Il Socialismo - Anno II - n. 23 - 25 gennaio 1904

IL SOCIALISMO 359 Esse in verità sono molte. Anzitutto dobbiamo dire che nella organizzazione di resistenza noi siamo gio– vani ancora. Ci si porta sempre l'esempio delle Tradc– Unions inglesi, ma si dimentica che tali organizzazioni sono sorte da un secolo, contemporaneamente al sor– gere della grande industria che da noi si è svil1Jppata assai pili tardi. In secondo luogo bisogna tener conto dell'ignoranza e<l indifferenza degli operai, nonchè dei loro piccoli salari che impediscono quotazioni serie e capaci cli formare dei veri fondi di resistenza. Poi, oggi, l'operaio constata che l'interesse materiale immediato che può ricavare dalla Lega cliresistenza diventa di giorno in giorno pili problematico e precario. Le cooperative lo forniscono a buon mercato dei generi di prima ne• cessità, le mutue gli procurano soccorsi in caso cli ma• lattia. Che cosa gli dà l'organizzazione di resistenza in cambio dei versamenti ch'essa gli chiede? Quante sono le organizzazioni in grado di sovvenzionare i disoccu• pati o di dare una pensione ai vecchi inabili? Lo scopo principale di tali organizzazioni - la resi• stenza alle pretese padronali per mezzo dello sciopero - è sfatato nell'animo dell'operaio. Esso non ha più la fiducia di prima, specialmente dopo ,la sconfitta del grande sciopero dei meccanici inglesi i battaglia nella quale gli operai hanno dimostrato tanto valore, abne• gazione e tatto e che ha costato dei milioni, avendo con• corso ad essa con solidarietà ammirevole non solo la classe operaia inglese, ma anche il proletariato organiz• z:uo del continen~e. Quella dolorosa sconfitta ha pro• dotto una profonda impressione sui lavoratori organiz. zati. Se un tale grandioso movimento coadiuvato da tante forze - essi dicono - ha fallito, che cosa si può sperare dalle nostre deboli organizzazioni senza risorse? L'esito dello sciopero dei meccanici inglesi non ha fatto del resto che confermare l'esperienza dei nostri scioperi. Anche nel Belgio la coalizione dei padroni si è contrapposta alla coalizione degli operai, e le stati• stiche dimostrano che gli scioperi, sia pure parzialmente vittoriosi, diminuiscono continuamente. La resistenza diventa impossibile. Le Leghe, anche le meglio organizzate, non osano più ricorrere allo scio• pero, pur anche nei casi più legittimi. L'Associazione dei tipografi di Bruxelles assiste quasi impassibile alla introduzione nei giornali delle macchine a comporre, mentre il generalizzarsi del loro impiego avrà per ef• fetto certo di spezzare le forze della Lega che è la più potentemente organizzata del Belgio. Onde riparare al male, che credo comune a tutti i paesi, alcuni socialisti tedeschi - Bebel specialmente - hanno proposto la neutralizzazione delle Leghe, onde permettere a tutti gli operai di una medesima profes• sione e senza distinzione cli convinzioni politiche e reli• giose, di entrare nelle Leghe. Tale idea venne viva• mente combattuta nel 1900 dal Kautsky nella 1Veue Zeil; ma nel Belgio, si è tanto convinti che la neutralizza– zione sarebbe clinicile a realizzarsi e che sarebbe in ogni caso senza influenza sullo sviluppo delle Leghe, che nessuno l'ha finora propugnata. In tal caso, si dirà, queste Leghe di resistenza sono dunque destinate a non pili avere funzione utile? Al contrario, rispondo, esse sono più che mai ne• ct-ssarie, ma però occorre perfezionarle, mutare la loro tattica, indirizzarle ad altri scopi. Ed è quanto infatti già si tenta di fare qui nel Belgio, come lo ebbe a dimostrare il Congresso delle Leghe di resistenza riunitosi a Natale nella Afnison du Peuplè. Al Congresso furono invitate anche le Associazioni neutre. I tipografi, i guantai, i lavoratori in diamanti di Anversa risposero facendosi rappresentare da una diecina di delegati. Tre questioni importanti furono discusse: la ridu– zione delle ore cli lavoro; il minimum di salario; e l'articolo 310 del Codice penale ·che colpisce con pene odiose - eia I mese a 2 anni di carcere e da 50 a 1 ooo lire cli multa - gli attentati od i pretesi attcn• tati alla libertà del lavOro. Ebbene, nei due giorni che durò il Congresso, non un solo oratore prese la parola per proporre s'avesse a ricorrere allo sciopero onde far trionfare uno qua• lunque di questi desiderata. • I mezzi proposti si riferivano unicamente alla pro– paganda giornalistica, con opusçoli, con comizi, ma• nifestazioni pubbliche e con ricorsi al Parlamento. li fatto è molto significativo. Con ciò non si pretende che l'arma dello sciopero o dei mezzi violenti sieno abbandonati. Sarebbe un errore di fronte alle iniquità che il proletariato subisce e dalle quali è letteralmente schiacciato. Una tale rinuncia non potrà avvenire se non il giorno nel quale le vie legali saranno larga• mente aperte. Si tratta dunque semplicemente di un nuovo orientamento, pel quale la cassa di resistenza non deve essere la ragione unica ed essenziale delle Leghe di mestiere_. 11 console generale ha formato una Commissione delle Leghe, specialmente incaricata di studiare tutte le questioni relative alle unioni di mestiere ed ai me.zzi più atti a sollevarne il prestigio e l'azione. Ecco quali sono le proPoste di detta Commis• sione: 1 ° Accordare alle Leghe facilità e vantaggi im• mediati per l'istituzione nel loro seno di c.:'\Sse per la disoccupazione e per la vecchiaia; 2° Promuovere l'istituzione di casse mutue; 3° Premunire gli operai contro gli scioperi in• considerati cd inconsulti. È stato perciò riconosciuto che le Leghe non pos• sono limitare la loro attività, e che debbono, sen1.a cessare di essere organismi di combattimento, diven– tare gruppi di studio e di educazione mutua, allar. gancio considerevolmente così il loro campo di af.ione. Questa idea meriterebbe ~i essere largamente svilup• pata, cosa che forse farò fra non molto i per or.a mi limito ad accennare alla nuova via nella quale le Leghe potrebbero entrare. Quasi tutti i Governi sono stati obbligati di legi– ferare a favore degli operai; ma le leggi erano appena in vigore che da ogni parte sorgevano reèlami e pro• teste perchè non venivano applicate. Si organizzarono allora gli ispettori del lavoro; ma immediatamente si

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