Il Socialismo - Anno II - n. 6 - 10 maggio 1903

ANNO II. ROMA, I O MAGGIO 1903 N. 6. IL SOCIALISMO ~ Rivistaqoioòicinaleòiretta da ENRICO FERRI ~ ATTUALITÀ POLITICA SEMPRE SULLABRECCIA Socialisti russi, noi non dobbiamo dimenticare un solo istante tutto l'orrore e l'oppressione che schiac– ciano la nostra patria sventurata. Il sangue scorre dappertutto. Gli operai di Rostow, con dignitosa calma, reclamavano un modesto miglioramento. Nei primi giorni, le autorit:I essendo state colte alla sprov– vista, e non avendo forze sufficienti da opporre, per la prima volta la Russia ,·ide sbalordita ed entusiasta i grandiosi 111eeti11xs operai. Ma i Cosacchi vennero, ed il sangue immacolato dei lavoratori tinse di rosso la piazza ch'era stata poco prima teatro della propa– ganda socialista. Nel Caucaso, gli operai osarono ribellarsi alle dispotiche esigenze del capitale straniero, e i soldati rusSi sopraggiunsero, cd una dozzina d.i morti, un centinaio di feriti, centinai:1 di prigionieri nelle or– ride carceri russe, glorificano il capitalismo interna– zionale. Nel lontano Urale, i lavoratori ebbero l'audacia di reclamare la libert:1 della loro deputazione; arre– stata a tradimento, la quale aveva l'incarico di chie– dere al grande capitalismo, rappresentato ivi dal fisco, un po' di sollievo al loro stato. Le autorità risposero .:on un fuoco di pelottone diretto contro la folla, nella quale si trovavano nume_rose donne e fanciulli, mentre il seguito del governatore della provincia ac– coglieva a colpi di rivoltella i disgraziati che cerca– ,·ano un refugio nella casa del satrapo. I contadini, ridotti alle estreme sventure dalla carestia, dal tifo e dallo scorbuto, non potendo piè, sopportare tali sofferenze, si decisero a prendere il frumento dai granai dei proprietari fondiari, ed a reclamare l'au– mento dei loro lotti di terreno per poter lavorare: - tutti gli orrori delle leggendarie invasioni degli Unni o delle spedizioni moderne nei paesi della Cina segnarono la punizione degli infelici: stupri,saccheggi, e bastonature, colpi di !.·110111, che ridussero la carne di creature umane a brandelli sanguinanti... Ma questo non è tutto. Il Governo russo vide sorgere un· nuovo nemico nei proletari ebrei, questi paria della classe operaia: nè le carceri, nè la Siberia, nè lo stesso supplizio capitale del nobile Leckert ne arrestarono il movimento. Il Governo ricorre allora ad un nuovo stratagemma, e sullo scorcio del secolo xix il mondo civile vide riprodursi le atro– cità sanguinose della notte di San Bartolommeo: per tre giorni, a Kichineff, consapevole il governa– tore della provincia, sotto gli occhi della polizia e di numerosi reggimenti di varie armi, i miseri ebrei vengono accoppati in massa dal Lw11penproletnriat ubbriaco ... Ma questo non è che un piccolo angolo di quel quadro atroce e degno del pennello d'un Boeklin, che è la Russia contemporanea. . .. Così essendo la patria, un socialista russo ebbe la debolezza di obliare per un momento il suo do– vere, quello cioè di darsi tutto alla liberazione del suo paese, e si lasciò sedurre dal bel cielo d'Italia, dal– l'incanto della bella 1 apoli, dai monumenti grandiosi di Roma antica ... Qual meraviglia se la polizia ita– liana, col ministro Giolitti a capo, si affrettò di richia– marlo al suo dovere? L'apparizione della « squadra mediterranea » nella sala dell'albergo illuminata a giorno, fu per me il segnale, come dice il nostro poeta, d'abbandonare il mondo « degli oziosi trion– fanti che lordano le loro mani di sangue », mondo in cui mi condussero fortuiti legami di parentela, per rientrare nel campo di coloro « che periscono per la grande causa dell'amore ». Ed io non posso essere che riconoscente alla Provvidenza, dell'avermi così sollecitamente richiamato al mio dovere di militante socialista. La prigionia di Napoli fu il mio purgatorio pel mancamento che ave\·o commesso di fronte alla causa operaia. L'apparizione del console di Russia, e più tardi la domanda di estradizione formulata dal Go– ver·no russo, non tardarono ad indicarmi che, deci– samente, la Prowidenza si proponeva di rimettermi sulla diretta via. Perchè il console entrò in scena? L'ingegnoso Giolitti di questo fatto ha dato una spiegazione strana e - si perdoni la mia franchezza- assai vergognosa per la libera Italia. «All'infuori del console, chi avrebbe potuto stabilire la identità del Gotz? » - han detto alla Camera. Ma, sul serio, come mai il console di Russia a Napoli potrebb' egli conoscere personal– mente ciascuno dei r30 milioni di sudditi dello Tsar? Perchc, poi, supporre che la figura dell' « individuo pericoloso>>(io n"!'immaginoche in un'epoca, la quale per fortuna non torner:1 pii,, l'onorevole 7.anardelli dev'essere stato designato allo stesso modo da un

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