La Rivoluzione Liberale - anno IV - n. 33 - 20 settembre 1925

bi 136 LA RIVOLUZIONE LIBERALE LA POLITICA VISTA DAL SUD Il Pode,tè dei Podes«l. E giurr,hè lo abbiamo nominato, permettete, amici del nord, che io vi reciti l'e!ilo1io di questo uomo, c:.he hl!"n può definini, con 11F.merson, l'Uomo Rappresentativo del Meir:z.ogiorno.' C'e.u la Jau,e • lf'.an Jn.cques. Tutti noi siamo perfettamente d"accordo ..... la colpa f" di Gi11n Giacomo. E lo.i, il cattivo genio che d h:ii portat() :a qac&to M.ato. è lui che ho corrotto le eosronae, dcvi11tn la 1ioven1ù, bolsceviuat.J il mondo. Contro Ji 111.ihiaogna quindi rea1irc. Morte, perciò, all'1111omi:1modemocrati1.-o. Distruggiamo l'individuo, anlD "6pprimia1no addirinura la parola dal diziou.rio. Le Stato è tatto, principio ::! 6ne della vita: padre de1li individui, e, come Saturno, divoratore dei :..uoi 6ili. Sopprimiamo la libertà, ae vogliamo el'.r:,:re (elici. Affidiamoti i,;:lloStato, non domandiamo enmc 1tia nato, che cosa voglia, che cosa faccia. Non abbiamo il diritto di fare queste domande indis<:retc, ansi non :llbbiamo alcun diritto di natura. Tutti i diritti ci provengono dallo Stato come tante !-pecie di' alft:zioni costituzionali. Perdò in halia siamo tulU etiC'i. Specialmente ooi del Mezzogiorno. che :ihbiamo la suprema \·entara di avere per com• p:iesano il minii1tro Roc,fo, teorico di fama europea. lll'Oru·ilorc di dottrine univen.ali, antiliberale di mar1;a. AbballiO il liherali:;::mo cd i suoi epigoni. e: \iva il ~raude RoCco, gioii.a del tiud che lo ha al.. 0:1ttutu. Ma quale liheralismo? Il lif,crulismo di comodo. Un lil.eralismo di comodo, risponde Giovanni Gen• tile; un.a specie di pupauo impaf;liato per tirarvi contro delle 1>allot1ole di mota, uno iipaventapasseri irleologico, di cui nemmeno i peuirossi hanno più p;1ura. Po\·ero Gian Gia1·omo, umiliato :.uperato #'o distrutto da tanto tt•mpo ! • f:'è •LO liberalismo - i<'rirnva Gentile nel gcn- • naio 192i (/...a nuovo Pulitica T.,ibert1le, pag. 9) -- ~ eh(" ra l'OmoJo ai suoi UYven1ari (al Ministro Roe• ., co !) f' r.he .!>i sente infani invocare speaso da tu Ili, w quantunque i J)iÙ ripugnano ad :1derirvi per pro- • µrio r:onto. F.d è il liberalismo, materialista del • c;~<'OloXVIII, nato in Inghilterra nel precedente, • ma divcnl:.fo nel ~f"ftf"C'f:ntoil credo della Rivolu- " ?,ione..... Ma ,:'i: un ahro liberalismo, nato nel ,. st·1_.olo XIX, nella pil"na maturità dello ste~so peo- • "iC'M dello r-ìvolutione, attraverso quella critiC'a del a materialismo d1e in tntli i paesi d"F.uropa in vario • nt<1do condtt'-'" alla rialfermui•rne dei valori :-1pi• • riluali 1>. e questo libernli:.mo è quello che 1,;i pro• viene dai pcn,icro vid1i:mo cd attra,er~o l"opera del f.uoco e dello Spaventa ha permeato il pemirro deJb Destra <;torico. Que~h>, S('t'ondo Gentile, è il libera• li~mo ideologicamente sano, lu dottrina Jc1lo Stato rtico, ed ha una storia afiermat.a che non 8Ì puù dì• -.trugl(cre: questo, aggiungiamo noi, è il liberalismo it!cali,;t:.i <"hc gli uomini tiella De.::tra hanno tentato tr.ic\urrt' in C':ltel(.oric storiche. Ciac co~ e'cntra dunque