il pretendere che i dazi non saranno pagati dal consumatore. Perchè un dazio sul grano potesse essere protettivo dell'agricoltura do,·rebbe essere alzato non a due scellini il quartero,r, ma a quindici; ora. è poco probabile ci sia un protezionista abbastanza coraggioso da proporlo. Dunque, mentre è impossibile creare una tariffa protcr.ionisla senza includervi un dazio sul grano. è altrctt:-into impossibile elevare la tariffa al punto di renderla efficace. Per far rivivere l'agricoltura inglese non bastano le rappezz~turc fiscali. Una completa. riorganizzazione è neeess.uia. Queste considerazioni sono troppo frequentcmento perdute di vista dai difensori, come dagli a\'Vcrsari del protezionismo. Costoro, per esempio, non si stancano mai di affermare che ogni dazio deve necessariamente aumentare il prezzo del prodotto al consumatore. Eppure niente più erroneo di una simile affermazione, ed è in– comprensibile come quelli che deridono la teoria che il costo della produzione è la base del ,,aJorc, possano accettare e sostenere l'errore che qualunque addizione al costo, 1>er mezzo di tariffa o in :-tltra forma, dcbb:-t, subito cd automaticamente, manifestarsi nel prcr.zo. Se questo fosse vero, i salari aumenterebbero automatica– mente, come una contcgucnza di ogni aumento nel prezzo delle provvigioni, il costo della produzione del lavoro. Ma ciò non è \'Cro, come non è "ero che il produttore rorcsticro non ,•orrà p.,garc il q:tzio sul gr:-ino. È c"idcntc che si contenterà d'un profitto minore Piuttosto che perdere il mercato. Pigliando ad esempio il carbone cd il vino, noi abbiamo veduto che quando è stato rialzato il prezzo del dazio sul prezzo del secondo di questi due generi i consumatori non se ne accorsero, come non si accor– sero quando fu diminuito. I ,o stesso è accaduto per la tassa im– post:-i al carbone. I lavoratori non hanno per niente profittato della abolizione, che ha profittato in\'ece alle grandi comp.,gnie cd ai grandi mcrc:-tnti. Cosi senza nessun vantaggio per il 1>0polo, l'erario ha perduto una buona rendita che gli vcni\•a dalla imposir.ione della tassa su <1ueidue generi. Un grande numero di proprietari tipografi e fab– bricanti di carta, di Londra, dichiarano di sostenere le ,>r.opostc Chamberl:-tin-Balfour per difendersi dal prodotto forestiero sorretto e facilitato dai salari inferiori del continente. Non considerano però che in provincia, in tutta Inghilterra, i salari, in quei due generi di produzione, non arrivano alla metà dei salari di Londra. Ciò di cui si deve occupare l'operaio inglese non è sostenere un:-t tariffa che può J>Cggiorarc e non migliorare le condizioni, ma di agitarsi per riabarc il tenore _di vita di quegli operai la cui dispe– rata posizione è un fattore di concol'renza fra gli operai medesimi. La politica elettorale socialista. Nel numero di gennaio 1904, il Soda/-DemQ<rat pubblica un arti– colo di A. A. Watts su questo soggetto.

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