Il Socialismo - Anno III - n. 1 - 25 febbraio 1904

8 IL SOCIALISMO di un avvocato per dirimere questioni, così per altre comunità. L'educazione e l'istruzione dei bambini era inco~– testabilmente superiore a quella dei paesi circostanti, la vita intellettuale più attiva, il che sembra dimostrare che l'esistenza nella comunità abbia esercitato benefica in,fluenza sul morale dcli' individuo; perciò il regime comunista apparirebbe, secondo tali esperienze, piì:1 adatto per lo sviluppo fisico, intellettuale e morale del– l'uomo che il regime individualista. A. \1/. Simon.s nella Intenzatioua/ socialist Review di Chicago rimprovera Hillquilt di aver consacrato quasi la metà del suo libro ai socialisti utopici, ma a noi, in– vece, dato il valore critico dell' A., l'averne trattato così non pare inutile; e dcl•resto ci sembra che una storia del socialismo negli Stati Uniti non poteva fai-e a meno di esporre i tentativi curiosi coi quali si volevano realiz– zare le dottrine dei grandi utopisti europei. Il solo inconveniente che presenta il piano un po' vasto dell'opera è che l'A. è forse stato obbligato di tener min.or conto di certi elementi nella seconda parte del suo pregevole studio storico-critico. (Continua). }EAN LONGUET. SCIENZA ED ARTE Il filellenismo derno diG.D'Annunzio La civiltà greca è rimasta per le civiltà posteriori come una eterna arpa eolia. Quando il tumulto delle invadenti bestie bionde (la frase è di Nietzsche!) e i singhiozzi cieli' ascetismo me– dioevale tacquero o si affievolirono, ecco che al sotfio della vita vibrano nell'aria le note suggestive della melodia ellenica. Raccogliere tutto il materiale ché nella letteratura, nella storia, nella critica, nella filosofia è sparso circa l'influenza che su questo o quell'altro avvenimento let– terario, artistico, politico, filosofico ha avuto la civiltà greca sarebbe un lavoro che richiederebbe parecchi vo– lumi, cd a me ne manca il tempo e la lena. Io mi propongo soltanto di accennare al fenemeno - tenendo particolare conto dell'attività letteraria del l)' Annunzio - e di spiegarlo brevemente. Noto, innanzi tutto, che la nostra mente è stata edu– cata a concepire il mondo e la società in maniera così lontana dal vero, eh.e, anche quando non teniamo conto del solito dito cli Dio, noi ci formiamo dei fatti natu– rali un concetto tutio affatto ideologico e sentimentale. Dove pilt si rende manifesto questo nostro difetto mentale è appunto nella critiqi. storica delle arti e delle lettere. Per eseni.pio, ad Enrico Panzacchi ( 1)- per spiegarsi il risveglio del classicismo, dopo il mille, in Italia - basta (1) E. Panzacchi: Le origini ddl' arie 11110-.m. pensare ad un alterno periodico ritorno del bello e del brutto, e invocare una leggenda rabbinica, ricordata da Renan, che narra come i Romani, nel medio evo, per corlsolarsi delle loro miserie politiche e morali, anelas– sero di notte a baciare ed a bagnare di lacrime una bellissima statua di donna nuda che tenevano nascosta in un sotterraneo. In questo culto di una bellezza se– polta, il Panzacch.i vede il ricordo, non mai estinto nel popolo latino, dell'arte che Roma aveva saputo eredi– tare dalla Grecia. • Come vedete, è il linguaggio di un poeta, bello se vi pare, ma, certo, insufficiente. Non si può parlare del risveglio dell'ellenismo senza accennare ai rapporti tra .la Grecia e Roma. Il filelle– nismo moderno è la continuazioncAli quello cominciato nel secolo xr e che nel secolo xv ebbe il pili largo e completo sviluppo; e allora (com.e ora) Roma e Atene, il mondo latino e il mondo greco, fusi nell'unico splen– dore della civiltà pagana, tornarono a sfolgorare negli ideali umani. Tutti sanno che anche prima della conquista romana gli cileni avevano trapiantato nell'Italia meridionale la loro civiltà. Sicch.è il popolo latino cominciò a elleniz– zarsi sin da quando unì all'Urbe i paesi meridionali. e Graecia capta .... >, poi, l'ellenismo penetrò e dominò tutta la ,civiltà latina. Nella lontananza dei secoli i fatti storici vengono raggruppati per i più larghi caratteri differenziali antro– pologici e sociali. La precisione dei contorni dei singoli aggregati si perde nella sfumatura dell'insieme. Roma e Atene sono per noi il bino~io indissolubile della civiltà pagana. Hanno comune la base economica. (la schiavitì:1), comune la religione, comune la razza. Al secolo d'oro della storia romana furono anche elle– . nici i costumi, l'arte, la poesia, l'amore. Ma specialmente nella storia dcli' arte la civiltà ro– mana sparisce e si confonde nella civiltà greca. Non reca, dunque, meraviglia se Niccolò })isano, nel secolo xm, risuscitando l' arté classica, copiò l' an– tico sarcofago latino e le dolci sembianze delle do1rne greche; come non deve recare meraviglia se, ai nostri giorni, Gabriele D'Annunzio, nella divina polifonia dei suoi versi, associa il canto dei cori greci allo s9uillo delle trombe romane. Spiegare il risveglio dell'arte greco-latina, dopo il se– colo x, vuol dire anche,s1)iegare il filellenismo moderno, che ne è la ininterrotti continuazione. E' vero che con l1arte del rinascimento ritorna il trionfo del bello, è vero che dopo il mille « il movi– mento ideale è di restaurazione e continuazione delle tradizioni antiche> (1). Ma tutto ciò non era che l'ef- (x) In Germania si è ristampato un libro fortunato: Dù: Grull{i,. /rrgm des 11t:1mzelmlm Jnhr/11wd~rts (le basi del secolo xix), nel quale NI. Houston-Stcwarl Chambcrlain nega qu~l_si~si. valore ai c:-i.: ratteri fisici delle famiglie etniche e crede dec1s1v1, mvece, quelli morali. Egli pensa ehe la s.ola. religione, ill!;sa come concezione dcl– i' universo, offra r esatto criterio della razza.

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