Gian Giat'omo t••I il lil,c. rolismo matcrinlista"! l'otrrmmo anzi ,lire: rhi lo t·GIIO/'ICC'! Ma C:entilc .suµ~cri!lce: è un libernli,.mo di comodo, i! fon1orcio d("I l,c,-.,u~lio nel ~iuoro delle tre p,:·dle per UD &oldo, e Hoc"o non hn temuto Ji impailrn• nir:-i <'00 un tratlh di g,!nio ltlUt:slo •Ì che i· ,ll;i'"nioJ d("l pensiero Jell'iJt:nli~mo liberale per metl1'rgli la , nmic·i.:i nera. JI fascismo ha fìnalr1;1·all' t111a dollrina. nuova, tiammanll: Ji zcc1·a, p..irto1ita 1•111HrMinerva tlal t'l'r• , di~ di Giove. e, per giu11La una Joarina meri• dional1:. Co'SÌ il r•:n::,iero pii, tragit·am-.'nlf' "'lerio du· -.ia nalo in ,juc,.tc :1ride cd ultr:d-ilofo,.c·i•I(' terrr. i:;.i t: tra-.for. malo in un 11:is~aµorto filosofico r,er giu<.tifit'arc :,1 1 i\'oluzìonaria azione dc-i 111iC'rol,i d,·lln t'an<'nma, ,r:.iv,•:ilit1 da rommi ...,.:iri regi nei pircoli comuni di. , ... le curnn nl Potl ....1cri. EJ C rwrl'iO r-he rnn IJCrfotta applica"T.ione di:1lct· lira .i e invocalo il Podn,tà. E rnsì logico il rrap:isso che fl~rlrando Sµav1·nta •leF~o. ;.e torn:111~ in vita, s1rehl,c coslretto a rico• 00 ;,,·rrc che lrn lo Staio " l'iorli\•iduo, e tra l'AutoritU " Ja Lil,crt:1 •,on vi è altra sintci::i storica possibile 1 b· il Po,lt:s1:J. Anzi il Podestà è sintci;i ddlc sintr~,, print·ipio primo t"d unir.o della vita !lòtal.lle. \.°Qj non poleh.' immaginare, cari amici del nord, come ci -,ollazz-ann quf""te tro,•ate. E badato non ~ollazzano sollanto i no,;tri cervelli di sofo::ti Lizantini e ,li curit1li giuridizionalisti. dispersi tra i monti 3 rirrrC':irr, nelle aridi~ crete o tra le ristoppif' carilate ,folle cicale, l(U:mto medio c,o ancora viva in q11c,;;t'atmosfern ,li fuoco, e quanto evo moderno i·i porti quotidinnamcolc la carta !otnmpata, ma solJaz. 7 .lm, pii, anrorn· i uoF-tri ,·ontadini, cervelli semplil'i, d,iari, tfialettiri . - questi sì rhe .:.ono dialetth·i • affamati di lcrro e di libertà. lo giù Ji Mento Jire: il Pode1'l3., ah tiÌ, e a me cl1e 1111, 11e importn? Ora lo C'hit1m:.inoSindaro, clomani lo i·hi:1mrronno Pode<11à. ma :,aranno sempre le &ciamrw•n•rlH· :.i comun,larc. l.t• sci<1mnierP.che, cori :unici del nord, sono i bor• &h,.,;i rurnU. avari. 5lHlici, astientf"Ìsti, analfabeti vo}. ~Rrl. cinici, t he 3d ogni <'nmhiameoto di governo fii orTrono•r.omr. tutori dell'o,dine. Nessun ,:overuo r,oò fare sen1a di loro, neuun go• Hrno ba mai pensato d·i dislruggerli. Solo lo slori~, l'economia politica, e la vaporiera, camminando ogni ~iorno ven•o un avvenire migliore. ne scalfiscono ·l duminjo, tol,:ono nn:.i piclra all'edHìcio E a mano • mano C'he que!ilo proce-:-.110si 11viluppa, il lavora• lor~ lJOJ,rio ~ re~ist~nlc, devoto e pio.. generoso e -.ihmzio~o. alzo la tt:st:i verso il cielo e 11i11cnte uom,,. Altro che l'atomiflmo indi~idualistico!. .• ~on vi !!Ono che i torbidi cervelli dei piccoli LorJhef>Ì traafonni.sti rhe pobsono ,ognare di arr~8t11re que!lta mania. Uno grande marcia, amici del nor,), ,ognata dai prec11nod, ~,nata da Yico, da Cuoco t: da Spu•cnto, dietro di cu.i aegue a 1randi giornate lo Stato etico: una marcia chr. ,i nol1e nei cuori e nei cervelli degli umili e li avvicina per vie i,:note ai irandi ideali nazionali, veno la eoscienu di se stt,tii, ~ dell'apparteuensa àlla società ,ed allo Stato. Contro questa marcia - uoi lo vaticiniamo 6n Ja ora -· sarà inutile la ,di!eu del Pode,tà. 11 1iorno fissalo dal destino talteranno via tutti i Pode11tit..... 1 oppure secondo la consuetudine, aderiranno ai lempi nuovi. Risparmiatevi, perciò, q"tletita fatica ,ciocca e laFciatevi r.:on11igliare da chi ne aa piò di voi. Non permettete al ilfauino di prendere in ciro il I\ Po1les\ìri ». proprio quando sognate, a meu:o 11uo, d, co:1tru.irvi nn'autorità .. « In quanto .:11ricordo che del Podestà rimane nella ,, letleraturo popolare ed in quella scritta, dic~ il t'C Mauinn, ~11soè miserabile. È indubbio che il Po- « deatà ha accenlratn su di &è l'odio delle popola• e< zioni: co,-a che non accade nè Ji no11tri Prefetti, <• nf' nì nostri magic.trati. Il solo istituto del quattor• ,, dicesimo e quindicesimo secolo Jel quale il folk.- ,c lore popolare conservi ancora traccio è il Podestà, « nel noto proverbio: n Ecco fatto il t.ecco all'o<'a «< e le corna al Podestà 11. Questo dimostra che neJt• ('opinioni delle popolazioni dèll'epoca, il Podestà " era cornuto. Bisogna far grande attenzione a queste <• manifestazioni deHa sensibilità popolare. Un magi• ,~1$lrato in fama di essere cornuto soffre indubbiati mente di grn..-e lesione nella sua .autorilà. Se poi il t1 popolo gli attribuisce questa qualità indipendente- (' mente dalla condotta di ti'Ua moglie, e indipènden• v temente dal fatto che c~li .sia coniugato -- come " 1-cmbra sia stato il caso col Podestà - bisogna ron• a. eludere eh(' le corna ven,ono attribuite non al- « l'uomo, ma nlla uri.ca; e questo è un sintomo gra• 11 vis.simo òi impopolarità . 11Ora il pro\·crbio citato i;emlra indicare che. nel• ,, l'opinionc" Jelle popol37ioni cldl'epoca, le- com.a ,. veni\"ano :1I Pode::.1à ro~ì na1uralmrnte comt: il bec·•() tt naHe 3ll'oca. f rrnnc~i:i moderni, banno un pr-i?• t1giudi~o :maloç.o ('Ontn, il C;i.postarione. 11 Il PM « cocu. lfl Chef dr •nre ». "anta I.o )oro canzone. Ma <«il loro equo razi~nali"illlO aggiunge subito: "li';/ o est cocu, c'e.u r1u,, .sa femme l'n t,oulu )I, Nel C:l!IO " del Po•Jc/'ltà, nf"ssuna ~piegazionf' t!i questo qcn~rr: <tr dobbiamo conduùere rhe e.l>so stato cornuto r, per ral!ione del suo uffii io )I. La.!iciate perciù thf" ,;ia r:ornuto il Sindaco os;ni quakuha abbia uua moi;.lie ingrntn. ma non pcnnrl• lctt" rhe b nuo\·a c..irita po:-'-a cs~ere diminuita :la uo nttrihuto co~1 pi'rico)oc;o nf'I sud. Pcrchè. vedete, nmiei del nord, i meridionali at• lrihuiscono tan!a in1portanza alla fedeltà delle donn1~ ('(>niugalc. <la negan: ogni nu1oriti1 :rn:r.i da mcltcre 11d pili trrribil,- dei ritlicoli i mariti Jisgr-azia1i. TI Po,ll'-là pcrdù i• nn nome inadattnhil(' cbti i prect!Ùcnti Hi,,ol!'.na trovarne un ahro. Vogliunw il cnpo-urbano. l)ue~lo nome :~ pn'<:lo trovato: il ""l'O•Urkin:•. Ne::.• ,•un nppcllu1iH• C infalli più italiano " più LnrLnuico di ffUf'<;tO. cc C:!i urbani o r,uantic urham: narra i I Uc- Cc· •1 ~arr rrano una mili7ia loC'ale. compo ..ta 11:en•'· 1 ralnH•nle di operai t! ,li bollcg:1i e t'Onta<lini, i 11 quali nou vestivano 1TiYi:.a e solo porl:w:tno, in 1, "iCn'izio. nna cot'ra:·t.l" ro~sa :il <'appf•llo o al!a ,, roppob. C'era m·i <'Omun1 un posto cli puarclirt. cc do\'c ogni ~era ;zii urlmni convf'nivano nHa !=pi:•. \t riolata per turno, armati <li St'hioppi <li loro pro• e, priNà. Avcrnno il !)ri\ile:;io di ottenere gratuit.J• <1. menle il porto (l'arnri m:i non il p("rn1t:"'-" di ('ac- , 1, <'lare. N,:i picrnli p,w.,;i. il Cawwrbano ern l'unm,1J 1· pii, trmutn tlnpo il giudice rcgill. pcrchP vigilavu, u ri/P.rit•a, denunziava e duva in/ornw=ioni al giudire, ~ alfniu,ante cd al .wtiointn1clent1• 1,. Ve li fi~urate voi qnc~ti capour-boni nelrescrcizi<> delle loro funzioni, "onlrollarn, riferire, sopratutto denunziare? S" b,:nissimo che erano ritr.nuti e chiamati spioni t' ferocemente odiali, ma :ippunto perciò erano u1ili ad impedire che la licenza trionfrmie e che l'ntomismo dcmocratfro corrompe'>i-e la Sacra autorità di S. M. Ferdinancl_o II, che Dio salvi. Chi può valutnre jl:li oscuri i.ervigi resi d:i questi minuscoli ra., per la ~ahez:r.a del trono? Chi no;, rit'orda con quanto nc-:animcnto pers("guitarono gli , 1tte.ndibili? Essi fecero fino :ilrultimo giorno il loro dovere, con uno lenaC'ia cd una fedehà <legna dello rnu1-il che sostenevano e !>C non riuscirono ad ÌmJ)'!· rlire il dih1gare ddl'cre,;ia liberale. non fu colpJ loro. O~gi banno diritto :, c1uesta graude riabilil:ir.ione .;torica, e le plebi meridionali, ancora horhoniche nel "an~ue, li acco,Heranno come i Di&C'CIJOlia<'col- :-cro il Maestro dopo la resurrezione. Re.mrrex.erunt i sacri militi dell'Autorità -- canterò. la leggenda - e tornarono con la rt>si,;acoccarda cd il gip;lin dell'innocenza a difendere le docili popo• lazioni del sud dalle insidie della disgregazione liLerale. La loro merci: il trasformismo fu sconfitto. Non vi furono pili elezioni. quindi non vi fUJ"ono più tradormic.1i. Qucno argomento è indubbiamrnte prinl i pe per so:,.tener~ la nec~ssitò della riforma. Anche i mrridionn.listi più convinti pouono 11.derfrvi, se vo• gliono libeure il Meuo,:iomo dalla triste genia dei ~:ihimbanchi politici. O ~overnativ·i a vita, o altell• dibili a vita. Tertium non datw-. C.1ertano non dovr:l più lavcrar di gomiti prr brandire la divi,a. Se 1•;.. 1iroc:urntt1, ne!:suoo gliela insidierò. PurcbC il Siro -ia rontento rlei suoi al!"rvigi ne1suno potrà, con eolf>i mancini, togliergli il bHtone di comando. Elli nac•jUc in una aona selvaggia, in cui solo i bufali ed i massoni, armati a eavallo, riempiono il paeaa,r;,r;io. Pae-se sterminato e deserto, aacro alla Dea Febbre, ove la vita è una lo1ta quotidiana con gli dementi; ove l'uomo 11i trova aolo di fronte alla natura a!'pra t seh•oggia, e non eente ancora il hi- ,ogno cli crearsi lo Stato etico, dato che ivi impera un'altra !iOVrana della patologia: la malaria. Ed è perciò che in quella zona, tra i canneti <' gli aequitrin.i, nella landa sterminata e nei ca,olari di paglia, tra i Lutteri relici di galoppare al vento sulla nuda groppa delle catvalJe i11dorni1e. la vita 11o<l• di.da ai suoi bisogni co:1 me~zì eccezionali: altre formç di associazione re~11Jno C'be non siano quelle 1 iconotciute dal Codice Civile o dal Codice di Commercio, e la lib~rtà naturJli.~1ica cede solo alle ~o;igenz.e di un11 giustizia au1oc1ona che non ram,.,;c mai, come quella uffiC'iak·. Casertano è il capo indi!lcu~::;o di questa regione, e, ~f' i tempi non fossero <'OSÌ nrnh·tt1d, egli sarebbe lieto di prodigarsi nella pi:inura SC'onfinata come on patriarC'a, dnce e legisl~tor~ di ~ucslo popolo sem• plke. Ma \'i sono le esi,:enze tldl'l 1nità. Roma vuole i111primere Ja sua orma anche nelle pozzanghere dei Afo:::oni. \'UOle distenderP le su,- aquile imperiali su oini rupe, su ogni terra, su ogni fosso. Bisogna 11erciò mediare l'irlea ir.:perialc con tutte' fe idf!.-1 locali, Qpcrare tanh• sinlrsi regionali quante ne ocrorrono per imp~dire rht fa burocrazia si riveli 11uale è. vuota di pen:-i~ro e ricca di formule e di prE"rnnzionc, arrh·arc infine alla grande sintesi n.a• zinnale. E per for ,·iò o,·corrono <IC\ meJialori. Ben ~i sa: i media:ori affrnnlano gli ostacoli, JV• ~·icinano i comen,i, ,·ancellano le differenze. Differi- ~cono :,e('on<lo Ja m:•!cria t.he trattano, ma sono sem. pre preziosi. Alcuni operano nelle fiere e sono i più maHama.ti. ma a l••:-10: altri operano nel c,,mmercio onlinario. nelle \·,·11di1e immobiliari, negli affari le• J3li in marJ[ine alla Sarro Maeft.À della Giustizi.:1: nitri inline op1·rano nel!.- politico e portano per mille ,·ie aJ c1·r.tro della i"azion~ i C'Onsensi della perift"ria. Per quesle ne"essit.:I nazionali i buoni Ma:::oni lrnnno dovuto cercarsi una cla1-!'ledirigente, doè una classe di medi:Hori. Questi mNliano nelk fiere e negli :diari rommerriali io genere: mediano tra la giusti• :-ia autoC'IOnn e quella uffit·iale, tra l'anarchia prc• '-lalalc Jelle popob,zioni t·J il (,,udali::.mo statale del , entro. È naturale che d1wc la Ji!:Ìt.:r.~a tra i termini da incJiare è 1113(1:giorl'.i\ i ,,c·rorrc 1.-iù dtplornuzia. I nostri uomini poJiti<'i !,Ono infalli Jci grandi diplo• malici. Ora in qnc~lo :1mhicnll' " per queste neces,11·1 ideali Ca~ertano l'tlminciò Ja :::ua rarriera di amh.1, !-:-ial•>rc dei Hn=::uni prf'~H> i I governo italiano. I\'atur:ilmcnlc l'inizio fu impcluo:::o, comf' per lutti i i;.randi lendcrs ntcri<lion;1li. Era l'ep,1n Jel radiC'J• h:omn: un·epoca intcllc1tualmente buffa, C'Qme tutte le concezioni politfrhe (lclla l\icrola borghc~ia m..ridionale: l'epoca ,·ioè <l("IJ"indivitluali~mo indui.1riiilc appli<'al'l alla lran,umon,:a delle pt•<·ore e<l alla fohhrit'azione cielie rirnl!1•. ì\h ( .a,,,•rlano non 1-i "P:J· nm1ò ed in nome di (!tH!ili idt~:.di dis:-ntò nelle a;;lc poi vero~,.. Jcl Triliunalc <li ~- ~a1 i.t Capua Veierc 1· Jdle Preture dllJf'ndcnii. Il ~uo in\·cr~ario Gio:1t·,·hino Or-llJ l'idra fori;e ne ri,h: an,·orn, ,·idi (·hc ~ii, :ne, a fotta tulla la :;u..i ,·arricrn di diplornatit'O /1.fozzrmarn. e !li :i~:-idcv:::i !)i• curo ..,,d ~110 frono <li ro,;. In , ITct10 f":1'-t·rlano allora ncde\'a .,uJ St'ri•, ~ran111 idc:lli d,·\la Loggia e sì nH•ra,·igliava noti JJIH'O "lu; i hutteri eJ i lìtta\oli nel ~Qlano, pn•s,;o di i·ui in ~ct'rHulo ll'lll()O rercò asilo llf')n pre<ocnti<.~ero l:t Mla fotur., grandezza. Tra-;cinO co">Ì, per lungo tempo la ~ua rnno~C'cnza tl('lln lP~~r. romunale e provin<'inlC", l'unico libro fhe abLia ,,ludiato n fondo, dinanzi alla (;iunta Prn. , inriale A111mi11il'\lra1ivadi Trrr;:i di LJvQrn, fìn,·hi· !'ora venne. Lo mandò al Parlamento Nola. b pi,·cola l'ittndì,1:1 rampana, madre della dialettit:a hruniana, <'11ann,ra Oj!gi memore dell'orntoriA pol~mic:.1 <li Guido I',,. drecra 1 anche rgli, come il f!:rande Col'!crtano, mo1·•0 ra,ci3ta. Nol.s \·cramentc in quell'epoca aveva - t'OnH· h:-1tuttora - ns::iai fede nel culto ,li S. Puolino, in- \•cntorc delle rampane, e la cavalJeria \'arir \'ohr dovette intervenire prr ~;1lvarc Podrecc.'l e Cas1·rtouo dJ.i forori eroici dei rurali del contado, aizzanti a :iuon di fr;d1i e piclral<', l'irrilazionc i,nnrcdista Jci \'illici, ma 1a tenario del nostro nomo linì per trion• fare e l'amf,ascialorc dei Mnz.zoui fu mandato in Par• lamenlo. lo non so quante media"T.ioni furono nece~- 'i3ric per questa villoria: quunte t:intesi occorsero. So soltanto c:he <la queH'epoca lo storia di Caserluno si idenlificò con quella nazionale. Egli era un preòestinalo in nome del triangolo e del compas110, pronlo però o mediare con la croce e con la mcz.- zaluoa, cd il suo destino si avverò. In qual modo non occ~rre dire, perchè è noto. Lcntamenlr H no1;tro uomo divenne veramente rappresentativo, fincbt, il fasciamo, con quell'intuito Jj intransigenza che giustamente Farinacci celebra, lo elevò a mediatore di tulio il Mezzogiorno, quaei quairl a vicerè dei reali domini al di qua del Foro. È naturale, perciò, che con l'istituzione del Porlestà o del capo.urbano - il che fa lo stesso, trat• tandosi 11oltanto di una questione di nomi - si pensi anche a sistemare la posizione di Caaertano, a mantenergli cioè la quolità di Amb .. ciatore del Mezzogiorno pre1&0 il regime.· Si potrebbe, perciò, creare la caric.:1 di Podestà dei podestà. conferendole i poteri e le attribuzioni di sorvegliare i nuovi fun1ionari go,,ernathi. Solo aJlora l'atomismo democratico ,-ar■ vera• 'mente distrutto nella glorificazione-di colui dte col suo aacri6cio seppe redimere il Meu:ogiorwe. Guao D•s•. PIERO GOBETTI - Editore Torino - Via XX Settembre, 60 SONO USCITI, GUIDO DORSC LaRivoluzione Merio,onale Lire 10. E il breviario del meridionalista. NelJa campagna di Rivolu:ione l.,iberale per il Mezzogiorno, questo libro rappresenta un punto fermo di prop:1ganda • di azione. I:: un'opera carallcrislica del noslro metodo di s1udio, d'indagine e d'impostazione politica. Lr. nuove generazioni del Su<l possono trovan•i una Latiè di orientamento e di indiriuo. A que::ita racco111:1odatione, che non deve troYaro inerti i nostri urniri, aggiungiamo il sommario: I. . Cli a.spelli Murici clellu politica unitari.a r la questione meridionale. Il Ri,orgimento e la conquista regi:1 • Conse"a• zione e rh·oluzione nell'iniminenz.a della gu~rra • La rivoluzione in atto: Il bol!cevismo - La riToluziooe io allo:· Il fascismo . Il Mezzogiorno e lo S1ato ■ oilario . Menoaiorno, guerra e fascismo. II. . l partili storici e la que1tione meridionale. n rallimeoto reazionario e la nuova conquista regia . Il liUerali1mo e i democratici - I popolari • I 1oeiaLlsti unitari . [ 1ocialillti mas"imalisti • I comuni11ti • I repubblicani. Ili. to Stato ,torico e la Rivulu~ione me:-idWnale. La Rivolu~ione meridionale • L'autonomismo. A.i nr,5tri abbonati meridionali concediamo eccf!zfo. nalme11Je 5U <1uesio libro lu scontC> del lS %. - I "oper-a di /Jorso deve di0onder5i in tuffi gli urati tlelln pupolazionr meridionale a pori.or-vi il nostro preci.-.u proirnmmu mnr-xi.~tn-autonomÌ.5UJ. GUIDO ZADEJ L'Abate Lamennais e gli ila-liani del :mo tempo La fiiura dell"abale Félicité de LamcJtnaia (17821854} di Saint-Malo è UJ1a delle più intereaeaoti Cra quante prinu•ii:tiarono in Europa r.ella prima mt:tà del liecolo XIX. L'abalr hretonc ebbe grandr.: rinomanza in Italia dal 1R20 .il 18-18, poi IP. sue opere foronn dimenticate. ed oggi le noslre biblioteche sono qu3si afTotto ~proT• \ i~tt" J(';;li ,critt.i snoi ,: 1iq,di :-nuli t"hc ~ul La1111·11nais so110 usciti, oumerosis~imi, in Francia. Uoo i;;tudioso bresciano (la cui cultura larnennai• iiòiao:tè 5lata recentemente con~arrat.i in Franria tlall• Bibliograpflie de J,amennais del Ouinc e dalls ac<'O· glien:r.a ch'eùl.t a Saint-Malo una sua comunicazione fatta dinanzi ai migliori storici Jcl l~01cnn:.1Ì!\) si f': aceinto all'operu di for conoscere lo t•.rittore fn111rese ni;li i1ali:::ini e motilrare qu:1nto sia ~tala t!'.raml1· l'inOuenza sua ~agli uomini nostri del suo tempo. N1•l \olumt• d "6no al"uno rldle più heil~ 11:t• 11 int1 l:1111cnn:ii..,jane t- iii leggono intercl!santissiini f!:iudizi sull'hnlia. In appn~ili rapiloli Jo\&ronnoatu• Jiali ron ampit•r,7.a di informazioni i rapporti del Lnmr.nnais -.:on la Sanla Sede, con Giuseppe Mazzini. con Vincenzo Gioberti, ron Gino Capponi e col Tomma~co, 1•on Pier Siln~tro Leopardi ~ con Ciut,~ppe Monlnnclli. Notizit: prcssochè inedite intorno 11i rea- ;iionari suoi oppo~itori qunH il conte Mons.Ido Leo• pardi e il cnnonico Horioni di Ancona e eoll'opera dt:I r1rincip€' di ~lf•tlt:rniC'h r<'nJono il \'C,)11n1<'inll"- r("""anlt~ unrJu• IH"r Ì fra11n•1-i. f'rançois Duine, indubbiamente il più profondo cono11citore di lotto ciò che 11iriforisce al Lamennai,., ,crivevo alcuni mesi fa, dopo aver letto i due articoli ebe, con lo stesso titolo del nos1ro volume, Guido Zadei avevo pubblicato in uno rivis10 milanese: J Je e11père bien que vous rcprendrez ce m~me eujet: L".,. bate de Lamcnnais e gli italiani del .mo tempo, poor le développer en un volume, qui serait trèa lo. et très précieux pour le11étnngers commc moi ,._ L'abate Cbarles Boutard, autore di tre groui vo• lo.mi e di parecchi opuscoli lamennaisian.i, 1eriTeva il 25 marzo 1923 a proposito dei due articoli 1uatcennati: « Dès ka première, pagoa, j'ai vu que You, pouédu votre sujet et quc rien ne vous manque pour le tr■ iter 1vec. com[létence ». PJEllO OOOBITl'l Dlretton, ""'P()Ill&bile. Tipografia Qlrlo A<lC&llle - Tori.Do.

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